lunedì 30 aprile 2012

Lega: Bossi, "Io non mi ritiro" Grillo togliera' voti alla sinistra

- Bossi spera che i giorni peggiori per lui, e per la Lega, passino. "Vivo male questi momenti - confessa alle telecamere a Conegliano - non avevo capito chi era quello li'", dice riferendosi all'ex tesoriere Belsito, anche perche' "cercava di agganciare i miiei figli".

"La Lega continuera', non finira'. Le parti sbagliate si cambiano", assicura. Quanto alla possibilita' di lasciare lui stesso la politica, Bossi dice: "Non posso ritirarmi, altrimenti la gente penserebbe che altri hanno colpe. Io - sottolinea - ho fatto la Lega. La gente non lo dimentica".

VENGA FUORI TUTTO. NON SIAMO PSI, NON CI SCONFIGGONO
Meglio che venga fuori tutto: Umberto Bossi sbarca a Conegliano (Treviso) e, davanti a qualche centinaio di militanti, tiene un comizio e taglia una torta con la scritta Padania.
"E' meglio che venga fuori tutto - ha detto Bossi dal palco riferendosi alle inchieste sulla Lega - la Lega non e' il Psi che rubava alla gente e si faceva pagare le tangenti. La Lega non ha rubato niente, ha sprecato soldi e chi li ha sprecati li restituira'". Bossi ha aggiunto: "Non c'e' alcun risvolto penale, la pena e' passare attraverso tv e giornali. Noi non abbiamo rubato alla gente. E' un tentativo di Roma per dividere il movimento.
Non si puo' sconfiggere il Nord, e' inutile che Roma se la meni...". Il leader leghista ha aggiunto: "La Padania sara' comunque libera".

GRILLO PORTERA' VIA VOTI ALLA SINISTRA NON A NOI
L'antipolitica? Non andra' lontano. Umberto Bossi commenta gli ultimi comizi di Beppe Grillo: "Sono convinto che i partiti e la democrazia non spariranno - ha detto il senatur - Grillo cavalca il momento, spera di prendere piu' voti ma li portera' via alla sinistra.
Loro si' che sono preoccupati, molto piu' di noi". Quanto alle vicende che riguardano Pergiorgio Stiffoni, "non ne so niente", ha tagliato corto.

Riflessione economica tasse crescita - di Oscar Giannino


La risoluzione con cui Pd, Pd e Terzo Polo hanno accompagnato ieri l’approvazione del Documento Economico-Finanziario del governo è apprezzabile, e insieme è una solenne presa in giro. Così funzionava l’Italia della destra e della sinistra. Allo stesso modo, purtroppo, quella dei tecnici. E una presa in giro è tanto più abominevolmente sanguinosa, quanto più incide una ferita aperta. 

La risoluzione richiama energicamente il governo di emergenza al punto di fondo finora trascurato. L’appello a concentrare tutte le iniziative possibili sulla crescita economica si coniuga infatti con un netto richiamo a significative riduzioni della spesa pubblica attraverso la spending review, riduzioni che vengano sommate al gettito riscosso da evasione fiscale per coprire contestuali abbattimenti della pressione fiscale sull’Italia “legale”, asfissiata da una crescente e vieppiù intollerabile pretesa da parte dello Stato. Trattandosi di una mera risoluzione, però, è come fosse acqua fresca. Non succederà nulla. Quel che è peggio, significa che la politica ha perfettamente chiaro l’errore di fondo della politica di bilancio. Ma si limita a dire a Monti “ora te l’ho detto eh, poi fai tu”.

A questa risoluzione si è verosimilmente giunti per tre ragioni diverse. La prima è che in 5 mesi la maggior delusione del governo Monti è rappresentata proprio dalla mancata indicazione di quei 5-6 punti di Pil di spesa pubblica da taglia e in un triennio – come hanno fatto altri grandi Paesi prima della crisi, come Germania e Svezia – in modo da aprire spazi a parità di equilibrio di bilancio per allentare un pressione fiscale record. Le recenti ammissioni di Piero Giarda, al quale la spending review era stata affidata , che al più ne verrà solo una mera manutenzione della spesa, abbatte ulteriormente fiducia e aspettative su consumi e domanda interna: perché confermerebbe il poco invidiabile primato italiano, quello cioè del Paese europeo che attualmente effettua la sua manovra di rientro basandosi per oltre due terzi solo su più elevate imposte, partendo da una situazione in cui esse sono già molto più alte della media europea.

La seconda ragione è che finalmente i partiti sembrano trovare la forza di indicare una via alternativa, per l’abbattimento del debito pubblico in modo non recessivo: non più attraverso inasprimenti fiscali a spesa invariata, bensì con energiche cessioni dell’attivo pubblico, a cominciare dai 500 miliardi – a valori non di mercato – già censiti nell’attivo patrimoniale del tesoro e liberi da vincoli (nessuno pensi che si tratti del Colosseo, monumenti o parchi, in altre parole). Tale linea è di elementare buon senso: è col patrimonio che si affonta un problema patrimoniale come il debito, mentre il conto economico va tenuto in equilibrio al più basso livello efficiente di spesa e tasse per non ostacolare la crescita. Eppure è anch’essa mancata dalle intenzioni e dalle iniziative del governo Monti. Come per altro anche dalle richieste dei partiti, sin qui.

Infatti, il terzo elemento che spiega la risoluzione di ieri è rappresentato dal fatto che, in realtà, i partiti smentiscono innanzitutto se stessi. Prima dei cinque mesi di governo tecnico, sono stati gli anni precedenti governati da destra e sinistra ad aver sempre inseguito gli aumenti di spesa corrente con più tasse, senza mai cedere asset pubblici per diminuire il debito. Sotto il morso degli spread, gli errori di quella politica ventennale si tramutano in una vera e propria moria di imprese e nell’abbassamento del reddito disponibile delle famiglie. Dipende da questo – e dalla bassa produttività accumulata in 15 anni – la peggior performance dell’economia italiana rispetto ad altri Paesi europei.

Oggi, i sondaggi in calo dei partiti in vista delle amministrative, per la protesta e la sofferenza vivissime espressi da lavoratori dipendenti e artigiani, commercianti e partite Iva oltre che da imprese di ogni tipo, un calo di fiducia che si tocca con mano anche nei consensi a Monti, producono finalmente l’effetto di una prima inversione di marcia. Ma naturalmente ai partiti interessa solo mettere Monti in mora: mica hanno davvero contestato e riscritto dalle fondamenta quel che c’è scritto nel DEF, che è tutt’altro. Una commedia, purtroppo.

Nelle stesse ore, l’enfasi – invero un po’ eccessiva, l’ego professorale continua a montare – con cui Monti, a Bruxelles, rivendicava addirittura di aver “imposto” il tema della crescita nell’agenda europea. Per i gongolii della stampa mainstream antigermanica, viene così assecondata l’idea che la Germania sia sempre più sola nella sua richiesta di rigore, dopo la crisi del governo olandese, la vittoria di Hollande che si profila in Francia, le difficoltà crescenti spagnole e portoghesi. Sarebbe meglio essere realisti: prima che si vedano effetti sulla recessione italiana dell’apertura a più concorrenza e più import della Germania, o di eventuali eurobond per finanziare infrastrutture, passerà lungo tempo.

Invece è il fisco la leva più immediata per determinare conseguenze di rilancio di redditi per lavoro e impresa, consumi e investimenti. Dunque, invece di attendere la crescita che viene dall’Europa, per l’Italia la sua spesa pubblica e le sue entrate monstre sono il problema numero uno da affrontare, se non vogliamo che il reddito delle famiglie in termini reali e a parità di potere d’acquisto arretri alle condizioni di 30 anni fa, da quasi 20 dove è già ridotto oggi.

