martedì 30 aprile 2013

Maroni: saremo all'opposizione


Il segretario della Lega Nord: la nostra agenda è l'agenda del Nord, macroregione, no allo stato centralista, il 70% delle tasse del Nord restino al Nord


La lega sarà all'opposzione. "Non entreremo nel governo", diceRoberto Maroni al termine delle consulazioni con il premier  incaricato Enrico Letta. "Per prudenza asolteremo in Aula l'intervento del Presidente del Consiglio ma questa sarà la nostra posizione", spiega Roberto Maroni che aggiunge: "Non siamo interessati a farlo, abbiamo dato a Letta la nostra agenda che è l'agenda del Nord: attendiamo di sapere che questi punti saranno quelli del programma di governo, in caso contrario, all'opposizione. Un occposione oncreta, non ideologica e con un rapporto dialettico che punta a risolvere i problemi". Lo dice Roberto Maroni dopo il colloquio con Enrico Letta. 

I tre punti del Governatore  - Maroni ha indicato a Letta tre punti: macroregione del Nord, il 75% delle tasse del nord rimanga al nord, no allo Stato centralista. Maroni, in quanto Presidente della regione Lombardia ("una regione più grande del Belgio"), non vuole avere come interlocutore a Roma "il ministro per la Coesione territoriale, ma direttamente il Presidente del Consiglio".   Maroni ha aggiunto che la Lega è soddisfatta per l’incarico a Letta perchè "l'incarico non è stato dato alle persone su cui avevamo una netta e totale pregiudiziale. La nascita di un governo è l’unico modo per risolvere i problemi: delle imprese che chiudono, del lavoro che manca e delle famiglie non arrivano a fine mese"

L'attacco a Grillo -  "Sono rimasto deluso dai grillini.  Invece che avere un atteggiamento di sana politica, stanno   all’opposizione perché sanno che avranno le poltrone garantite   all’opposizione. Nè più nè meno di quello che si faceva nella Prima  Repubblica. Noi della Lega non chiediamo nulla", ha precisato Maroni. E poi su Enrico Letta spiga di averlo visto consapevolo delle sue responsabilità: "Non so se  ottimista o pessimista, ma determinato, concreto e consapevole della  sua responsabilità. E’ consapevole che il suo tentativo è decisivo.Se fallisce si va dritti al voto anticipato".

lunedì 29 aprile 2013

Salvini contro la Kyenge: "Simbolo di una sinistra buonista"


Il leghista contro l'esponente del Pd: "Faremo opposizione totale al suo ministero". Quindi sulle donne del Pdl: "Ma che c'entrano ad Agricoltura e Sanità?"



Tra gli arrabbiati dopo la nascita del governo c'è la Lega Nord che subito dopo l'elezione del presidente della Repubblcia si è collocata all'opposizione. Il primo a commentare la lista dei ministri è stato Matteo Salvini, segretario del Carroccio in Lombardia. Nel mirino innanzitutto il primo ministro di colore della storia repubblicana,Cecile Kyenge, a cui a sorpresa è stato affidato il ministero dell'Integrazione.

"Sinistra buonista" - Salvini ha dichiarato: "Siamo pronti a fare opposizione totale al ministro per l’Integrazione, simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai  doveri". Uno dei primi atti annunciati della neo-ministro è, infatti, proprio la cancellazione di questo reato, e i suoi trascorsi nel mondo delle Ong a favore degli immigrati lasciano immaginare una rapida proposta legislativa in tal senso da parte della Kyenge. 

Contro gli azzurri - Ma il dirigente della Lega ne ha anche per il Pdl e, in particolare, Beatrice Lorenzin  e Nunzia De Girolamo, nominate rispettivamente ministro della Salute e delle Politiche Agricole: "Il presidente Letta mi spiega cosa c'entrano le (pur simpatiche) ministre De Girolamo e Lorenzin, con l’Agricoltura e la Salute?", chiede Salvini. "E il sindaco di Padova Zanonato, cosa c'entra con lo Sviluppo? Mi pare un Governo fatto estraendo i numeri al Lotto", ha chiosato. Sono "orgoglioso di una Lega che non prende parte a questi giochini", ha concluso.

Cecile Kyenge: neo-ministro dell’integrazione. chiede l’abrogazione della Bossi-Fini



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Cecile Kyenge, neo-ministro dell’integrazione e’ portavoce di “Primo Marzo”, un progetto di partecipazione dal basso impegnato nella lotta al razzismo e nella difesa dei diritti umani, formato da una rete di comitati territoriali nato nel 2009. L’iniziativa riunisce italiani, migranti, seconde generazioni: tutti accomunati dal rifiuto del razzismo e della cultura dell’esclusione.
L’1 marzo 2010 il movimento ha organizzato una giornata di mobilitazione e sciopero indirizzata a far comprendere “quanto sia determinante l’apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra societa’ e come sia importante che italiani vecchi e nuovi si impegnino insieme per difendere i diritti fondamentali della persona, combattere il razzismo e superare la contrapposizione tra ‘noi e loro’”.
L’associazione tra l’altro chiede l’abrogazione della Bossi-Fini e, in particolare, del nesso tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno; rivendica l’applicazione e l’estensione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione come tutela per tutti i lavoratori che denunceranno di essere stati costretti all’irregolarita’ del lavoro; l’abrogazione del reato di clandestinita’ e del pacchetto sicurezza; l’abolizione del permesso di soggiorno a punti; la chiusura dei CIE; una regolarizzazione che sia una soluzione reale e rispettosa dei diritti umani e della dignita’ delle persone; il passaggio dal concetto di ‘ius sanguinis’ a quello di ‘ius soli’ per il riconoscimento della cittadinanza e una legge che garantisca l’esercizio della piena cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia; una legge organica e adeguata per la tutela dei rifugiati e dei richiedenti asil

sabato 27 aprile 2013

Il giorno Bocciata la nuova pista ciclabile


Cassano d'Adda, polemiche


Il sindaco garantisce: "Presto arriveranno nuovi correttivi"
di Monica Autunno

Rendering della nuova pista ciclabile
Rendering della nuova pista ciclabile

di Monica Autunno
Cassano d'Adda, 25 aprile 2013 - L’eterno cantiere è rimosso, per la nuova ciclabile lungo il Naviglio esordio “bagnato” anche dalle critiche. Più “pedonale” del previsto e incomprensibilmente “monca”, l’opera non piace a tutti, e c’è chi in rete grida proprio allo scandalo: «Soldi che potevano esser spesi meglio».


Due gli elementi che fanno discutere: da pista ciclabile “semplice”, destinata a completare il tratto che già collega Groppello a Cassano d’Adda, l’intervento si è trasformato in remaquillage totale, con la pedonalizzazione, fuori programma, di un centinaio di metri di percorso dopo Cascina Volta. Cambia dunque radicalmente la viabilità, e non mancano i disagi.

Altro paradosso, la nuova ciclabile si interrompe una ventina di metri prima del ponte sul Naviglio del centro sportivo, lasciando senza protezione un tratto peraltro abbastanza pericoloso. Ma su entrambe le questioni, il sindaco garantisce: «Presto correttivi viabilistici e una nuova tranche di lavori che completi la struttura». La realizzazione della “ciclabile della Volta” era in programma da molto tempo. Il progetto iniziale prevedeva la ciclopedonale, il restringimento della carreggiata carrabile e l’istituzione di un senso unico di marcia. In corso d’opera il cambio di rotta, e la decisione di istituire, all’altezza della Volta, un’isola pedonale. Le auto dirette da Groppello a Cassano devono dunque svoltare obbligatoriamente in via Pascoli per dirigersi in centro, o optare per la più lunga circonvallazione di Groppello. Meno problematico il transito in senso sud-nord.

«L’isola pedonale - spiega in Comune Roberto Maviglia - è stata decisa perché, mantenendo il transito delle auto anche in un solo senso, non si sarebbe riusciti a realizzare un pista ciclabile di grandezza regolamentare. È vero che c’è un problema, in particolare nella giornata del giovedì, quando l’asse di via Carlo d’Adda ospita il mercato: stiamo valutandolo, e penso sarà risolvibile con qualche modifica ai sensi unici». Il tratto che ancora manca? «La verità è che non era finanziato. Stiamo provvedendo con fondi comunali, e contiamo di prolungare la ciclabile quanto prima, in modo da farla arrivare al ponticello del centro sportivo e a eliminare il tratto ancora sprovvisto. Sono bene a conoscenza delle critiche. Sistemeremo tutto quanto possiamo: resta la nostra soddisfazione per l’intervento, che risolve un problema annoso di pericolo».

