venerdì 29 gennaio 2016

"L'islam è una ideologia incompatibile con la libertà"

A Milano la convention dei partiti euroscettici. Salvini: "Renzi e Merkel complici dei terroristi". Wilders attacca l'islam e loda la Fallaci: "È una delle giornaliste più coraggiose"
"Sono contento di essere a Milano perché è la città in cui nel 2005 è stato assegnato aOriana Fallaci il massimo premio cittadino, l'Ambrogino d'oro.



E se lo meritava, perché è stata una delle giornaliste più coraggiose". È stato con un elogio alla Fallaci che Geert Wilders, il leader olandese del Partito per la libertà, ha iniziato l'intervento alla conferenza stampa conclusiva della convention del gruppo euroscettico "Europa delle Nazioni e della Libertà" che ha portato a Milano da Matteo Salvini ancheMarine Le Pen, Heinz-Christian Strache e Tom van Grieken .
Wilders ha spiegato che il libro La rabbia e l'orgoglio lo ha ispirato a fondare il suo partito. Partito che dopo dodici anni di battaglie è tra i più importanti dei Paesi Bassi. Salvini ha apprezzato le parole dell'alleato olandese ricordando che quell'Ambrogino d'oro fu assegnato proprio grazie a lui che, al tempo, era capogruppo della Lega a Palazzo Marino."L'islam di oggi che interpreta alla lettera il Corano - tuona il leader della Lega Nord - è incompatibile con la libertà conquistata dai popoli occidentali". Anche per il capo del Pvv, "il vero Islam, Islam del Corano non è compatibile con la nostra libertà". Anche Wilders è convinto che l'islam possa essere una minaccia per l'Occidente intero. "Bisogna comunque distinguere l'ideologia dalla persona - si affretta a spiegare il leader olandese - tutti i musulmani che rispettano le nostre leggi mai li costringeremo a lasciare nostro paese e li tratteremo come tutti".
Durante la conferenza stampa i leader euroscettici hanno affrontato anche l'emergenza immigrazione. Salvini accusa i leader europei di regalare soldi alla Turchia e quindi ai terroristi islamici, anziché "difendere i confini""Sono complici di chi finanzia questa invasione, che è studiata a tavolino - accusa il leader leghista - il governo sta aiutando sostanzialmente il terrorismo islamico". Da qui l'invito a Matteo Renzi a usare le navi della Marina Militare sì per salvare vite ma anche per riportare gli immigrati ai posti di partenza. L'eventuale fine di Schengen, dunque, per Salvini non porterebbe al collasso di una situazione già difficile. Per la Le Pen basterebbe fare come l'Australia. "Le soluzioni esistono e sono diverse da quelle attuate - meette in chiaro la leader del Front National - zero clandestini e nessun morto in mare".

mercoledì 27 gennaio 2016

Salvini attaccana - Statue coperte, Rohani: "Caso giornalistico, Italia Paese ospitale" "Renzi spieghi questa vergogna".

La vicenda delle statue coperte "è una questione giornalistica. Non ci sono stati contatti a questo proposito. Posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo". Così il presidente iraniano Hassan Rohani rispondendo a una domanda dei giornalisti in conferenza stampa a Roma.



In occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rohani in Campidoglio sono state coperte da pannelli bianchi su tutti e quattro i lati alcune statue di nudi dei Musei Capitolini. La copertura sarebbe stata decisa come forma di rispetto alla cultura e sensibilità iraniana. Tanto che durante le cerimonie istituzionali non è stato servito nemmeno il vino. E la notizia fa scoppiare una bufera politica.

Salvini, gli onori di Renzi a chi vuole la fine di Israele - "Renzi accoglie con tutti gli onori il presidente dell'Iran, lo stesso 'signore' che vorrebbe cancellare Israele dalla faccia della terra. E magari domani Renzi farà il burattino alla Giornata della Memoria, per ricordare lo sterminio degli Ebrei... Renzi ipocrita e anche complice!". Così su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. "Per la visita degli iraniani - conclude Salvini - ieri sono state 'coperte' da pannelli bianchi alcune statue con nudi dei Musei Capitolini, per rispetto... Roba da matti".

L'ironia del Guardian - "Roma copre le statue di nudi per evitare al presidente iraniano di arrossire": cosi', con una nota d'ironia, il Guardian dedica oggi addirittura il titolo a questa vicenda in un articolo di cronaca sulla visita di Hassan Rohani in Italia e in Vaticano. Ad attirare l'attenzione del giornale britannico - ancor prima delle questioni politiche e degli accordi economici messi sul piatto nei colloqui romani di Rohani - sono state proprio le statue dei Musei Capitolini nascoste dietro alcuni pannelli bianchi in occasione della conferenza stampa congiunta del presidente iraniano con il premier Matteo Renzi all'ombra del monumento equestre a Marc'Aurelio. Un gesto motivato dalle autorità italiane - scrive il Guardian, dopo aver citato l'ANSA come fonte di questa curiosità - con la volontà di non imbarazzare l'ospite e scongiurare "ogni possibile offesa". Il giornale nota anche come nel corso della cena ufficiale in onore di Rohani non siano stati offerti alcolici, consuetudine che lo stesso Guardian descrive peraltro come consolidata quando sono in visita diplomatica "dignitari musulmani". Il quotidiano inglese non manca infine di sottolineare un precedente dell'ottobre scorso, quando Renzi ricevette nella sua Firenze il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed.


