mercoledì 31 ottobre 2012

IL SEGRETARIO FEDERALE DEL CARROCCIO: «LEGGE DI STABILITÀ PESSIMA».



La Lega insiste nel suo attacco frontale a Monti: «Dopo aver approvato questa pessima legge di stabilità, questo governo ha ben poco da dire e da fare ed è bene che si dimetta e si vada ad elezioni anticipate anche a marzo», ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni a margine di un incontro pubblico all'Ispi.
Interpellato sulle primarie del centrodestra, Maroni ha poi chiuso il discorso in maniera chiara: «Ho letto che saranno primarie del Popolo della libertà e quindi, non essendo io del Pdl, non sono interessato».
«PDL-UDC SAREBBE INCOERENTE».Però del partito di Berlusconi ne parla eccome: «In Lombardia il Pdl vuole l'accordo con Casini che in Sicilia (alleato con la sinistra) ha fatto perdere il Pdl: quando si dice la coerenza», ha scritto su Twitter.
Maroni ha poi svelato i suoi progetto per l'Europa: una Unione delle regioni e non più degli Stati Nazionali, con un 'Europremier' eletto direttamente del popolo e un parlamento bicamerale che abbia uno dei rami espresso dalle regioni.
Il segretario della Lega ne ha parlato in un dibattito pubblico su l'Italia e la politica internazionaleche si è tenuto la sera del 30 ottobre all'Ispi di Milano.
«Io sono perché il capo della commissione Ue sia eletto dal popolo, una sorta di Europremier, che avrebbe poteri veri come il presidente degli Stati Uniti. Sono per un parlamento bicamerale con un Bundesrat europeo che rappresenti le regioni».
«UN'OCCASIONE STRAORDINARIA NEL 2014». Il leader leghista ne ha discusso con l'ambasciatore Giancarlo Aragona, presidente dell'Ispi, con Maurizio Caprara, corrispondente diplomatico del Corriere della Sera e con Giovanni Puglisi, rettore dello Iulm.
Una cornice, quella dell'istituto dedicato agli studi sulla politica internazionale che può apparire insolita per il Carroccio ma che è servita a Maroni per spiegare quella che è la posizione che il suo movimento ha maturato nei confronti dell'Europa, tenendo conto anche delle spinte indipendentiste di Catalogna e Scozia giudicate con simpatia.
«Abbiamo una occasione straordinaria da cogliere con le elezioni europee del 2014, spero che si possa in quell'occasione proporre a tutti i Paesi Europei un sistema che ridisegni le istituzioni Ue, proprio nella chiave di superamento dell'attuale architettura e dell'attuale impostazione sugli Stati nazionali».

Elezioni in Regione, Salvini stoppa Formigoni


Scontro tra il Pdl e il Carroccio. Il Celeste scommette su Albertini, ma il segretario della Lega Lombarda replica: ''Formigoni incorona Albertini come suo successore. A me interessa chi incoroneranno i cittadini lombardi''. Commento sul voto in Sicilia: "Non abbiamo paura dei grillini. L'astensionismo significa che la politica schifa parecchio"


Milano, 30 ottobre 2012 - Non accennano a raffreddarsi i rapporti fra la Lega Nord e Roberto Formigoni. A tenere alta la temperatura della discussione politica è la scelta del prossimo presidente della Lombardia. Il Celeste continua a puntare sull'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini e il Carroccio insiste a stopparlo. Sul profilo Facebook il segretario della Lega Lombarda MatteoSalvini: ''Formigoni incorona Albertini come suo successore. A me interessa chi incoroneranno i cittadini lombardi''.

Parlando poi dell'astensionismo, l'esponente del Carroccio ha affermato: ''Se più della metà della gente non è andata a votare neanche Grillo significa che la politica schifa parecchio. Mi auguro che in Lombardia ci sia più partecipazione e più coinvolgimento''.IL BOOM DEI GRILLINI IN SICILIA - ''Il boom di Grillo in Sicilia si ripeterà alle elezioni nazionali? Ben venga, noi come Lega Nord non abbiamo paura di Grillo'', ha poi detto Salvini commentando l'exploit del M5S alle elezioni in Sicilia alla trasmissione ''L'Aria che tira'', su La7. ''Io i grillini li voglio vedere alla prova dei fatti come a Parma - spiega Salvini -, voglio vedere se sono capaci o incapaci. A Milano e in alcune città lombarde li stiamo mettendo alla prova e non mi sembra che brillino per proposte per la risoluzione di problemi, dalla sanita' agli autobus''.

martedì 30 ottobre 2012

CASSANO due pesi e due misure


Guardate cosa scrive l'Assessore Angelo Colombo sul suo Blog


""Un “negretto” mi ha chiesto l’elemosina; al mio rifiuto col consiglio di non chiedere soldi ha reagito prepotentemente; ho chiamato i Vigili che gli hanno preso i dati e l’hanno allontanato dal mercato.""

Ma i beceri razzisti non sono siamo noi della Lega?



Ricordiamo che non e' la prima volta che questo signore usa questo linguaggio, se ricordate anche in tema di animali, voleva prendere a sassate un gatto per farlo scendere da una albero.


Ci domandiamo dove sono oggi quei signori che quando proponemmo un ordinanza anti accattonaggio o facemmo identificare un cittadino extra comunitario che dormiva bellammente in un parco pubblico, si stracciarono pubblicamente le vesti, tacciando la lega si razzismo e di mancanza di spirito Cristiano.

Vedremo se anche adesso che un loro compagno utilizza certe terminologie faranno sentire la propria voce, o se invece taceranno, come stanno del resto facendo sulle molteplici magagne di questa maggioranza.

Il 25 le elezioni per la regione di Barcellona, che da sola produce il 20% del Pil spagnolo e sogna l'indipendenza