Maroni vogliamo le commissioni

“Questo è il nostro programma, se non sarà nei primi punti del programma del presidente incaricarto noi saremo all’opposizione e fuori dal governo”. Il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni si presenta così nella Sala Aldo Moro di Montecitorio dopo le consultazioni con Enrico Letta (Pd), in mano tiene il libro ‘Prima il Nord’. Dall’opposizione il segretario leghista rivendica la presidenza di alcune Commissioni. Come il M5S chiede una giornalista e Maroni risponde: “Non rivendichiamo nulla, non siamo interessati alle poltrone; sono deluso dal MoVimento Cinque Stelle – afferma il numero uno del Carroccio – il nuovo che avanza già si manifesta con la richiesta delle poltrone, noi pretendiamo di rappresentare la politica con la p maiuscola, che si occupa di temi, di programmi e non di poltrone, anch’io – continua – ho sentito questa cosa dei grillini: non sono nè più e nè meno di quello che succedeva nella prima Repubblica, stanno – conclude – all’opposizione perché c’hanno le poltrone garantite”  di Manolo Lanaro

mercoledì 24 aprile 2013

GOVERNO:ZAIA,SUBITO GRANDE COALIZIONE MA NO AMATO PREMIER


Per il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, 'come in Germania e in Francia, si deve fare subito una governo di grande coalizione dove il collante tra i partiti sia il programma delle cose fare. Non sta a me dire se la Lega vi entrera' o no. Lo decidera' Maroni'. Il presidente, in un'intervista al 'Corriere Veneto', rileva che la Lega e' pronta 'a sostenere un Governo che faccia delle priorita' del Nord le sue prioprita', accelerando sul terreno delle riforme, a cominciare da quella del federalismo sepolta da Monti in un cassetto, e investendo sul rilancio dell'economia e sulla piena occupazione, specialmente dei giovani'.

Zaia boccia sia l'ipotesi che il futuro premier sia Amato ('abbiamo una pregiudiziale insuperabile') sia quella di un Governo tecnico ('abbiamo visto quel che combinano i tecnici al potere. Insistere sarebbe da masochisti'). Riferendosi al M5S il presidente dichiara di essere 'molto preoccupato: il fenomeno merita attenzione e non va preso sotto gamba. In piazza ho visto tanti ragazzi che hanno idee anche rispettabili ma che intendono realizzarle bypassando la democrazia. Si scordano che Grillo - spiega - ha preso il 25%, non il 100%: e' minoranza, dunque deve accettare il confronto e se lo perde, come e' accaduto sulla Presidenza della Repubblica, deve accettare il verdetto della maggioranza. Se il M5S intende sovvertire queste regole significa che punta all'anarchia. E poi, va bene il web, ma non si governa a colpi di demagogia'.
Riguardo alla vittoria di Debora Serracchiani, Zaia e' certo che il Friuli V.G. 'resta un alleato fondamentale del Veneto'; diversa invece l'analisi sul forte astensionismo degli elettori: 'il Paese - conclude - continua a lanciare segnali incontrovertibili. Vedremo fino a quando resteranno inascoltati'

martedì 23 aprile 2013

Fontana: "Politica commerciale, concorrenza sleale, Schengen, euro, BCE: l'Europa deve cambiare a 360 gradi. Si diano fondi a imprese e disoccupati, non alla Turchia

Nella sessione plenaria dell'Europarlamento, tenutasi presso la Sede di Strasburgo, l'on. Lorenzo Fontana - capodelegazione del Carroccio in Europa - è intervenuto duramente contro le politiche europee, complici della distruzione dei singoli mercati interni. Nell'ambito del dibattito sul futuro dell'Unione, svoltosi alla presenza del Primo Ministro finlandese Jyrki Katainen, l'eurodeputato veronese ha criticato aspramente l'approccio con cui l'UE sta affrontando la crisi economica, ritenendolo controproducente. "Alcuni colleghi puntano il dito contro l'insorgere dei cosiddetti «populismi», ma è evidente che l'Unione ha commesso degli errori, dal momento che nel mio Paese si registrano continui suicidi di imprenditori, dovuti anche all'austerità imposta dall'Europa" ha sottolineato in apertura. "Secondo noi, l'Europa dovrebbe rifondare radicalmente le sue politiche: penso alla politica commerciale comunitaria che, nel suo complesso, va riformata, in quanto è evidente la necessità di tutelare le nostre produzioni dalla concorrenza sleale dei paesi stranieri; penso che gli accordi di Schengen debbano essere cambiati, perché hanno portato tanti problemi, anche a livello di sicurezza, a causa della dissennata libertà di circolazione; penso infine alla BCE, che dovrebbe iniziare ad aiutare meno le banche e di più le imprese". "Ho inoltre una proposta" conclude Fontana: "perché invece di dare un miliardo di euro alla Turchia per farla entrare in Europa, non destiniamo questi fondi per aiutare le imprese e i disoccupati?"

Concorsi regionali per i docenti

La Lega Nord propone di istituire concorsi regionali per gli insegnanti. Il progetto interviene sulla disomogeneità di valutazione (segnalata anche da varie indagini internazionali) che penalizza le regioni del Nord, avviando un percorso di riequilibrio.

lunedì 22 aprile 2013

Quirinale: Bossi, no governo Amato. Ha spazzato via conti correnti padani



Quirinale: Bossi, no governo Amato.Ha spazzato via conti correnti padani
- La Lega Nord non appoggera' un governo Amato. Lo afferma Umberto Bossi, presidente federale della Lega Nord, parlando con i cronisti a Montecitorio.

''Amato ha gia' spazzato via i conti correnti di tutti i padani, non ci piace'', aggiunge Bossi.

QUIRINALE: CALDEROLI "NAPOLITANO? NON C'ERA ALTRO DA FARE"

"A questo punto non c'era nient'altro da fare davanti a un Parlamento incapace di eleggere un Presidente della Repubblica e poi di un governo. Il Paese ha bisogno di risposte concrete ed e' impensabile che dopo due mesi manchi un governo.
Napolitano e' il primo mattone per costruire il governo. Nel momento in cui il partito di maggioranza relativa, il Pd, non era in grado di esprimere alcun candidato, l'unica persona che poteva ricevere i voti di tutto il partito era proprio Napolitano". Lo ha detto a Tgcom24 Roberto Calderoli, dopo la riconferma di Giorgio Napolitano, durante "L'intervista della Domenica di Alessandro Banfi".
Su Napolitano Calderoli ha osservato: "Io non avevo votato Napolitano quando era stato eletto la prima volta. Conoscendolo poi ho detto che Napolitano e' come l'Amarone, migliora col tempo.
Infatti la mia opinione su di lui e' via via migliorata. Sono rimasto sconcertato pero' quando, invece che mandare il Paese al voto, dopo le dimissioni forzate di Berlusconi, ha dato l'incarico a Monti. Fu un errore enorme".

venerdì 19 aprile 2013

La Lega: «Case popolari e asili nido soltanto ai residenti da più di 15 anni»


Cecchetti: poche risorse, intervento necessario. «Nei nidi tetto del 5% di stranieri». 

Asili e case popolari. E poi bonus bebè, voucher e buoni scuola. Beni «limitati» da destinare agli italiani o al massimo agli stranieri residenti in Lombardia da quindici anni o più. E gli altri? Per gli altri extracomunitari rimarrebbero le briciole. Il cinque per cento del totale delle risorse, di tutti i servizi erogati dalla Regione. Il welfare lumbard scatena polemiche solo ad annunciarlo. Fabrizio Cecchetti della Lega Nord, vicepresidente del Consiglio regionale (nella passata legislatura è stato anche il numero uno dell'aula), ha scritto e depositato la proposta. Al Pirellone se ne discuterà nelle prossime settimane: «Considerato il periodo di forte crisi economica la necessità di migliorare la gestione delle risorse finanziarie disponibili, riteniamo doveroso intervenire in questo senso».