martedì 26 gennaio 2016

Cassano, battaglia sindacale alla Casa di riposo

I rappresentanti dei lavoratori: "Contratto non rispettato, pronti a indire lo sciopero"
Cassano d'Adda (Milano),  gennaio 2016 - Turni di lavoro, ferie e cartellini, igiene e sicurezza: «Contratto non rispettato, pronti a indire lo sciopero». C’è maretta alla Casa di Riposo Belvedere di Cassano d’Adda, storico istituto geriatrico dove il personale, una sessantina di addetti fra inservienti e altre figure ausiliarie, è da oltre un anno e mezzo in carico alla cooperativa esterna Kcs Caregiver di Agrate, leader a livello regionale e nazionale del settore. La vertenza aperta dal sindacato Fp Cisl è aperta ormai da giugno, ha già portato allo stato di agitazione e a un tentativo di conciliazone avanti il Prefetto, andato a vuoto nelle scorse settimane. «Ora - dice il referente sindacale Rosario Arcoraci - l’unica via è la mobilitazione».
I motivi della diatriba sono tutti nella lettera al Prefetto a margine del tentativo di conciliazione, e in un folto carteggio pervenuto anche al Comune. Sul piatto soprattutto questioni contrattuali: «La cooperativa non rispetta il contratto su ferie e permessi, invece regolati in maniera precisa. Di fatto, viene impedito al personale di fruire delle due settimane continuative con degli abili affastellamenti di riposi e recuperi. Non vengono pagate le festività lavorate infrasettimanali. Sono scomparse le pause obbligatorie quando si lavori per più di sei ore, si abusa di disponibilità e chiamate, ci si guarda bene dall’uso del cartellino, mezzo indispensabile per garantire la correttezza delle retribuzioni. E non viene consegnato il cedolino paga cartaceo, nemmeno a fronte di richiesta».
In coda ma non tanto questioni di natura igienica e del rispetto delle norme di sicurezza: «Limitiamoci a dire che si fa tutto al risparmio. Gravissimo, soprattutto in un contesto così delicato come è quello dell’assistenza agli anziani». Una richiesta di incontro con i vertici della coop non è andata a buon fine, così come il tentativo di mediazione dal Prefetto. «Oltre a organizzare lo sciopero - così Arcoraci - chiediamo un intervento del Comune, che è il committente e ha precise responsabilità. E che in questa vicenda, pure sempre informato, non ha mai preso una posizione. È forse indispensabile sottolineare che la mancata soluzione dei problemi può creare disagi agli ospiti».
Una settantina gli anziani ricoverati, destinati ad aumentare quando saranno disponibili i nuovi posti letto nei locali frutto di un recente (e tribolato) ampliamento. «Proprio oggi - dice il sindaco Roberto Maviglia -abbiamo affrontato la questione in giunta. Conto di convocare le parti la prossima settimana o al massimo la prossima decade. Con l’obiettivo di contribuire a sanare la questione ed evitare situazioni che potrebbero ripercuotersi sul servizio.
Commenti: ma con la mirabolante scelta della "gloriosa" amministrazione Maviglia non doveva andare tutto meglio???

Salvini ai gay: "Non avete bisogno di fare pagliacciate in giro"

Il leader della Lega Nord demolisce le unioni civili: "Scimmiottamento delle nozze". E ribadisce il "no" alle adozioni gay

Al Family Day di sabato prossimo Matteo Salvini non potrà partecipare.

"Ma con il cuore ci sarò - fa sapere intervistato da Radio Cusano Campus - do il mio sostegno all'iniziativa, perché i bimbi sono i primi ad avere il diritto di conoscere una mamma e un papà".
Il leader del Carroccio mette in chiaro di essere contrario alle adozioni gay e "a questo scimmiottamento del matrimonio". E incalza: "Ci sono tanti gay che si vogliono distinguere da quelli che vanno in piazza a fare carnevalate e che vivono la loro vita come me, da etero o da omosessuali, ciascuno in base alle proprie scelte e alla propria natura, e che chiedono più lavoro, più sicurezza, meno tasse". Giusto ieri un ragazzo ha scritto a Salvini per raccontargli che convive da tredici anni con il suo compagno svedese. "Non c'è bisogno di andare in giro a fare pagliacciate", sintetizza il segretario della Lega Nord.
"Vorremmo un'Italia più normale per tutti, gay o etero". E questo, spiega Salvini, non si può ottenere con "un governo indegno e un parlamento altrettanto indegno""Adesso hanno cominciato a parlare di calcio per distrarre dai veri problemi - incalza il lumbard - i temi del giorno sono diventati gli insulti Sarri-Mancini, De Rossi-Mandzukic". E conclude: "Quando la gente non può andare neanche a prendere il treno in stazione con tranquillità, capite bene che non dura tanto il piano messo in atto da Renzi e dall'Europa".

lunedì 25 gennaio 2016

PROFUGO -- Lo scippo e poi le botte alla giovane mamma: arrestato grazie a un video l’uomo più odiato di Svezia


Era stato ripreso a Stoccolma mentre picchiava una donna che gli voleva impedire di scippare una signora. È un profugo: è stato espulso, ma nessun Paese lo vuole

di Luigi Offeddu





L a ragione per cui giornali e blog l’hanno bollato come «l’uomo più odiato della Svezia» sta nel video ripreso da una telecamera nel centro di Stoccolma, e diffuso sul web dalla polizia svedese. Lui si calca il berretto di lana sulla fronte e affianca l’anziana signora che risale le scale della metropolitana. Cerca di strapparle la borsa, ma accade qualcosa di imprevisto: una giovane madre con due bambini si mette in mezzo, grida, cerca di allontanare lo scippatore. Lui allora le salta addosso: una spinta, due pugni, la ragazza prende in braccio uno dei bambini e cerca di fuggire. L’uomo torna indietro e le sputa in faccia.




Arrestato grazie al video

Grazie a quel video, con la scritta «wanted», l’hanno identificato e arrestato: tunisino, in ottobre aveva chiesto asilo in Svezia ma gli era stato rifiutato, e da allora viveva in un centro profughi in attesa che la sua situazione si chiarisse. 
Sul piano legale, si è proceduto quasi in automatico: tentato scippo e violenza privata, espulsione verso la Danimarca, ultimo Paese da cui l’uomo era arrivato in Svezia. Le autorità danesi hanno formalmente accettato il provvedimento, ma a Copenaghen si sono udite le stesse proteste di Stoccolma: perché la Danimarca dovrebbe accogliere «l’uomo più odiato della Svezia»? Così lui è diventato un caso emblematico, di quel che agita l’Europa del 2016.