Il vento dell'indipendenza spira forte a Barcellona. L'11 settembre 2012, mentre il mondo era intento a ricordare quanto avvenne undici anni fa a New York, nella città dove riposano le spoglie di Gaudì oltre un milione di persone si sono risvegliate orgogliosamente catalane e sono scese in placa Catalunya per farlo sapere a Madrid. Come dire quasi il 15% della popolazione di tutta la comunità autonoma, neonati e anziani compresi. In realtà prima di esplodere così clamorosamente nel giorno della Diada, la festa nazionale della Catalogna, il fuoco dell'indipendentismo ha covato per mesi sotto la cenere. La causa separatista, storicamente sostenuta dal partito di sinistra della Esquerra Republicana de Catalunya, non è mai andata oltre il 30% dei consensi, ma oggi ha conquistato la maggioranza dei cuori catalani. Un desiderio che, il 25 novembre, potrebbe tradursi in voto nelle elezioni che il presidente Artur Mas ha convocato anticipatamente dopo il no del governo spagnolo all'ipotesi del nuovo patto fiscale avanzata dal parlamento di Barcellona che, per tutta risposta, il 27 settembre ha sfidato apertamente Madrid votando con 83 sì su 135 una risoluzione non vincolante sulla possibilità di organizzare un referendum sull'indipendenza.
FINANZIAMENTI REGIONALI - Quello economico è uno dei terreni di scontro con il governo nazionale. Il sistema di finanziamento spagnolo, infatti, prevede un meccanismo di ridistribuzione che penalizza le regioni più floride a vantaggio di quelle più depresse tanto che, dopo i trasferimenti statali, succede che queste ultime hanno spesso più risorse delle prime. In questo modo la Catalogna, considerata uno dei quattro motori d'Europa insieme a Baden-Württemberg Lombardia e Rodano-Alpi, si ritrova ad essere più povera di molte altre realtà spagnole.
UN QUINTO DEL PIL - Ogni anno Barcellona, che garantisce da sola quasi il 20% del prodotto interno lordo nazionale, vede partire sulla via di Madrid il 24% della propria ricchezza e ritornare solo il 10%.
STRANGOLATI - Le cose sono andate più o meno bene fino a che la crisi non ha alleggerito anche i portafogli dei catalani. La disoccupazione che avanza (anche se in Catalogna rimane di svariati punti percentuali sotto la media nazionale), il no della corte costituzionale al nuovo statuto catalano (già approvato con un referendum dopo ventotto anni di trattative con Madrid) e soprattutto i tanti tagli previsti dal nuovo piano di austerità deciso dal governo nazionale hanno spinto i catalani a scendere in piazza come mai avevano fatto nella loro storia. La manifestazione dell'11 settembre e il no del galiziano Mariano Rajoy al nuovo patto fiscale hanno fatto il resto. L'Assemblea Nacional Catalana, associazione indipendentista trasversale guidata dalla battagliera Carme Forcadell, è nata a marzo del 2012 e in pochi mesi ha raccolto novemila iscritti. La Catalogna si sente strangolata da Madrid. I nuovi tagli del governo centrale, che vorrebbe portare il deficit annuale della regione dall'attuale 4% del Pil all'1,5% (quando nel resto della Spagna è al 7,4%), pesano su tutti i catalani: i dipendenti pubblici si sono visti tagliare gli stipendi, gli investimenti sono stati congelati ed è stata introdotta una tassa, particolarmente invisa, di un euro su ogni ricetta medica. Barcellona non ci sta e vorrebbe essere la capitale del ventottesimo stato europeo.

Maroni: «Si è conclusa un'era» Il segretario della Lega: «Vogliamo trasformare la Lombardia in una regione a Statuto speciale»


«È finita la sua era, ora se ne apre una nuova»: Bobo Maroni saluta Milano e la Lombardia con questo pensierino affettuoso nei confronti di Roberto Formigoni. Il segretario della Lega parla da un hotel a due passi da San Siro dove ha riunito il mondo delle professioni per la seconda tappa degli «stati generali» del nord. Inevitabile, per il segretario leghista, commentare la novità del consiglio regionale dimissionario e la notizia delle imminenti elezioni per il Pirellone. «La Lega vuole essere protagonista», scandisce Maroni, prima di spiegare: «Abbiamo uomini e abbiamo idee per il governo di questa Regione. Io voglio costruire un'ampia coalizione attorno a un progetto per una Lombardia più autonoma e più pulita». Infine, la proposta: «Vogliamo trasformare la Lombardia in una regione a Statuto speciale». Quanto all'alleanza col Pdl, il leader del Carroccio conferma di voler «proseguire l'esperienza di governo maturata in questi anni con il Pdl», ma anche, nel caso, di essere pronti «ad andare da soli».

La polemica continua anche il giorno dopo. I veleni della crisi nata di fatto sull'onda dell'arresto dell'assessore Zambetti, sono tutt'altro che smaltiti. La replica del presidente in carica è immediata. Il «cinguettio» di Formigoni è un ruggito: «Maroni dice che è finita l'era Formigoni e si apre l'era della Lega. Forse è vero il contrario: è finita l'era della Lega e continua la mia». Anche la contro-risposta arriva a tempo di record: «La Lega è immortale», sibila Maroni: «La questione settentrionale è la Lega e la Lega è la questione settentrionale. Capisco che tanti vogliano coprire questo spazio, ma la Lega ha radici profonde. Si rassegni chi vuole vederci sparire presto».

Il Celeste e i barbari sognanti. Sullo sfondo rimane la questione delle questioni: che cosa sarà del centrodestra nazionale, dell'alleanza siglata ai tempi da Bossi e Berlusconi. Il lungo discorso del Cavaliere, ieri pomeriggio da villa Gernetto, ha confermato di fatto che le primarie per la leadership nazionale si faranno e non è da escludere che Formigoni decida, una volta traghettata la «sua» Lombardia al voto invernale, di partecipare alla corsa. Nelle prossime ore, nei prossimi giorni si saprà se i piani del «governatore a vita» (celebre definizione dello stesso Berlusconi) portano davvero a Roma. Ieri è arrivato l'altolà preventivo firmato Daniela Santanchè: «Formigoni dovrebbe pensarci bene se presentarsi alle primarie. Io non glielo consiglio». Intanto - a proposito di coalizione e di alleanze - dice la sua anche il presidente della Provincia Guido Podestà: «Mi ritrovo nelle considerazioni di Maroni, che vuole un'ampia coalizione. Ma il buon governo in Provincia, il cui perno si regge sull'alleanza tra Pdl e Lega, è un traguardo raggiunto anche grazie alla capacità di allargare il consenso anche all'Udc».
Formigoni si spinge oltre e annuncia (via Twitter, ovviamente): «In Lombardia i giochi sono praticamente già fatti; una coalizione di moderati veri con candidato Albertini per continuare il nostro buon governo!».

lunedì 29 ottobre 2012

Cassano Lega in Piazza, Grande Risultato


Formigoni cade e se la ride, ma la Lega ha raggiunto il Pdl nei sondaggi


Sorride. Arriva per ben tre volte in sala stampa a stringere la mano ai giornalisti. Dice: «Ve l'avevo detto». Soddisfatto e sorridente, aggiungendo poi che «in politica bisogna saper guardare lontano come nel gioco degli scacchi». Racconta dei suoi tweet e passa tutta la mattinata al telefono. Non si ricordava da mesi un Roberto Formigoni così in forma. Se le indagini della procura di Milano avevano scalfito l'umore del governatore lombardo questa estate, dopo lo scioglimento del consiglio regionale, il Celeste sembra essere tornato più combattivo che mai.

Tanto contento che durante la conferenza stampa un giornalista glielo domanderà pure: «Ma non stride questa sua soddisfazione con la fine della legislatura lombarda?». Proprio qui sta il punto. Formigoni strappa una vittoria contro la Lega Nord di Roberto Maroni, portando alle dimissioni tutti i consiglieri del Popolo della Libertà e «vedendo» il voto a gennaio, cosa che fino a giovedì in molti non pensavano neppure. Eppure oggi «finisce un'epoca», come ricorda il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina. Dopo 17 anni di formigonismo, dal 2013 si dovrà cambiare aria. L'asse tra Comunione e Liberazione e Carroccio si è rotto, almeno al momento. 
Per il Carroccio è un giorno amaro. Anche se Matteo Salvini, europarlamentare arrivato in fretta e furia da Bruxelles per intervenire in consiglio, ha provato a camuffare la debacle. «Grazie alla coerenza della Lega Nord i lombardi voteranno presto, senza listini salva-Minetti e per una Regione Lombardia più stabile e senza infiltrazioni mafiose». Eppure i leghisti chiedevano il voto in aprile, insieme con le politiche, mentre adesso, con lo scioglimento anticipato del consiglio c'è la possibilità che si vada a votare tra dicembre e gennaio.

