martedì 23 febbraio 2016

Terrorismo, Fatima a processo. Condanna a 5 anni e 4 mesi per la sorella Marianna

lunedì 22 febbraio 2016

Cassano se prima c'era il Far West ora siamo nel BRONX


Incursione dei ladri in ditta: "È la quarta volta, ora basta"
Cassano d'Adda (Milano), 22 febbraio 2016 - Notte movimentata quella fra sabato e domenica per le vie di Cassano d’Adda, dove un gruppo di vandali ha danneggiato molte delle macchine parcheggiate in strada in zona cascina Volta e in via Zappatoni, rompendo i vetri delle portiere e gli specchietti retrovisori. Le grida dei giovani e il rumore dei vetri rotti hanno svegliato alcuni cittadini, testimoni impotenti dei danni causati dai vandali che hanno immediatamente fatto perdere le loro tracce.
Non è andata meglio per i furti, con alcuni ladri hanno rotto il vetro di una finestra dell’ufficio di una ditta di lavorazione marmi in via Mazzini. Una volta all’interno hanno tentato di forzare una porta chiusa con un lucchetto ma qualcosa, forse l’ombra di una scultura, potrebbe averli spaventati mettendoli in fuga. "Ad accorgersi è stato il gestore della pizzeria che si trova di fianco alla mia ditta e che ha visto la porta dell’ufficio spalancata - ha dichiarato Sara Magni, figlia del titolare dell’azienda -. Questa volta hanno fatto solo dei danni, non hanno portato via nulla, tuttavia è già la quarta volta che siamo vittime dei ladri nella nostra azienda. Le volte precedenti si erano impossessati di soldi ed attrezzi di lavoro anche costosi, in questa occasione per fortuna hanno dimostrato di essere poco svegli considerando che è bastata l’ombra di una statua per farli scappare".
I genitori abitano proprio accanto alla ditta mentre Sara, tra le prime ad accorrere l’altra notte, nelle immediate vicinanze. "La mia rabbia mi porta a dire che si é superato il limite di sopportazione, non è più possibile continuare in questo modo. Un altro furto penso di non riuscire più a sopportarlo: sono esasperata e mi chiedo cosa devo fare per difendere la mia proprietà e quella della mia famiglia". "Ho più volte esposto il problema alle autorità che però hanno spesso dichiarato di avere le mani legate e fare ciò che possono. In giornata i miei genitori sono andati in caserma per sporgere l’ennesima denuncia". Il continuo dilagare dei furti in appartamenti e la scarsa percezione di sicurezza, intanto, alimentano le pagine cittadine dei social network.
di STEFANO DATI

mercoledì 17 febbraio 2016

ARRESTATI - Colpo in banca da 800 mila euro Fuggono con le medaglie di Facchetti

Caso risolto e la famiglia Facchetti ha riavuto le medaglie d’oro e i cimeli sportivi del leggendario Giacinto, pilastro dell’Inter e della Nazionale, morto nel 2006 a 64 anni. 

Erano custoditi in una cassetta di sicurezza della Banca Popolare di Bergamo di Cassano d’Adda, in provincia di Milano, istituto bancario che venerdì 12 febbraio aveva subìto una rapina con sequestro di persona. Un colpo grosso che aveva fruttato 800 mila euro. 

Ma l’auto dei malviventi, due pluripregiudicati, è stata notata dalla polizia di Stato di Roma e i delinquenti sono stati arrestati. Una pattuglia, in servizio sull’Autostrada del Sole, si è insospettita e ha deciso di fermare la macchina: nell’imbottitura sono stati scoperti più di 800 mila euro insieme a orologi e monete d’oro e a gioielli.

Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, era in vacanza ha saputo del ritrovamento delle medaglie d’oro e dei cimeli sportivi del padre, prima di essere stato informato della rapina in banca e ha deciso di inviare un messaggio di gratitudine alla polizia stradale con un sentito WhatsApp

Cassano - Rapina a mano armata all'Ubi banca, in ostaggio i dipendenti



Rapina a mano armata all'Ubi banca, in ostaggio i dipendenti

Rapina 
Quattro rapinatori armati e a volto coperto sono penetrati nell'istituto bancario e preso in ostaggio i dipendenti
Cassano d' Adda, 12 Febbraio 2016
Rapina all’Ubi Banca di via Milano. Quattro uomini con il viso coperto verso le 17,30 di oggi hanno fatto una rapina a quello che un tempo ero lo sportello della banca Popolare di Bergamo, la dinamica utilizzata dai quattro rapinatori lascia intendere che i malviventi conoscevano bene la zona e avevano studiato da tempo ogni dettaglio, i quattro sapevano infatti che la stanza dove hanno fatto il buco per entrare era da tempo abbandonate e quindi potevano lavorare con una certa calma inoltre conoscevano anche gli orari per caricare il bancomat.
Dopo aver fatto un buco nel muro di quella stanza abbandonata da tempo e confinante con l’ufficio del direttore di banca, i quattro si sono introdotti dalla fessura ed una volta all’interno hanno immobilizzato i dipendenti al piano inferiore legandoli con delle fascette. Secondo alcune testimonianze, vicine ai dipendenti dello sportello bancario, pare che i quattro malviventi parlavano perfettamente l’italiano ed impugnavano pistole e alcune leve. Oltre al denaro presente nelle casse, nei borsoni sono finiti anche i soldi pronti per essere caricati nel bancomat per il week end.
Con le borse pieni di euro, chi li ha visti scappare dice di averne visti almeno tre in mano ai rapinatori, sono usciti dalla banca dallo stesso buco da cui sono entrati facendo perdere le proprie tracce fra i palazzi della zona al di là dei quali nelle vie limitrofe con tutta probabilità ci sarà stata una macchia ad attenderli. Non si conosce l’ammontare della somma rubata, ma certamente sarà una cifra con molti zeri considerano il contante disponibile in quell’orario del caricamento del bancomat. Sul posto sono giunti i carabinieri di Cassano coordinati dal capitano Camillo Di Bernardo per i rilievi e la deposizione dei testimoni.
Stefano Dati
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Il buco fatto dai rapinatori per introdursi nella banca - Foto Stefano Dati
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Foto Stefano Dati
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venerdì 12 febbraio 2016

Salvini "La sicurezza in Italia fa schifo, questi immigrati ci hanno rotto le palle.

"La sicurezza in Italia fa schifo, questi immigrati ci hanno rotto le palle. O restituiamo un po' di diritti e di certezze agli italiani oppure non ci siamo. E' vergognoso che lo Stato se ne freghi dei suoi servitori" che Renzi, Mattarella e Alfano "non trovino il tempo di incontrare i sindacati di polizia". Lo ha detto il leader della Lega nord Matteo Salvini al presidio del Sap, sindacato autonomo di polizia, in piazza Montecitorio.


Clicca per il video 

http://tv.liberoquotidiano.it/video/libero-tv-copertina/11877483/Matteo-Salvini---Gli-immigrati.html

giovedì 11 febbraio 2016

Lega Nord di Cassano d'Adda programma elettorale per la gestione del Comune di CASSANO D’ADDA, 2016- 2021

La Lega Nord di Cassano, con i suoi militanti ha ultimato la stesura del programma elettorale per la gestione del Comune di  CASSANO D’ADDA,  nel periodo 2016- 2021 con cui si presenterà ai cittadini cassanesi, nella prossima tornata amministrativa.

Il programma che pubblichiamo di seguito si articola sui seguenti temi

*    Sicurezza  Ordine Pubblico e  Immigrazione

*    Territorio e Ambiente

*    Servizi Sociali, Volontariato, Sanità

*    Scuola, Cultura Sport e Giovani

*    Partecipazione dei Cittadini e Trasparenza

*    Programmazione e Bilancio

*    I Grandi Temi

Come da nostro comunicato stampa della scorsa settimana la Lega è determinata nel cercare una soluzione condivisa (quanto meno) dai partiti politici che oggi rappresentano il centrodestra a livello nazionale, Forza Italia e Fratelli d'Italia con lo scopo di condividere il programma, il candidato Sindaco e l'eventuale percorso sino al giorno delle elezioni.