Le reazioni

Per qualcuno, quel video ha un significato simbolico: la giovane madre è vestita con eleganza come i suoi bambini, ha i capelli sciolti sulle spalle, un volto gentile, l’immagine stessa di come il Nord Europa è, o era, secondo certi luoghi comuni. Il suo aggressore ha sul volto una smorfia di rabbia, o di disperazione. «Sono così contento di aver investito da poco i miei soldi nell’industria europea della corda - scrive qualcuno sul web - che diventerò dannatamente ricco». È un europeo, probabilmente. E parla di impiccagioni, della legge di Lynch, non del Trattato di Schengen. 

mercoledì 20 gennaio 2016

Benvenuti in Eurabia, compagni!


Mona Lisa burkaSono passate le ere glaciali, si sono sciolti i ghiacciai del comunismo, del socialismo, del riformismo, del progressismo, è sorto il sole del renzismo ma quelli di sinistra hanno sempre lo stesso difetto genetico: si chiama “carenza di adattamento alla realtà”. Vivono sospesi in una bolla di aria calda tra la terra e il cielo, fluttuante nelle scemenze delle proprie convinzioni ideologiche; poi accade sempre che, come d’incanto, la bolla esploda e loro cadano con il sedere per terra accorgendosi che la realtà è un’altra cosa.
Quando erano comunisti e aspettavano il Sol dell’Avvenire, la situazione era disastrosa. Passavano i decenni e non c’era modo che accettassero quello che andava contro le loro certezze: infatti, c’hanno messo 70 anni per capire che i Gulag non erano colonie estive per i figli degli operai sovietici e che migliaia di italiani, nelle foibe, non c’erano caduti durante una scampagnata.
Così come i carri armati comunisti in piazza S. Venceslao o a Budapest non erano entrati per portare la pace nel mondo (come scriveva Giorgio Napolitano) e che le montagne di teschi raccolti da Pol Pot non servivano per le repliche dell’Amleto.
Poi l’hanno capito e allora, per salvare la faccia, hanno deciso di non essere più comunisti; è bastata una scrollatina di spalle, un cambio di abito et voilà, sono rientrati in scena con un nuovo trucco e un nuovo copione.
Sarà che l’Evoluzione è una cosa seria, ma bisogna prendere atto che a sinistra hanno migliorato la capacità di analisi: se prima ci mettevano 15 anni per capire che le Brigate Rosse non erano “compagni che sbagliavano” ma terroristi che sparavano, ora ce ne hanno messi meno della metà per comprendere che i jihadisti che si fanno esplodere e sgozzano non sono “nuovi resistenti” ma tagliagole islamici fanatici e disumani.
Eppure, c’era un argomento sul quale la bolla ideologica della sinistra post-moderna ha continuato a galleggiare sopra la realtà: quello dell’immigrazione e dell’accoglienza. Su questo, niente da fare. Neppure il fallimento del multiculturalismo, i quartieri jihadisti ad Amsterdam e Bruxelles, i tribunali della sharia in Gran Bretagna e Germania, le rivolte dei giovani musulmani nelle banlieue francesi, il terrorismo islamico in Europa praticato da cittadini europei, hanno turbato le certezze sul dogma dell’accoglienza; complici il falso buonismo di sensi di colpa mai sopiti e il nefasto potere dei tecnocrati di Bruxelles, ai quali la sinistra italiana è avvinta come l’edera.
Ma ora qualcosa sta cambiando: dopo i fatti di Colonia si accorgono anche loro che l’immigrazione può essere un problema serio. Lucia Annunziata ha scritto che, quello che è accaduto, è “il primo episodio di scontro di civiltà “(ah, quindi esiste!!!).
Ed ora a sinistra arrivano persino a dare ragione ai cittadini di Tor Sapienza(quelli che fecero la rivolta contro gli immigrati violenti), a suo tempo bollati come razzisti dagli intellettuali radical-chic; e a chiedersi se quelli che arrivano da noi sono veramente tutti profughi bisognosi. Domande che qualcuno si fa da anni, accusato di xenofobia e intolleranza dalle anime belle dell’accoglienza ideologica. Ora che hanno paura, iniziano a farsele anche loro.
Che dire: benvenuti in Eurabia, compagni!

Giampaolo Rossi

martedì 19 gennaio 2016

La maggioranza brancola nel buio

I cittadini ed i pendolari che quotidianamente transitano per la stazione di Cassano, oltre al disagio di non avere un area di parcheggio sufficientemente capiente decente, hanno constato che dopo solo un paio di giorni da quando le luci del parcheggio erano state sistemate  da ieri in gran parte del parcheggio pubblico a lato della stazione, è ritornato al buio e non funziona parte dell’impianto d’illuminazione. 

Durante le ore serali l’area resta al buio, creando problemi di sicurezza sia alle auto e ai mezzi che abitualmente vengono parcheggiati nella zona, sia alle persone, che temono di poter essere aggredite da malintenzionati. 


E' vero il Sindaco usa la bicicletta e non il treno. 

E siamo certo che vista la prossima tornata elettorale questa volta  si provvederà con solerzia alla riparazione dell’impianto di illuminazione delle torri faro, al fine di rendere le aree sicure e prevenire possibili episodi di furti, aggressioni, scippi e atti vandalici.




Foto di ieri 18.01.2015



I migranti e il Bordello Europa

Noi a piedi e gli immigrati nel bordello coi nostri soldi. È una sintesi iperbolica, certo, ma anche uno scenario possibile. Partiamo dall’inizio: qualche giorno fa il Corriere del Ticino ha pubblicato un reportage da Colonia nel quale raccontava come il più grande bordello di Germania, situato casualmente vicino a un altrettanto grande campo profughi, sia abitualmente frequentato dai profughi stessi. Che, ipotizzano gli intervistati, probabilmente decidono di investire così il danaro che Berlino gli corrisponde mensilmente. Nulla da eccepire, probabilmente è uno degli investimenti più gratificanti a loro disposizione: con la gioia del corpo è più facile raggiungere anche quella dell’animo. E, soprattutto, è una scelta civile rispetto a quello scempio barbarico che è stato compiuto la notte dell’ultimo dell’anno sempre a Colonia. Passiamo oltre. Oggi l’arcigno ministro tedesco delle finanza Wolfgang Schauble (che, se la fisiognomica fosse una scienza esatta, sarebbe immediatamente prelevato da Berlino e tradotto al museo Lombroso di Torino) se n’è venuto fuori con una idea geniale: se il costo dei migranti dovesse essere troppo ingente per le casse europee si potrebbe “mettere una tassa di un certo livello sulla benzina”. E certo! Ma che pensata incredibile! Bravi tedeschi: voi spalancate le porte dell’Europa a orde di disperati e poi fate pagare il conto a tutti. E quindi finirà che per pagare vitto, alloggio e pure vizi ai migranti noi finiremo per andare a piedi. E alla fine di tutto s’insinua un dubbio: che in quel bordello di Colonia non ci vadano solo i migranti, ma simbolicamente anche tutto il continente. Perché è fuori di dubbio che l’Europa stia andando a puttane.