In pochi sembrano crederci, anche perché se si votasse il 16 dicembre bisognerebbe presentare già le liste il 15 novembre. Ma Formigoni ha assicurato di aver parlato con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, che gli avrebbe detto che in Lombardia si andrà presto al voto: a decidere sarà lei e non è detto che alla fine, tramite qualche decreto, non si arrivi all'election day insieme con le politiche.
 
In generale, l'ultima giornata del consiglio regionale al Pirelli, segna una sconfitta per tutta la coalizione di centrodestra, già frantumata in vista delle prossime elezioni e in cerca di un candidato. È stato l'ultimo giorno dell'igienista dentale Nicole Minetti, ignorata per tutta la seduta dai giornalisti, che questa volta si sono concentrati di più sulle questioni politiche. Finisce pure la carriera dell'ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, che, travolto dalle indagini su Sesto San Giovanni, tornerà a fare il professore al liceo.

Adesso la giunta continuerà il suo iter in amministrazione ordinaria, con un occhio alle prossime elezioni. E in questo senso la Lega, pur battuta sulle dimissioni dei consiglieri, strappa un sondaggio favorevole. Secondo Swg nelle regioni del Nord sarebbe alla pari del Pdl, con il 13,2 %. È una magra consolazione, ma che comunque potrà valere in vista della campagna elettorale. Le indagini sugli esponenti del Pdl iniziano a pesare. E il Carroccio sembra voler impostare la sua campagna elettorale proprio contro la mafia e la 'Ndrangheta, che hanno portato in carcere l'ex assessore alla Casa Domenico Zambetti per voto di scambio: l'ultimo arresto tra i tanti, determinante per la fine della legislatura.


"PARLIAMO CON TUTTI MA NON CON FORMIGONI"

La Lega e' disposta a parlare "con tutti, ma non con Formigoni". Lo ha affermato il segretario della Lega Lombarda, Matteo Salvini, a margine dei lavori del Consiglio regionale. "Il problema non e' con chi parlare nel Pdl", ha anche detto. "Stiamo lavorando al programma abbiamo come candidato Roberto Maroni, chi ci sta ci segue". Quanto alla 'crisi politica' in Regione, Salvini ha sottolineato: "la Lega aveva promesso di andare a votare e si fara'. Aveva promesso di togliere il listino per non avere piu' Minetti paracadutate dall'alto in Consiglio ed e' stato fatto" "Non abbiamo paura del voto anzi l'abbiamo chiesto - ha concluso - ma chiamare 10 milioni di persone al voto 2 volte in pochi mesi ci sembra sciocco".

Rientrate minacce ritorsione Veneto e Piemonte

''Ricordo che a Roma siamo all'opposizone, in Piemonte e in Veneto, non mi pare che l'alleanza sia messa in discussione dalle vicende lombarde com'e' giusto che sia. Il Veneto e' Veneto, il Piemonte e' Piemonte. Cio' che succede in Lombardia rimane circoscritto in Lombardia''. Cosi' Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord risponde ai cronisti che gli chiedono se quanto accadra' in Lombardia avra' ricadute in Veneto e in Piemonte oltre che nelle future alleanze. ''C'e' stata qualche minaccia di ritorsioni all'inizio su Veneto e Piemonte che saggiamente e' rientrata. In Veneto e Piemonte le due giunte possono continuare a governare, in Lombardia vederamo cosa succedera'''.

(ASCA) - Treviso, 25 ott - ''Ricordo che a Roma siamo all'opposizone, in Piemonte e in Veneto, non mi pare che l'alleanza sia messa in discussione dalle vicende lombarde com'e' giusto che sia. Il Veneto e' Veneto, il Piemonte e' Piemonte. Cio' che succede in Lombardia rimane circoscritto in Lombardia''. Cosi' Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord risponde ai cronisti che gli chiedono se quanto accadra' in Lombardia avra' ricadute in Veneto e in Piemonte oltre che nelle future alleanze. ''C'e' stata qualche minaccia di ritorsioni all'inizio su Veneto e Piemonte che saggiamente e' rientrata. In Veneto e Piemonte le due giunte possono continuare a governare, in Lombardia vederamo cosa succedera'''.

domenica 28 ottobre 2012

Trasparenza Lega Nord, conti online ogni mese

Milano: La Lega Nord presenta il rendiconto del gruppo della Camera e annuncia una operazione di trasparenza sui propri conti con la pubblicazione mensile online.

Il rendiconto va dal 1 febbraio 2012 al 30 settembre 2012, ovvero è relativo alla gestione del nuovo capogruppo Paolo Dozzo. Il saldo è in attivo per 1 milione e 663 mila euro, a fronte di entrate per 2.191.835 euro e di uscite per 1.777.933 euro a cui vanno aggiunti 666 mila euro dei fondi per rischi contenziosi e spese impreviste.

La voce delle uscite più alta, al di là di contributi e tasse (600 mila euro) riguarda gli stipendi del personale che assommano a circa 380 mila euro (il personale in carico al gruppo è composto da 35 persone).

A seguire ci sono le spese per le collaborazioni, 342 mila euro; e quelle per gli eventi e la comunicazione, 223 mila euro. In consulenze sono stati spesi circa 60 mila euro, mentre il per funzionamento del gruppo (90 mla euro) e quello dell'ufficio di presidenza (22 mila) sono stati impiegati circa 112 mila euro.

SCANDALO DA DIMENTICARE. Al di là dei numeri, la presentazione dei conti ha visto la partecipazione di tutto il gruppo dirigente leghista alla Camera e, in sala, dell'ex presidente Reguzzoni. Il Carroccio intende cancellare l'immagine negativa determinata dagli scandali della gestione Belsito dei fondi di partiti che portarono alle dimissioni da consigliere regionale di Renzo Bossi e, di fatto, all'uscita di scena dello stesso Umberto.

«Lo scandalo non ha inciso», ha affermato Dozzo rispondendo ai cronisti che hanno sollevato la questione in conferenza stampa. «Da aprile non prendiamo alcuna indennità come gruppo».

LE PROPOSTE DELLA LEGA. E a chi gli chiedeva se la Lega abbia preso in considerazione la riduzione dei costi della politica, lo stesso Dozzo ha risposto che il Carroccio «ha presentato un progetto di legge per l'abolizione del rimborso elettorale ed il finanziamento dei partiti, e proposto un taglio dei parlamentari».
Sulla gestione dei fondi al Senato da parte dell'onorevole Stiffoni, che avrebbe regalato 4 mila euro ai senatori lo scorso anno, Dozzo ha chiosato: «Alla Camera non ha dato nulla».

Anche l'ex capogruppo Reguzzoni è intervenuto rivendicando di aver lasciato al gruppo quasi 2 milioni sul conto: «Alla Camera i regali che abbiamo fatto come gruppo sono stati al massimo una cravatta per gli uomini e una rosa di stoffa per le donne a Natale, cioccolatini per i giornalisti. A Pasqua abbiamo regalato una foto. Insomma, tutte cose di poco valore

Farmaci: spesa pro-capite per regioni, in testa la Sicilia. Ultima Bolzano

di GIANMARCO LUCCHI
Nel 2011 la spesa pubblica per farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale e’ stata pari a 12.387 mln, con una riduzione del 4,6% rispetto al 2010. Spesa in calo, dunque, in tutte le regioni, anche se le maggiori riduzioni si registrano in Calabria (-13,1%) e Puglia (-8,8%). E’ invece la Sicilia a registrare il picco massimo di spesa pro-capite per farmaci (258 euro) e di consumi (1086 dosi giornaliere ogni mille abitanti).