Inoltre ribadiamo che al momento abbiamo deciso di sospendere i contatti con tutte le liste civiche presenti sul territorio, (che da qui da alle elezioni, come in ogni anno elettorale, spunteranno come funghi, ed in molti casi strumentali solo a garantire rendite di posizione a singoli individui) ) poiché senza coalizione politica diverrebbe inutile qualsiasi altro dialogo.

Ritornando al nostro programma, lo stesso  nasce da una rivisitazione ed attualizzazione di quelli che sono da anni i nostri cavalli di battaglia, e che a lungo andare tutti hanno capito essere non solo semplici slogan elettorali ma reali esigenze per i cittadini, vedi in primis la sicurezza

Per noi abbiamo gia scritto in passato fare Politica significa impegnarsi in prima persona per migliorare la vita quotidiana dei cittadini. Questa potrebbe apparire un’affermazione quasi scontata, ma è un’affermazione che, però, se ci si riflette, appare quantomeno calpestata nel suo significato originario, soprattutto in questi ultimi anni. Quel significato autentico che, invece, il nostro Movimento vuole riscoprire e far rivivere in tutta la sua importanza: fare Politica (con la P maiuscola), ovvero mettersi al servizio dei cittadini. Cosa che la Lega Nord fa ogni giorno, seguendo quello spirito di servizio – unicamente orientato al bene dei cittadini – che da sempre ci contraddistingue.

Il Comune rappresenta il livello più vicino al cittadino e l’istituzione a cui i cittadini si rivolgono, in cui si riconoscono e si identificano.

Proprio il legame con il territorio rappresenta la forza propulsiva, il valore aggiunto della Lega Nord. I territori – ed in particolar modo i Comuni – devono ritornare ad essere considerati come luoghi attivi, non passivi perché soggetti ai trasferimenti (fiscali) dalle istituzioni centrali. Bisogna tornare a pensare ai Comuni come luoghi dove si svolge quotidianamente la vita dei cittadini. Luoghi dove il cittadino vuole vivere bene ed in tranquillità. Luoghi che, in sostanza, devono diventare lo spazio privilegiato per quella democrazia partecipativa che il nostro Movimento insegue, sempre e comunque.

Ecco perché le elezioni comunali rappresentano, nel nostro sistema istituzionale, uno dei momenti di più alta partecipazione civica dei cittadini (non solo in termini di affluenza ai seggi). Questo perché il Comune, realtà presente nel nostro Paese da centinaia di anni, è il luogo simbolo dove si manifesta la partecipazione democratica e la crescita sociale di una Comunità.

Il cittadino è orientato ad identificarsi nel Comune dove vive. È portato ad interessarsi di ciò che lo riguarda direttamente. Da qui, da questa identificazione con il proprio Comune, nasce e matura una forte consapevolezza verso una più consapevole partecipazione diretta, con il proprio voto democratico, al miglioramento dell’attività amministrativa del proprio Comune, ed indirettamente al miglioramento della qualità della propria vita.

Sono, queste, istanze che – anche per via del processo di globalizzazione in atto – esplodono con sempre maggiore forza nei contesti locali. E tutto ciò lo si vede, con estrema chiarezza, nel Comune e nel rapporto che si instaura con i cittadini i quali vogliono, solamente, poter concorrere, in prima persona, alla realizzazione di politiche pubbliche per il proprio territorio. Come noto, infatti, cresce sempre di più – soprattutto a livello comunale – la domanda di partecipazione effettiva, di partecipazione democratica. Proprio per questo la Lega Nord crede che il Comune – da qui in avanti – rappresenterà sempre di più il lo spazio di democrazia locale su cui i cittadini investono le proprie aspettative.

Un Programma per le Elezioni Comunali, quindi, dovrà dare le giuste risposte che i cittadini aspettano. Risposte concrete, non semplici affermazioni di principio. Perché se c’è bisogno di una strada nuova, bisognerà trovare il modo di realizzarla; se c’è bisogno di una scuola nuova, l’amministrazione comunale dovrà fare di tutto per costruirla; se sul territorio comunale c’è necessità di maggiore sicurezza, i cittadini devono poter essere sicuri, soprattutto nel luogo dove hanno scelto di vivere con la propria famiglia.