Da un recente studio Eurostat ieri rielaborato dall’Istituto Bruno Leoni, la conferma che nel 2010 la pressione fiscale italiana era già di 5 punti percentuali superiore alla media comunitaria. Un gap in via di ulteriore peggioramento di un altro punto e mezzo, per le misure assunte nel 2011 da destra e tecnici. Rispetto all’Europea tassiamo meno i consumi e molto di più il lavoro e le imprese. L’Italia ha la seconda aliquota implicita sul reddito d’impresa più alta d’Europa, 9 punti sopra la media. Sul lavoro incide un’imposta del 42,6% che crescerà con la riforma Fornero, contro una media europea del 32,9% che è invece in calo.

Per questo Mario Draghi, due giorni fa, ha lanciato un monito a Monti. Tasse e spesa pubblica devono scendere e di molto, per crescere. Che non si possa fare, o che si tratti ancora di studiare come, sono penose frottole per chiunque segua da anni la finanza pubblica italiana ed europea. A patto di non voler tutelare le vastissime sacche di inefficienza del nostro settore pubblico. La spesa per welfare italiana è meno della metà della spesa pubblica totale, dunque è falso che tagliar spesa significhi tagliare servizi. Soprattutto, l’Europa è piena di buoni esempi da seguire.

Ricordava ieri Tobias Piller, corrispondente della Frankfurter Allgemeine in Italia, l’esempio In Germania dei 3 Laender che tengono da anni il bilancio a deficit zero: la Baviera sotto il centro destra dal 2006, la Sassonia anch’essa di centro destra dal 2006, il Mecklenburg-Vorpommern governato invece dalla sinistra. La Sassonia, con un bilancio intorno a 15 miliardi, spende meno di 4 miliardi per personale e quasi 3 miliardi per investimenti, e il deficit è rimasto zero anche negli anni di crisi. Hanno pressione fiscale di oltre 4 punti inferiore alla nostra, eppure hanno continuato a tagliare spesa, riducendo sedi, uffici, personale.

In Italia, sotto Draghi lo ha fatto la Banca d’Italia. Lo Stato, al contrario di quanto molti dicono, è riuscito a malapena a diminuire il tasso di aumento della spesa, tagliando le Autonomie. Far diminuire la spesa pubblica per meno tasse e più crescita, resta tutto da fare. Prima che sia troppo tardi. Purtroppo, sembra proprio che non avverrà. Chissà se è davvero matura, una forza politica nuova e minoritaria, che si batta per questo obiettivo prioritario, con poche persone credibili per titoli, conoscenza e valori. Ce n’è un sempre più disperato bisogno.

di Oscar Giannino

domenica 29 aprile 2012

Zaia: "Irpef aumentata per colpa di Monti"

Rovigo, 27 aprile 2012 - Appena arrivato a Badia Polesine si trova davanti un cittadino che gli domanda: «E alora semo pronti?», «Semo pronti le na parola grossa» gli risponde Zaia, il cittadino aggiunge «se non facciamo il federalismo siamo finiti», il governate del Veneto annuisce e va ad iniziare il comizio. Il presidente del Regione ieri era in tour per sostenere i candidati leghisti alle prossime elezioni. Nell’occasione si è espresso sulla sanità in Polesine: «La mia posizione è risaputa, sono per una unica Ulss», dicendo inoltre che «bisogna puntare ad una sanità di elevata qualità e investire in tecnologia, in base a scelte territoriali oculate, non ci sono cittadini di serie A o di serie B». Sulla centrale di Porto Tolle, Zaia conferma che la linea che si condivide è quella della riconversione a carbone: «Abbiano vicino a noi Enel e i sindacati, per un affare da 2 milioni e mezzo di euro, non c’è altra soluzione, c’è solo il piano A, non esiste un piano alternativo se non quello che intendiamo perseguire perché riprenda l’attività». Sul patto di stabilità che attanaglia le amministrazioni, il presidente spiega che bisognerebbe ignorarlo. «Ma non posso farlo da solo, sarebbe una follia, diversamente, la richiesta dovrebbe arrivare in modo trasversale». Ha ribadito il fatto che se l’Irpef è aumentata «è per colpa di Monti». In Veneto ci sono molti imprenditori che si suicidano, «ma va anche detto che il problema del debito insoluto non riguarda solo quanto dovuto dal pubblico all’impresa privata, tante situazioni tragiche accadono perché è il privato che non paga il privato». In merito ad una sua possibile candidatura ai vertici della segreteria nazionale, Zaia smentisce categoricamente tale possibilità: «Ho un patto fino al 2015, da rispettare con gli elettori, un patto che intendo onorare fino in fondo, per una carica di livello nazionale occorre una persona a tempo pieno». Dopo il saluto di Antonietta Giacometti, il segretario provinciale della Lega Antonello Contiero ha affermato: «A Badia abbiamo puntato su Barbara Tomì, una persona che non ha esperienza politica, ma ha grande volontà e dedizione». Non era presente a Badia l’onorevole Emanuela Munerato impegnata in Parlamento a Roma. Infine il governatore Zaia, prima di recarsi a Lusia per un altro breve comizio, ha ricordato che in Regione c’è un patto Lega Pdl che funziona e che grazie al suo partito è stato ridotto il numero dei consiglieri regionali, ridotta la loro indennità, a non più di due mandati, via vitalizi e pensioni, che è stata approvata una nuova legge elettorale, ed un nuovo statuto regionale. Per Barbara Tomì: « Zaia è un punto di riferimento ha realizzato tutti i suoi obbiettivi senza compromessi, come voglio fare anch’io».

Egitto: si potrà fare sesso con il cadavere della propria moglie

Una nuova norma in discussione introduce la possibilità di avere rapporti con il corpo della consorte morta da meno di sei ore Fare sesso con la propria moglie morta. In tutto il mondo è necrofilia. In Egitto, presto, potrebbe diventare legale. Secondo quando riporta il Daily Mail, è stata inserita una nuova norma in un pacchetto di provvedimenti che il parlamento, a maggioranza islamica, voterà a giorni. L'unico limite è quello temporale: si potranno avere rapporti sessuali col cadavere della consorte solo entro le prime sei ore dopo il decesso. Alla legge è stato dato il grottesco nome di "Rapporto d'addio". Tra le altre norme in discussione, l'abbassamento dell'età matrimoniale a 14 anni e l'eliminazione del diritto per le donne di avere istruzione e impiego. Polemiche furibonde - Subito si è scatenato un dibattito, con reazioni molto accese. Il consiglio nazionale egiziano per le donne ha afferma: "Queste leggi emarginano e indeboliscono la condizione delle donne incidendo negativamente sullo sviluppo del paese". Anche i media egiziani si sono schierati apertamente contro la legge. Il conduttore televisivo Jaber al-Qarmouty ha affermato il suo sdegno nei confronti del rapporto d’addio: "La questione è davvero seria. Sarebbe una catastrofe dare ai mariti un tale diritto sulle proprie mogli. Davvero la tendenza islamica si è spinta a tal punto? Ci sono davvero persone che la pensano in questo modo?". La notizia è in prima pagina su tutti i media egiziani, anche se c’è chi sostiene che la legge non esista e si tratti di un depistaggio operato da giornalisti leali all’ex presidente Mubarak.

sabato 28 aprile 2012

Calderoli: "Contro di noi complotto del sistema non dei pm"

''Non ho mai pensato ad un complotto dei magistrati. Che ci sia un'azione del sistema contro l'unico partito antisistema mi sembra evidente''. Lo ha detto Roberto Calderoli a Lucca prima del suo intervento all'incontro organizzato a sostegno del candidato sindaco della citta' per la Lega Nord Antonio Trapani. ''E' chiaro – ha aggiunto Calderoli – che non potevano permettersi che ci fosse una voce fuori dal coro che facesse non solo proteste ma anche proposte''.