I progetti di legge sono tre. I primi due introducono il termine temporale di quindici anni di residenza («continuativa») sul territorio regionale per «i benefici in materia di diritto allo studio e dei servizi in ambito sociale e sociosanitario». Per ottenere, appunto, la precedenza nelle graduatorie degli asili nido. La terza proposta riguarda invece l'accesso all'edilizia residenziale pubblica: oltre ad alzare gli anni di residenza necessari da 5 a 15, la legge riserverebbe una quota massima del 5% per assegnazione degli alloggi Aler agli extracomunitari. «In questo modo si andrà a riequilibrare una situazione assurda che fino ad oggi ha visto premiare gli ultimi arrivati a scapito di chi risiede da sempre in Lombardia e si trova paradossalmente scavalcato in graduatoria» E Roberto Maroni? Il neogovernatore è informato dei progetti firmati dal suo gruppo? «Lui ne aveva già parlato in campagna elettorale come di una possibilità. Si tratta di una proposta, beninteso. E come tale rivedibile e modificabile», dice il firmatario.

In queste ore il presidente lombardo è a Montecitorio per l'elezione del presidente della Repubblica. L'assessore alla Casa Paola Bulbarelli (Pdl) non si vuole sbilanciare: «Valuteremo passo passo. Ora è prematuro parlarne, perché la priorità per noi è cambiare il volto delle Aler lombarde. Dobbiamo commissariare i cda delle 13 aziende provinciali e poi arrivare alla riforma che prevede la riduzione del numero delle sedi e la cancellazione di tanti posti nei cda. Poi ragioneremo anche sui nuovi criteri di assegnazione degli alloggi. A 360 gradi». 



Case Aler (Fotogramma)Case Aler (Fotogramma)



Milano Mediatori del Comune per convincere la gente ad accogliere i nomadi!!!


I quartieri protestano contro il degrado delle "mini-bidonville". La giunta stanzia 40mila euro per progetti di sensibilizzazione

E ora viene fuori che sono i milanesi quelli da educare. Quelli che non sanno convivere con i rom e devono imparare a farlo. La giunta Pisapia stanzia 40mila euro per organizzare - si legge letteralmente nel provvedimento - «progetti volti alla sensibilizzazione dei cittadini contro la discriminazione».

L'investimento dell'amministrazione comunale si affianca ai 56mila euro stanziati per i controlli nei campi da parte della polizia municipale e ai 540mila euro previsti per interventi di promozione dell'integrazione. Quasi come se la mancata integrazione dei rom fosse una questione di marketing. Ora si dà una bella ripulita ai pregiudizi, si crea una nuova immagine dei nomadi e via, tutti amici: milanesi e zingari. Lo sgombero non va più di moda, si cerca a tutti i costi di favorire un insediamento in pianta stabile. E nella delibera del piano rom si usano mille termini diversi (inclusione abitativa, sosta per i nuclei familiari che praticano il nomadismo, centri di emergenza sociale) ma significano tutti la stessa cosa: nuovi campi.

Insomma, non viene minimamente ascoltata la voce dei residenti che, esasperati, cominciano a scendere in piazza e srotolano striscioni perché non ne possono più di vedersi spuntare campi rom sotto casa, di convivere con furti in casa e con bollette della luce raddoppiate perché dalle roulotte i nomadi si allacciano abusivamente ai cavi. «Pisapia - accusa il leghista Alessandro Morelli - spende i soldi pubblici per trovare lavoro ai rom. Grazie a nome dei milanesi disoccupati, dei precari del Comune (lasciati a casa) e di quelli di Sea handling che non sanno nulla del loro futuro». Il Comune sembra ignorare il peso di manifestazioni come quella dell'altro ieri contro il campo di Dione Cassio. «Le tensioni dell'altro giorno - commenta invece Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega - sono la conseguenza di una politica irresponsabile e lontana dalle reali esigenze della cittadinanza milanese». 

Ma non tutti la pensano così. L'associazione di volontari Naga «ribalta la frittata» e chiede un intervento urgente perché sia garantita sicurezza ai rom, vittime di «intimidazioni, minacce, insulti razzisti e lancio di sassi». «La situazione continua ad essere molto tesa, si ha l'idea di una spirale di violenza razzista - spiegano i membri dell'associazione -. Alcuni rom, spaventati, hanno cominciato ad allontanarsi a piccoli gruppi. È evidente, ormai, che la discriminazione dei cittadini rom è così radicata, è talmente dentro la cultura in cui viviamo che non provoca alcuna reazione collettiva».

giovedì 18 aprile 2013

Salvini alla Sezioni


Riforme: Bitonci, bene invito a realizzazione federalismo

"Che il federalismo fiscale debba essere realizzato in pieno e non lasciato in un limbo indistinto e' senz'altro un invito che la politica e il prossimo governo hanno il dovere di accogliere in pieno", dice Massimo Bitonci, capogruppo al Senato della Lega Nord. "La realizzazione dei costi standard, della Carta delle Autonomie, la revisione del Patto di stabilita' interno, la creazione delle Macroregioni - prosegue - rappresentano a nostro avviso non solo la strada per una vera modernizzazione del Paese ma anche l'unico strumento concreto per uscire dalla crisi attraverso misure strutturali. Dopo l'umiliazione del governo Monti - conclude - e' giunto il momento di voltare pagina e portare a compimento la riforma sul federalismo".

Internet: Borghezio, Ue non lo difende da attacchi cyberpirati

L'Ue deve fare di piu' per difendere internet dagli attacchi dei 'cyber-pirati'. E' il senso dell'interrogazione che l'eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio ha rivolto alla Commissione Ue, in quanto - ha ricordato citando l'Enisa (l'Agenzia Ue per la sicurezza informatica) - ''i fornitori di servizi internet sono ancora impotenti di fronte ai cyber-attacchi di grandi dimensioni''. Questi, infatti, ''non sono stati in grado di prevenire e contrastare l'attacco sferrato nel marzo scorso da un gruppo di cyber-pirati avverso l'organizzazione di lotta contro lo 'spamhouse', di modo che vi sono stati ritardi notevoli nell'attivita' su internet soprattutto in Gran Bretagna e in Germania, ma anche in altri Paesi Ue''. Da qui l'interrogazione di Borghezio alla Commissione Ue, in cui l'europarlamentare chiede ''quali urgenti misure la Commissione intende attuare, posto che questi cyber-attacchi, come quello citato che ha raggiunto le dimensioni di piu' di 300 gbit di dati al secondo, stanno registrando una sempre maggiore ampiezza senza che siano state attuate adeguate protezioni contro gli attacchi diretti, compromettendo anche i punti di scambi commerciali internet, che pure beneficiano normalmente di infrastrutture molto potenti''

mercoledì 17 aprile 2013

Lavoro/Lega: Pd e Grillo perdono tempo, da noi proposte concrete già presentate in Parlamento



"Oggi siamo in piazza insieme ai lavoratori perché le loro ragioni sono l'unica priorità' che questo Governo deve avere. I balletti del Pd e gli scioperi di Grillo fanno solo perdere tempo. Il lavoro deve tornare ad essere in cima alle urgenze. Se gli ammortizzatori in deroga non saranno finanziati correremo il serio rischio di lasciare in mezzo ad una strada migliaia di lavoratori e di far chiudere centinaia di aziende. Non possiamo perdere altro tempo. Mentre gli altri giocano a chi si accaparra piu' poltrone noi abbiamo gia' depositato in Parlamento una proposta di legge a tutela degli esodati".

Lo dichiarano i parlamentari Massimiliano Fedriga e Manuela Munerato presenti alla manifestazione organizzata questa mattina da CGIL, CISL e UIL.

QUIRINALE: ZAIA, ESPRIMEREMO NOME DONNA TRAMITE MARONI


“Esprimeremo per il tramite del segretario federale, Roberto Maroni, la candidatura di una donna alla presidenza della Repubblica”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, intervenendo alla registrazione di una trasmissione del ciclo “X-News” in onda domani sera su Antenna Tre Nordest. Zaia non ha tuttavia precisato se la candidata sia gi… stata identificata e se sia interna al perimetro del suo partito. “Dobbiamo ancora vagliare – ha aggiunto - una rosa di disponibilitâ

martedì 16 aprile 2013

Colle:Lega, NO a Prodi, Amato e Monti

''Siamo contrari all'ipotesi di una candidatura alla Presidenza della Repubblica di Prodi, Amato, Monti. La Lega Nord, come ha piu' volte affermato anche Roberto Maroni, vedrebbe bene una donna al Quirinale. Sarebbe un segnale di cambiamento che appoggeremmo senza esitazioni''. Lo dichiarano i capigruppo della Lega Nord alla Camera e al Senato Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci.