Tutti compiti che un Comune amministrato dalla Lega Nord dovrà e saprà svolgere al meglio, perché al centro del nostro programma c’è solo ed esclusivamente il cittadino.

Con questo programma vogliamo rispondere a tutti i cittadini e per questo, pur non essendo disposti a modificarne l’impostazione generale, siamo pronti ad ascoltare tutti e ad accogliere suggerimenti ed idee.

Di seguito a di fianco il nostro programma completo





Programma elettorale per la gestione del Comune di CASSANO D’ADDA, nel periodo 2016- 2021


























venerdì 5 febbraio 2016

Umberto Bossi, intervista verità a Libero: "Quando ho evitato la secessione violenta. Ora lista col Cav e Zaia premier"

Umberto Bossi dà appuntamento a Libero in un bar a un passo da Montecitorio. Sul tavolino il caffè e un posacenere. In bocca il solito sigaro.
Bossi, iniziamo da Renzi. Che ne pensa? 
«Per ora ha il potere in mano, ma deve risolvere due problemi: il primo è che il Nord sta pagando troppe tasse, ci sono 100 miliardi di residuo fiscale di cui 60 solo dalla Lombardia. L'altro problema è il mancato sviluppo industriale del Sud, causato anche dalla sinistra ai tempi del consociativismo». 

Dalla sinistra? 

«Certo! Ha provato a imporre un modello americano o russo, cioè ha spostato al Sud la grande industria. Ma senza indotto produttivo è stato un fallimento su tutta la linea». 

Fatto sta che si parla della questione meridionale da decenni, e anche voi che siete stati al governo non l'avete risolta... 

«Ora, per la prima volta, il Nord è favorevole allo sviluppo industriale del Sud perché in questo modo anche il Sud avrebbe i soldi per pagare le tasse, che altrimenti sono tutte a carico del Nord. Ma vanno sviluppate le piccole e medie imprese». 

Parla come se avesse archiviato per sempre la secessione. O no? 

«Dico che il Nord deve decidere se scappare o se investire nello sviluppo industriale nel Sud. E poi...». 

E poi cosa? 

«Oggi, per l'ennesima volta, stanno pagando i lavoratori del Nord. La riforma Fornero ha cambiato la previdenza, con l'Inps che ha assorbito l'Inpdap degli ex statali. Peccato che proprio lo Stato non abbia versato i contributi, e ora l'Inps è costretto a pagare quelle pensioni con i soldi degli altri lavoratori. Vergogna, lo Stato è il primo a non applicare le leggi». 

Quindi serve la secessione? 

«Gliel'ho detto, o si scappa oppure bisogna creare lo sviluppo del Mezzogiorno, incentivando gli artigiani». 

Salvini sta battendo la seconda strada. Non parla di secessione e vuole sbarcare a Sud. 

«Salvini ha il problema di tutti i leader: quando ci si presenta agli elettori, loro ti chiedono cosa gli dai in cambio. Cosa può offrire al Sud? Mi pare che Salvini non si sia ancora pronunciato. O scappiamo con l' indipendenza, o il Nord si guadagna il paradiso cercando per l' ennesima volta di far sviluppare il Sud. Ma temo sia difficile, soprattutto con la sinistra al governo». 

Anche il centrodestra non è riuscito a combinare granché... 

«In tanti anni la sinistra non ha mai parlato ai piccoli e medi imprenditori, preferendo le grandi industrie perché gli stabilimenti hanno i lavoratori che sono proletari. Ora il Nord deve respirare, il Sud è una palla al piede. Chieda al povero Maroni: la Lombardia regala a Roma circa 60 miliardi l'anno...». 

Maroni ha lanciato il referendum per chiedere l' autonomia della sua Regione. 

«Se passa quello, Roma non può più far finta di niente». 

Be', ma il referendum non garantirà automaticamente più soldi e federalismo alla Lombardia. 

«Non si può governare avendo contro Lombardia, e poi a ruota Veneto e Piemonte. Noi siamo impegnati a ottenere dei risultati democraticamente, ma ci rendiamo conto che non si può dialogare con chi non è democratico o se ne frega della democrazia». 