LEGA: MARONI, CONGRESSO FINE GIUGNO SVOLTA VERSO NUOVA FASE

''C'e' un congresso federale il 30 giugno e il primo di luglio. E' un passaggio importante per noi perche' segnera' la svolta verso una nuova fase nella vita della Lega, importante e stimolante'. Lo ha affermato l'onorevole R...oberto Maroni, parlando con i cronisti a Duino Aurisina (Trieste) a margine di un incontro elettorale. 'Li' non solo si eleggera' il nuovo segretario federale - ha detto Maroni - ma sara' un congresso importante perche' vogliamo che sia un congresso dove si discutono le tesi, l'aggiornamento dei nostri programmi alla luce di quello che e' successo in questi ultimi mesi'. L'esponente del Ccrroccio ha anticipato che 'inoltre discuteremo della crisi dell'Europa che non ci piace, della crisi delle istituzioni europee, il nuovo modello di Europa che noi vogliamo lanciare e anche il tema delle alleanze'. Per poi concludere: 'Visto quello che succede a Roma, visto l'atteggiamento dei partiti, penso che la Lega debba fare una seria riflessione, e cioe' se sia ancora utile tentare la via riformista a Roma, al Parlamento e con gli altri partiti'.

Censimento: siamo 59, 5 milioni, stranieri triplicati in 10 anni

La popolazione residente in Italia e' pari a 59.464.644 individui, dei quali 28.750.942 di sesso maschile e 30.713.702 femminile. Sono i primi risultati del 15esimo censimento generale della popolazione italiana svolto dall'Istat, che ha diffuso le cifre in una conferenza stampa nonostante una protesta dei precari dell'istituto davanti alla sede. Il rapporto sottolinea come la popolazione residente in Italia sia passata dai circa 56 milioni 996mila persone nel 2001, a quasi 59milioni 465mila persone nel 2011. Tuttavia, tale aumento e' dovuto alla forte crescita degli stranieri residenti nel Paese, il cui numero e' triplicato rispetto al 2001 a fronte di una inequivocabile staticita' demografica della popolazione di cittadinanza italiana (aumentata di sole 34mila unita' rispetto al 2001). Nel corso del censimento e' emerso che 63,4 persone su 1000 sono stranieri. Due stranieri su tre dei circa 3 milioni e 770mila che vivono in Italia risiedono nell'Italia settentrionale, e in particolare nel nord-ovest dove oggi si concentra il 36% degli stranieri. Anche l'incidenza relativa della popolazione straniera su quella complessiva e' assai piu' elevata nel Nord-Ovest (85,9 per mille abitanti) e nel Nord-Est (93 per mille) rispetto al Mezzogiorno (24,3 per mille) e le Isole (21,2 per mille). Nondimeno nel corso del decennio e' cresciuto del 192% anche il numero di stranieri abitualmente dimoranti nell'Italia meridionale. Inoltre in dieci anni in Italia - segnala l'Istat - c'e' stato "un aumento vertiginoso" del numero delle famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende o abitazioni simili: nel 2011 sono 71.101, a fronte delle 23.336 del 2001. Roma e' il Comune piu' popoloso d'Italia con 2 milioni 612mila 68 residenti. Pedesina, invece, risulta invece essere il Comune piu' piccolo del Paese con trenta anime, mentre quello piu' densamente popolato e' Portici (Napoli) e quello meno Briga Alta (Cuneo). Il censimento rivela inoltre che nei sei Comuni piu' grandi (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova) negli ultimi decenni si e' assistito a un lento ma progressivo decremento di popolazione e i primi risultati sembrano confermare questa tendenza, ad eccezione di Torino e Roma che, rispetto al censimento del 2001, hanno una popolazione che e' cresciuta.

venerdì 27 aprile 2012

Riposta al “simpatico” Assessore al carnevale


Il “simpatico” Assessore al carnevale non perde mai occasione di buttare tutto in caciara, molto probabilmente perché sa fare solo quello, visto che e in quest’anno d’amministrazione non ha fatto nulla di menzionabile e che sarà ricordato negli assessorati che gli sono stati affidati.

Ora propone l'ennesima carnevalata e cioè di cambiare il nome ad una piazza.

Piazza Lega Lombarda

Questo perché secondo lui è il simbolo della Lega Nord.

Dovrebbe ben sapere che i partiti o i movimenti politici non possono avere piazze o vie intitolate e che la piazza e' dedicata alla storicaLega Lombarda un'alleanza costituita il 7 aprile 1167 presso l'abbazia di Pontida, e formata da Milano, Ferrara, Piacenza eParma. Il 1º dicembre 1167 venne allargata tramite l'alleanza con la Lega Veronese ed altri Comuni, che portò nella Lega ben 26 (in seguito 30) città della pianura padana (che allora poteva essere definita 'Lombardia' nella sua totalità), tra cui Crema, Cremona, Mantova, Piacenza, Bergamo, Brescia MilanoGenovaBolognaPadovaModenaReggio Emilia, Treviso, Venezia, VercelliVicenzaVerona,Lodi, e Parma e che venne detta Concordia.

La Lega venne formata per contrastare Federico I di Hohenstaufen detto "Il Barbarossa", imperatore del Sacro Romano Impero, nel suo tentativo di restaurare l'influenza imperiale nell'Italia settentrionale. In questo fu spalleggiato anche dalle due città lombarde che non fecero mai parte, se non sporadicamente, della Lega: Pavia e Como. Federico reclamò il controllo diretto sull'Italia settentrionale alla Dieta di Roncaglia (1158) e la invase nel 1158 e nel 1166. La Lega godeva del supporto di Papa Alessandro III, anch'egli desideroso di veder declinare il potere imperiale in Italia. La città di Alessandria, fondata in Piemonte dalla Lega Lombarda, prese il suo nome proprio dal Pontefice e nacque come fortezza antimperiale ai confini del marchesato del Monferrato, alleato del Barbarossa.
Nella Battaglia di Legnano del 29 maggio 1176, Federico I venne sconfitto dalle truppe comunali, guidate, secondo le credenze popolari, dal condottiero Alberto da Giussano (accreditato come mero personaggio leggendario). Dopo diverse altre sconfitte, l'imperatore accettò una tregua di sei anni, detta tregua di Venezia, dal 1177 al 1183, fino al Trattato di Costanza, dove le città-stato dell'Italia settentrionale accettarono di restare fedeli all'Impero in cambio della piena giurisdizione locale sui loro territori.
La Lega Lombarda venne rinnovata nel 1198 e nel 1208 durante le guerre tra Ottone IV e Filippo di Svevia.
Sfruttando la potestà loro concessa dall'imperatore Federico I di adottare lo strumento della lega per ragioni di difesa, in seguito alla pace di Costanza, alcuni comuni decisero di costituire la Seconda Lega Lombarda. Dopo mesi di trattative segrete, favorite da Onorio III, il 2 marzo 1226 si riunirono nella chiesa di San Zenone a Mosio, oggi frazione di Acquanegra sul Chiese, i delegati di Milano, Bologna, Piacenza, Verona, Brescia, Faenza, Mantova, Vercelli, Lodi, Bergamo, Torino, Alessandria, Vicenza, Padova e Treviso, stabilendo una stretta alleanza militare per la durata di 25 anni. Sempre per intervento papale, alla lega aderirono anche i conti di Biandrate e Bonifacio II marchese di Monferrato, Crema e Ferrara.
La Lega riottenne il suo antico prestigio contrastando gli sforzi di Federico II di Svevia di aumentare il suo potere in Italia. Questi sforzi compresero la conquista di Vicenza e la Battaglia di Cortenuova sull'Oglio, che determinò la reputazione di abile stratega di cui godeva l'imperatore.
Egli in seguito sopravvalutò le sue forze, respingendo tutte le proposte di pace dei milanesi e insistendo sulla resa incondizionata. Fu un momento di grave importanza storica quello in cui la rabbia di Federico ne offuscò il giudizio e bloccò qualsiasi possibilità di un accordo pacifico. Nel novembre 1237 Federico colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a Cortenuova, conquistando il Carroccio che inviò in omaggio al papa. Milano e altre cinque città resistettero e nell'ottobre 1238 egli dovette togliere l'assedio a Brescia
Ancora una volta appoggiata dal Papa, la Lega Lombarda riuscì a contrastare i tentativi di Federico II, per poi dissolversi nel 1250 alla morte dell'imperatore.”
Citiamo anche che
“Nel 1158 Federico Barbarossa si affacciò a Cassano.
Trovato il ponte da noi presidiato non ardì superarlo.
Gli imperiali tentarono il guado verso Corneliano: alcuni affogarono nel fiume, mentre un buon drappello di soldati si appostò sulla sponda destra. I nostri che si trovavano alla custodia del ponte dovettero abbandonarlo riparando a Milano.
L'esercito imperiale visto libero il passo si avventò sul Ponte, e tanta fu la carica dei sopravvenuti che il ponte per il peso si ruppe trascinando nell'acqua uomini e cavalli.”