lunedì 18 gennaio 2016

L'avvertimento della leghista musulmana: "Vi spiego perché le vostre figlie avranno il velo"

L'avvertimento della leghista musulmana:
«Allora ti vengo a prendere domani, arrivi con l' aereo delle velate».


Mi scusi, onorevole Sbai, ma chi sono le velate?
«Le italiane, mia sorella le chiama così. Quando vado a trovarla a Casablanca mi vede scendere dall' aereo che arriva da Roma circondata da marocchine immigrate. Sono tutte velate, vestite di nero, con gli occhi bassi».


E non è normale?
«Per niente. Sono arrivata in Italia a 19 anni, per amore, e prendo quell' aereo dagli anni '80. Era un tripudio di voci e colori. Sbarcavano sorrisi, donne felici, vestite di arancione, giallo, azzurro. Ora sembrano tutte vedove, solo che il marito è vivo e il lutto che portano è per la loro vita. La cosa terribile è che sono partite dal Marocco libere. Sono diventate schiave in Italia».


Mi spiega più nel dettaglio questo processo di schiavizzazione?
«L' islamico arriva in Italia per lavorare e ha tutte le difficoltà dell' immigrato: è solo, disorientato, debole. Ma noi non lo integriamo, non gli diamo i nostri valori, le regole, i costumi, ce ne disinteressiamo con la scusa di rispettarlo. Così l' unico riferimento che gli resta è la moschea fai da te. Lì predica un imam che risponde direttamente a Riad, quando non a Raqqa, e su cui lo Stato non esercita alcun controllo e l' immigrato impara l' islam estremista. Quando torna a casa lo impone alla famiglia. Quando poi in un palazzo la prima donna porta il velo, il gioco è fatto, gli altri mariti per dimostrare di essere loro a comandare in casa, lo impongono alle loro mogli. E, quando compiono 11 anni, alle figlie».


Il Qatar finanzia la costruzione di 33 nuove moschee in Italia...
«Non dovremmo consentirlo. Diventeranno vivai di terroristi. Il Marocco chiude le moschee integraliste, noi le apriamo. Siamo ignoranti, non capiamo che la seconda generazione farà più danni della prima. Nell' islam lo scontro tra padri e figli è più forte che in Italia ed è capovolto: nell' islam i giovani sono più rigidi e tradizionalisti dei padri. Io la chiamo la generazione dei convertiti, perché sono passati dall' essere musulmani a essere fanatici».


Com' è potuto accadere?
«La prima ondata migratoria, negli anni '80, era culturale o di lavoro qualificato; erano pochi, arrivavano da un islam pacificato, volevano integrarsi e avevano curiosità per il diverso, come l' avevo io. Poi è arrivata l' immigrazione rurale, su cui ha avuto presa l' islam estremista salafita predicato in molte moschee. Si è formata una comunità poco aperta al dialogo ma ancora rispettosa delle leggi. Ora tocca ai figli, che dovrebbero integrarsi in un' Italia in crisi, di valori ed economica. Non hanno lavoro né soldi ma vedono i soldi dei loro coetanei italiani, e non hanno neppure la propensione al sacrificio dei loro padri. Sono carne da macello per il jihad, migliaia di potenziali reclute del terrorismo islamico».


Come avviene il reclutamento?
«Con i soldi. L' Arabia, lo Yemen, il Qatar, l' Isis, fanno arrivare soldi alle moschee. I giovani vengono coccolati, pagati, viziati. Cadono nella rete e non possono più venirne fuori. Verrebbero uccisi se ci provassero».


Ma l' Italia cosa può farci?
«Deve smettere di dare soldi alle associazioni islamiche, perché vengono usati per fare proselitismo. E deve imporre il proprio modello, non lasciar fare. L' integrazione dev' essere obbligo non optional. Servono regole e divieti, perché gli estremisti vanno dove hanno più libertà. La nostra tolleranza ci condanna; gli islamici la interpretano come debolezza, si esaltano, ci giudicano molli e incapaci e attaccano. La conquista dell' Occidente è stata pianificata nella penisola araba negli anni '90. Punta a radicalizzare lo scontro e islamizzare l' Occidente infedele. È stata messa a bilancio una somma, sono state costruite moschee, formati imam, spediti in Europa soldi, armi e uomini per fare proselitismo».


Le aggressioni di Colonia rientrano in questo piano?
«Certo, alla voce terrorismo sessuale. È stata una rappresaglia. Dopo che la Merkel aveva annunciato una stretta sull' accoglienza e sulle norme anti-terrorismo è esplosa la rabbia integralista. Stuprare le donne del nemico è uno dei più classici atti di guerra».


Le donne occidentali hanno sottovalutato l' episodio?
«Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti. Immagini se quello di Colonia fosse stato un raid dell' estrema destra cosa avremmo sentito. Queste signore radical chic con la borsa Hermés che dicono che non bisogna strumentalizzare gli stupri di Colonia sono prigioniere dei loro stereotipi e non possono più tornare indietro. Identificano l' immigrato con il debole e non vedono altro. Ma così lo trattano da inferiore, sempre da immigrato e mai da uomo, si preoccupano solo di mettergli il panino in bocca. È un misto di buonismo perverso e ingenuità».


Cosa possono fare le donne italiane per le islamiche d' Italia?
«Farle uscire di casa, creare una rete amicale, degli incontri. E battersi contro il velo».


