giovedì 31 dicembre 2015

Parco di pinguini = La farsa continua


Dopo avere tenuto il parco chiuso per mesi, ora alcuni giochi sono gia' inutilizzabili...

Come al solito il Sindaco chiude la stalla quando i buoi sono tutti scappati = Cassano, il sindaco: "Almeno la tenenza resti qui"

Cassano d'Adda (Milano), 30 dicembre 2015 - Caserma dei carabinieri, non lontana la partenza della Compagnia, si tratta ora sulla tenenza. Il sindaco: «Assolutamente decisi a mantenere un presidio sul territorio, come Comune siamo disposti a collaborare in ogni modo possibile». Un incontro con il Comando provinciale dell’Arma si è tenuto nei giorni scorsi, altri ne saranno organizzati subito dopo le feste. Ma il tema «caserma», strettamente collegato al tema sicurezza, si prepara a diventare super cavallo di battaglia dell’ormai iniziata campagna elettorale. Il negoziato in atto fra Comune, proprietà dello stabile che ad oggi ospita i Cc e Comando dell’Arma stesso riguarda ormai il solo mantenimento a Cassano, oltre che della stazione, di una tenenza. La Compagnia, come già si sa e come già da tempo è sostanzialmente ufficializzato, partirà alla volta di Pioltello, anche se non in tempi brevi. Ma nemmeno la tenenza è una certezza granitica. Sul tavolo due ordini di problemi: il primo è strutturale, e riguarda l’idoneità degli spazi attuali; il secondo è economico, e riguarda il contratto d’affitto troppo oneroso.
E’ stato questo, del resto, il problema che ha dato il via a suo tempo alla macchina del trasloco. L’ipotesi di un esodo di massa delle divise scatena il finimondo ed è oggetto di un continuo tam tam in rete. «Per quello che ci concerne - taglia corto il sindaco Roberto Maviglia - stiamo portando avanti questo confronto con serenità ma con molta determinazione: siamo decisi, decisissimi a mantenere una tenenza in città. I problemi non sono cosa segreta: vi sono dei lavori da fare sulla sede per conseguire gli standard necessari, la proprietà ha proposto un progetto di intervento, c’è un confronto in atto. E poi c’è il problema, non di poco conto, dell’importo dell’affitto, su cui occorre che le parti trovino un punto di incontro. Come Comune stiamo dando la massima collaborazione, nella certezza che si operi per mantenere il presidio locale. Non accetteremmo altre ipotesi, la città ha bisogno di questa presenza». Il trasferimento della Compagnia da Cassano a Pioltello è notizia ormai di oltre un anno fa. Avverrà sicuramente, con buona pace dei cittadini, oltre ottocento, che a suo tempo hanno firmato la petizione «contro» promossa dall’associazione Il Gelso. L’ipotesi di ulteriori depotenziamenti risolleva le polemiche. Implementate dalle voci, per ora solo tali, di ulteriori possibili accorpamenti futuri delle stazioni. L’innegabile impennata di furti degli ultimi mesi e la campagna elettorale fanno il resto: «L’amministrazione si attivi con più energia: impensabile perdere anche un solo servizio oltre a quelli perduti in passato».
di Monica Autunno

venerdì 18 dicembre 2015

Trezzo, 12 clandestini in subaffitto per 130 euro al mese a testa

Trezzo sull'Adda (Milano), 18 dicembre 2015 - Ben 130 euro al mese per un posto letto in un bilocale del centro, in subaffitto. In 12 hanno accettato la «proposta indecente» di uno straniero, che a sua volta aveva avuto l’appartamento da un trezzese. Pizzicato dalla polizia locale, è ora nei guai «anche se dimostrarne la responsabilità non sarà facile», dice il sindaco Danilo Villa. Impegnato da sempre sul fronte sicurezza, «con qualche eccesso - denuncia spesso l’opposizione - come l’eliminazione delle panchine da piazzale Gorizia», ma non stavolta. La scoperta choc è l’esito dell’ultima batteria di verifiche dei ghisa, guidati dal commissario Sara Bosatelli. L’input in arrivo da Palazzo è preciso: debellare l’illegalità, costi quel che costi.
E per farlo l’assessore alla partita Silvana Centurelli ha dotato il comando dei congegni più sofisticatiche la tecnologia mette a disposizione oggi. Ci sono indagini però vecchia maniera, a questa tranche appartiene l’apparato messo in campo per ripulire il salotto cittadino dalle situazioni a rischio. Nel mirino sono finite le vecchie corti, sette in quattro anni, setacciate da cima a fondo, con «richiamo» per verificare che non si tornasse al solito andazzo. L’ultimo caso eclatante, il subaffitto «disumano», dice il borgomastro, che aggiunge: «Inaccettabile». «Non il solo purtroppo – precisa il primo cittadino – anche se la «densità» di quel bilocale era davvero inimmaginabile. Le persone che vivono così sono violate nei diritti minimi. Bisogna intervenire».
L'ultimo anello della catena, il più debole, ha portato gli investigatori a risalire all’intermediario senza scrupoli che ha avuto l’idea. E da lui al titolare dell’alloggio, trezzese doc, caduto dalle nuvole quando è stato messo di fronte alla proprie responsabilità. «Il subaffitto è vietato – dice Villa – il proprietario deve vigilare». Il sospetto è che il bottino venisse spartito fra l’aguzzino che incassava 1.560 euro al mese in nero dai disperati per una abitazione che per di più cade a pezzi e il padrone di casa.
L’affare ora è saltato, gli inquilini dovranno trovare un alloggio «decente», anche con l’aiuto del Comune, mentre per chi c’è dietro i guai sono solo all’inizio. Mentre i pattugliamenti non si fermano, nel 2016 è prevista un’altra tranche di blitz, ora estesi alle aree da bonificare. Ben 13 i siti messi sotto la lente dai ghisa e riportati sinora in condizioni normali. Fra questi una discarica a cielo aperto in pieno Parco Adda Nord. I titolari del fondo sono stati rinviati a giudizio.