Ripetiamo: anche voi non avete cambiato le cose. 

«Eh no, il federalismo fiscale era passato alla Camera e al Senato, ma poi Napolitano e Monti hanno bloccato tutto! Sono stati brutti segnali per il Paese, perché ora fatica a rialzarsi. E il Nord fa bene a pensare alla secessione». 

La secessione non è arrivata per gli errori della Lega o per la freddezza dei cittadini del Nord? 

«Diciamo che la gente si aspettava un miracolo, senza intervenire direttamente. Ma chi vuole la rivoluzione deve intervenire». 

Ora il tema della secessione è scomparso dal dibattito. 

«A Bergamo si dice sóta la sènder brasca, sotto la cenere c'è la brace. Il problema dell'oppressione del Nord c'è sempre». 

C'è stato un momento in cui ha creduto davvero di poter dividere l'Italia? 

«Sì, all'inizio credevo di farcela. Nel 1996, quando andammo sul Po, c'era la volontà di rompere gli indugi e andare subito a bersaglio. Ma poi il sistema è intervenuto, è riuscito a crearci degli indugi». 

A cosa si riferisce? 

«Per esempio agli attacchi contro di me, che si sono rivelati falsi. Guardi anche la faccenda dei soldi alla mia famiglia. Tutto falso. Hanno fatto un processo senza indagini. Non si spiegano queste cose, se non con la volontà di colpirmi e fermarci». 

Nel 1998 ci fu un'altra mobilitazione leghista particolarmente calda, davanti al carcere di Modena per chiedere la liberazione dei Serenissimi che avevano occupato il campanile di San Marco. Ricorda? 

«Certo! La gente spingeva ai cancelli, volevano prendere per il collo i guardiani». 

Ma lei fermò la folla. Alcuni indipendentisti non gliela perdonano, dicono che lì poteva davvero scattare la rivoluzione. 

«Ammetto che mi preoccupai, fermai la folla, pensai: qui dobbiamo cambiare democraticamente. Forse quella sera avremmo cominciato la rivoluzione, ma resto convinto che la via democratica resti la migliore. Anche se...». 

Anche se? 

«Forse, per svegliarsi, la gente aveva bisogno di un martire. Forse, se mi avessero arrestato perché chiedevo la libertà del Nord, la storia sarebbe cambiata». 

Dicevamo dello scandalo dei soldi della Lega. La contabile, Nadia Dagrada, ha detto in tribunale che lei non ne sapeva nulla. 

«Sono incazzato nero!». 

Spieghi. 

«Sapevo quello che avrebbe detto in tribunale, perché affrontai subito Nadia e le dissi: "ma è vero che abbiamo pagato la macchina a mio figlio?". Io ho sempre pagato tutto! Lei mi disse che mi avevano tenuto all' oscuro delle manovre di Belsito perché non volevano farmi soffrire, ovviamente l' ho mandata a quel paese». 

Ma è vera 'sta storia dei soldi? 

«Fosse stato vero, avrei dato dei calci in culo. Ma è stato tutto montato ad arte. Pure i lavori in casa mia... Ho pagato tutto io!». 

Fatto sta che negli ultimi tempi si sta prendendo delle soddisfazioni in tribunale. La Dagrada la scagiona, e nella sua Varese trasferiscono il pm Abate che fu tra i primissimi a farle causa. 

«Quella di Abate è una storia vecchia, ormai ho dimenticato». 

Non è arrabbiato coi giudici? 

«Certo che non tutti i giudici lavorano bene e ci sono processi che non finiscono mai. Però, nonostante la magistratura abbia colpito anche me, penso che di fronte all' evidenza dei fatti si convincono anche i magistrati. Non ci sono solo pecore nere ma anche pecore bianche». 

Chi sarà il candidato premier del centrodestra? 

«Berlusconi vuole farlo ancora». 

Però si dice che Berlusconi apprezzi pure Zaia, e che a Palazzo Chigi vedrebbe meglio il governatore veneto piuttosto che Salvini. 