Dovremmo vietarlo in Italia?
«Il burqa, ma anche il velo. Difendere il velo non è rispetto per la cultura islamica ma complicità con chi sottomette le donne. Non conosco donne che portino il velo con orgoglio».


Ultimamente alcuni grandi stilisti occidentali hanno firmato collezioni con la donna velata...
«Sono contrarissima. Gli stilisti studino la moda marocchina, con capi bellissimi e rigorosamente senza velo. Avanti così, i padri italiani tra qualche anno si vedranno tornare a casa le figlie con il velo. Si comincerà per gioco, per imitare la compagna di classe, ma non si sa come finirà».


La Serracchiani in Iran ha esibito il velo, pubblicando un' allegra e orgogliosa fotogallery...
«Doveva rifiutarsi, per le straniere è obbligatorio solo in moschea. Ha voluto essere più realista del re. La Fallaci era diversa, non si mise il velo neppure davanti a Khomeini. Altre donne e altri tempi, l' Occidente è regredito. E la prova sono le velate. Oggi il Marocco importa estremismo dall' Italia. Da ragazza andavo in spiaggia in costume da bagno, ora non potrei. L' islam estremista, quello arabo-wahabita, attraverso l' Europa sta conquistando Paesi musulmani dove non aveva mai attecchito in centinaia d' anni».


Pensa che anche i media abbiano delle responsabilità?
«Enormi. I media hanno fame di islam integralista. Ormai in tv se non hai il velo non sei ritenuta attrezzata per parlare di islam, non ti chiamano come esperta di mondo arabo. Io sono un' eccezione, ma lo devo anche all' esperienza politica. E pensare che ero venuta in Italia per laurarmi in Lettere e studiare Petrarca e Leopardi».


E poi cos' è successo?
«Alla Sapienza mi hanno detto che di studiosi di Leopardi ne avevano tanti e che serviva qualcuno che si specializzasse in diritto islamico, per confrontarsi con il mondo arabo. Ho avuto un osservatorio privilegiato per studiare il fallimento dell' integrazione e della società multiculturale».


I moderati islamici chiedono un' intesa con lo Stato che regolamenti e dia diritti alla religione musulmana in Italia. Cosa ne pensa?
«Assolutamente no, la comunità islamica non ha nessun referente autorizzato a trattare. Sono tutte associazioni rappresentative solo di loro stesse. Sarebbe il caos, esattamente come nel mondo arabo di oggi».


C' è chi dice che l' islam è una religione che si nutre di violenza...
«Sono già destinataria di tante fatwe, non vorrei arricchire la collezione. C' è perfino una vignetta in cui vengo minacciata di morte».


Rischiamo un' altra fatwa, via...
«Posso dirle che alcune sure inneggiano alla guerra e alla sottomissione delle donne. Ma non è il punto decisivo, analoghi passaggi ci sono nella Bibbia. Il problema è che oggi in Europa l' islam moderato non esiste più, non parla, non scrive, neppure interessa».


Lei è cattolica o musulmana?
«Io sono laica. Ma posso dirle che in Italia non c' è libertà religiosa. Penso a Rachida, uccisa dal marito a Brescello perché si è convertita. In Italia i musulmani convertiti al cristianesimo non possono nemmeno indossare un crocifisso, pena la morte».


Cosa pensa del Papa, molto aperto al dialogo con l' islam?
«Che non si discute, è il Papa. Io sono arrivata con Wojtyla, grande politico e anticomunista. Di Ratzinger ho amato l' autenticità. Bergoglio non capisco dove vuole andare a parare. Dovrebbe occuparsi di più della mancanza di libertà religiosa dei cristiani nel mondo, e perfino in Italia».


Come mai è una così fervente anticomunista?
«Sono nata musulmana. La sinistra coccola gli islamici ma forse ignora che l' islam odia il comunismo almeno quanto il cristianesimo. Comunque sì, sono di destra, ho bisogno di regole, ordine. Mio padre invece era socialista, un medico, un musulmano illuminato, che ha mandato me e i miei sette fratelli alla scuola francese. E anche mia madre lo era».


I partiti di centrodestra li ha girati un po' tutti...
«Non li ho girati tutti, sono entrata nel Pdl da An. Ora a destra c' è solo la Lega, e quindi sono emigrata. Sono convinta che Salvini abbia le doti per diventare premier».


Non è troppo estremista?
«Al contrario, il suo difetto è che è un buono. E poi basta accusarlo di populismo e razzismo. Interpreta l' insofferenza mia e di molti verso il disordine. Gli italiani sono disperati, i giovani vanno via. Tra trent' anni rischiamo di essere completamente islamizzati».


Berlusconi le manca?
«Lui esiste ancora, ma solo lui. Se vuole far sopravvivere Forza Italia deve cambiare del tutto la classe dirigente. Mi manca molto in politica estera. Aveva capito gli arabi, teneva in pugno la Libia. Tra i motivi principali del complotto internazionale che l' ha destituito c' era la volontà di Usa e mezza Europa di sostituirlo nei rapporti privilegiati con molti Paesi arabi».


Complotto internazionale?
«Partiti e politici islamici sono profondamente antidemocratici, divisi e incapaci di gestire il potere. I dittatori erano funzionali alla stabilità del Medio Oriente e avevano rapporti consolidati con l' Europa. L' Arabia per ragioni economiche e religiose e gli Usa per ragioni economiche e politiche hanno voluto cambiare lo scenario puntando sui partiti religiosi e sono nate le primavere arabe. L' Europa non ha capito e ci è cascata, uscendone con le ossa rotte, ma anche Usa e Arabia hanno sbagliato i calcoli».


Perché?
«Per l' incapacità dei partiti islamici di governare, basta vedere quello che è successo in Egitto. È il Paese culturalmente più attrezzato e non a caso sono scesi in piazza in 30 milioni contro i Fratelli Musulmani».


E cosa pensa dell' Isis? Ha appena vinto il premio Nabokov con «Isis, il palcoscenico dell' orrore», il suo libro sullo Stato Islamico...
«È il risultato del fallimento delle primavere arabe. Agli estremisti sunniti è stata data una terra, tra Iraq e Siria, per portare la guerra in aree sciite, fino alle porte dell' Iran. L' Isis è un problema interno all' islam. Ora si troverà un accordo per spartirsi la Siria e lasciare una via di fuga ad Assad».


