martedì 22 luglio 2014

La Magagna della settimana



Mobilità sostenibile .... e le biciclette d'oro


 Se mio nonno avesse avuto le ruote ..... qui qualcuno ha preso alla lettera, 

Ma la telecamera del piazzale avrà visto qualche cosa, oppure è cieca come questa amministrazione!!

Salvini lancia la sfida al renzismo «Tagliamo le tasse e apriamo al Sud»




Plebiscito per Matteo Salvini al congresso della Lega Nord a Padova. Con un solo voto contrario il segretario federale del Carroccio ha ottenuto la proroga del suo mandato, che sarebbe scaduto nell’estate 2015, fino al 15 dicembre 2016. Una riconferma che appartiva scontata e che ha ottenuto anche il via libera di Umberto Bossi, che dalle colonne del Fatto quotidiano aveva spiegato che «Matteo è in gamba, viene a trovarmi, chiede consigli poi magari fa di testa sua, ma lui è un combattente, poi magari è mal consigliato e lo vedo molto solo... ma quell’altro...(riferimento a Roberto Maroni, ndr)».
Centrodestra categoria dello spirito
Nel suo intervento al congresso, il segretario ha presentato la sua Lega come unica «alternativa al renzismo. Oggi il centrodestra non esiste, è una categoria dello spirito, così come non esiste il centrosinistra. Poi c’è anche un centrodestra in ordine sparso un po’ qui un po’ là, un po’ al governo, un po’ a favore dell’immigrazione, un po’ per le coppie gay, un po’ con la Merkel. E poi c’è la Lega che si batte contro il “renzismo” che vuole radere al suolo tutto ciò che è diverso e ha i mezzi mediatici e giudiziari per farlo». A chi gli ha chiesto se la sentenza di assoluzione di Silvio Berlusconi può cambiare i rapporti tra Carroccio e FI, Salvini ha replicato: «Non cambia nulla: non si fanno le alleanze in base alle sentenze». Poi ha aggiunto: «Se sei accondiscendente ti assolvono, non credo alle casualità. Berlusconi è il leader di un partito che spero riesca a ripartire ma non dò lezioni e consigli ad altri anche perché Forza Italia ha appena votato con la Merkel a Bruxelles e sta dando una mano a Renzi per una legge elettorale schifosa, quindi chi va a braccetto con Renzi e la Merkel non può andare a braccetto con la Lega».
Rivoluzione fiscale
Naturalmente Salvini non ha risparmiato critiche all’asse Renzi-Berlusconi: «Il patto di stabilità deve essere strappato. Oggi la Lega è qui, il 20 luglio, anziché essere al mare, per proporre agli italiani di dire “ciao ciao” a questa Europa, a Bruxelles e alle sue regole folli. Ma anche per proporre la nostra rivoluzione fiscale, il dimezzamento delle tasse, l’addio agli studi di settore». La riforma fiscale a cui accenna il leader del Carroccio è una rivoluzione: «Oggi lanciamo una rivoluzione fiscale che in ottobre spero porti in piazza milioni di italiani: proporremo un’aliquota fiscale secca al 20% uguale per tutti, dal nord al sud, per ricchi e poveri. La nostra scommessa è quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa».
Scommettiamo sul Sud
A sorpresa, ma non troppo visto i recenti tour al Sud, Salvini apre al Mezzogiorno d’Italia: «Il nostro è un messaggio rivolto al Nord e a tutta l’Italia. Rimaniamo Lega Nord, ma accettiamo la scommessa di aiutare chi al centro e al sud ha voglia di liberarsi e di riprendersi energie, libertà, lavoro. Se arriveremo al 51% al Nord e a livello nazionale, vuol dire che avremo raggiunto il nostro obiettivo». Ma sullo sbarco al Meridione arriva lo stop di Umberto Bossi: «Che la Lega vada al Sud è una cosa un po’ negativa...». «Sembra un’operazione coloniale - ha aggiunto dal palco del congresso -. Se nascono leghe autonomiste» al Sud va bene, ma la strada è Lega Nord per l’indipendenza della Padania: non abbiamo mai sbandato su quella via. È scritto nell’articolo uno dello Statuto».