DOPO ESPULSIONI FRATTURA CON MARONIANI; ZAIA,ORA RESPONSABILITA'

La frattura nella Lega tra maroniani e bossiani che ha portato, in Veneto, all'espulsione di 35 'uomini' del senatur non fa placare la tensione tra le due fazioni ormai sempre piu' ai ferri corti. E il senatur, che non nasconde la sua rabbia per la situazione, fa sapere di non avere al momento intenzione di separarsi dal Carroccio. Il simbolo di oggi e' la sede del provinciale di Venezia, feudo bossiano e commissariato, dove sventolano le bandiere: in totale quattro, due con il leone di San Marco e due con l'Alberto da Giussano, listate a lutto. La sede, che doveva essere 'consegnata' al commissario resta ancora in mano ai bossiani anche se le tapparelle degli uffici sono rigorosamente chiuse, non era mai accaduto neppure di notte. Flavio Tosi, segretario nazionale veneto e sindaco di Verona, respinge gli assalti dei media e si trincera nel silenzio dopo che ieri, dalla sede padovana del Carroccio veneto, si era dovuto allontanare scavalcando una recinzione scortato dai carabinieri mentre gli volavano contro insulti da parte dei bossiani. Da parte sua l'europarlamentare vicentina Mara Bizzotto ha definito vergognoso il comportamento dei fedelissimi del senatur tanto da dire che e' impossibile anche solo avvicinarsi a persone che si comportano in un modo cosi' irriguardoso. Intanto, lontano dal Veneto, Roberto Calderoli getta acqua sul fuoco su una ipotetica scissione della Lega evocata dall'espulsa Paola Goisis. ''Non credo che Bossi lascera' il movimento - dice - la Lega e' la sua vita. Certo, ogni tanto possono girargli le balle. Ma quello e' fisiologico: girano a tutti prima o poi''. E a usare la bilancia sulla credibilita' dei maroniani ecco che Matteo Salvini, segretario lombardo del Carroccio, avverte ''che al momento gli iscritti lombardi alla Lega sono 25mila e noi lavoriamo per raddoppiarli in un mese ed e' il modo migliore per rispondere agli attacchi''. Pragmatico come sempre su questa vicenda il Governatore del Veneto Luca Zaia che invita al dialogo e non ''alla logica delle espulsioni''. ''Bisogna mettere assieme i cocci del partito - avverte - che rischia la deflagrazione facendo solo danni: dobbiamo pensare alla gente e non alle divisioni interne''. Per questo, secondo Zaia, ''basta un 'passo indietro e a lato' da parte di tutti'' perche' andare avanti cosi' ''ha del grottesco'' tanto che tutto, conclude Zaia , ''si e' complicato in maniera esponenziale quando basta solo un po' di buonsenso''. ''Siamo arrivati alle ceneri e dobbiamo venirne fuori''.

lunedì 15 aprile 2013

Lega Nord, un mese di grandi iniziative per raddoppiare gli iscritti in Lombardia

"Agli attacchi di certi giornali, rispondiamo come al solito: con i fatti. Nei prossimi 30 giorni le nostre sezioni e i nostri militanti daranno vita ad una grande mobilitazione sul territorio". Lo fa sapere il segretario nazionale della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini, che anticipa i contenuti della "campagna di primavera" messa in atto dal Carroccio lombardo.

"Nei giorni 18-19-20 aprile, in una sera a scelta, tutte le 620 sezioni della Lega in Lombardia organizzeranno una riunione per discutere di politica e di proposte concrete da portare sui tavoli di Roma e del Pirellone. Parleremo delle priorità per la nuova legislatura, di lavoro e della crisi in cui versano molte delle nostre aziende, di riforma delle Aler, di ospedali e riduzioni dei ticket, di infrastrutture strategiche come Malpensa e Brebemi, ecc. Mi aspetto - afferma Salvini - che da queste serate di confronto mi arrivino sulla scrivania almeno 100 proposte sulle quali iniziare subito a lavorare tanto in Regione quanto in Parlamento".

Mobilitati anche gli amministratori locali. "Il 4 maggio - continua il segretario leghista - organizzeremo un incontro fra i 170 sindaci e gli oltre 180 vice-sindaci della Lega Lombarda. All'ordine del giorno: la situazione devastante nella quale versano le casse comunali, l'Imu, la Tares, i pagamenti alle imprese e soprattutto la nascita di un coordinamento dei borgomastri lombardi contro lo Stato che li vuole uccidere".

Appuntamento di piazza, invece, per l'11 e 12 maggio: "In questo fine settimana, allestiremo almeno 1000 gazebo in altrettante piazze - assicura Salvini - per spiegare alla gente le proposte elaborate nei precedenti incontri. E contestualmente daremo vita ad una giornata del tesseramento per raddoppiare il numero degli iscritti, da 25.000 a 50.000. Per le sezioni che avranno l'incremento maggiore, abbiamo anche previsto un premio speciale".

Si tratta, conclude il numero uno del Carroccio lombardo, "di iniziative e obbiettivi ambiziosi, ma assolutamente alla nostra portata. Quanto si legge sui giornali in questi giorni non riflette la realtà. Nella Lega le polemiche sono un aspetto residuale rispetto alla stragrande maggioranza del Movimento, che è fatto di donne e uomini che con impegno ed entusiasmo dedicano gratuitamente il loro tempo e la loro energia per far vincere le nostre idee e per trasformare i nostri progetti in realtà concrete".

Maroni: "Lombardia a statuto speciale"

"La 'specialità' del Friuli è da preservare, è un modello anche per la nostra Regione". Lo ha detto il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ieri in Friuli-Venezia Giulia per una serie di incontri elettorali, riferendosi allo Statuto di autonomia della Regione. "Noi - ha ricordato - vogliamo trattenere sul territorio almeno il 75 per cento delle tasse che paghiamo. Un obiettivo tutt'altro che impossibile. Lo Statuto siciliano prevede che nella tesoreria dell'isola ne rimanga addirittura il 100%". "Loro però - ha sottolineato - hanno rinunciato all'autonomia in cambio dell'assistenzialismo romano. Un errore, ma non ci riguarda. Mentre ci interessa il principio contenuto nel loro Statuto: trattenere quello che pagano i cittadini sul territorio. E' possibile, è già scritto, non c'è bisogno di cambiare la Costituzione". Secondo Maroni, la Macroregione "è il futuro", perché consente di correggere quanto attualmente non funziona nell'assetto istituzionale italiano ed europeo. "L'unione delle Regioni del Nord - ha dichiarato Maroni - consentirà di realizzare più facilmente infrastrutture e grandi opere, migliorerà i servizi e conferirà maggiore forza contrattuale alle singole realtà nelle controversie con Roma e Bruxelles". Si chiama, l'ha definita il numero uno di Palazzo Lombardia, "solidarietà territoriale". Se il sindaco di Gorizia avrà un problema rilevante - ha esemplificato Maroni - potrà portarlo sui tavoli delle istituzioni centrali con alle spalle la forza di tutto il Nord. Lo stesso potremo fare noi in Lombardia e così i rappresentanti di Veneto e Piemonte".

domenica 14 aprile 2013

LEGA: ZAIA, GESTIRE UNITA'! 'BAGNI DI SANGUE' NON SERVONO


LEGA: ZAIA, GESTIRE UNITA'! 'BAGNI DI SANGUE' NON SERVONO = 
(AGI) - Venezia, 12 apr. - La Lega deve gestire l'unita' all'interno del partito e non a fare "bagni di sangue, che non servono a nulla". A sostenerlo, in vista del Consiglio nazionale del partito in Veneto che si terra' domani, il presidente della Regione, Luca Zaia. "Partiamo dal presupposto che non ci deve essere un bagno di sangue. Penso si debba assolutamente ritrovare assolutamente l'unita'", ha detto. "C'e' un partito che cresce, grande, importante, che inevitabilmente avra' sempre qualcuno che non la pensa come te: noi siamo chiamati a gestirne l'unita' e non a far bagni di sangue, perche' non servono a nulla". Riguardo ad eventuali provvedimenti disciplinari che potrebbero essere presi domani nei confronti dei contestatori di Pontida. "Io non so niente di teste che rotolano - ha concluso - domani saro' presente anche io al Consiglio nazionale, che spero serva a far uscire una Lega piu' compatta, che ritrova l'unita' e dove non si pensi che ogni dissenso ed ogni divergenza li si possano risolvere con dei provvedimenti disciplinari. E' quello che vogliono i militanti". (AGI)