ZINGARI - I trucchi di chi chiede l’elemosina in centro

Vedete questo video del Corriere della Sera...

Zingari ed Elemosina





martedì 15 dicembre 2015

Salvini: «Morte del pensionato colpa di Renzi»

Salvini: «Morte del pensionato colpa di Renzi»

«Quell’infame di Renzi parla di sciacalli, ma la morte del pensionato è colpa sua», così il leader del Carroccio Matteo Salvini in un’intervento a La Zanzara su Radio 24 accusa direttamente il premier per la morte di Luigino D’Angelo, il pensionatoche si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi investiti in obbligazioni della Banca Etruria. «La sua morte è frutto di una scelta del governo - ha detto - si è suicidato perché ha perso tutto per colpa di un decreto demenziale. È un suicidio di Stato, ce l’ha sulla coscienza Renzi». E ancora, affonda il segretario della Lega Nord: «Ci sono 150mila derubati da risarcire, c’è un Palazzo, una casta che si chiude in se stessa, difende le banche, difende i ministri, i parenti dei ministri, votando decreti in evidente conflitto d’interessi. Per quanto riguarda i risparmiatori si facciano vivi loro, perché a gennaio, grazie a Renzi e grazie a questa Europa gli italiani che rischieranno saranno alcuni milioni, non alcune migliaia».

«Boschi solo una comparsa»

Quindi annuncia la presentazione di una mozione di sfiducia contro l’esecutivo:«Il Pd in Parlamento salverà la poltrona della Boschi - dice Salvini - Con quello che hanno combinato lei e Renzi, con gli intrecci oscuri (neanche tanto) fra banche e famiglie, rovinando centinaia di migliaia di risparmiatori, si dovrebbe dimettere. Per quanto ci riguarda, abbiamo già pronta la sfiducia anche al presidente del consiglio con l’auspicio di trovare il sostegno di tutte le opposizioni. Mandiamo a casa Renzi e tutto il suo governo». Un appello che Salvini ha poi ribadito dall’assemblea plenaria di Strasburgo, attaccando nuovamente il premier: «Firmare insieme la mozione di sfiducia non tanto alla Boschi che è una comparsa, quanto al diretto responsabile di questa strage di italiani

venerdì 11 dicembre 2015

SALVABANCHE - Salvini: «È suicidio di Stato»

Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato via Facebook l’accaduto: «Pensionato suicida a Civitavecchia perché, per colpa di Banca Etruria e di un governo assente, aveva perso i risparmi di una vita. Un suicidio di Stato». Il numero uno del Carroccio ha poi annunciato la sua presenza, giovedì alle 15,30 ad Arezzo, ad un incontro con i risparmiatori che definisce «fregati da Banca Etruria, dall’Europa e dal governo».

domenica 6 dicembre 2015

VAPRIO ALBANESE UCCISO I tre albanesi colleghi di Gjoni: "Poveraccio, ora va rimpiazzato"