Ma forse avendo anche la delega alle tradizioni locali questo pezzo di storia locale non lo ha studiato o se lo è scordato.

A parte queste dissertazioni storiche, il carnascialesco Assessore dovrebbe essere al corrente del fatto che cambiare il nome ad una via o ad una piazza ha un costo, che a questo punto, nel caso lui intenda proseguire nella sua crociata presumiamo voglia sostenere di persona, e non mettere sulle spalle della collettività. In ogni caso se questo fosse il modo di ragionare di tutte le amministrazioni che si succedono avremmo un bel minestrone toponomastico ad ogni cambio di amministrazione ma forse a lui queste cose non passano per la testa preso dalla foga di moralizzatore carnascialesco cassasse.

Ci chiediamo tanto livore contro la Lega, non sarà forse perché abbiamo scoperto e denunciato pubblicamente alcuni i suoi altarini, come posti di lavoro a suoi simpatizzanti e fondi per il suo carnevale  ed è per ciò che in questo momento ce l’ha particolarmente con noi? Come si dice a pensare male s fa peccato. Ma qualche volta forse ci si prende.

Assessore le ricordiamo anche alle ultime elezioni cittadine la Lega ed il suo candidato hanno avuto 1522 voti, mentre il suo partito 377, questo lo tenga sempre in mente, quando gioca al carnevale, lei e' un Assessore di tutti i Cittadini e non solo di 377 amici suoi.

Da ultimo una esortazione finale, inizi finalmente a lavorare per tutti e la smetta di pensare solo al carnevale. 

La proposta di Maroni: "Al non profit i soldi della Lega"

 ''Elargire al no profit l'ultima tranche dei rimborsi elettorali, circa 100 milioni di euro che i partiti dovrebbero incassare entro la prossima estate'' Lo propone Roberto Maroni in un'intervista al settimanale ''Vita'' spiegando le ragioni di questa scelta. Ragioni che molto hanno a che fare con la nuova strategia elettorale della Lega: affiancare alla lista ufficiale, una squadra di liste civiche di supporto.
''Non si tratta di 'captatio benevolentiae' – spiega l'ex ministro del Carroccio – a chi gli chiede se la proposta non sia percepita come un tentativo da parte della Lega di rifarsi il look agli occhi degli elettori – ma di una scelta che nasce dai nostri bilanci, che dicono che siamo perfettamente in grado di autofinanziarci, senza bisogno di rimborsi. Tanto piu' che quei soldi non sono ancora arrivati nelle casse dei partiti e senz'altro meritano una destinazione migliore. Per esempio il mondo del volontariato e del non profit".
''L'importo preciso – spiega – non lo conosciamo ancora. Ma è una cifra che verosimilmente si attesta fra i 12 e i 13 milioni''. Alla domanda circa i criteri di assegnazione dei fondi ''dobbiamo ancora individuarli. Alla Padania – chiarisce Maroni – abbiamo fatto una tribuna aperta chiedendo ai nostri lettori di indicarci qualche criterio. Addirittura ci hanno chiamato dei preti che volevano i soldi per la parrocchia o l'oratorio. Ma su questo siamo pronti a confrontarci con chi rappresenta le associazioni del terzo settore, anche se la chiusura dell'Agenzia certo non aiuta''.
Maroni nega, rispondendo in proposito che questi fondi finiranno ad associazioni nell'orbita leghista: ''Non sara' cosi'. Anzi – aggiunge – colgo l'occasione per chiedere formalmente a questo settimanale Vita di farci da coordinatore di questa iniziativa. Penso a una collaborazione per cui noi mettiamo a disposizione questa somma e Vita ci fornisce dei criteri per indirizzare questi fondi (che una volta incassati saranno subito congelati su un conto corrente) nel modo migliore, magari attraverso un bando. Vorrei che Vita fosse il nostro advisor. In questa operazione non c'e' nessun trucco, davvero''.
Successivamente il settimanale ''Vita'' ha rettificato che ''i milioni che Lega ricevera' dal rimborso elettorale e che destinera' al 'no profit' sono 17 e non fra i 12 e i 13 come erroneamente comunicato nel lancio mandato in mattinata''.

giovedì 26 aprile 2012

Imu, i sindaci non si pieghino alle torture di Monti

“Come ampiamente annunciato dalla Lega Nord, il decreto sulle semplificazioni fiscali si sta dimostrando un labirinto burocratico varato dal governo Monti al solo scopo di aggiungere nuove tasse a famiglie e piccole e medie imprese. L’imposta di scopo altro non è che l’ennesima tassa per colpire il bersaglio preferito dall’esecutivo: quella prima casa che ogni cittadino avrebbe il diritto di possedere dopo anni di sacrifici e duro lavoro”. Lo dichiara il vice capogruppo della Lega Nord alla Camera, Maurizio Fugatti. “Nei prossimi tre anni le politiche di Mario Monti costeranno ottantasette miliardi di tasse in più, ovvero oltre ottomila euro a famiglia. Davanti a questi numeri ci auguriamo che nessun sindaco accetti di piegarsi alle torture che il governo vuole imporre ai cittadini”.

Bando per la realizzazione di iniziative formative, informative e culturali rivolte alla cittadinanza e utili a prevenire e contrastare i reati in danno agli anziani.



I beneficiari sono Comuni, Province, Università nonché le Associazioni, le Organizzazioni di volontariato e le Cooperative sociali, iscritte nei registri di cui alla legge regionale n. 1/2008.
La domanda potrà essere presentata da quest’oggi ed entro e non oltre il 22 giugno 2012.
SCHEDA BANDO ALLEGATA



Comunicato Lega Nord: Il movimento e' totalmente estraneo alla vicenda Finmeccanica e non ha mai preso alcuna tangente da nessuno.


