lunedì 31 agosto 2015

Torna in galera il rom liberato dalla Kyenge

Sarà soddisfatta Cecile Kyenge: il rom suo "protetto", quello che grazie a lei uscì anzitempo dal Cie di Modena e si evitò l' espulsione, è stato di nuovo beccato a rubare ed è finito in carcere. È la seconda volta in due anni che Senad Seferovic, 26 anni, clandestino di origine bosniaca, viene sorpreso con le mani nel sacco: nel 2013 rubava rame, ieri gasolio da un tir parcheggiato nella prima periferia della città. Proprio lui, insieme al fratello Andrea, divenne nel 2012 simbolo della lotta contro i Centri di identificazione, dell' allora deputato modenese Pd Cecile Kyenge, poi divenuta ministro per l' Integrazione con il governo Letta e, oggi, comodamente seduta su una poltrona da europarlamentare. I due fratelli, infatti, vennero trovati senza documenti durante un controllo e furono portati, come da dettami della Bossi-Fini, al Cie di Modena, all' epoca ancora in attività. Lì sarebbero rimasti fino a quando le autorità fossero riuscite a ricostruire la loro esatta provenienza e a rispedirli a casa.



Dalle verifiche risultò che i fratelli avevano entrambi precedenti con la giustizia ed erano, di fatto, apolidi. I due, infatti, erano sì rom di origine bosniaca, ma nati e cresciuti in Italia, senza fissa dimora e senza mai chiedere la naturalizzazione e dunque privi di documenti identificativi.

Una dimenticanza o un modo per delinquere più comodamente, in un Paese che tutto concede ai clandestini?

Kyenge, in ogni caso, non badò ai dettagli e inscenò per loro, che rischiavano un' espulsione, una accorata, e pubblica, manifestazione di sostegno, proprio nei giorni in cui il giudice di pace, a cui i due avevano fatto appello, doveva sentenziare sulla loro sorte. Nemmeno a dirlo il giudice cancellò il provvedimento a loro carico e spalancò i cancelli del Cie, facendoli uscire.

«Chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, non può essere trattenuto nei Centri di identificazione ed espulsione», scrisse motivando la sentenza a loro favore. I due fratelli, insomma, ne uscirono da vincitori e Kyenge pure. A tal punto soddisfatta della sua impresa, l' europarlamentare andò di persona ad attendere i due clandestini nel giorno della loro liberazione, e si fece fotografare, sorridente a braccetto proprio con Senad.


Nemmeno il tempo di godersi la fama improvvisa ed eccolo lì, il povero Senad, appena un anno dopo, mentre viaggia tranquillamente con alcuni compari su un camioncino carico fino all' orlo di rame rubato, per un valore di 40mila euro. Ovviamente nessuna traccia di regolarizzazione per il rom, che, ancora privo di documenti, fermato dai Carabinieri, nel maggio 2013, finì al carcere S.Anna di Modena per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Non pago del periodo passato in galera e di nuovo a piede libero senza più tema di finire in un Cie (visto che nel frattempo i Centri sono stati chiusi) Senad, nelle scorse settimane, si è di nuovo dato da fare, dedicandosi questa volta al furto del gasolio.

Il rom è stato fermato venerdì notte a Fiorano (nel modenese) insieme ad altri tre nomadi, mentre era intento a prelevare il carburante da un camion posteggiato in un' area di sosta. I quattro avevano reciso la rete accanto alla quale il camion era parcheggiato, avevano avvicinato il loro camper al mezzo da derubare e con un sistema di pompe erano all' opera quando è intervenuta la Polizia. Oltre che del furto dovrà rispondere anche della violazione del divieto di dimora a Modena, che gli era stato comminato durante il precedente arresto.

Nel 2012 la parlamentare Pd scese in piazza per chiedere che Senad, nomade bosniaco, fosse rilasciato dal centro di accoglienza di Modena. Vinse lei, ma da allora l' uomo è stato in carcere prima per furto di rame e adesso di gasolioTorna in galera il rom liberato dalla Kyenge L' allora parlamentare del Pd Cecile Kyenge con Senad Seferovic, appena liberato dal Cie di Modena.