Il dato arriva dall’ultimo Rapporto AIFA sull’uso dei farmaci in Italia, realizzato dall’Osservatorio sull’impiego dei medicinali (Osmed) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanita’. Ma la spesa farmaceutica, pur in calo, resta un nodo centrale anche nel decreto sulla Spending review e per ripianarla sono chiamate a contribuire, con uno sconto sui farmaci in favore del Ssn, anche le aziende farmaceutiche. Un ultimo emendamento votato la scorsa notte in commissione Bilancio ha tuttavia previsto una ‘limatura’ degli sconti a carico delle aziende, che scendono dal 6,5% al 4,1%. In questo contesto, l’istantanea scattata dal Rapporto Osmed mostra pero’ un Paese in cui la spesa per farmaci diminuisce (anche per effetto di una maggiore diffusione dei farmaci generici, che hanno un costo minore), pur a fronte di un aumento delle prescrizioni di medicinali.
Quanto alla ‘classifica’ tra le regioni, dal Rapporto si rileva che la piu’ virtuosa e‘ la Provincia Autonoma di Bolzano (con 149 euro di spesa per farmaci pro-capite). La Sicilia e’ invece al primo posto per consumi territoriali e spesa lorda pro capite. A fronte di una media nazionale di 204,3 euro pro capite, la spesa per farmaci oscilla dunque da un valore massimo di 258 euro pro capite registrato in Sicilia ad un valore minimo di 149 euro della Provincia Autonoma di Bolzano. Il consumo di farmaci e’ invece in aumento in quasi tutte le regioni, ad eccezione di Abruzzo, Campania e Puglia. Gli incrementi piu’ elevati rispetto al 2010 si registrano in Lombardia, P.A. di Bolzano (+3,1%) e nella P.A. di Trento (+2,7%).
Questa la spesa lorda pro-capite per farmaci nelle regioni italiane nel 2011: Sicilia (258,1 euro); Lazio (234,4); Puglia (235); Sardegna (229); Calabria (231,2); Umbria (180,9); Campania (232); Basilicata (197,1); Abruzzo (221,9); Marche (190); Toscana (167,7); Molise (206,1); E.Romagna (170,2); Friuli V.G. (187,2); Liguria (188,3); Veneto (177,6); Piemonte (182); Val d’Aosta (175,7); Lombardia (191,9); Trento (162,2); Bolzano (149).
Questa graduatoria è lampante: le regioni del Sud, con l’aggiunta del Lazio, sono quelle che spendono di più in fatto di farmaci in media per cittadino. Vorrà dire qualcosa? Forse che in quelle zone ci si ammala di più? E manco a farlo apposta in testa c’è la Sicilia, sarà colpa anche in questo caso della cattiva applicazione dello statuto speciale? O siamo noi che interpretiamo male i numeri?

sabato 27 ottobre 2012

LOMBARDIA: REGIONE BEN AMMINISTRATA, MAFIA PROBLEMA NATO AL SUD

"Maroni si arrabbiò con Saviano perchè diceva che la Mafia si era insediata al nord grazie all'appoggio e al silenzio della Lega.

La mafia non è nata propriamente in Valtellina. Io rivendico 12 anni di buon governo della Lombardia, se avessimo avuto il sentore di Mafia saremmo andati a votare subito, come stiamo facendo ora. " 

Lo ha detto il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7.

Maroni, Monti è come Allegri: "Non mangia il Panettone"


IL SEGRETARIO DELLA LEGA: "VOTO IN LOMBARDIA? ASPETTIAMO COSA SUCCEDE A ROMA, SULLA LEGGE DI STABILITÀ LA MAGGIORANZA NON REGGE"


Bobo: "La nostra proposta di election day diventerebbe ancora più giusta in caso di caduta del governo". Sul dopo Formigoni: "Corro per le primarie di coalizione"

Mario Monti come il mister del Milan Massimiliano Allegri: per il leader della Lega Roberto Maroni, tanto anti-tecnici quanto acceso tifoso rossonero, nessuno dei due "mangerà il Panettone". Pallone a parte, la botta dell'ex ministro degli Interni è tutta politica: "Il governo non credo che supererà Natale - ha detto il segretario federale del Carroccio nella conferenza stampa in via Bellerio -, il fuoco di fila sulla legge di stabilità difficilmente sarà sopportabile da questa maggioranza". Naturalmente, se cade Monti rischia di cambiare tutto il calendario elettorale, compreso quello (ancora nebuloso) in Regione Lombardia: "Vedremo l’evoluzione delle cose, bisogna collegarle con quanto sta avvenendo a Roma", ammette Maroni. "La nostra proposta dell’election day (con le regionali in Lombardia, ndr) avrà ancora più senso", e in questo caso forzerebbe la mano al quasi ex governatoreRoberto Formigoni intenzionato a sciogliere il prima possibile il consiglio regionale ed andare a votare entro dicembre. La Lega, invece, preferirebbe prendere tempo e far slittare tutto ad aprile (quando finirà la legislatura in Parlamento) anche a suon di ostruzionismo sulla legge elettorale regionale con la pioggia di emendamenti al Pirellone. "Dopo questi due giorni di gazebo - ha continuato il segretario federale con riferimento alle 'primarie' indetta dal movimento per scegliere il candidato a governatore lombardo - siamo pronti a qualunque battaglia e sfida". Maroni ha ribadito di essere disponibile a correre per le primarie di coalizione, ma ha spiegato di non avere risposte, dal Pdl, che dovrebbe decidere sulla questione. Nel frattempo, non resta che esprimere soddisfazione per la conferma del leghista Andrea Gibellisulla poltrona di vicegovernatore lombardo. Per quanto tempo ci resterà, non è dato saperlo. Dipenderà dal professor Monti.

venerdì 26 ottobre 2012

Cassano, Lega dalla parte della Gente



Lega Nord: sabato a Milano 'Stati Generali' sul mondo delle professioni

La Lega Nord organizza per sabato prossimo a Milano la ''seconda tappa'' degli Stati generali del Nord. L'iniziativa e' la stessa gia' promossa dal Carroccio al Lingotto di Torino a fine settembre, ma questa volta sara' dedicata al mondo delle professioni: avvocati, medici chirurghi e odontoiatri, architetti, infermieri, periti industriali, farmacisti italiani, agrotecnici, commercialisti ed esperti contabili, geometri, ingegneri.

Tutti riuniti all'Hotel Melia' del capoluogo lombardo per una tavola rotonda aperta al dibattito sulle 'ricette' anti-crisi per rilanciare il mondo della libera professione.

''Il mondo delle professioni e' quello da sempre piu' bastonato terreno fiscale'', spiega il segretario federale Roberto Maroni. ''Sabato - precisa - ascolteremo quali sono i loro problemi e le loro proposte per rilanciare l'economica del Nord''.

