La frattura nella Lega tra maroniani e bossiani che ha portato, in Veneto, all'espulsione di 35 'uomini' del senatur non fa placare la tensione tra le due fazioni ormai sempre piu' ai ferri corti. E il senatur, che non nasconde la sua rabbia per la situazione, fa sapere di non avere al momento intenzione di separarsi dal Carroccio. Il simbolo di oggi e' la sede del provinciale di Venezia, feudo bossiano e commissariato, dove sventolano le bandiere: in totale quattro, due con il leone di San Marco e due con l'Alberto da Giussano, listate a lutto. La sede, che doveva essere 'consegnata' al commissario resta ancora in mano ai bossiani anche se le tapparelle degli uffici sono rigorosamente chiuse, non era mai accaduto neppure di notte. Flavio Tosi, segretario nazionale veneto e sindaco di Verona, respinge gli assalti dei media e si trincera nel silenzio dopo che ieri, dalla sede padovana del Carroccio veneto, si era dovuto allontanare scavalcando una recinzione scortato dai carabinieri mentre gli volavano contro insulti da parte dei bossiani. Da parte sua l'europarlamentare vicentina Mara Bizzotto ha definito vergognoso il comportamento dei fedelissimi del senatur tanto da dire che e' impossibile anche solo avvicinarsi a persone che si comportano in un modo cosi' irriguardoso. Intanto, lontano dal Veneto, Roberto Calderoli getta acqua sul fuoco su una ipotetica scissione della Lega evocata dall'espulsa Paola Goisis. ''Non credo che Bossi lascera' il movimento - dice - la Lega e' la sua vita. Certo, ogni tanto possono girargli le balle. Ma quello e' fisiologico: girano a tutti prima o poi''. E a usare la bilancia sulla credibilita' dei maroniani ecco che Matteo Salvini, segretario lombardo del Carroccio, avverte ''che al momento gli iscritti lombardi alla Lega sono 25mila e noi lavoriamo per raddoppiarli in un mese ed e' il modo migliore per rispondere agli attacchi''. Pragmatico come sempre su questa vicenda il Governatore del Veneto Luca Zaia che invita al dialogo e non ''alla logica delle espulsioni''. ''Bisogna mettere assieme i cocci del partito - avverte - che rischia la deflagrazione facendo solo danni: dobbiamo pensare alla gente e non alle divisioni interne''. Per questo, secondo Zaia, ''basta un 'passo indietro e a lato' da parte di tutti'' perche' andare avanti cosi' ''ha del grottesco'' tanto che tutto, conclude Zaia , ''si e' complicato in maniera esponenziale quando basta solo un po' di buonsenso''. ''Siamo arrivati alle ceneri e dobbiamo venirne fuori''.
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