- La Lega deve gestire l'unita' all'interno del partito e non a fare "bagni di sangue, che non servono a nulla". A sostenerlo, in vista del Consiglio nazionale del partito in Veneto che si terra' domani, il presidente della Regione, Luca Zaia. "Partiamo dal presupposto che non ci deve essere un bagno di sangue. Penso si debba assolutamente ritrovare assolutamente l'unita'", ha detto. "C'e' un partito che cresce, grande, importante, che inevitabilmente avra' sempre qualcuno che non la pensa come te: noi siamo chiamati a gestirne l'unita' e non a far bagni di sangue, perche' non servono a nulla". Riguardo ad eventuali provvedimenti disciplinari che potrebbero essere presi domani nei confronti dei contestatori di Pontida. "Io non so niente di teste che rotolano - ha concluso - domani saro' presente anche io al Consiglio nazionale, che spero serva a far uscire una Lega piu' compatta, che ritrova l'unita' e dove non si pensi che ogni dissenso ed ogni divergenza li si possano risolvere con dei provvedimenti disciplinari. E' quello che vogliono i militanti".

"A Pontida per aprire nuova fase con macroregione del Nord"

"Il raduno di Pontida e' stata occasione per festeggiare la vittoria in Lombardia, traguardo importante ma soprattutto punto di partenza fondamentale per la creazione di un governo del Nord. L' appuntamento, quindi, quest'anno coincide con l'avvio di una fase storica per la Lega Nord, in quanto sarà l'occasione per parlare delle iniziative che le tre regioni possono mettere in atto per il futuro del Nord, dettando come macroregione le nostre condizioni al governo, al parlamento e alle istituzioni". 

La manifestazione, quest'anno si e' tenuta proprio nel giorno del giuramento storico avvenuto nel 1167. Pontida anche quest'anno ha accolto migliaia di persone da tutto il nord lo storico pratone


sabato 13 aprile 2013

Maroni: «Nessun dietrofront sull'espulsione di Reguzzoni»


No commenti del leader del Carroccio sulle dichiarazioni di Bossi: «Se continuano con le sanzioni non resto nemmeno io»

(Fotogramma)(Fotogramma)
Sulla richiesta di espulsioni avanzate dalla Lega in Lombardia non c’e’ stato «nessun dietrofront», anche se la procedura su Marco Reguzzoni è al momento «congelata». Lo ha spiegato il segretario federale del Carroccio e presidente della Regione Roberto Maroni a margine di un convegno alla Camera di Commercio. «Sta gestendo Matteo Salvini la questione - ha detto Maroni - c’e’ un nuovo regolamento in vigore dal primo gennaio 2013 che prevede un procedura diversa, più’ garantista rispetto a prima, ed e’ la procedura seguita da Salvini». Secondo il regolamento, ha spiegato Maroni «alla richiesta di espulsioni da parte del Consiglio nazionale» segue «l’audizione del segretario nazionale». «Cosa che Salvini sta facendo - ha detto - poi proporrà al comitato di garanzia provvedimenti sanzionatori». «E’ previsto dallo Statuto - ha concluso Maroni - non c’e’ nessuna retromarcia, c’e’ una nuova procedura che non tutti conoscono e che e’ stata applicata. Quindi tutto a posto». Nessun commento invece, da parte del segretario del Carroccio, alle dichiarazioni di Umberto Bossi che parlando delle espulsioni aveva detto «alla fine non restero’ nemmeno io».

venerdì 12 aprile 2013

Maroni incontra Bersani: Lega, Serve un Governo stabile subito

Serve subito un governo politico stabile. La posizione della Lega, al termine dell'incontro tra Maroni, con i capigruppo di camera e senato Massimo Bitonci e Giancarlo Giorgetti, e Bersani, con i capigruppo Zanda e Speranza, non lascia adito a fraintendimenti. ''Quello di oggi è stato un incontro di cortesia in cui più che di nomi si è parlato di criteri. Il segretario Maroni ha espresso subito la necessità di un governo, che per noi va fatto subito, data la profonda crisi in cui versa il paese''. Lo dichiara Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Madama, al termine dell'incontro con Pierluigi Bersani e la delegazione del Pd. "Sul governo trattiamo insieme al Pdl ma sul presidente della repubblica abbiamo una nostra posizione. Non abbiamo in mente qualcuno in particolare, chiediamo solo che la scelta ricada su un nome che sia garanzia di imparzialità". Il vice segretario federale Giacomo Stucchi aggiunge: "In questo momento il nostro principale obiettivo è quello di spingere affinché a livello centrale nasca un governo stabile di corresponsabilità, sostenuto dalle principali forze politiche. Il tira e il molla, il dire e il non dire, i sussurri nei corridoi dei palazzi della politica romana - aggiunge l'esponente del Carroccio - non servono a nessuno, tanto meno a un sistema politico e istituzionale che ha bisogno di ripartire".

Lavoro: i problemi non si risolvono con le gite segrete di Grillo

“I dati Istat sulla disoccupazione confermano la necessità di adottare il prima possibile misure shock che consentano alle imprese di sopravvivere e di salvare posti di lavoro: è necessario abbassare la pressione fiscale per rendere competitivo il nostro tessuto produttivo. Bisogna rivedere la riforma del Lavoro in modo da ridurre la tassazione per gli imprenditori e per i dipendenti e rivedere al contempo gli ammortizzatori sociali rifinanziando la cassa integrazione in deroga”. Lo scrivono in una nota i parlamentari della Lega Nord, Massimiliano Fedriga ed Emanuela Munerato. “Solo realizzando la macroregione del Nord, e trattenendo almeno il 75 percento delle tasse, sarà possibile adottare provvedimenti che garantiscano un futuro alla parte produttiva del Paese, come ad esempio la fiscalità di vantaggio che permetterebbe alla nostre aziende di non delocalizzare per cercare territori più convenienti dal punto di vista fiscale. Non è certo con le gite più o meno segrete di Grillo che si possono risolvere i problemi dei cittadini”.


I paradossi della Merkel. La Germania rifiuta il Fiscal Compact


Dopo aver imposto a Paesi come l'Italia il Fiscal Compact, la Germania fa dietrofront. La Bundesrat rifiuta il Trattato sulla stabilità. I salassi fiscali valgono solo per i più piccoli?



Il Fiscal Compact – abbreviazione del Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governante nell’Unione economica e monetaria – è stato rifiutato dal suo principale promotore: la Germania. La riforma che obbliga i Paesi a garantire un bilancio delle amministrazioni pubbliche «in equilibrio o in avanzo» è stato rimandato alla Commissione di mediazione dal Bundesrat tedesco nell’inizio del marzo 2013.

La notizia ha dell’incredibile per due motivi principali. Innanzitutto perché Paesi come l’Italia sono stato indotti a ratificare il Fiscal Compact e ad accettare persino unPremier imposto – checché se ne dica – dalla BCE e dai pianti alti della finanza internazionale proprio a causa del pressing merkeliano. Ma soprattutto il fatto in sé, a prescindere dalle sue implicazioni nazionali, risulta paradossale perché nessuno ne ha parlato nel resto del mondo tranne qualche singola testata online, ovviamente lontanissima dai canali mainstream. E non ci si riferisce in questa sede ad una velata disinformazione o a qualche raro accenno. Si parla di un silenzio assoluto da parte di un apparato mediale che sembra aver avuto tutto l’interesse a far passare in sordina una notizia che, a conti fatti, avrebbe delegittimato mesi – se non anni – di moralizzazioni a sfondo finanziario da parte di Paesi che, in primis, non hanno sostenuto le soluzioni propagandate come “necessarie”. Necessarie, sì. Ma per gli altri.