A coordinare la giornata di lavoro sara' Nicola Molteni, responsabile per le professioni del Carroccio. ''Il mondo delle professioni - osserva - rappresenta il 15% del pil nazionale, e' composto prevalentemente da giovani e su 2,3 milioni di iscritti in Italia, piu' di 300 mila operano in Lombardia''.

Prevista successivamente una terza e ultima tappa degli Stati Generali del Nord. L'appuntamento e' per gennaio prossimo e l'incontro sara' focalizzato ,su agricoltura, alimentazione, energie rinnovabili e gestione del territorio.

I figli dei ministri che sono "poco schizzinosi"

Sicuramente non ha fatto la schizzinosa Maria Maddalena Gnudi quando il padre, ilil ministro Gnudi (ex presidente Enel, quota Udc) le ha proposto di diventare socio del prestigioso Studio Gnudi. E il figlio di Corrado Passera? Che dire poi dei Fornero junior? La lista è lunga: ministro Fornero, prenda nota.
Roma - In un paese dove il 78% dei lavori si trova per «segnalazione» (dato Eurostat), i figli di banchieri, professori universitari, rettori, presidenti di Cda, prefetti, manager pubblici, tutti futuri (attuali) ministri, non hanno tempo per essere choosy, «schizzinosi»: il lavoro arriva e coi fiocchi.

Al di là dei loro sicuri meriti, non deve aver fatto la schizzinosa Maria Maddalena Gnudi quando il padre, il ministro Gnudi (ex presidente Enel, quota Udc) le ha proposto di diventare socio del prestigioso Studio Gnudi (commercialisti in quel di Bologna), il suo. Approdo sicuro anche per Eleonora Di Benedetto, avvocato 35enne, assunta da uno dei più importanti studi legali di Roma, lo studio Severino, quello della madre Paola, ministro della Giustizia.

Ma non tutti i brillanti figli si impiegano indoor, altri lo fanno outdoor, sempre ad altissimi livelli. Come Costanza Profumo, brillante architetto laureata al Politecnico di Torino, figlia del rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo (ora ministro dell'Istruzione), ha lavorato nello studio newyorkese dell'archistar Daniel Libeskind, ora pare sia a Rio de Janeiro. Carlo Clini, figlio del ministro dell'Ambiente Corrado, è rimasto invece in Europa, a Bruxelles, dove coordina progetti per la Regione Veneto.

Ricordate Carlo Malinconico, il sottosegretario tecnico che si è dimesso per una vacanza pagata da altri? Suo figlio, Stefano, avvocato, ha fatto pratica nello studio Malinconico (del padre), poi ha trovato lavoro al ministero dell'Ambiente dov'era direttore generale Corrado Clini (ex collega di governo del padre), e quindi all'Antitrust, quando il presidente era il sottosegretario Catricalà, (ex) collega del padre nel governo Monti. A sua volta il segretario Catricalà, che ha gestito l'Antitrust per sei anni, ha una figlia che è in una società, Terna, partecipata dal ministero dell'Economia, dove da sempre siede Vittorio Grilli, ministro dell'Economia, che però ha figli ancora in età scolare.

Brillante carriera per un altro rampollo, Luigi Passera, figlio del ministro Passera. Passera jr., dopo la laurea in Bocconi (come il padre) si è occupato di marketing per la Piaggio, società di Colaninno, partner dell'ex ad di Intesa nella cordata di salvataggio Alitalia. Ora Passera jr ha un impiego di tutto rispetto presso la multinazionale Procter & Gamble. 

Di Monti jr, invece, si sono perse le tracce. Dopo aver lavorato a Londra per Citigroup e Morgan Stanley, il figlio del premier era stato chiamato alla Parmalat da Enrico Bondi (a sua volta poi chiamato da Monti padre come commissario straordinario per la spending review). Dopo le polemiche sul posto fisso (il premier disse che era «noioso») il curriculum del figlio, che nel frattempo ha lasciato Parmalat, è sparito dal web. Si sa però che la seconda figlia di Monti, Federica, ha lavorato nel prestigioso studio Ambrosetti , quelli del Forum Ambrosetti di Cernobbio, dove si riunisce la crème dell'economia italiana. E che poi ha sposato Antonio Ambrosetti, unico figlio maschio degli Ambrosetti.

Benissimo è andata a Giorgio Peluso, 42 anni, figlio del ministro Cancellieri. Già assunto trentenne come direttore di Unicredit, poi direttore generale di Fondiaria Sai a 500 mila euro l'anno, l'ha in questi giorni lasciata con una buonuscita di 3,6 milioni, scoperta dal Fatto. Ma non è rimasto a spasso: assunto da Telecom Italia come Chief Financial Officer.

Poi c'è la Fornero. La figlia Silvia ha una cattedra all'Università di Torino (dove madre e padre sono professori ordinari), e lavora in una fondazione finanziata da Intesa (dove la madre era nel consiglio di Sorveglianza). L'altro figlio, Andrea Deaglio, invece, è uno stimato regista e produttore di film socialmente impegnati (emarginazione, minoranze etniche). Chissà cosa pensa dei choosy.

giovedì 25 ottobre 2012

Veneto indipendente, oltre Zaia dicono sì anche Pd e Rifondazione


IL CONSIGLIO REGIONALE DISCUTERÀ SE INDIRE UN REFERENDUM SULL'AUTODETERMINAZIONE. NON CI SONO SOLO LEGA E PDL, A FAVORE ANCHE PARTE DELLA SINISTRA
Veneto indipendente, oltre Zaia dicono sì Pd e Rifondazione


di Giuliano Zulin
Quello che sta accadendo nel Nord Est fa discutere tutto il mondo. Eppure in Italia pochi ne parlano. Chissà perché...

L’inglese TelegraphRussia TodayRadio Nacional de VenezuelaDigital Journal (Canada), SME.SK (Slovacchia), NewsNow (Grecia), Periodista Digital (Spagna), National Review (Usa), Mladina (Slovenia), Actualitad RT (Spagna), Interia (Polonia), Pirsus Haber (Turchia), World Journal(Cina), Teinteresa (Spagna), Terra (Messico), Business Insider (Usa),PressTV (Iran), BreakingNewsEnglishTheChristianScienceMonitor (Usa),MinnPost (Usa), Sina (Hong Kong), Wall Street JournalYahoo News,Sunday Times... Ne parla tutto il mondo di quello che sta succedendo in Veneto. Giri per i bar, ascolti i programmi nelle tv locali, leggi i  giornali, ascolti i politici: la voglia di indipendenza della Regione guidata da Luca Zaia è l’argomento di punta. Solo i grandi media italiani, Rai in testa, fanno finta di niente. Silenzio di tomba. Eppure, non passa settimana che una formazione indipendentista non faccia un blitz a Venezia per spingere verso il referendum anti-Italia.