Di Putin possiamo fidarci?
«Conosce l' islam meglio di tutti, per averlo sconfitto in casa. Se vogliamo battere l' Isis militarmente dobbiamo farlo attraverso di lui. Gli Stati Uniti, abbiamo visto in Iraq e Afghanistan, non ne sono capaci. L' Europa non ne ha le forze e l' Italia non è nulla»

Calderoli: "Nonostante l'emergenza invasione, per Renzi la sicurezza dei cittadini non è una priorità. Gli italiani in difficoltà muoiono al freddo mentre i clandestini vengono mantenuti negli hotel" - "Dopo Istanbul, l'Isis uccide anche a Giacarta. Ha ragione Putin, serve una vasta coalizione contro i terroristi"

Il 70% dei tedeschi ritiene che gli immigrati portino criminalità, il 66% degli italiani è favorevole a sospendere Schengen per fermare l'invasione, si susseguono senza sosta episodi di violenza che vedono come protagonisti extracomunitari spesso clandestini, ma nonostante questa situazione di emergenza sembra che Renzi abbia altro per la testa e non consideri la sicurezza dei cittadini una priorità. Intanto gli italiani in difficoltà non si possono permettere il riscaldamento in casa, come il povero Giorgio Ceriani morto oggi a Legnano, mentre decine di migliaia di persone che non hanno alcun diritto di rimanere in Italia vengono mantenute in alberghi ben riscaldati, con tv in camera, vitto e alloggio pagati dai contribuenti. La pazienza dei mansueti ha un limite, l'illusionista fiorentino non creda di poterne abusare ancora a lungo!

Dopo il richiedente asilo che si è fatto saltare in aria due giorni fa ad Istanbul uccidendo 10 turisti tedeschi e ferendo 15 persone, oggi altre vittime a Giacarta per mano di estremisti islamici che volevano imitare le stragi di Parigi. Non è sufficiente lasciare la risposta alla libera iniziativa dei singoli stati, perché poche azioni isolate contro l'Isis non portano al risultato finale di sradicare l'integralismo e radere al suolo i suoi centri di potere. Ha ragione il presidente Putin, che ieri ha ribadito ad Obama la necessità di creare una coalizione vasta e coordinata, indispensabile per ottenere l'annientamento dei terroristi e garantire all'Occidente un futuro sereno, insieme all'adozione di politiche serie e rigorose di controllo delle frontiere e regolamentazione dell'immigrazione. 

venerdì 15 gennaio 2016

Immigrazione: Marco Rondini, Alfano bonifichi territorio da clandestini

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Ennesima aggressione a Milano  da parte di un gruppo di immigrati irregolari ai danni di un autista del trasporto pubblico locale. Gli aggressori  di nazionalità ecuadoriana, con precedenti per reati contro il patrimonio e non in regola con il permesso di soggiorno sono stati arrestati per danneggiamento aggravato e denunciati per minacce a incaricato a Pubblico servizio e interruzione di pubblico servizio.

Sulla vicenda interviene con una nota il deputato della Lega Nord Marco Rondini che afferma -  “ Non trascorre giorno senza che la cronaca ci dia notizia delle gesta di qualche “risorsa in movimento” . E’ inaccettabile, ma con questo governo non potrebbe essere altrimenti. Migliaia di clandestini possono girare, infatti, indisturbati sul territorio nazionale e compiere ogni tipo di reato".
“Chiediamo al Ministro Alfano  di svegliarsi e compiere un’azione di ‘bonifica’ del territorio altrimenti – conclude – siamo sicuri che cittadini di buona volontà cominceranno a organizzarsi per garantire sicurezza e decoro alle proprie città”

giovedì 14 gennaio 2016

Treviglio TV - Lega Nord Cassano: " Si pensi ad un' area per la tecnologia"

Lega Nord Cassano: " Si pensi ad un' area per la tecnologia"
Area Ex Linificio 
“Area ex Linificio, si pensi ad un’area per la tecnologia ed imprenditoria giovanile, non a cementificazione”. A dirlo è la lega Nord Cassano.

Redazione, 14 gennaio 2016
Lega Nord Cassano contro la cementificazione annunciata nell’area di recupero dell’ex Linificio. Dito puntato contro l’Amministrazione comunale da parte degli uomini della Lega Nord cassanese per il progetto presentato da parte della società Alauda che prevede il recupero dei 140 mila metri quadrati della tanto discussa area ex Linificio, un tempo fiore all’occhiello dell’imprenditoria lombarda insieme con il villaggio Crespi oggi ridotto ad un cumolo di macerie e capannoni a rischio crollo. Il punto più criticato è la cementificazione, considerata massicci dalla Lega Nord locale, prevista per il possibile arrivo di 500 nuovi abitanti.” Ci risiamo.
Hanno commentato dal quartier generale della Lega Nord Cassano - La società proprietaria dell’area presenta l’ennesimo progetto definito di recupero dell’aera ex Linificio, ad essere sinceri ormai abbiamo perso il conto se si tratta del quarto o del quinto. Ma quello che importa è che in ogni progetto la sostanza non cambia, e come abbiamo denunciato più volte in passato, per noi anche in questo caso si tratta di un progetto di cementificazione selvaggia in modo particolare quando si parla di nuova residenza per 500 abitanti.
Ci chiediamo ma l’amministrazione ha presente quanti vani sfitti ed immobili non venduti ci sono sul territorio comunale? Si ricordano quello che hanno scritto e fatto quando in passato e’stato approvato il piano di recupero area Veca , (EX Harry) e loro erano in minoranza? Evidentemente no!” Apertura alla tecnologia e imprenditoria giovanile, “ Per l’area EX Linificio abbiamo sempre detto che sarebbe stato interessante pensare a qualche cosa di diverso. – Hanno continuato - Ossia ad un area destinata a polo tecnologico per promuovere l’imprenditoria giovanile e le nuove tecnologie o in alternativa ad un area museale archeologica industriale sul esempio di Crespi d’Adda. Ribadiamo, nessuna destinazione urbanistica abitativa, e su questo tema inoltre vorremmo che fossero i cittadini a decidere”. Frecciatine alla trasparenza e campagna elettorale.
“ Devo constatare ancora una volta – conclude la Lega Nord locale – che i paladini della trasparenza anziché coinvolgere la cittadinanza con un referendum su decisioni importanti propone l’ennesima assemblea pubblica, dove alla fine saranno i soliti quattro amici noti a decidere, questa e' la loro democrazia. Comprendiamo che è iniziata la campagna elettorale, quindi dopo il Giro d’Italia arriva anche il progetto sul Linificio, e purtroppo ci aspettiamo mesi di annunci a raffica in puro stile Renzi”.
Stefano Dati
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Foto repertorio - Stefano Dati
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mercoledì 13 gennaio 2016