In merito alle insinuazioni riportate oggi da alcuni quotidiani riguardo a presunte tangenti alla Lega Nord da parte di FinMeccanica si precisa quanto segue:
1) La Lega Nord è totalmente estranea a questa vicenda
2) La Lega Nord non ha mai preso tangenti né da FinMeccanica né da nessun altro
3) Chi associa la Lega Nord a questa vicenda sarà perseguito in sede civile e penale.

martedì 24 aprile 2012

Ciao Cassano, l'esercito trasloca a Pioltello

Il progetto di assegnazione dei militari all'hinterland dovrebbe chiudersi fra sei mesi. Ma intanto i tre militari passano dalle rive dell'Adda alla città alle porte di Milano
di Monica Autunno
Pioltello, 24 aprile 2012 - Esercito in Martesana, si trasloca: da Cassano le tute mimetiche si spostano a Pioltello. La rotazione è stata stabilita dalla Prefettura di Milano, che coordina sino dal principio il progetto, ed ecco che da ieri mattina le unità dell’Esercito che sino alla scorsa settimana prestavano servizio a Cassano, tre militari del Reggimento Artiglieria a Cavallo con Defender di stanza a Orio al Serio, sono trasferite d’ufficio a Pioltello, che a sua volta e a suo tempo aveva fatto domanda di essere inserito nel progetto della Difesa e ne era rimasto invece escluso: piazza scelta per la prima mattinata del servizio, manco a dirlo, il Quartiere Satellite, la zona cittadina a maggiore rischio dal punto di vista sicurezza e ordine pubblico. Il trasferimento dei militari è stato notificato ai sindaci interessati, in questo caso Roberto Maviglia di Cassano e Antonio Concas di Pioltello, l’altra mattina dalla Prefettura.
A Cassano d’Adda la jeep dell’esercito aveva esordito a dicembre, sulla base della richiesta inoltrata al Prefetto ancora dalla passata giunta. In questi mesi il contingente, sempre in coordinamento con la Compagnia e la stazione dei Carabinieri e la Polizia Locale, ha piantonato la piazza e il centro storico e svolto servizi di supporto nelle zone a rischio, dal centro commerciale alla periferia residenziale. Una presenza visibile, e in qualche circostanza una collaborazione fruttuosa: proprio l’azione congiunta di Cc e soldati ha permesso, nei giorni scorsi, l’arresto di un rapinatore nell’area del centro commerciale l’Agorà.
Il sindaco Maviglia aveva criticato, in dicembre, la mancata concertazione dell’iniziativa con i Comuni. Ribadisce il concetto oggi. «Non siamo stati consultati quando ci hanno mandato i militari — commenta asciutto — e non siamo stati consultati per il cambio di programma, comunicato nei giorni scorsi. Non ho ragione né la possibilità di contrastare le scelte. Una sola cosa ho fatto presente: che ci piacerebbe riavere i militari, in numero o modalità che si concorderanno, in estate, quando la situazione cassanese diventa veramente ad alto rischio. Stiamo mettendo mano ai pattugliamenti fluviali, e sarebbe un importante presidio aggiuntivo: le forze da mettere in campo, come si sa, non sono molte».
Un bilancio di questi mesi di presenza? "Ogni presidio di sicurezza ha valore, e lo ha avuto anche questo". 


Commento:
Certo che al nostro Sindaco passa tutto sopra la testa senza che lui sappia nulla, ma sara' un caso?




IMU: pagheranno sempre gli stessi

“Nonostante il Governo tecnico abbia tentato di sostenere che l’IMU non impatterà più di tanto sulle tasche delle famiglie italiane, le prime proiezioni sull’entrata in vigore di questa tassa lasciano presagire una stangata insostenibile per le famiglie, così come per le imprese e le attività commerciali. Solo a Milano, infatti, i milanesi dovranno pagare in totale oltre un miliardo in più di tasse, con un spesa che aumenterà come minimo del 150% rispetto a quanto previsto dalla vecchia Ici. Il risultato, però, non sarà neppure quello di rinsaldare le casse comunali, perché la metà degli introiti andrà dritta a Roma, senza alcun beneficio a livello territoriale. Una stangata che evidenzia ancora una volta l’incapacità del Governo tecnico di proporre misure di crescita, preferendo colpire beni certi come la casa, o l’attività lavorativa, in un periodo nero per l’intera economia. Questo ben sapendo che la maggior parte degli immobili non dichiarati si concentra al Sud: in pratica, grazie a Monti e a quelli che lo sostengono, a pagare saranno ancora una volta sempre e solo gli stessi….”

LEGA:SALVINI,FIDUCIA IN PERSONE SBAGLIATE,SIN.PA DA CAMBIARE CASA CALDEROLI? NEANCHE PER LA MAFIA UN PROCESSO COSI'

Ora raggiungiamo livelli di paranoia e farsa di chi investiga e dei giornali che pubblicano queste notizie. Alla Lega si sta facendo da 15 giorni un processo che neanche alla camorra e alla mafia e' stato fatto". Matteo Salvini ai microfoni di Radio24 parla della casa romana di Calderoli, del Sindacato Padano di Rosy Mauro e delle vicende che hanno coinvolto il Carroccio.
"Evidentemente - dice a proposito della bufera che travolge i vertici lumbard - avevamo riposto fiducia in gente sbagliata e stiamo pagando e pagheremo elettoralmente" spiegando che "moralmente va usato bene ogni centesimo di euro che arriva dal contribuente o dal militante. Anche se non c'e' reato non fa niente, bisogna essere rispettosi del denaro". 
Una battuta anche sul Sin.Pa. di Rosi Mauro: "Ho provato a lavorarci piu' di una volta ma, onestamente, non ho mai trovato grandi riscontri. In futuro potra' essere condotto in maniera piu' efficace, visto che purtroppo non mi sembra che abbia centinaia di migliaia di iscritti".

CRISI: ZAIA A MONTI, SERVE RISPETTO PER IMPRENDITORI SUICIDI QUESTIONE NON PUO' ESSERE LIQUIDATA COME FA IL PREMIER


''Monti venga ad esprimere i suoi concetti in Veneto e noi gli spiegheremo la situazione che viviamo in questo momento''. E' l'invito, non senza una punta di polemica, del governatore del Veneto Luca Zaia al premier Mario Monti, dopo le sue dichiarazioni sui suicidi di imprenditori.
''Ci vuole rispetto per queste persone - precisato Zaia - e per le loro famiglie. Vorrei ricordare al signor presidente del Consiglio che questi imprenditori non si sono suicidati nei bagni delle sale da gioco o nei villaggi turistici, ma all'interno della loro azienda''.
Qui in Veneto, ricorda ancora il governatore, ''abbiamo la piccola e media industria, non i bond internazionali. Il datore di lavoro ha un impegno che e' etico e morale nei confronti dei propri lavoratori e la sua sfida e' la stessa dei suoi dipendenti''. ''E se uno arriva a suicidarsi - rincara Zaia - ci saranno pure dei motivi, non sempre riconducibili all'inefficienza dell'ente pubblico, visto che spesso sono anche i privati a non pagare i loro conti''. La questione dei suicidi, conclude Zaia, ''non puo' essere liquidata come fa Monti''. 

lunedì 23 aprile 2012

Maroni: «La Lega non cambia, noi non abbiamo bisogno di trucchetti»


La Lega è dei militanti che sono i nostri diamanti» e il partito «non cambierà» perché noi «non abbiamo bisogno di questi trucchetti». Stoccata di Roberto Maroni ad Angelino Alfano che ha annunciato grandi cambiamenti per il Pdl. «Gli altri partiti hanno bisogno di continuare a cambiare - ha detto Maroni a Savona - Ho visto l'annuncio di Alfano della "più grande rivoluzione per la politica italiana". Noi siamo orgogliosi di essere della Lega Nord, delle nostre bandiere, perchè la forza della Lega Nord sta nel progetto. Non abbiamo bisogno di questi trucchetti».
CALDEROLI : «VOTO BOBO» - All'indomani del nuovo incontro pubblico tra Maroni e Umberto Bossi, Roberto Calderoli ha affermato che sosterrà «con convinzione» la candidatura dello stesso Maroni a segretario della Lega Nord. «Ma il chiarimento con Umberto Bossi - ha avvertito l'ex ministro - deve essere definitivo». Intervistato da Maria Latella su Sky l'esponente leghista, uno dei Triumviri del Carroccio, coinvolto nello scandalo che ha travolto la Lega, ha sostenuto di aver sempre pagato «indirettamente» per l'appartamento romano del quale usufruiva e di aver avuto dal partito «solo rimborsi spese»
TSUNAMI - «È come se sulla Lega si fosse scatenato uno tsunami», ha detto poi. «Quando ho sentito di oro e brillanti - ha aggiunto - ho pensato spuntasse James Bond o Diabolik». E ancora: «mi è venuto un coccolone alla notizia degli investimenti in Tanzania».