MARONI "SABATO INCONTRIAMO IL MONDO DELLE PROFESSIONI"

Dopo gli Stati Generali del Lingotto, in cui la Lega Nord aveva aperto un dialogo con gli imprenditori del Nord, il Carroccio apre un dialogo anche con il mondo delle libere professioni. Sabato prossimo all'hotel Melia' di Milano si terra' infatti un incontro dei vertici della Lega con un mondo che, come ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni, "genera posti di lavoro, professionalita' e produttivita'". "Si tratta di un mondo bistrattato sul piano fiscale e della valorizzazione della professionalita' - ha ribadito Maroni -. Sentiremo i loro problemi e le loro proposte per rilanciare l'economia al Nord e per essere piu' competitivi per i cittadini". All'incontro parteciperanno tra gli altri il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa, il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano Paolo Giuggioli e Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionali Ingegneri. La terza tappa del percorso Stati Generali si svolgera' a gennaio, con l'incontro della Lega con il mondo dell'agri

CONTRAFFAZIONE: BISOGNA APPLICARE LE LEGGI

“Per contrastare il fenomeno della contraffazione non servono nuove norme perché il nostro Paese, dal punto di vista legislativo, non ha eguali in tutto l’occidente. Piuttosto è necessario concentrarsi sulla fase successiva, ovvero sull’applicazione delle leggi”.

Lo dichiara il deputato della Lega Nord, Gianni Fava, presidente della Commissione d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione.

“Tuttavia parlare di reato non basta. Essendo di fronte a una vera e propria emergenza sociale, che toglie migliaia di posti di lavoro e sottrae introiti alle casse dello Stato, è importante spiegare alla gente la gravità del fenomeno. Il comparto maggiormente danneggiato è quello dell’artigianato, della piccola e media impresa. Per troppo tempo abbiamo pensato che i grandi marchi fossero nostri alleati commettendo un errore di valutazione: per molti di loro, infatti, la contraffazione rappresenta una fonte indiretta di pubblicità, per di più del tutto gratuita. Bisogna capire che stiamo giocando una partita importante per la nostra economia, e se vogliamo vincerla dobbiamo essere tutti alleati”.

mercoledì 24 ottobre 2012

Il Sindaco come al solito o cerca di distorcere la verità oppure soffre di amnesia e di scarsa concentrazione


Il caro Sindaco come al solito o cerca di distorcere la verità oppure soffre di amnesia e di scarsa concentrazione.


La scorsa settimana affermava sulle pagine della Gazzetta dell’Adda, che la Lega avrebbe chiesto le scuse in Consiglio Comunale per la goliardia del suo “simpatico” assessore al Carnevale nella vicenda dei fantasiosi primati.


Ebbene come il Sindaco dovrebbe sapere le scuse le ha richieste il Consigliere Colombo Fabio, non per la vicenda delle scimiettie ma per un post in facebook  dell'assessore al carnevale nel quale lo stesso affermava che il Consigliere Colombo avrebbe detto che l'Assessore dovrebbe essere "preso a sberle" Cosa mai afferma e sulla quale stiamo ancora valutando una querela.


Le scuse perciò si chiedevano per ristabilire la verità in tema di violenze fisica e non per una goliardata riprova alleghiamo il testo della interpellanza Vedi allegato


Ma evidentemente il Sindaco era poco attento al dibattito e non si è nemmeno letto i verbali del consiglio.


In quanto ai presunti danni arrecati al comune dalla precedente amministrazione ha già risposto in passato il segretario della Lega Mario Cerri:

“In questi giorni mi è capitato di leggere due lettere, una di Caglio alla Gazzetta e una del PD ai Cassanesi, dove si leggeva dei danni che la passata Amministrazione ha causato alla Città e del suo sviluppo gravemente compromesso per i prossimi decenni.

Io facevo parte di quell’Amministrazione e non mi sono mai nascosto di fronte a nessuno e vi voglio dire che è ora di finirla di aggrapparsi alle sole vicende giudiziarie per giustificare le INCAPACITA’ di amministrare una città come Cassano.

Voglio solo citare un paio di punti, che non riguardano le note vicende giudiziarie che ormai tutti conoscono, ma il lavoro amministrativo da noi fatto negli anni passati.

In primo luogo appena insediati abbiamo dovuto terminare le opere iniziate o pianificate dall’amministrazione Casati di cui facevano parte l’attuale consigliere Gaiardelli e il Sindaco Maviglia, e che forse l’Assessore Caglio non ricorda visto che in quel momento  si occupava solo della Punto d’Incontro, opere che non erano interamente finanziate e solo in parte coperte da contributi Statale.

Il Centro Civico appena terminato già faceva acqua da tutte le parti, il Palazzo Cornaggia Medici infelice sede comunale e le piste ciclabili….

Ebbene le abbiamo ultimate, seppure con tutte le difficoltà economiche e derivanti da una progettazione, lasciamo giudicare ai cittadini come erano state progettate, diciamo solo che degli ambientalisti avevano progettato un edificio come il centro civico in classe energetica D!

E’vero abbiamo approvato due lottizzazioni; Veca e Bucca, che pero’ hanno portato soldi nelle casse del Comune ed è stato acceso un mutuo per l’ampliamento della casa di riposo, ma il comune ha risorse per sostenere le rate negli anni futuri. Inoltre ci sembra che siano state fatte tutte le normali attività di manutenzioni ordinarie e straordinarie e l’avvio dei lavori per la tangenziale.

Se tutto questo ha creato gravi danni alla nostra città scusate tanto!!!

Di contro il polo della sicurezza, opera fortemente voluta dalla Lega e interamente finanziata è subito stata bloccata, prassi molto usata dal centrosinistra nei cambi d’amministrazione, il che ha causato problemi, aumento dei costi per l’amministrazione tra cui vedi uno l’ennesimo trasloco dell’ufficio postale.

In ogni caso come ho già detto deve finirla di dare la colpa ai danni lasciati dalla passata amministrazione, se mai ce ne sono stati, per giustificare la sua incapacità di amministrare.”



Perciò se il Sindaco vuole fare il primo della classe studi almeno la lezione e non improvvisi come suo solito.


Infine  un appunto sull'articolo sul PGT, in campagna elettorale ed anche in seguito, avevamo attribuito molte ruspe all'attuale maggioranza,  ipotizzando la loro indole di costruttori, ebbene, da quello che afferma il vice sindaco Caglio sul linificio, siamo davvero molto preoccupati. Le loro ruspe sulla carta stanno diventando reali e di dimensioni abnormi.


LOMBARDIA: MARONI, VOTO GAZEBO MI IMPEGNA, PRONTO A SFIDE SEGRETARIO LEGA, PRESUPPOSTI ALLEANZE ONESTA' E LOTTA MAFIA

Il gran numero di preferenze raccolte alle primarie della LEGA per scegliere ai gazebo il candidato presidente della Regione Lombardia 'e' una cosa che mi fa piacere e che mi impegna molto', anche se per scelte definitive e' troppo presto perche' ancora 'la situazione e' in evoluzione'. E' quanto ha spiegato il segretario Roberto Maroni durante una conferenza stampa nella sede del Carroccio in via Bellerio. Maroni ha ribadito di aver visto il ritorno nelle piazze di una LEGA 'tonica'.

'Dopo questi due giorni di gazebo - ha detto quindi - sono pronto a qualunque battaglia e a qualunque sfida'. Il segretario del Carroccio non ha comunque chiarito come intenda ricostruire un'alleanza con il Pdl. Di certo, ha concluso, per qualsiasi accordo in futuro, con chiunque, 'i presupposti sono l'onesta' nei comportamenti e l'impegno contro le infiltrazioni della criminalita' organizzata'.