Profughi, la proposta: La Kyenge: "Li ospitino in casa gli italiani"

La sistemazione dei profughi e dei clandestini in Italia è ormai un problema sociale, come testimoniano gli scontri di piazza da Treviso aRoma. Mentre il Viminale pensa a sistemare gli immigrati, laddove possibile, nelle caserme, e il Tempo appoggia la proposta di utilizzare le56 carceri chiuse, l'ex ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge ha un'altra idea: sistemarli nel salotto di casa, un po' come immaginato sarcasticamente dalla vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera. Quella dell'esponente del Pd però non è satira: "Non possiamo portare le persone dove c'è già sofferenza - spiega seria al Giornale.it, a proposito delle periferie e dei quartieri ghetto -. Bisogna approfittare delle buone pratiche". Ad esempio, la cosiddetta accoglienza diffusa: "Sì, penso a piccoli gruppi di profughi nelle case dei cittadini italiani". I radical chic avranno già chiesto alle governanti di riordinare il salotto. 
«Vengono da Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Benin o Burkina. Tutti paesi normali, in forte crescita economica. Ma dal Congo, dove c’è la guerra, non vediamo nessuno»

di Beppe Fumagalli

E' scesa in Italia a trovare vecchi amici. Indica il quotidiano che ho lasciato sul sedile, aperto sull’ennesima strage d’immigrati. Io allargo le braccia. Lei scuote la testa. Io dico: «Tragedia». Lei aggiunge: «È un Grand Guignol. Un inutile orrore che forse fa comodo a qualcuno». La guardo sorpreso: «Ma sì,», dice, «la gente dall’Africa potrebbe benissimo arrivare per via normale, il problema è che se chiedi un visto non te lo danno. Un po’ come la banca che ti nega il credito e sottobanco ti passa il nome di un usuraio. Se vuoi andartene sai che devi metterti nelle mani dei trafficanti. Evidentemente va bene così. Perché l’orrore scuote le coscienze. E davanti al dramma non si va per il sottile».

In Italia Amivi ha incontrato molti fratelli, come lei chiama gli altri africani. «Sono qui da mesi», racconta, «e non fanno niente in attesa di uno status da rifugiati. Ma quali rifugiati? Vengono da Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Benin o Burkina. Paesi normali, in forte crescita economica. Se glielo fai notare ridono. Ma poi ti snocciolano la lezioncina, con le loro vite minacciate dai jihadisti, Boko Haram per i nigeriani, Aqmi (Al Quaeda nel Maghreb, ndr) per gli altri. Peccato sia tutta gente lontana migliaia di chilometri dalle zone calde. Come se un italiano chiedesse asilo politico in Canada per l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo».


Amivi mostra un articolo della rivista Jeune Afrique in cui si parla della guerra nella Repubblica Democratica del Congo. «La gente di lì », spiega, «avrebbe tutto il diritto di scappare. Ma qui di loro non c’è n’è uno. È tutto molto strano. I bianchi che hanno sempre rimproverato agli africani un approccio poco logico alla realtà, impantanati in quest’assurdità? No, non ci credo. Gratta gratta, una logica ci sarà. Sarà la solita. Quella del danaro». Io mi tacqui. Ma dal profondo sgorgommi una voce: «Fuochino, fuochino».

venerdì 28 agosto 2015

L'Assessore Pleonastico - Balneare

Riscoprendo le peggiori abitudini della prima repubblica, il nostro bene amato sindaco pro tempore, ha approfittato del mese di Agosto  per nominare il nuovo membro della sua giunta.

Infatti a fronte delle dimissioni richieste a furore di popolo, del ormai ex assessore Angelino Colombo, ha nominato il carneade Cerrato.

Come il vero carneade, “ma chi e’ costui”? A parte essere il secondo degli eletti dell’IDV da cui proveniva anche Angelino Colombo?

Vuoi vedere forse che rifacendosi sempre alla prima Repubblica, il Sindaco pro tempore ha adottato il famigerato manuale Cencellil? Via un IDV o ex IDV dento un IDV, anche se i bene informati dicono che Cerrato sia ormai gia migrato al PD.

Ma dove le mettiamo la competenza ed il merito? Ahh.. gia queste per Maviglia contano solo n campagna elettorale, ora meglio l’appartenenza Politica.

Ammettiamolo il buon Angelino, pur con tutti i suoi difetti, almeno di Tempo Libero, Pro Loco e Sport qualche cosa ne sapeva, ma il carneade “che c’azzecca’ come diceva il loro ex leader?

A parte le sue incompetenze nessuno si ricorda un intervento di sostanza fatto da Cerrato 4 anni da consigliere comunale, solo affermazioni demagogiche, retoriche e pleonastiche, nonché’ la palese insofferenza per tutto quello detto e proposto dalle minoranze.

Ci chiediamo considerato che in consiglio nei partiti di maggioranza siedono consiglieri che sicuramente hanno dimostro sia all’intero del consiglio stesso sia con le loro esperienze professionali competenze a capacità, solo per citare qualche nome Ravasi, Colombo, Forcella, Caramelli, Zanaboni, e la lista potrebbe proseguire, perché la scelta di Cerrato?

Cui prodes?

Non sarà forse che questa maggioranza, che fa acqua da tutte le parti, per salvare la “cadrega” o e’ costretta “a pagare una cambiale “e per questo il sindaco ha fatto la scelte di fare una non scelta?