Dall'Unesco al molo da levare De Magistris è il re del flop - Il Giornale

Roma - A questo punto anche il sindaco di Samarra, Iraq, può aspirare ad un sondaggio che lo dia tra i più amati del medio oriente. In fondo De Magistris ce l'ha fatta (seguito di poche lunghezze dal collega barese Emiliano, quello che delle cozze pelose), e in comune hanno qualcosa. Luigi De MagistrisIngrandisci immagineEntrambi governano una città che per l'Unesco è un patrimonio prossimo al disastro. Una lista complessiva di 35 luoghi del mondo, fatta dall'organismo dell'Onu, che a due anni dall'insediamento dell'ex pm al Comune di Napoli, potrebbe contare la prima città europea, novità assoluta in un elenco che si muove tra Afghanistan, Uganda, Tanzania, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Costa D'Avorio, Belize, Honduras, Pakistan, Yemen, Venezuela. Non sarebbe un bel primato per De Magistris il rivoluzionario. Il vicedirettore generale Unesco alla Cultura, che tra l'altro è un italiano, ha scritto una letteraccia al sindaco di Napoli, nel frattempo impegnato ad invitare, con una clip tragicomica, l'attore americano Al Pacino nella sua città ("Ciao Al, vieni a vivere l'emozione di questa città impregnata di cultura..."). "Illustrissimo signor sindaco - gli ha scritto invece Francesco Bandarin dell'Unesco -, ho ricevuto segnalazioni che lamentano lo stato deplorevole in cui versa il centro storico di Napoli. Mi permetto di rammentarle che l'Unesco nel 2012 dovrà ricevere un rapporto sullo stato di conservazione e sulle varie misure di protezione messe in atto per salvaguardare il centro storico". Un avvertimento che potrebbe precedere la retrocessione di Napoli nella blak list dei patrimoni culturali in degrado. "Un evento considerato quasi impossibile fino a un paio di anni fa - ha scritto il Mattino in un editoriale -. Napoli non merita questa vergogna". Il fatto è che i 200 milioni di euro stanziati dalla precedente amministrazione comunale per il recupero del centro storico sono stati congelati e poi spostati, da Giggino 'O Flop, nel famigerato Forum delle culture, quello che finora si è segnalato per le gaffe e le dimissioni. Sì, quello del compenso di 300mila euro al designato presidente Roberto Vecchioni, poi dimessosi. Seguito a ruota, nelle dimissioni, dal direttore generale Francesco Caruso e dal musicista napoletano Beppe Barra. Un forum delle dimissioni. Iniziato anche quello col grande entusiasmo che caratterizza tutte le opere di De Magistris, uno che promette mari e monti sicuro del suo eccezionale carisma. "Entro sei mesi si proverà a raggiungere l'obiettivo del 70% della raccolta differenziata", azzardò a settembre dell'anno scorso. Della promessa è stata mantenuta solo una parte, cioè che sono effettivamente passati sei mesi, ma la raccolta a Napoli è un po' lontana dal 70%, visto che non supera il 18%. "Ammoderneremo le strade di Napoli", disse dopo essere stato eletto a furor di popolo partenopeo. Ma se si percorre la rete urbana si possono scoprire, come ha spiegato il suo assessore alla manutenzione delle strade, circa 370 nuove buche al mese. Cioè 37 buche fresche fresche che spuntano ogni giorno, nella città di De Magistris, aspirante leader nazionale. Ma di che si occupa allora il sindaco? Soprattutto di regate, nel senso dell'America's cup che, con grande orgoglio, De Magistris ha portato a Napoli. Ma anche qui sono grane. Intanto le spese. Quattro milioni di euro per creare una nuova scogliera sul lungomare e far approdare le barche della Coppa America, "peccato - annota il Corriere - che dovrà essere smontata subito dopo le regate". Poi altri soldi versati nelle casse degli organizzatori delle regate, voce riportata dall'esperto di nautica della Stampa, Fabio Pozzo, che osserva: "Venezia ha siglato il contratto (con America's cup) senza pagare. Non a costo zero, sia chiaro, ma avrebbe messo sul tavolo il suo appeal e poi, naturalmente, un pacchetto per marketing, personale, logistica, promozione, camere d'albergo. Napoli, invece, avrebbe essenzialmente pagato. Quel che è certo è che De Magistris ha pagato finora più di tutti gli altri". Come mai? Dentro mettiamoci anche gli allestimenti lussuosi decisi dal sindaco per la Casina pompeiana in Villa Comunale, uno delle principali location dell'evento: "Gli arredi sono stati comprati in una delle boutique più prestigiose di Napoli, a due passi da Palazzo San Giacomo - racconta il quotidiano napoletano Il Roma -: per ogni sgabello sono stati spesi 400 euro". E intanto la data d'inzio delle regate slitta...Ma De Magistris pensa in grande. C'è un sito che ha raccolto le gigginate, cioè le sparate megalomania che di De Magistris (giggineide.com). Roba come: "Ho un sogno che potrebbe concretizzarsi: portare il presidente degli Stati Uniti d'America Obama per Natale in città" (intervista a il Mattino di lunedì), a "gli assessori non avranno più le cosiddette auto blu ma avranno, se vogliono, un motorino elettrico", a "i Quartieri Spagnoli diventeranno come Montmartre", "Napoli può essere come Barcellona". O al peggio come Samarra, Iraq.

Istituzione della Leva Civica Volontaria Regionale


Presentato dalla Lega Nord progetto di legge di istituzione della Leva Civica Volontaria Regionale. Nel merito è intervenuto il primo firmatario e Presidente della Commissione Bilancio, Fabrizio Cecchetti.
“Si tratta di un progetto di legge completo – spiega Cecchetti – che punta all’istituzione della Leva Civica Volontaria Regionale e parte da due presupposti: da un lato la necessità di formare le nostre giovani generazioni al lavoro ed alla partecipazione , dall’altro i progressivi tagli dei trasferimenti statali che hanno gravato anche sulle risorse poste in essere da Regione Lombardia. Nonostante i tagli, la galassia di associazioni pubbliche e della società civile ha trovato forme alternative e creative per coinvolgere i nostri giovani, offrendo anche la possibilità di sbocchi lavorativi futuri per i ragazzi che decidono di intraprendere questo genere di esperienze. La Lombardia è stata la culla del servizio civile, riteniamo quindi che la Regione abbia il dovere di creare le condizioni normative ideali affinché gli enti di servizio civile, pubblici e del privato sociale, possano investire le proprie risorse sul futuro delle giovani generazioni.
Con questa legge Regione Lombardia si porrà all'avanguardia per ciò che concerne l'introduzione di strumenti innovativi per la gestione di una risorsa importante come il servizio civile, senza aggravio per il nostro bilancio regionale. La nostra proposta indica la durata dell'esperienza, i requisiti d’accesso e le specifiche relative alla formazione. Inoltre offriremo nuove opportunità di crescita formativa e di educazione alla cittadinanza ai nostri giovani. La finalità principale di questo progetto di legge presentato dalla Lega Nord – conclude Cecchetti – è quella di stimolare gli Enti locali e il privato sociale perché investano concretamente sulle nuove generazioni, arrivando ad attivare a loro volta ulteriori sostenitori finanziari e facendo conseguentemente crescere in maniera esponenziale il numero di volontari.”

