martedì 19 gennaio 2016

I migranti e il Bordello Europa

Noi a piedi e gli immigrati nel bordello coi nostri soldi. È una sintesi iperbolica, certo, ma anche uno scenario possibile. Partiamo dall’inizio: qualche giorno fa il Corriere del Ticino ha pubblicato un reportage da Colonia nel quale raccontava come il più grande bordello di Germania, situato casualmente vicino a un altrettanto grande campo profughi, sia abitualmente frequentato dai profughi stessi. Che, ipotizzano gli intervistati, probabilmente decidono di investire così il danaro che Berlino gli corrisponde mensilmente. Nulla da eccepire, probabilmente è uno degli investimenti più gratificanti a loro disposizione: con la gioia del corpo è più facile raggiungere anche quella dell’animo. E, soprattutto, è una scelta civile rispetto a quello scempio barbarico che è stato compiuto la notte dell’ultimo dell’anno sempre a Colonia. Passiamo oltre. Oggi l’arcigno ministro tedesco delle finanza Wolfgang Schauble (che, se la fisiognomica fosse una scienza esatta, sarebbe immediatamente prelevato da Berlino e tradotto al museo Lombroso di Torino) se n’è venuto fuori con una idea geniale: se il costo dei migranti dovesse essere troppo ingente per le casse europee si potrebbe “mettere una tassa di un certo livello sulla benzina”. E certo! Ma che pensata incredibile! Bravi tedeschi: voi spalancate le porte dell’Europa a orde di disperati e poi fate pagare il conto a tutti. E quindi finirà che per pagare vitto, alloggio e pure vizi ai migranti noi finiremo per andare a piedi. E alla fine di tutto s’insinua un dubbio: che in quel bordello di Colonia non ci vadano solo i migranti, ma simbolicamente anche tutto il continente. Perché è fuori di dubbio che l’Europa stia andando a puttane.

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