EX Linificio - cementificazione selvaggia in arrivo 500 abitanti

Ci risiamo “come scrive il giorno qui sotto” la società proprietaria dell’area presenta l’ennesimo progetto, definito di “recupero” dell’aera EX Linificio, ad essere sinceri ormai abbiamo perso il conto se si tratta del quarto o del quinto.

Ma quello che importa è che in ogni progetto la sostanza non cambia e come abbiamo denunciato più volte in passato per noi  anche in questo caso si tratta di un progetto di cementificazione selvaggia in modo particolare quando si parla di “nuova residenza per 500 abitanti”,

Ci chiediamo ma l’amministrazione ha presente quanti vani sfitti ed immobili non venduti ci sono sul territorio comunale? Si ricordano quello che hanno scritto e fatto quando in passato e’ stato approvato il piano di recupero area Veca , (EX Harry) e loro erano in minoranza?

Evidentemente NO!

Noi abbiamo sempre detto che per l’area EX Linificio pensiamo qualche cosa di diverso ossia ad un area destinata a polo tecnologico, alla creazione di un incubatore tecnologico per promuovere l’imprenditoria giovanile e le nuove tecnologie, o in alternativa ad un area museale archeologica industriale sul esempio di Crespi d’Adda. Ribadiamo che in ogni caso non prevediamo nessuna destinazione urbanistica abitativa e su questo vorremmo che fossero i cittadini a decidere.

Avevamo anche già detto tre anni fa’ quando era stato presentato uno dei precedenti progetti e lo avevamo anche scritto nel nostro programma elettorale, secondo noi è importante che su certi temi venga utilizzato lo strumento del Referendum Comunale, strumento che questa Amministrazione non ha mai voluto istituire.

Invece cosa propongono i “paladini” della trasparenza, l’ennesima assemblea pubblica dopo di cui saranno i soliti quattro “amici” noti a decidere.

Questa e' la loro democrazia

Capiamo  che è iniziata la campagna elettorale e percio' dopo il Giro d’Italia arriva il Linificio e purtroppo ci aspettiamo mesi di annunci a raffica in puro stile Renzi il "Bomba”…




Il Giorno Monica Autunno
Cassano (Milano), 12 gennaio 2016 - Ex linificio, pronto il progetto ufficiale di recupero. Lo ha protocollato appena prima di Natale la società Alauda, titolare dei 140 mila metri quadrati di capannoni cadenti, eredità della più illustre attività industriale fluviale: un piano per un recupero a vocazione mista, con porzioni museali, nuova residenza per 500 abitanti e insediamenti di terziario attrattivo, di cui mancano ancora i contorni. Non ci si illuda che i tempi siano brevi: il progetto dovrà passare vari step prima di diventare piano urbanistico concreto. Obiettivo, arrivare quantomeno alla fine dell’iter urbanistico a fine mandato amministrativo. Intanto, però, è in vista un percorso di condivisione: "Al più presto un’assemblea pubblica: vogliamo condividere l’ipotesi di rinascita con la cittadinanza. Sappiamo che il futuro dell’area del Linificio è atteso con grande interesse da molti".

Così l’assessore all’Urbanistica Vittorio Caglio a pochi giorni dall’inoltro di un progetto «che di fatto recepisce le linee guida che avevamo inserito nella variante del Pgt: destinazione mista, utilizzo polivalente, e una parte conservativa. La società si è interfacciata con il Parco Adda Nord, entro il quale la zona ricade, ma ci vorranno esami successivi. E’ un progetto di massima, occorre percorrere tutto l’iter necessario a dargli la connotazione di piano urbanistico finito».
Tempi? "Come amministrazione ci eravamo impegnati ad arrivare alla soglia dei cantieri di recupero entro il mandato, e non perdiamo la speranza. Inutile però negare che la trafila burocratica, per un progetto di questa portata, è fatta di passaggi lunghi e complicati". Il progetto approderà in consiglio comunale? "Non sarebbe un obbligo normativo, ma dato il calibro della questione siamo concordi nell’idea che debba esserci la maggiore condivisione possibile. Dunque consiglio, ma prima ancora un’assemblea pubblica dove presentare in linea di massima il progetto".
L’area attende da quindici anni, e ogni anno che passa le condizioni del complesso peggiorano, e aumenta il degrado. La proprietà ha già compiuto negli anni scorsi la bonifica dall’eternit, il rischio crolli è tuttavia costante, e la problematica riguarda anche i muri perimetrali, transennati in più punti. L’inchiesta tangenti ha arenato a lungo le pratiche, in questi anni i contatti sono ripresi ma a rilento: «Rimane la volontà di chiudere». Fra i possibili insediamenti futuri si parla di un sito termale e di spazi fruitivi in qualche modo collegati alla vocazione dell’area, vicina al fiume e ricca di testimonianze storiche. Un’area il cui fascino e la fama travalicano i confini cittadini: solo sei mesi fa, una prestigiosa mostra fotografica internazionale, intitolata «Labbra Del Tempo» a opera della fotografa cilena Alessandra Di Consoli, ne ha celebrato la storia e il prestigio, ottenendo un palcoscenico di punta al Mia Fair dello scorso anno.


venerdì 8 gennaio 2016

A cinque mesi dalle Elezioni il Sindaco e al sua giunta FORSE si accorgono dei problemi della sicurezza in citta'

A cinque mesi  dalle Elezioni il Sindaco e al sua giunta si accorgono dei problemi della sicurezza in citta e cercano di mettere una pezza alla loro disastrosa gestione di questi cinque anni, ma come dicono i fratelli veneti “la topa se peggio del buso” .