Il Fiscal Compact, nel suo articolo 3.1 sancisce che «il deficit strutturale annuale delle amministrazioni pubbliche» deve risultare «inferiore allo 0,5% del Pil» per considerare garantito l’obiettivo prefissato. Paesi come l’Italia hanno dovuto ridurre la spesa pubblica ed aumentare le entrate – indovinate un po’, attraverso la tassazione – con l’effetto devastante di aver fatto crollare la domanda, i consumi affossando dunque le imprese. La Germania, dopo aver preso in mano le redini dell’Europa, sembra imporre le regole ai più “piccoli” senza l’obbligo morale di doverle rispettare. L’Unione Europea, mano mano che il tempo passa, si sta svelando per quello che è: un’abnorme pressione esterna che poggia semplicemente sugli interessi di pochi oligarchi a discapito di tutti gli altri. Quanto potrà durare questo inganno non ci è dato saperlo.

giovedì 11 aprile 2013

Borghezio: elettrodomestici programmati per rompersi dopo la fine della garanzia. L'UE difenda i consumatori


L'On. Borghezio, nella sua interrogazione alla Commissione Europea, scrive sull'argomento quanto segue:  "uno studio realizzato in Germania e pubblicato dalla 'Sueddeutsche Zeitung' rivela che molti apparecchi elettrici di uso domestico sarebbero programmati dai costruttori per rompersi una volta scaduto il periodo di garanzia. L'usura pianificata è un fenomeno di massa che interessa principalmente varie stampanti a getto di inchiostro, nelle quali dopo la stampa di alcune migliaia di pagine appare l'indicazione della necessità di una riparazione, anche se l'apparecchio potrebbe continuare a stampare tranquillamente; la risuolatura delle scarpe, per le quali vengono invece usate spesso suole incollate che si consumano rapidamente, impossibile poi distaccare per sostituirle. E ancora, in molte chiusure lampo di giacconi i denti sono costruiti a spirale; lavatrici nelle quali le barre di riscaldamento si arrugginiscono con troppa facilità, con il risultato che la loro sostituzione risulta carissima per l'utente dell'elettrodomestico. Il fenomeno di usura precoce degli apparecchi viene definito nello studio una "opalescenza pianificata", poiché i produttori inserirebbero appositamente punti deboli o utilizzerebbero materiali scadenti destinati ad usurarsi rapidamente". Borghezio chiede quindi alla Commissione Europea:"La Commissione Europea non ritiene necessaria una maggiore regolamentazione e chiare norme sulla riparabilità e la sostituzione dei pezzi di ricambio a tutela dei consumatori?"

mercoledì 10 aprile 2013

MARONI, PRONTI ANTICIPARE CIG MA GOVERNO DIA GARANZIE

Roberto Maroni ha annunciato che chiedera' a Mario Monti un incontro per sollecitare il governo a 'sbloccare' i finanziamenti di copertura alla cassa integrazione in deroga destinata ai lavoratori lombardi nell'ultimo semestre del 2013. Il presidente della Regione Lombardia, che su questo tema aveva gia' avuto un incontro con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha spiegato che illustrera' al presidente del Consiglio i contenuti della mozione, approvata all'unanimita' dal Consiglio regionale lombardo, in cui si chiede la Regione anticipi i soldi per la cig, a determinate condizioni. 

"Voglio incontrare il presidente del Consiglio, consegnargli personalmente la mozione e chiedergli l'impegno formale perche' i soldi a noi dovuti siano messi subito a disposizione", ha spiegato il governatore, al termine della seduta del Consiglio regionale. "Se lo fara', come Regione, siamo pronti" ad anticiparli, ha continuato, "ma voglio avere la certezza che poi il governo ce li dia davvero".

"Intervenire a favore dei lavoratori in difficolta' che hanno perso il posto di lavoro e' una priorita'", ha concluso.

MARONI: BERSANI FACCIA ATTO DI CORAGGIO, NE E' CAPACE. BASTA CHIACCHERE FACCIA PROPOSTA PER QUIRINALE ED ESECUTIVO.

"Basta chiacchiere, basta dialoghi. Ci vuole un atto di coraggio di Bersani, un atto di responsabilità. Faccia una proposta per il Quirinale e per il governo". Lo ha detto il leader della Lega Roberto Maroni, a margine di una riunione del Consiglio regionale lombardo. "Lui è capace di fare queste cose, lo ha dimostrato quando era ministro - ha aggiunto - Io gli chiedo un atto di coraggio: Bersani deve rapidamente dire quali sono le proposte del pd per il presidente della Repubblica e per il governo. Altrimenti non si esce dalla palude". Bersani dovrebbe dire, ha proseguito Maroni, che vuole "vedere gli altri partiti, un governo di larghe intese, di grande coalizione, un presidente della Repubblica con un nome che non
sia dell'ultrasinistra perché altrimenti si sa che dall'altra parte non c'è consenso".

martedì 9 aprile 2013

FISCO: LEGA, RINVIO TARES A DICEMBRE SCELTA SCELLERATA, VA ABROGATA

'La Tares va abrogata. Lo slittamento previsto dal governo, non risolve 'l'ingorgo' di tasse che si preannuncia un vero e proprio bagno di sangue per famiglie e imprese. A dicembre, tra saldo Imu e Tares, le famiglie saranno costrette a sborsare 14,7 miliardi. A Natale, si pagheranno anche Ires e Irpef per gli autonomi e il conguaglio Irpef per i dipendenti, questo significa che anche quest'anno i lavoratori useranno la tredicesima per rimpinguare le casse dello Stato'. Ad affermarlo in una nota congiunta sono i senatori della Lega Nord, Consiglio Nunziante e Rafaela Bellot che domani interverranno in aula a palazzo Madama per illustrare la mozione urgente presentata dal gruppo del Carroccio per l'abrogazione della Tares.


'Definiamo sciagurata la politica economica di Monti che sceglie arbitrariamente di soffocare imprese e cittadini con imposte inaccettabili', concludono.

VINITALY, FAVA: REGIONE VA INCONTRO A MERCATO


 "Vinitaly rappresenta un momento in cui l'agricoltura e la filiera agroalimentare lombarde esprimono il meglio delle proprie potenzialità, in un contesto dove i produttori lombardi primeggiano". E' quanto ha detto oggi l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, nel corso della sua visita a Vinitaly. L'assessore ha partecipato insieme al presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni al 'Salotto Franciacorta', organizzato dal Consorzio Franciacorta al Vinitaly, dove si sono incontrati quattro tra i più grandi e rinomati imprenditori italiani che hanno deciso di seguire la passione del vino. "I consorzi e i produttori lombardi - ha detto Fava - rappresentano un pezzo di Lombardia che si è trasferito a Verona, nell'appuntamento fieristico più importante per questo comparto. In una fase di crisi conclamata, il settore enologico ha risentito meno delle grandi difficoltà del momento: sicuramente per i consumi nel mercato interno ma non nell'export". "Il nostro Assessorato - ha proseguito Fava - deve andare incontro al mercato: stiamo vivendo una fase anticiclica rispetto alla crisi generalizzata e non dobbiamo fare altro che assecondare le imprese, che sanno fare molto bene il loro lavoro, anche dal punto di vista sociale, cercando di mantenere il proprio lavoro". "L'impegno di Regione Lombardia - ha aggiunto - è rivolto soprattutto alla sburocratizzazione e a favorire l'internazionalizzazione sul versante del commercio, che non significa, tuttavia, delocalizzazione. Tutto ciò che finora è stato fatto in modo tiepido". "Non dobbiamo sostituirci all'imprenditore - ha proseguito l'assessore lombardo - ma aiutarlo in quello che sa fare bene e da tempo. La filiera agroalimentare ha bisogno solo di un interlocutore che svolga azione di coordinamento. I mercati emergenti dovranno essere i nostri interlocutori. Già li vediamo qui, presenti con tante delegazioni, cinesi, indiani e sudamericane. Tutti molto interessati a prodotti come il nostro, che ha un vantaggio straordinario: un rapporto qualità/prezzo assolutamente bilanciato". "Per far sì che questo diventi elemento di ulteriore crescita - ha detto ancora - dobbiamo fare di tutto per agevolarlo a mantenere questa caratteristica". "Con la capacità e la forza politica questi obiettivi si raggiungono. Dall'altra parte occorre la consapevolezza del consumatore, che sappia quello che sta provando e acquistando: servono divulgazione e promozione dei nostri prodotti e delle loro caratteristiche uniche. Iniziative come quelle che stiamo vivendo in questi giorni e per cui Regione Lombardia ha investito in maniera significativa diventano occasioni assolutamente importanti per farsi conoscere".