domenica 22 aprile 2012

LEGA. CALDEROLI: PARTITO COMPATTO, COMMOSSO PER ATTESTATI STIMA SONO VITTIMA DI UN VILE ATTACCO MEDIATICO

"Se qualcuno, con i continui attacchi cui ci sta sottoponendo da due settimane, puntava a dividere la Lega Nord ha ottenuto il risultato completamente opposto. Sono rimasto sinceramente commosso e piacevolmente sorpreso per tutti gli attestati di stima e vicinanza che ho ricevuto da tantissimi nostri esponenti per il vile attacco mediatico di cui ieri sono stato vittima". Lo dice il senatore Ln e 'triumviro' Roberto Calderoli.
"In questo frangente cosi' delicato per il nostro movimento- aggiunge-, nonostante le tante amarezze e delusioni vissute negli ultimi giorni, ieri e' emerso lampante un aspetto estremamente positivo ovvero che tutti questi attestati di solidarieta' al sottoscritto sono stati assolutamente 'trasversali' all'interno del nostro movimento, arrivando sia da esponenti cosiddetti 'ultrabossiani' che da cosiddetti 'maroniani'".
Ieri, prosegue, "senza alcuna distinzione, sono tutti scesi in campo per manifestarmi il loro pieno sostegno: ci hanno attaccato e la Lega Nord, unita, ha fatto quadrato dimostrando una compattezza e una solidita' interna cui da tempo non assistevamo"

sabato 21 aprile 2012

Luca Zaia e Matteo Salvini

Luca Zaia e Matteo Salvini. Ecco la sequenza video estrapolata dalla trasmissione "Piazza Pulita" di La7, nella quale Matteo Salvini ha chiamato Luca Zaia in diretta TV per rispondere alle problematiche di un imprenditore veneto. VIDEO: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=am6uuckNbq4

venerdì 20 aprile 2012

Modello Americano per finanziamento ai partiti

Maroni sponsorizza 'Modello Americano' ma rivisto: stop finanziamenti per recuperare le risorse sul territorio 'E' una sfida. Un salto qualitativo e culturale''. Cosi' Roberto Maroni definisce la proposta della Lega Nord per riformare il sistema di finanziamento ai partiti. Il 'triumviro' leghista si dice favorevole ad ''un modello americano, seppur rivisto'', nel quale ''i partiti si devono autofinanziare, reperendo le risorse sul territorio, tra la gente''. ''E' una doppia sfida. Cosi' vedremo anche - spiega l'ex ministro - se la politica prevale sull'antipolitica. Io credo di si', la trasparenza e' l'unico strumento che puo' aiutare a superare la diffidenza''. Il ''modello americano'' che immagina Maroni differisce dall'originale perche' ''li' - spiega – le rappresentanze istituzionali hanno un forte sostegno che da noi non c'e' ''. (ANSA).

Maroni lancia gli stati generali della Padania

Cisano Bergamasco (Bergamo), 16 Apr - ''Vogliamo fare gli stati generali della Padania, un'assemblea tematica dove invitare tutti i nostri amministratori per discutere con loro delle soluzioni da dare ai problemi del mondo delle imprese, della pubblica amministrazione, dei cittadini, dei giovani e dei pensionati''. Lo ha annunciato oggi pomeriggio Roberto Maroni, a margine di un incontro alla sede della Lega Nord di Cisano Bergamasco (Bergamo). L'assise, ha detto, si terra' a meta' maggio e durera' un paio di giorni. ''Vogliamo dare risposte padane a problemi padani e solo noi possiamo farlo. E' un appuntamento - ha aggiunto - che abbiamo fatto nel 1991 e mi sembra una cosa utile. Questi temi saranno quelli che porteremo al congresso federale di fine giugno, quello diventera' il programma aggiornato della Lega''. L'idea degli Stati generali della Padania e' stata comunicata da Roberto Maroni durante l'incontro di stamani nella sede del consiglio regionale della Lombardia con il gruppo della Lega Nord al Pirellone. ''Ho detto anche - ha aggiunto Maroni - che stiamo finendo le pulizie di primavera e poi si parte con la nuova fase, quella congressuale che arrivera' al 30 giugno col congresso federale e con le nuove regole: soldi alle sezioni e non in Africa, meritocrazia, largo ai giovani e chi sbaglia paga, chiunque sia''

giovedì 19 aprile 2012

Crisi: Zaia, Monti venga a parlare in Veneto

''Sui suicidi di imprenditori, il presidente Monti venga a parlare in Veneto''. Lo ha detto Luca Zaia, governatore regionale, a margine di un convegno a Vicenza''. Facendo riferimento a quanto dichiarato ieri dal presidente del Consiglio sui suicidi di imprenditori in difficolta', Zaia ha ribattuto: ''Lo venga a dire in Veneto, che glielo spieghiamo di persona. Ci vuole rispetto per loro e le loro famiglie. Vorrei ricordare al signor Presidente del Consiglio che questi imprenditori non si sono suicidati nei bagni delle sale da gioco o nei villaggi turistici, ma all'interno delle loro aziende''. Il governatore veneto ricorda che ''qui abbiamo ancora la piccola azienda, non abbiamo i board internazionali. Il datore di lavoro ha un impegno che etico e morale nei confronti dei propri lavoratori. La sfida del datore di lavoro e' la sfida del lavoratore. E se uno arriva a suicidarsi ci saranno pure dei motivi, non sempre riconducibili all'inefficienza dell'ente pubblico, ma anche a chi non paga il conto e che spesso e' un privato''. ''Ma - ha concluso Zaia - non si puo' liquidare la questione come la sta liquidando Monti'

CALDEROLI: “VERSO 3000 EURO AL MESE ALLA LEGA, MI PAGO LE SPESE E BENEFICIO DI UN CASA-UFFICIO PER SVOLGERE IL MIO INCARICO PER IL MOVIMENTO A ROMA

“Siamo all’incredibile. Si viene infangati per aver fatto il proprio dovere, per aver lavorato e tanto!
E tutto questo senza aver mai preso un euro di stipendio, per aver lavorato sette giorni su sette, tutte le settimane dell’anno!
Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese, quando io ne verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord.
Come ho già spiegato nelle scorse settimane da 10 anni svolgo l’incarico di Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord, incarico che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, tutte le settimane dell’anno, feste, sabati e domeniche compresi, con una media di quasi 100mila km l’anno, girando in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale.
Per questo mio lavoro non ho mai percepito un’indennità e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso.
Da un anno e mezzo la Lega Nord ha sottoscritto un contratto di affitto per un appartamento a Roma che è stato dato in uso a me, come mia residenza e mio ufficio dove poter incontrare, anche riservatamente, i vertici del movimento e delle altre forze politiche.
Buona parte dei decreti delegati del Federalismo fiscale sono stati studiati e partoriti in quella sede.
Io a Roma non ho fatto semplicemente il lavoro di senatore o quello di ministro, o meglio per quattro ministri avendo avuto anche le loro deleghe, ma ho dovuto svolgere al meglio quanto mi era richiesto dal movimento ovvero il Coordinamento delle stesso nelle sedi istituzionali della Capitale, i rapporti con le altre forze politiche, il ruolo di portavoce del movimento in seno al Governo, oltre a qualunque altra iniziativa delegatami da Umberto Bossi per l’attività ed il bene del movimento.
Al netto di tutto questo, a fronte di questi accordi sottoscritti con il movimento, ho beneficiato di uno strumento di lavoro, ma verso 3000 euro mensili al partito e mi faccio carico delle spese che sostengo in qualità di Coordinatore del movimento.
Tutto quanto da me dichiarato è assolutamente circostanziato e dimostrabile e tutto questo è noto anche l’attuale Segretario Amministrativo della Lega Nord.