Molise, soldi da 13 anni per l’aeroporto. Però lo scalo non c’è (e non è previsto) - Inchiesta de "Il Fatto"



OGNI ANNO LA SOCIETÀ CONTROLLATA DALLA REGIONE FAGOCITA 102MILA EURO. DOPO INVESTIMENTI, INCARICHI E CONSULENZE, UNA LITE TRA COMUNI E UNA BOCCIATURA DELL'ENAC, LA REGIONE HA INSISTITO FINO AD OGGI PER UN'OPERA MAI REALIZZATA. FINO ALLA PIETRA TOMBALE MESSA DAL GOVERNO MONTI

“In Molise non è prevista la realizzazione di alcun aeroporto”. Lo scorso giugno, a bloccare definitivamente le ambizioni dei molisani – se qualcuno ancora ci credeva – era stato il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. E la conferma implicita è arrivata con il nuovo piano-aeroporti, sottoposto la settimana scorsa dallo stesso Passera al Cdm: Campobasso non compare tra gli scali che costituiranno il “polo dell’area meridionale” e non viene neanche considerato di “interesse locale”. Quello scalo mai costruito dunque rimarrà probabilmente per sempre la bozza di un progetto, del quale però la politica locale, che da quasi 14 anni continua ad annunciarne gli imminenti lavori, sembra ancora fermamente convinta.
Sarà per questo che la Aeroporto del Molise Spa, la società che nel 1999 venne costituita proprio per gestire lo scalo che sarebbe dovuto nascere di lì a poco, viene tenuta in vita ancora oggi. Ogni anno infatti la società controllata a maggioranza dalla Regione, tramite il Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Campobasso Bojano e la FinMolise (la Finanziaria della Regione), fagocita 102mila euro. Ma – non essendo stato costruito nessun aeroporto – “non ha mai prodotto un atto”.
Un’idea nata nel 1998. La volontà di dotare il territorio molisano di un hub tutto suo nasce concretamente nel 1998, quando la Giunta regionale stanzia 200 milioni delle vecchie lire per la redazione di uno studio di fattibilità “per la realizzazione di una struttura aeroportuale”. Il paese individuato dalla Regione – con un accordo di programma stipulato con il ministero dei Trasporti – per ospitare la nuova infrastruttura è Sepino, un piccolo comune di 2mila abitanti. Vincolata l’area, viene subito creata la società che si occuperà della gestione dell’aeroporto che (non) verrà: la Aeroporto del Molise Spa.
Investimenti, incarichi, consulenze. Da qui partono incarichi, consulenze e nuovi studi per la realizzazione, lo sviluppo, l’adeguamento e la manutenzione degli impianti e delle infrastrutture dello scalo. Il progetto sembra quindi decollare in pochi anni. Certo, bisogna continuare ad investire centinaia di migliaia di euro. Ma l’aeroporto, come afferma il presidente Iorio, “è indispensabile per contribuire con concretezza alla ripresa economica del Molise”. Insomma soldi ben spesi. E nel 2006, a pochi mesi dalle elezioni, la giunta Iorio stanzia altri 750mila euro. All’inizio del 2007 però lo stesso Iorio – confermato nel frattempo governatore per la terza volta – revoca il finanziamento. Quei soldi, come spiegherà qualche anno più tardi l’assessore ai Trasporti, Luigi Velardi, servono per realizzare un prefabbricato antisismico destinato alle scuole di Isernia. Gli entusiasmi adesso iniziano a scemare.
I Comuni si litigano lo scalo. Nello stesso periodo, i piccolissimi ma intraprendenti comuni diCantalupo nel Sannio e San Massimo fondano una società pubblico-privata (la AvioProject) e, determinati a portare l’aeroporto nel loro territorio, presentano al ministero dei Trasporti la domanda di finanziamento. La Aeroporto del Molise Spa, che in otto anni ha inghiottito soldi senza riuscire a portare avanti il progetto di Sepino, inizia a guardare con interesse a quello della neonata società e intensifica i contatti. Ma anche qui, proprio quando i molisani ricominciano a sperare, si ferma tutto.
La bocciatura dell’Enac. Nell’estate del 2009 gli ispettori dell’Enac, giunti nella piana Matesina (il territorio tra Cantalupo e San Massimo) per un primo sopralluogo, bocciano il progetto dell’aeroporto: “La particolare natura del territorio non lascia prevedere livelli significativi da giustificare l’onerosa realizzazione e gestione di un nuovo aeroporto”. Al massimo, suggerisce l’Enac, si potrebbe realizzare un’aviosuperficie: una struttura per soccorso sanitario, scuola di volo e aerei da una decina di posti. Nonostante ciò gli animi non si spengono.
Ma la Regione va avanti. A crederci ancora sono soprattutto gli amministratori dei due piccoli Comuni in società, che vedono in quel sogno un concreto sviluppo di tutta l’area. L’aeroporto, secondo loro, potrebbe finanche valorizzare il settore agroalimentare, uno dei punti di forza del Molise. Argomentazioni che finiscono inevitabilmente per suscitare l’ilarità dei contrari alla mega opera: “Non si riesce a fare la manutenzione delle strade, vengono tagliati i collegamenti con i piccoli comuni, ma vogliono fare l’aeroporto per spedire mozzarelle e caciocavalli”. Il segnale incoraggiante arriva da Palazzo Moffa, che nel settembre 2011 – ancora una volta quando alle elezioni, che confermeranno Iorio per la quarta volta, manca un mese – cambia idea e aggiorna il Piano Regionale Trasporti: Sepino è bocciato. Che ne dica l’Enac, per la giunta targata Iorio sono Cantalupo e San Massimo l’ unica possibile localizzazione del futuro aeroporto molisano.
La Aeroporto del Molise in liquidazione. Che fine ha fatto quindi la Aeroporto del Molise spa, nata proprio per gestire lo scalo di Sepino? La società, come si legge sulla scheda dellaUniontrasporti, è in liquidazione dal 14 ottobre 2010. Cioè anziché essere chiusa, è stata affidata ad un commissario liquidatore. “Oltre al danno, la beffa”, attacca il gruppo consiliare dell’Idv che, con emendamenti, interrogazioni e mozioni, continua dallo scorso gennaio a chiedere alla giunta l’immediata dismissione della società. Le istanze dell’opposizione però – l’ultima mozione è stata presenta il 30 luglio – sino ad oggi sono tutte cadute nel vuoto. E i molisani – che dalla loro regione non voleranno mai – continuano a “mantenere una società che per 14 anni ha solo venduto fumo, finanziando esclusivamente se stessa, e contemporaneamente a pagare un liquidatore

Maroni attacca Elsa Fornero: “Riforma del lavoro è un obbrobrio da cancellare”

"La riforma Fornero è un obbrobrio”. Lo ha dettoRoberto Maroni, segretario della Lega Nord, oggi da Venezia alla festa del Carroccio. “E lo dice chi la riforma l’ha fatta prima con l’amico Marco Biagi che ci ha addirittura rimesso la vita. Non ha senso la riforma Fornero: va cancellata. E’ inutile far pagare di piu l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Cosi li condanni alla disccupazione o al lavoro nero”. Poi l’esortazione alla “disobbedienza civile”, rivolta ai cittadini, ma soprattutto agli amministratori: “In Sicilia hanno usato i forconi. Dobbiamo fare qualche cosa di simile. Lo dico ai nostri sindaci. Protestare e passare ad azioni concrete come disobbedienza civile, la protesta fiscale via Equitalia dal Nord”.