Cotti, senatore M5S: "A Roma con 5mila euro al mese non ci campo"


"Io ho dovuto chiedere un prestito, perché sennò non ce la facevo. Finora me li ha prestati mia sorella, ora ho dovuto chiedere un prestito alla banca per arrivare fino alla fine del mese. Perché comunque vivere a Roma costa". E' davvero dura la vita per il senatore del Movimento Cinque Stelle Roberto Cotti. Lui intervistato su Radio2Un Giorno da Pecora si fa i conti in tasca e da parlamentare non riesce ad arrivare a fine mese. "Noi abbiamo scelto di dimezzarci l'indennità, e quindi avremo circa 5 mila euro lordi, che netti dovrebbero essere sui 2.500". Fatti conti il primo pensiero è su come giustificare tutte le spese che farà. Cotti non ha dubbi: "Io giustificherò tutto quello che spendo e prenderò solo quello che rendiconto. Però ancora fino alla fine di aprile non vedremo una lira".

Finalmente ricchi - Insomma Cotti non sta più nella pelle per stringere tra le mani il sospirato assegno. Ma sull'aumento previsto da parte del "caro leader Beppe" è giallo. Cotti già pensa di essere ricco ma dal blog di Grillo arriva una frenata. "Ogni candidato del Movimento 5 stelle - precisa il blog - si è impegnato a rispettare il codice di comportamento che prevede 5.000 euro lordi per l'indennità parlamentare percepita. Il codice non è stato oggetto di discussione, dibattito o revisioni". A l'indennità ovviamente andranno aggiunti anche la diaria e tutti i benefit. Quelli per fortuna di Cotti non si toccano: "L'indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5.000 euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all'assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari - si sottolinea ancora - avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo". Dovrà ancora penare qualche giorno ma a maggio il "povero" senatore Cotti arriverà a fine mese. Con buona pace della retorica anti-casta di Beppe. Ormai a farla è rimasto solo lui.

lunedì 8 aprile 2013

Pontida: la giornata - Sintesi


Roberto Maroni a Pontida ha portato alcune buste contenenti "i diamanti di Belsito". Nel dare l'annuncio ha ricordato l'impegno preso un anno fa quando la Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell'ex tesoriere. Maroni ha invitato i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle "sezioni più meritevoli". "I veri diamanti - ha detto Maroni - sono i militanti. Eccoli qua i diamanti di Belsito. Sono per i militanti, per le sezioni". Poi ha aggiunto: "Valgono 10 mila euro l'uno e li voglio dare alle sezioni. Li consegnerò ai militanti che si sono impegnati, che si rimboccati le maniche e tengono alto l'onore della Lega. Si impegnano non per se stessi o per le proprie poltrone". Al termine del comizio Maroni ha preso in mano alcune buste con dentro i diamanti e, ridendo, ha fatto il gesto di lanciarli tra i militanti.

MARONI, SE SERVE FAREMO GUERRA A ROMA -  "Se serve faremo guerra a Roma e al governo": lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni a Pontida. Sul 75% delle tasse e il patto di stabilità "tratteremo - ha aggiunto -, fino al 31 dicembre abbiamo tempo per trattare, altrimenti ci impegnamo a superare autonomamente i vincoli imposti da Roma". Maroni ha utilizzato gran parte del suo discorso conclusivo a Pontida per spiegare che la creazione di una macroregione del nord e l'ottenimento di "almeno il 75% del gettito fiscale sul territorio" sono i traguardi che la Lega non potrà mancare nei confronti del solito nemico 'di Roma'. E ha utilizzato le sue parole ultimative nei confronti del governo centrale anche per rispondere ad Umberto Bossi che poco prima, dallo stesso palco, lo aveva invitato a non rinunciare a dar battaglia anche a Roma senza arroccarsi al nord. "E' chiaro - ha detto Maroni - che i nostri parlamentari a Roma agiranno insieme a noi al nord. Caro Umberto, devi andare giù a fare guerra al governo insieme a noi e ai nostri parlamentari".
"Hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del sud che non li hanno. I nostri comuni i soldi li hanno. Ecco il graNde inganno del governo che deve andare subito a casa". Lo ha detto Roberto Maroni parlando dal palco di Pontida.(

BOSSI CONTRO MARONI 'COMBATTI ANCHE A ROMA'  "Non la penso come Maroni quando dice che ce ne stiamo al nord e ce ne freghiamo di Roma: noi dobbiamo combattere su tutti i fronti, anche a Roma". Lo ha detto il presidente della Lega Umberto Bossi dal palco delle Lega. "Non ho fatto la Lega per romperla, la miglioreremo". Lo ha detto Umberto Bossi dal palco di Pontida. Ai militanti che protestavano ha detto che la loro protesta "é stata capita: la base deve contare di più e conterà" poi: "niente insulti e niente fischi", ha chiesto prima di abbracciare Maroni. "Chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo. Ma tutto è ancora rimediabile", ha poi detto Bossi dal palco delle Lega di Pontida.  Proprio perché "é stata capita" la protesta di quei militanti che sono arrivati fino a Pontida per fischiare, dal palco Bossi si è rivolto in particolare ai veneti, per assicurare il suo appoggio alla richiesta di congressi. "Ai fratelli veneti dico che ormai tutto è commissariato - ha spiegato il presidente della Lega - ed è arrivato il momento che si facciano i congressi". "La Lega non si sta dividendo, come i lecchini del regime scrivono sui giornali", ha assicurato Bossi, che però ha sostenuto che nel Carroccio ci sono problemi di democrazia interna. "A me spiace che la base venga trattata un po' male perché non ha strumenti per difendersi", ha spiegato. Per questo ha proposto che ogni anno i militanti possano valutare i loro dirigenti e "poterli mandare via se non vanno bene". Certo, ha concluso Bossi, "c'é il rischio di litigare ma non siamo ancora a quel livello, siamo in grado di modificare le cose".
Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti leghisti al raduno di Pontida, dopo che alcuni di loro - probabilmente veneti - hanno esposto un manifesto che raffigura il segretario Roberto Maroni come Pinocchio. La scenetta è avvenuta in un angolo del pratone mentre dal palco parlavano alcuni dirigenti di secondo piano del movimento: la situazione poi è tornata alla calma.
ZAIA, PONTIDA ESSENZA MACROREGIONE - "Oggi Pontida rappresenta l'essenza di quello che è la macroregione". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando a margine dell'inaugurazione della 47/a edizione di Vinitaly. "Andremo lì - ha spiegato - a sottoscrivere un patto importante, avremo modo di portare le nostre istanze". "Soprattutto - ha aggiunto Zaia - alla luce di questo irragionevole ultimo decreto che è stato fatto, che premia delle realtà come la Sicilia, non virtuose, e penalizza ancora le nostre 600mila imprese ed i 5 milioni di veneti". "Se dovessimo fare una sintesi di tutto quello che si è detto e si è scritto sulla Lega, molto probabilmente ci accorgeremmo che veramente si sono sprecati fiumi d'inchiostro". Lo ha detto all'ANSA il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando le ipotesi di un'eventuale scissione da parte dei bossiani nella Lega dopo Pontida.
TOSI, PONTIDA MOTIVO SPERANZA PER LA NOSTRA GENTE - "Credo che Pontida sarà una bella manifestazione, finalmente si torna a programmi concreti". Lo ha detto all'ANSA il sindaco di Verona, Flavio Tosi, rispondendo ad una domanda sulle spinte scissioniste da parte dei fedelissimi di Bossi nella Lega. "A Pontida - ha spiegato Tosi, che è anche segretario veneto del Carroccio - parleremo di macroregione, spiegando cos'é e quali vantaggi può comportare, in che tempi si può realizzare". "Quindi - ha aggiunto - si dà forse di nuovo un segnale ed un motivo di speranza alla nostra gente, che evidentemente era rimasta delusa da tanti anni di obiettivi che, per un motivo o per l'altro, non erano stati raggiunti". "Adesso finalmente si può vedere qualcosa di raggiungibile" ha concluso Tosi.