Avviso Dote Impresa - Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Obiettivo dell’intervento è sostenere il miglioramento e l’innalzamento del livello delle conoscenze e competenze in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL), ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e della vigente normativa di settore.
L’iniziativa prevede l’attivazione di specifici percorsi formativi rivolti al personale competente delle micro e piccole imprese lombarde.
Una particolare attenzione sarà prestata alle priorità settoriali individuate sulla base dei criteri di graduazione del rischio, condivisi e/o modulati nell’ambito dei Comitati di Coordinamento Provinciali ex art. 7 del D.Lgs. 81/2008, coordinati dalle ASL.
La domanda di dote può essere presentata, a partire dalle ore 12 del 18 aprile 2012 fino ad esaurimento delle risorse, mediante il sistema informativo Gefo: https://gefo.servizirl.it/

mercoledì 18 aprile 2012

Pulize di primavera

La Lega non è una storia finita

C'E' TROPPA fretta di liquidare la Lega. Come si trattasse di una storia finita. Non tanto a causa delle promesse deluse dalla Lega stessa. Di certo non per merito degli avversari politici. Tanto meno per l'intolleranza sociale verso i messaggi intolleranti espressi dai suoi leader e dai suoi uomini. Ma per effetto delle inchieste giudiziarie. Una nemesi, visto che vent'anni prima proprio la Lega  -  insieme a Berlusconi  -  aveva beneficiato del vuoto politico prodotto da Tangentopoli. 

Ma bisogna fare molta attenzione prima di dare la Lega per finita. I sondaggi, per primi, non accreditano questa idea. L'Ispo di Renato Mannheimer, proprio ieri, sul Corriere della Sera, stimava i consensi leghisti poco sotto il 7%. Rispetto a una settimana prima: un punto percentuale in meno. Abbastanza, ma non tanto da profetizzare un declino  -  rapido e irreversibile. Meglio, dunque, attendere altre occasioni per verificare la tenuta della Lega, dopo questi scandali. Senza, però, affidarsi troppo alle prossime amministrative. Certamente significative. Ma condizionate dalla specificità delle consultazioni. Una sorta di presidenziali "locali", dove contano soprattutto i temi territoriali e, anzitutto, la personalità dei sindaci. Si pensi alla città, forse, più importante, fra quelle al voto: Verona. Dove Flavio Tosi si ripresenta, alla testa di una lista civica "personale". Contro la volontà di Bossi e dei "bossiani". Se Tosi ri-vincesse cosa non improbabile, si tratterebbe di una vittoria di Tosi (e del suo amico Maroni) contro Bossi oppure di un successo della Lega contro tutti gli altri partiti? 

Il risultato delle prossime amministrative assumerà, dunque, grande importanza. Ma non fornirà un verdetto definitivo e, soprattutto, chiaro sul futuro. Occorrerà attendere le elezioni politiche del 2013 per capire quanto contino davvero la Lega  -  e gli altri partiti. 

Tornando ai sondaggi, anche l'Ipsos di Pagnoncelli, martedì scorso, a Ballarò, aveva mostrato una flessione della Lega: dal 9,5% al 6,5%. Ma nei giorni seguenti ha rilevato una ripresa sensibile. Che ha riportato la Lega su livelli vicini al risultato delle politiche del 2008. 

Questo rimbalzo può avere spiegazioni diverse e non alternative. In primo luogo, il "rituale di espiazione" celebrato a Bergamo martedì scorso. La messa in scena della "confessione" e della "penitenza". L'espulsione e le dimissioni dei colpevoli. (Solo alcuni, certo). L'ammissione di colpa del gruppo dirigente. Bossi per primo. (Che pure ha rilanciato la famigerata "teoria del complotto"). Di fronte al "popolo padano". E, soprattutto, alle telecamere. Uno spettacolo di successo, che è servito ai leader della Lega per marcare la propria "diversità"  -  anche in mezzo alla crisi  -  rispetto agli altri partiti maggiori. Tutti coinvolti da scandali e inchieste: non hanno preso provvedimenti altrettanto eclatanti e visibili. 

Lo stesso discorso vale per i rimborsi elettorali. La Lega ha annunciato la volontà di rinunciare all'ultima tranche. Mentre gli altri partiti discutono "se" congelarla. E su come regolamentare i finanziamenti pubblici (bocciati dai cittadini in un referendum di quasi vent'anni fa). La Lega ha, dunque, reagito all'ondata di discredito provocata dalle inchieste giudiziarie con iniziative auto-assolutorie e promozionali, che potrebbero avere effetto. Anche perché può contare su alcune "buone ragioni" per resistere sulla scena politica ed elettorale ancora a lungo. Ne cito solamente alcune.

a) È radicata sul territorio, dove dispone di una base di militanti attivi molto ampia. Riprendo i dati offerti da un'accurata ricerca di Gianluca Passarelli e Dario Tuorto (Lega e Padania, in uscita per "il Mulino"): 1.441 sezioni (995 tra Lombardia e Veneto) e 182mila iscritti. Oltre la metà di essi frequenta esponenti del partito con assiduità, almeno una volta a settimana. Il 40% partecipa regolarmente alle manifestazioni elettorali e alle feste di partito. Sono politicamente informati e coinvolti. La Lega, inoltre, è al governo in centinaia di comuni, 16 province e due regioni. Difficile "scomparire" quando si è così immersi nella società e nel territorio.

b) Dispone di una base elettorale fedele di notevole entità. Il 4-5% degli elettori, infatti, l'hanno sempre votata. Anche nei momenti più difficili. Disposti a negare la realtà pur di non contraddire la propria "fede". Proprio come in questa fase. 

c) La Lega, oggi, costituisce il principale antagonista del governo Monti, in Parlamento. Inevitabile che sfrutti la propria rendita di (op)posizione. Tanto più se  -  come sta avvenendo in questo periodo  -  la fiducia nel governo, fra i cittadini, tende a calare. 

d) Il clima d'opinione generale è intriso di sfiducia verso i partiti. Pervaso da un diffuso sentimento antipolitico. E la Lega ne è, paradossalmente, artefice e beneficiaria. Alimenta la sfiducia politica attraverso i suoi comportamenti e, al tempo stesso, rischia di avvantaggiarsene.

e) D'altronde, nessuno tra i partiti maggiori ha beneficiato del calo della Lega. Gli elettori leghisti in "uscita" si sono parcheggiati nell'area grigia del "non voto" e dell'indecisione. L'unico vero attore politico che sta traendo profitto dall'onda antipolitica, in questo momento, pare il movimento 5 Stelle di Grillo, stimato ormai oltre il 6%.

Naturalmente, la Lega non sta bene. È scossa da molti problemi. Profondi. Che, tuttavia, pre-esistono agli scandali delle ultime settimane. In particolare e soprattutto: non ha mantenuto la promessa di "rappresentare il Nord". Di realizzare il federalismo, modernizzare le istituzioni, ridurre la burocrazia centrale e locale, ridimensionare la pressione fiscale, abbassare i costi della politica. In parte, è stata coinvolta in queste stesse logiche. Inoltre, è, da tempo, teatro di una sanguinosa "guerra di successione". In vista di una leadership che le permetta di sopravvivere "dopo" e "oltre" Bossi. Una questione momentaneamente congelata. Ma destinata a riaprirsi in fretta, con esiti incerti. Anche perché il "centralismo carismatico" è parte dell'identità e dell'organizzazione leghista (come chiarisce bene il saggio dell'antropologo Marco Aime, Verdi tribù del Nord, pubblicato da poco da Laterza).

In generale, il problema della Lega è che si è "normalizzata". Mentre i suoi successi scandiscono le crisi e le fratture della nostra storia recente. La Lega. Ha contribuito a far crollare la Prima Repubblica e ha lanciato la sfida secessionista del 1996. Ha sfruttato le paure della crisi globale dopo il 2008 e l'onda antipolitica degli ultimi anni. La Lega. È cresciuta e si è consolidata nella stagione del berlusconismo. Ma oggi la Prima Repubblica è lontana, il berlusconismo si è chiuso. E la Lega appare un partito (fin troppo) "normale". Costretta, a simulare e a esibire la propria diversità per resistere, in questa Repubblica provvisoria. È in difficoltà. Ma chi pensa di affidare ai Magistrati il compito di "sconfiggerla" politicamente si illude.