Vaprio D'Adda (Milano), 6 dicembre 2015 - Non hanno risposto alle domande del gip del Tribunale di Bergamo Alberto Viti. Hanno fatto scena muta Aleksander Doda, 32 anni, domiciliato a Fara d’Adda, Marko Guraleci, 26, con appartamento a Canonica d’Adda, e Simon Bushi, 25, residente anch’egli a Canonica, i tre albanesi arrestati dai carabinieri di Monza e sospettati di aver preso parte al raid che il 20 ottobre era costato la vita al connazionale Gjergj Gjoni, ucciso da un colpo di pistola esploso da Francesco Sicignano mentre cercava di compiere un furto nell’abitazione di quest’ultimo a Vaprio d’Adda.
Per ora, però, gli investigatori, coordinati dai pm milanesi Alberto Nobili e Antonio Pastore, non sono riusciti a raccogliere materiale probatorio sufficiente per contestare loro il colpo. Comeindizi ci sono l’aggancio alle celle telefoniche della zona vapriese dei loro smartphone e più di una frase che sarebbe riconducibile al furto in casa Sicignano.
«Quella sera erano 400 grammi di oro, quasi 8mila euro. Mi dispiace per Gjergj, poveraccio», esclama uno di loro, intercettato al telefono. Gli inquirenti ritengono che si faccia riferimento al colpo di Vaprio d’Adda, ma non possono affermare con certezza se chi parla stia raccontando un’esperienza vissuta in prima persona o riferitagli da altri. In un’altra conversazione carpita dagli investigatori, invece, uno dei tre arrestati afferma:«Dobbiamo trovare qualcuno per rimpiazzare Gjergj».
Le indagini che hanno portato al fermo dei tre nascono prorio dall’omicidio di Gjonj, che invece abitava a Trezzo. Per capire chi fossero i due complici della vittima visti da Sicignano quella sera i militari hanno tenuto d’occhio le persone in visita alla salma nella camera mortuaria dell’Istituto di medicina legale di Milano, dove era stata effettuata l’autopsia. Qui hanno identificato il cugino di Gjonj, che è stato pedinato e intercettato e che ha successivamente portato al terzetto finito in carcere.
Ieri il gip Viti ha convalidato l’arresto dei tre e ha disposto nei loro confronti la misura della custodia cautelare in carcere. Quindi si è dichiarato incompetente per territorio e ha trasmesso tutti gli atti alla Procura di Milano. Nel decreto di fermo ai tre sono contestati sei furti, ma non quello sfociato nel delitto del loro connazionale, messi a segno nel giro di 8 giorni nel novembre scorso, tutti in abitazione. L’8 a Trezzano Rosa, l’unico fuori dalla Bergamasca: l’11 a Mozzo; il 12 a Boltiere; il 13 a Pontirolo e a Curno; il 16 a Fara. I carabinieri sospettano che siano opera della banda anche quattro furti, sempre commessi a novembre nella Bergamasca, a Sant'Omobono, Osio Sotto, Dalmine e Stezzano.

Giu Le Mani dalle Nostre Tradizioni - LEGA CASSANO D'ADDA



venerdì 4 dicembre 2015

i Clandestini bloccano la strada «Non ci versano il sussidio»:

Mercoledì la protesta di una quarantina di migranti ospitati dalla Onlus Integra: traffico interrotto e disagi. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha riportato la calma




Una quarantina di migranti, attualmente ospitati in un centro di accoglienza gestito dalla Onlus Integra di Milano, sono scesi in piazza intorno alle 12.30 di mercoledì per protestare contro la mancata corresponsione del sussidio giornaliero del quale hanno diritto come rifugiati politici o richiedenti asilo. I manifestanti hanno invaso la sede stradale tra via Fantoli e via Mecenate, bloccando il traffico e provocando caos e disagi. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha riportato la calma consentendo la regolare ripresa della circolazione. Il capogruppo della Lega al Pirellone Massimiliano Romeo commenta: «Anziché ringraziare per essere stati accolti protestano. Questa è la dimostrazione che non sono veri profughi che scappano dalla guerra. Espelliamoli subito».

mercoledì 2 dicembre 2015

Salvini: "Boldrini a dialogare con l'Isis"

l leader della Lega: "L’Isis è equiparabile al nazismo in quanto a fanatismo, cattiveria, follia. Che cosa facciamo? Gli mandiamo la Boldrini a dialogare?"


Davanti all'avanzata dello Stato islamico in Libia, il leader della Lega Matteo Salvinipropone un paragone tra l'ideologia jihadista e quella nazionalsocialista: "Secondo me l’Isis è equiparabile al nazismo in quanto a fanatismo, cattiveria, follia.


E quindi lo si combatte con le armi: che cosa facciamo? Gli mandiamo la Boldrini a dialogare?".
"Nessuno ama l’intervento militare, però mi domando: veramente qualcuno pensa di poter dialogare veramente con l’Isis? Riportare alla ragione chi taglia la gola? È chiaro - aggiunge Salvini - che bisogna chiudergli i finanziamenti, bloccare il petrolio, ma li si deve attaccare militarmente".