ZAIA: UN GRANDE PARTITO DEVE SAPER GESTIRE DIVERSITA' INTERNE

'L'intelligenza ci porta a dire che certe situazioni non possono essere gestite con provvedimenti disciplinari'. Cosi' Luca Zaia, governatore del Veneto, sulla situazione interna alla Liga Veneta e le contestazioni al segretario nazionale Flavio Tosi. 'Questo e' un grande sforzo che dobbiamo fare - prosegue Zaia, a margine di Vinitaly -. Si deve guadare con concretezza al fatto che ci deve essere rispetto delle regole da parte di tutti e dall'altro di evitare di arrivare sempre un a provvedimenti disciplinari. Questo e' il nostro nuovo faro: pensare a un partito egemone e dato che l'egemonia prevede di avere grandi numeri bisognera' avere un partito che sia in grado di gestire al suo interno le diversita' e le divisioni, visto e considerato che noi abbiamo estrazioni diverse dal punto di vista sociale, culturale e anche politico', conclude Zaia.

GOVERNO: MARONI, INCOMPRENSIBILE COME BERSANI SIA FINITO IN PALUDE

- "Faccio fatica a capire come Pier Luigi Bersani, che ho stimato come ministro, si sia impantanato anche lui in questa cosa", Cosi Roberto MaroniMaroni, intervenendo a 'radio Padania', sulle trattative per la formazione del Governo.

"C'e' bisogno di un governo? Lo si faccia. Anche molti dei suoi l'hanno capito" che bisogna fare l'alleanza con il Pdl, ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord.

"Non riesco a capire cosa sia successo, perche' Bersani sia finito in questa palude", ha continuato.

domenica 7 aprile 2013

Pontida

Bergamo, 6 aprile 2013 - Dopo due giornate di lavoro trascorse sotto una pioggia che ha trasformato il grande prato di Pontida in un grande pantano, stamattina è iniziata la grande festa. Centinaia di militanti sono arrivati nella cittadina della Bergamasca per partecipare al raduno, che si tiene dopo quasi due anni di pausa.Alcuni di loro sono arrivati sabato sera e si sono accampati con tende e gazebi per tarscorrere la notte all'aperto. Diversamente dagli anni scorsi, gli intreventi dei dirigenti del partito, sono iniziati nel primo pomeriggio, in modo da dare la possibilità a tutti di raggiungere Pontida.
  VOLANTINI CONTRO MARONI - Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti leghisti al raduno di Pontida, dopo che alcuni di loro - probabilmente veneti - hanno esposto un manifesto che raffigura il segretario Roberto Maroni come Pinocchio. La scenetta e' avvenuta in un angolo del pratone mentre dal palco parlavano alcuni dirigenti di secondo piano del movimento: la situazione poi e' tornata alla calma.
FISCHI A TOSI - Al suo arrivo sul palco di Pontida, il segretario della Liga Veneta, Flavio Tosi, è stato fischiato da un gruppo di militanti veneti che gli hanno gridato "Fuori, fuori" dalla Lega. I contestatori veneti sono gli stessi al centro di un acceso diverbio con un gruppo di militanti maroniani. Gli scontri e le tensioni sono proseguiti anche durante l'intervento di Tosi, contestato in diversi passaggi del suo discorso. 
BOSSI: "NON E' LA SOLITA PONTIDA" -  ''Chi ha detto che tutto va bene e' un lecca...". Ma tutto è ancora rimediabile''. Cosi' Umberto Bossi dal palco delle Lega di Pontida. Poi, ha lanciato una proposta: ''Ogni anno la base dovra' dare un giudizio sui suoi eletti perchè non possiamo dipendere solo dal Consiglio Federale''.
Il Senatur è arrivato intorno alle 13 e si e' brevemente fermato a salutare dirigenti e militanti per poi dirigersi nel retro palco. In cima al 'pratone' troneggia un enorme striscione 'Umberto Bossi, la Lega sei tu' e sotto il palco alcune bandiere col nome del senatur. Bossi è stato accolto dagli incitamenti dei militanti che hanno gridato "Bossi, Bossi" e "Secessione, Secessione". Bossi si è seduto su una panca dietro il bancone della mescita delle birre e ha preso una coca cola e un caffè. Il padre fondatore della Lega ha salutato tutti i militanti che si occupano delle cucine e poi è ritornato nell'area del palco. A chi gli ha chiesto se quella di oggi è la solita Pontida, Bossi ha risposto "no".


LA SCENOGRAFIA - Sullo sfondo del palco un enorme 'sole delle Alpi' sotto la scritta, slogan della nuova Lega, 'prima il Nord'. Sotto il palco uno striscione che evoca continuita': 'Bossi-Pontida-Maroni'. Ai lati della scenografia e' riportato il simbolo della Lega Nord sotto la scritta 'verso la macro regione'.  'Umberto Bossi la Lega sei tu' è lo striscione che troneggia in cima al prato di Pontida, proprio dove, in occasione dell'ultimo raduno, nel giugno del 2011 quando Bossi era ancora segretario, era sistemato lo striscione 'Maroni Presidente del Consiglio'.
A fianco del palco e' sistemato l'Albertone, cioe' la statua in polistirolo alta otto metri di Alberto da Giussano che da qualche anno accompagna le manifestazioni leghiste e che era sparita dalla scorsa estate, ufficialmente per i danni di una grandinata. In realta', si e' scoperto ora, durante la festa leghista di Albano Sant'Alessandro nell'agosto 2012 qualcuno aveva preso d'assalto la scultura spezzandola in piu' punti e imbrattandola con lo spray. Dopo aver trascorso questi mesi in riparazione nel capannone della ditta di Cenate Sotto che lo aveva realizzato, l'"Albertone" tornera' oggi a campeggiare a fianco del palco dei discorsi.

SALVINI: "PRONTI A DARE SPALLATA AL NORD" - "Mi provoca sempre più allergia il balletto romano. Lo diceva anche Einaudi che dallo stato centrale non ci si può aspettare nulla di buono. Siamo arrivati ad un livello di rottura di p... eccessive". Così il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, ha commentato  l'ipotesi di un governissimo Pd-Pdl a cui la Lega potrebbe partecipare solo se si parlerà di "nord, riduzione delle tasse, esodati". "Se a Roma si mettono d'accordo bene - ha aggiunto Salvini - se no bene lo stesso perchè siamo pronti a dare la spallata da nord". Quanto ai saggi nominati dal presidente Napolitano, la Lega ha "incaricato uno dei nostri uomini migliori, che è Giorgetti - spiega Salvini - di sondare il terreno, se ci riusciremo bene, se no fa lo stesso".
Anche se l'attenzione del Carroccio è tutta concentrata sulla macroregione del Nord, i parlamentari leghisti sono stati eletti a Roma "per responsabilità - spiega Salvini - perchè noi ci proviamo fino alla fine" a cambiare le cose. "Per la Lega - conclude - sarebbe più comodo dire andate tutti a farvi fottere però siamo troppo educati. Adesso vedremo di essere meno educati perchè la gente non ne può più".
Matteo Salvini ha bollato come "balle" le indiscrezioni di stampa secondo cui Umberto Bossi sarebbe in procinto di lasciare la Lega e fondare un altro movimento. "Noi siamo qui e la risposta e' la
gente: se qualcuno ha voglia di dividere si autoesclude", ha proseguito il segretario della Lega lombarda, conversando coi giornalisti a margine del raduno di Pontida. "Sul prato ci sono leghisti non 'bossiani' e 'maroniani'; ha tagliato corto.


ZAIA: "PONTIDA E' ESSENZA MACROREGIONE" - ''Oggi Pontida rappresenta l'essenza di quello che e' la macroregione''. Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando a margine dell'inaugurazione della 47/a edizione di Vinitaly. ''Andremo li' - ha spiegato - a sottoscrivere un patto importante, avremo modo di portare le nostre istanze''. ''Soprattutto - ha aggiunto Zaia - alla luce di questo irragionevole ultimo decreto che e' stato fatto, che premia delle realta' come la Sicilia, non virtuose, e penalizza ancora le nostre 600mila imprese ed i 5 milioni di veneti''.
E ancora: "Credo che Pontida sara' una bella manifestazione, finalmente si torna a programmi concreti''. ''A Pontida - ha spiegato il segretario veneto del Carroccio - parleremo di macroregione, spiegando cos'e' e quali vantaggi puo' comportare, in che tempi si puo' realizzare''. ''Quindi - ha aggiunto - si da' forse di nuovo
un segnale ed un motivo di speranza alla nostra gente, che evidentemente era rimasta delusa da tanti anni di obiettivi che, per un motivo o per l'altro, non erano stati raggiunti''. ''Adesso finalmente si puo' vedere qualcosa di raggiungibile'' ha concluso Tosi.