Maroni e l'ira delle Regioni in tilt: basta scaricabarile sugli sbarchi

Sbarcano. Vivi, malconci, privi di vita. Sbarcano. Arrivano, oramai quasi ogni giorno, a centinaia sulle nostre coste. E il governo che fa? Sostanzialmente se ne frega, o, meglio, gioca a scaricabarile.

Lasciando ad altri, magari ad alcuni governatori regionali, il compito di trovare una soluzione al problema. È lo sfogo amaro del presidente Roberto Maroni che ieri, a margine di un convegno, ha tuonato contro le inadempienze dell'esecutivo centrale. 
«Il governo deve rispettare la legge, cosa che non sta facendo. Se queste persone sono clandestini, devono essere messi in luoghi dove possono essere tenuti, identificati ed eventualmente espulsi. Se sono profughi, cioè se hanno ottenuto lo status dopo le opportune verifiche, devono essere trattati come tali. Oggi invece succede che queste persone sbarcano in Sicilia, vengono messe su un treno e viene chiamato il prefetto di Milano al quale viene detto di arrangiarsi. Il prefetto, al quale va tutta la mia solidarietà, non sa che cosa fare e, magari, è costretto a metterli in luoghi che non hanno nemmeno l'abitabilità». 
Poi l'affondo del governatore della Regione Lombardia: «Si tratta di una situazione caotica, che non è gestita. Per questo lancio l'allarme. Il governo deve darsi una mossa, mettendo in campo risorse e strutture. Cosa che, purtroppo, ad oggi, non sta facendo. L'esecutivo, almeno riguardo a questo problema in particolare, sta chiudendo gli occhi, chiede l'aiuto dell'Europa e poi scarica il problema sulle regioni, sui prefetti e sui sindaci».
D'altra parte un intervento coordinato, secondo Maroni non è più rinviabile «perché - ha aggiunto- io sono sicuro che si succederanno altri sbarchi e i problemi aumenteranno a dismisura. E ribadisco quanto ho già detto: non spendo i soldi dei Lombardi per mantenere i clandestini. Un conto sono i profughi, ma una persona acquisisce questo status alla fine di un percorso, dopo che ha presentato una domanda che viene vagliata e accolta da una commissione in base a requisiti precisi, altrimenti è un clandestino, che deve essere tenuto in un centro di identificazione ed espulsione, cosa che purtroppo non avviene.
«Mi hanno criticato per questo perché nell'aggiornamento di bilancio ci sarebbero i soldi, 30 milioni di euro, ma sono lì per finanziare il referendum Lombardia regione a statuto speciale, e lì rimarranno. La Lombardia a statuto speciale ci risolverebbe i problemi, ci teniamo tutti i nostri soldi e fine delle trasmissioni per chi ha continuato a rubarceli».
D'altra parte l'allarme lanciato dal governatore lombardo è tutt'altro che fuori luogo visto e considerato che nei primi quattro mesi dell'anno sono stati già rilevati 42mila ingressi irregolari contro i 12.400 dello stesso periodo del 2013. E, in questo contesto, il dato relativo all'afflusso in Italia è decisamente ancora più drammatico: nei primi quattro mesi del 2014 l'aumento è stato, infatti, dell'823 per cento in più rispetto al passato, come aveva rilevato di recente il vice direttore di Frontex, l'agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Ue, Gil Arias Fernandez. 
Da gennaio ad aprile 2014 sono stati, infatti, censiti e registrati 25.650 arrivi in Sicilia e 660 in Puglia e Calabria. Attraverso il settore del Mediterraneo centrale, sostanzialmente diretti in Italia, sono passati oltre 25mila migranti, contro i 40mila dell'intero 2013. 
Gran parte dei migranti è partita dalle coste libiche, in arrivo soprattutto dalla Siria e dall'Africa subsahariana. Ma la situazione, come ben sappiamo, è ulteriormente precipitata nelle settimane successive. Quindi il perentorio invito di Maroni al governo perché si dia finalmente una mossa e faccia qualcosa di concreto appare notevolmente giustificato.