I cittadini non sono “allocchi” da coccolare quando ci sono le elezioni e siamo sicuri che sanno riconoscere chi ha a cuore questi temi da sempre.

Non basta un questionario, per difendere i cittadini bisogna lavorare e credere in quello che si fa, ed invece che finanziare le solite cooperative si sarebbe dovuto intervenire nel potenziamento del corpo di polizia locale, in sistemi di sicurezza privata, nell’incentivare gli investimenti privati, in una politica di sensibilizzazione sul tema sicurezza.

Questa amministrazione è sempre brava nel cercare di apparire, ma assai deficiente nel fare specillamene quando si tratta di sicurezza.




Trezzo, addio alle baracche dei contraffattori - BRAVO DANILO

Trezzo (Milano), 8 gennaio 2016 - Un altrocampo nomadi smantellato a Trezzo, una maxi-discarica a cielo aperto, la sesta baraccopoli abusiva cancellata dalle ruspe in via Guarnerio. Si tratta della centrale delle borse griffate-patacca, toccata da un’inchiesta della Procura di Pistoia sfociata nei mesi scorsi nell’arresto di falsari in mezza Italia. Il covo della banda era sul fiume, avevano appurato gli inquirenti, scoprendo che da tempo case e prefabbricati abitati da 24 persone "in condizioni igienico-sanitarie spaventose", ha spiegato il sindaco Danilo Villa al termine delle operazioni andate avanti tutto il giorno, erano frequentati da elementi di spicco del mondo della contraffazione. Il blitz è scattato di buon mattino, gli occupanti hanno riparato da alcuni parenti nell’hinterland, con loro ci sono anche sei minori. I controlli sul sito erano partiti dopo che la famiglia di Rom extracomunitari aveva avviato le pratiche per ottenere la residenza. Verifiche di routine che avevano però fatto emergere che si trattava dello stesso gruppo sgomberato dal Comune in precedenza, nel 2013, a pochi metri di distanza, sempre in via Guarnerio. Il risanamento dell’area proseguirà oggi. Da buttare ci sono 77 tonnellate di legname, due e mezzo di ferro e 43 di inerti. Polizia locale e carabinieri ieri mattina si sono ritrovati davanti una vera e propria montagna di rifiuti. Neanche tre settimane fa le forze dell’ordine avevano fatto abbattere nelle vicinanze lo chalet dei Sinti, un’abitazione lussuosa con cucina di design e bagno di quaranta metri costruita sempre senza permesso.

Ad assistere all’evacuazione ieri, come a dicembre, l’assessore alla Sicurezza Silvana Centurelli. "Sin dalle prime fasi quest’ultima operazione ha assunto un carattere particolarmente delicato per la presenza nel campo di pregiudicati. Prosegue senza sosta il piano anti-illegalità che ci vede impegnati da anni nel combattere abusi edilizi e degrado, per il ripristino del decoro. Anche questa zona, come altre liberate in precedenza, rientra in un’area di tutela del Parco Adda Nord. Al termine dell’imponente operazione di bonifica con la rimozione delle tonnellate di rifiuti trovate anche nel sottosuolo, l’amministrazione coinvolgerà le guardie ecologiche volontarie e le associazioni ambientalistiche per tenere d’occhio il perimetro recuperato. Ci affidiamo a chi ha fatto della tutela del territorio una missione".
Commenti: ci vorrebbe anche a Cassano un Sindaco come Danilo Villa

Via il reato di clandestinità, Maroni: «Prepariamoci all’invasione»

Pronto il decreto per abrogare le norme del governo Berlusconi di sette anni fa. La dura reazione del presidente della 


«Renzi cancella per decreto il reato di immigrazione clandestina: prepariamoci all’invasione». Lo scrive su Twitter e con tanto di hashtag #cosedamatti, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a proposito del provvedimento che il governo starebbe mettendo a punto. Ma è tutta la Lega che è pronta a dare battaglia.

Lega sulle barricate

Il leader del Carroccio Matteo Salvini non usa mezzi termini per spiegare su Facebook la sua contrarietà al decreto legislativo che il governo Renzi è in procinto di varare: «Il governo Renzalfano si prepara a cancellare definitivamente, per decreto, il reato di immigrazione clandestina, come votato in Parlamento con la complicità di Pd e 5stelle. Ma si accorgono di cosa sta succedendo nel mondo? Questi sono matti! La Lega farà le barricate, in Parlamento e poi nelle piazze con un referendum, contro questa vergogna».

Come funziona la depenalizzazione e chi non la vuole oltre alla Lega

Motivo del contendere è infatti la cancellazione dal codice penale del reato di immigrazione clandestina. Sono infatti già pronti due schemi di decreti legislativi per la depenalizzazione e per l’introduzione di una serie di sanzioni pecuniarie di tipo civile. Il reato di immigrazione clandestina che non prevede il carcere ma solo un’ammenda dai 5 ai 10 mila euro viene dunque abolito. Mentre rimane in piedi il reato con reclusione fino a 5 anni per chi favorisce e trasporta e organizza l’immigrazione clandestina. Inoltre la depenalizzazione riguarderà solo il primo ingresso: restano reati penali i successivi ingressi. Voluta fortemente dal guardasigilli Andrea Orlando, è stata appoggiata quasi all’unanimità (alfaniani esclusi) dalla commissione Giustizia della Camera, e dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, così come dai procuratori di frontiera alle prese con i trafficanti di esseri umani. Il giorno buono della cancellazione avrebbe potuto essere già oggi. Ma l’esame finale in Consiglio dei Ministri è stato ancora rinviato, pare alla prossima settimana, al consiglio dei ministri del 15 gennaio. Ufficialmente solo un problema tecnico, ufficiosamente il problema è Ncd, il partito del ministro degli Interni, che non accetta di cancellare il reato introdotto durante il quarto governo Berlusconi, esecutivo nel quale Alfano era Guardasigilli.