«Zaia è equilibrato, a volte è forse un po' lento ma alla fine riesce a stare in equilibrio. Sarebbe un ottimo premier. Ma Berlusconi...». 

Ma Berlusconi non molla. Non dovrebbe dimenticarsi di Palazzo Chigi una volta per tutte? 

«Lo dica a lui». 

Lei lo sente? 

«È da un po' che non lo sento. Posso dirle una cosa? Per certi versi l' uomo è migliorato, è meglio di come l' hanno dipinto i giornali e certa politica. È un generoso, ha una sensibilità rara. Ha raggiunto un equilibrio e in lui ho visto anche cose positive. In quei posti, quando si raggiungono certi ruoli, si fanno avanti molti che vogliono primeggiare. Non è facile gestire le situazioni. Ne so qualcosa...». 

A cosa si riferisce? 

«Contro di me non avevano e non hanno prove, ma mi sono dimesso per salvaguardare la Lega. Massacrando me avrebbero massacrato la Lega e un politico deve sapere quando farsi da parte. Tanto il tempo mi darà ragione». 

Si è sentito tradito da qualcuno, per esempio da Maroni? 

«Non voglio parlare di queste cose, è il sistema che voleva far fuori me. Certo, qualcuno dei nostri mi ha accoltellato. Sa come si dice? Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io». 

E che ne dice di Salvini? Può fare il premier? 

«Prima, farebbe bene a imparare e a fare esperienza. Lui ha davanti una vita, non deve avere fretta». 

Quindi Salvini dovrebbe candidarsi sindaco di Milano? 

«So che si sta facendo avanti Sgarbi, un uomo di cultura per una città capitale della cultura». 

Sgarbi sarebbe il suo candidato ideale? 

«Non mi faccia dire cose che non ho detto. So che si è fatto avanti». 

Beppe Grillo, invece, anziché fare un passo in avanti ne vuole fare uno laterale. S' è già stufato? 

«Non lo so, quando metti in piedi un movimento così poi non puoi più fare le cose di prima ma non credo voglia uscire di scena». 

Che voto dà a Renzi, da 1 a 10? 

«6». 

Motivo? 

«La qualità migliore, e che a un certo punto ha convinto Berlusconi ad appiccicarsi a lui, è che ha svecchiato la sinistra rendendola quasi europea. Ma la sinistra non è capace di sistemare il Paese, ci deve pensare il centrodestra con una riforma per abbassare le tasse e garantire lo sviluppo del Sud». 

Voto a Maria Elena Boschi. 

«6, ma alle volte merita 5. Vediamo come esce dai problemi di queste settimane: pure lei deve capire quando conviene staccarsi dalla poltrona». 

Voto a Berlusconi e Salvini. 

«Meritano 7 e anche 8, ma un voto così alto glielo do solo se riescono a fare il programma elettorale con le cose che ho detto. Meno tasse e sviluppo del Sud». 

Quindi lei non ha dubbi: l' alleanza va ricostruita. 

«È l' unico modo per vincere». 

Ma se non cambia l' Italicum, sarà necessario creare un listone unico di centrodestra. 

«Subiamo le scelte di Renzi che vuole uccidere gli avversari». 

Per i leghisti sarà uno choc non vedere il simbolo sulla scheda. 

«Combatteremo con le armi che abbiamo». 

Tra quanto si va a votare?

«Ancora un anno, non di più. Renzi sa benissimo che più resta e più si rovina».

giovedì 4 febbraio 2016

Migranti, la Lega sfida Renzi: confiscare i beni a clandestini

Danimarca e Svizzera lo fanno già. Adesso il Carroccio presenta una proposta di legge per confiscare i beni a clandestini: "L'accoglienza si paga". E sfida Renzi: "Risponda in tempi brevi"


Massimiliano Fedriga e Nicola Molteni, capogruppo e vicecapogruppo alla Camera del Carroccio, hanno presentato una proposta di legge per contrastare l'invasione clandestina sulla falsariga di quanto fatto nelle scorse settimane dalla Danimarca e dalla Svizzera."L'accoglienza si paga", hanno annunciato i due esponenti leghisti presentanto la proposta di legge che introduce la confisca dei beni ai clandestini.
Mentre Matteo Renzi litiga con l'Unione europea per ottenere maggiore flessibilità al patto di stabilità, l'Italia continua a essere invasa da decine di migliaia di immigrati che nelle stragrande maggioranza non hanno titolo per rimanere nel Belpaese. E, se da una parte i ricollocamenti procedono a rilento, dall'altra le espulsioni e rimpatri sono un clamoroso flop. Aldilà delle promesse il ministro dell'Interno Angelino Alfano non è riuscito ad andare. Tanto che tutti i clandestini che sono arrivati in Italia, in Italia rimangono. Proprio per stanare questo governo, che in tema di immigrazione fa solo proclami, la Lega Nord ha presentato una legge che contrasti attivamente gli ingressi illegali. La proposta di legge, presentata oggi da Fedriga e Molteni, ha strutturata su tre punti. Il primo prevede la dichiarazione del richiedente asilo dei beni e soldi e, in caso di falsa dichiarazione, l'espulsione immediata. Il secondo introduce la confisca di beni e soldi che superino i 1.000 euro e che, come già fanno la Danimarca e la Svizzera, lo Stato italiano userà per "pagare i costi effettivi dell'accoglienza". Il terzo e ultimo punto della proposta di legge fissa un "contributo speciale del 20% sullo stipendio del richiedente che lavora".
La proposta di legge è già stata fatta pervenire alla Camera. "Ci auguriamo, data l'emergenza in atto - hanno commentato Fedriga e Molteni - che il governo risponda in tempi brevi accogliendo le soluzioni proposte per restituire sicurezza e certezze ai cittadini".

Cassano il sottopassaggio della stazione diventa rifugio di disperati

Dopo le nostre segnalazioni dei giorni scorsi la situazione invece che migliorare oggi e’ diventata questa sotto. I pendolari si  sono trovati nel sottopassaggio lo spettacolo di un letto improvvisato fatto con cartone dei resti di cibo ed altre cose sparse…

Quanto ancora dovremmo indignarci ???



Cassano, la chiesa si spacca: "Profughi? Non abbiamo spazi idonei"

Cassano d'Adda (Milano), 4 febbraio 2016 
Il messaggio di Papa Francesco sull’accoglienza aimigranti divide la chiesa cassanese. Il Consiglio pastorale ha riunito le quattro parrocchie della città per parlare di accoglienza e ospitalità dei migranti. Considerata l’importanza del tema all’ordine del giorno, l’incontro è stato eccezionalmente aperto a tutti i cittadini. La serata è stata introdotta da monsignor Giansante Fusar Imperatore, parrocodell’Immacolata e San Zeno. Con lui, al tavolo dei relatori, erano presenti Cristiano Beltrami, vicepresidente della Caritas cremonese e relatore della serata, Danilo Andreani, componente del Consiglio pastorale e delegato per la carità, e Fausta Villa, segretaria del Consiglio pastorale. "Cassano è la prima realtà che si interroga sull’accoglienza dei migranti e ci interpella per ragionare insieme e capire meglio la questione prima di mettersi all’opera - ha spiegato Cristiano Beltrani -. È una emergenza che dalla Primavera araba in poi non ha ancora registrato flessioni, in un susseguirsi di nuovi problemi".
L'emergenza impone un intervento immediato.  "Ogni giorno dalla Prefettura arrivano messaggi nei quali si comunica l’arrivo di nuovi profughi da ricollocare sul territorio - ha continuato Beltrami -. Se si cerca di essere a posto con tutto non si parte mai con l’operazione accoglienza". Ideali condivisi, ma netta è la contrarietà sulle modalità operative da parte di don Paolo Ardemagni, parroco della comunità cassanese dell’Annunciazione. "Non è così semplice come potrebbe sembrare - ha chiarito il parroco -. Ritengo sia sbagliato accogliere queste persone senza avere un posto idoneo dove ospitarli e un gruppo di cittadini che si prendano cura di loro. Ad oggi non abbiamo ancora trovato un luogo per accogliere i migranti, tutti dicono che questo è l’ultimo dei problemi, io invece ritengo sia il primo ostacolo importante da superare".
Don Paolo snocciola i possibili problemi a cui si potrebbe andare incontro. "In giro per le diocesi spesso accadono cose spiacevoli, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, è sufficiente che fra di loro si inserisca qualche malfattore per trascinare il gruppo ad azioni scorrette ed ecco che gestire la situazione potrebbe diventare difficile. Ritengo quindi che dobbiamo prima di tutto trovare uno spazio adeguato ed attivare un gruppo di persone che si impegna per un certo periodo a dare la massima attenzione alle persone che dovremmo accogliere".
di STEFANO DATI

mercoledì 3 febbraio 2016

Profughi a Cassano - la Lega si oppone


La sezione cassanese della Lega Nord conferma chiaramente la propria contrarietà all'arrivo di "finti" profughi: infatti, qua non si tratta di accogliere famiglie realmente bisognose, bensì di respingere l'evidente invasione di uomini che non scappano da nessuna guerra e che qua trovano purtroppo una nazione che nulla ha più da offrire, se non un ambiente ideale per delinquere.

E, come sempre, lo Stato se ne frega, la Prefettura invita a ospitare clandestini, senza nemmeno verificarne la vera identità, lasciando tutte le responsabilità suoi Cittadini.

Moretti: ero a conoscenza dell'incontro pastorale ma purtroppo non ho potuto partecipare in prima persona. Mi hanno comunque riferito di tutta una serie di problematiche emerse nel corso dell'incontro e che sono all'evidenza di tutti, per prima cosa dove ospitare queste persone e da chi verranno seguite.

Le parole di Don Ardemagni sono la pura e semplice logica: come potrà la Chiesa accogliere queste persone se non vi sono strutture idonee e persone deputate al controllo.

martedì 2 febbraio 2016

Comunicato Stampa Elezioni Amministrative 2016

Di seguito riportiamo il comunicato stampa inviato alla forze politiche di opposizione dal Segretario Cittadino della Lega
Al termine del nostro direttivo di ieri sera, confermo anzitutto che la Lega è determinata nel cercare una soluzione condivisa (quanto meno) dai partiti politici che oggi rappresentano il centrodestra a livello nazionale.
Dunque, per prima cosa, è interessata ad aprire il dialogo con i referenti locali di Forza Italia e Fratelli d'Italia con lo scopo di condividere il programma, il candidato Sindaco e l'eventuale percorso sino al giorno delle elezioni.

Per questo motivo, sono a chiedervi anzitutto la conferma del nominativo dei referenti di Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Sarebbe quindi opportuno un incontro tra forze politiche per verificare la possibilità di creare una sintonia definitiva tra partiti.

Sempre il Direttivo ha deciso allo stato di sospendere eventuali contatti con le liste civiche presenti sul territorio, poiché senza coalizione politica diverrebbe inutile qualsiasi altro dialogo.

Restiamo quindi in attesa di un contatto da parte delle altre due forze politiche cassanesi al fine di organizzare un incontro.


Mario Cerri

Stazione lo specchio di questa amministrazione


Purtroppo i problemi alla stazione continuano, senza che nessuno dell’amministrazione faccia nulla per risolverli. Ormai sono anni che lo segnaliamo, ma tutte le nostre denunce sono rimaste lettera morta.

Ad esempio solo qualche giorno fa sempre su questo blog avevamo segnalato il problema dell’illuminazione spenta del parcheggio, che ha lasciato al buio più della meta dello stesso (e non acora risolto).

http://legacassano.blogspot.de/2016/01/la-maggioranaza-brancola-nel-buio.html


Ora vi mostriamo lo stato in cui versano il vecchio bar e l’area circostante, segnaliamo inoltre che da alcuni giorni anche la stazione di deposito delle biciclette ha la porta danneggiate e che pertanto rimane perennemente aperta.





La Stazione dovrebbe essere il biglietto da visita di una città per tutti colo che vi arrivano, da fuori evidentemente a questo punto dobbiamo ritenere che questo sia il biglietto da visita che il sindaco ed allegra compagnia vogliono mostrare…