Il segretario leghista non si è limitato ad attaccare il ministro del Welfare, ma ha criticato duramente anche il premier, definendo il suo esecutivo “fallimonti”. E tirando in ballo il Capo dello StatoGiorgio Napolitano: “I numeri di questo governo sono i numeri di un terremoto, di un fallimento politico di Monti e di chi ha mandato lì Monti, e sappiamo chi è”. 

Ma è contro le regioni che il governo, secondo il leader del Carroccio, ha dato il peggio di sé: “Come il fascismo, non vorrei che al posto dei prefetti ci mandassero i podestà”.

martedì 23 ottobre 2012

Lombardia: Maroni "Ho fatto pulizia in Lega, voglio fare pulizia anche nel palazzo della regione Lombardia, dove abbiamo visto che la 'ndrangheta e' riuscita a entrare"



Lombardia: Maroni dopo la Lega, voglio fare pulizia al Pirellone

"Ho fatto pulizia in Lega, voglio fare pulizia anche nel palazzo della regione Lombardia, dove abbiamo visto che la 'ndrangheta e' riuscita a entrare".
E' quanto ha affermato Roberto Maroni parlando con i giornalisti ad uno dei duemila gazebo allestiti dalla Lega Nord per la raccolta di firme a sostegno delle proposte di legge di iniziativa popolare e per le 'primarie' in Lombardia. A chi gli chiedeva se, a suo avviso, e' ancora possibile un'alleanza con il Pdl, coinvolto negli scandali in Lombardia, il segretario federale della Lega Nord ha risposto: "io distinguo sempre le responsabilita' personali da quelle politiche". "Noi siamo disponibili a continuare l'esperienza di governo in Regione Lombardia, che e' stata positiva e di successo, evitando di dare la Lombardia alle sinistre" ha ribadito Maroni. "Voglio capire - ha continuato - se, da parte dei nostri alleati, c'e' disponibilita' a continuare". 
FORMIGONI, NO ALLA CANDIDATURA DI MARONI Roberto Formigoni boccia ancora una volta un'eventuale candidatura di Maroni ai vertici della Regione Lombardia. "Non credo che colui che si e' assunto la responsabilita' di rompere l'alleanza - ha detto il presidente lombardo in visita a 'Made Expo', alla Fiera di Rho - possa pretendere di essere il candidato di tutti. Lo stesso Maroni - ha continuato - ha piu' volte sottolineato che la Lombardia e' governata bene e allora perche' ha rotto l'alleanza? Ora non puo' essere certo lui a riunificarla". 
MARONI, PDL NOMI CHE STIMO MA NO RISPOSTA SU PRIMARIE "Di nomi ne ho letti tanti, Maurizio Lupi, Mariastella Gelmini, Gabriele Albertini e altri: sono tutte persone che stimo". Cosi' Roberto Maroni ha commentato le indiscrezioni su eventuali candidati del Pdl alla carica di presidente delle regione Lombardia. Il segretario federale del Carroccio ha ribadito che sarebbe "onorato" di poter correre per la poltrona piu' alta a palazzo Lombardia e di essere "disponibile" alle primarie di coalizione. "Non e' una questione personale, ma politica", ha precisato Maroni. "Io ho dato la disponibilita'" a partecipare alle primarie di coalizione, ha continuato, "ma non ho piu' avuto risposte dal Pdl: tutto tace". "Penso che, nel Pdl, c'e' qualcuno che vuole fare l'alleanza con l'Udc, perche' la Lega sarebbe incompatibile, dopo dodici anni insieme in Lombardia", ha affermato Maroni con riferimento indiretto all'ipotesi di convergenza dell'Udc su un'eventuale candidatura dell'ex sindaco di Milano, Albertini. "In Sicilia - ha osservato - l'Udc appoggia un candidato diverso da quello del Pdl: qualcuno deve spiegarmi questa bizzarria". (AGI) .

Sondaggio Lombardia: Lega 22% - Maroni governatore al 30%


Nel secondo giorno dei gazebo leghisti in tutto il Nord per raccogliere le firme su tre progetti di legge costituzionali di iniziativa popolare (referendum per l’Europa, contro l’Imu di Monti e per mantenere il 75% delle tasse sul territorio di riferimenti), oltre che per raccogliere le indicazioni del popolo leghista su chi vorrebbero come candidato governatore alla Regione Lombardia e quando preferirebbero votare, se in un election day con le politiche in aprile o prima come insiste a volere il governatore uscente Roberto Formigoni. Col quale, va detto, ieri è proseguita la polemica continua e in particolare Roberto Maroni ha detto che “dopo aver fatto pulizia nella Lega, voglio adesso far pulizia al Pirellone”, facendo indirettamente intendere che chi doveva pulizia non è stato in grado di farla.

Intanto un sondaggio della Swg di Trieste (solitamente un istituto utilizzato dalla sinistra) per conto del Carroccio indica le intenzioni di voto dei cittadini lombardi: Lega e centrosinistra sarebbero appaiati intorno al 22%, mentre il Pdl sarebbe sprofondato al 13%. E i grillini? Non sono filtrate indicazioni precise, ma è probabile che viaggino come e più del dato nazionale ultimo rilevato che li vede al 21%, se nel Lazio sembra che un sondaggio della stessa Swg li collocherebbe addirittura al 35%. Per quanto riguarda il gradimento degli elettori del centrodestra verso i possibili governatori, Maroni guida con il 30%, seguito dall’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini con l’11%, da Matteo Salvini con l’8% e da Formigoni con il 3%. Fatta la tara al sondaggio per via del committente leghista, va rilevato che il dato del Pd, per altro piuttosto elevato, appare per altro condizionato dal fatto che la sinistra non ha ancora offerto indicazioni chiare sul candidato a governatore: in queste ore è arrivato anche il no da parte di Umberto Ambrosoli, figlio dell’avvocato liquidatore del Banco Ambrosiano barbaramente ucciso

Lombardia: in nuova giunta un leghista e tre Pdl

Undici assessori contro i sedici della 'vecchia' squadra di governo, piu' due sottosegretari contro i quattro precedenti. E' una giunta composta da tecnici ma anche da personalita' politiche quella presentata dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e chiamata a traghettare il governo del Pirellone fino al voto anticipato.

In particolare, nella nuova squadra di governo del Pirellone figurano un leghista e tre pidiellini. Espressione del Carroccio e' Andrea Gibelli, confermato alla vicepresidenza della giunta e all'assessorato all'Industria e Artigianato. Conferma anche per la pidiellina Valentina Aprea che mantiene l'assessorato all'Occupazione e Istruzione. Il terzo assessore 'politico' e' Giovanni Bozzetti (Pdl dell'area ex An) che assume le deleghe al Commercio e turismo. Confermato anche Romano Colozzi (Pdl di area ciellina), che resta assessore al Bilancio. Gli altri assessori sono invece tutti tecnici: alla Sanita' va Mario Melazzini, alle Infrastrutture Andrea Gilardoni, all'Ambiente ed energia il professor Leonardo Salvemini, alla Famiglia Carolina Elena Pellegrini, al Territorio, Urbanistica e Sicurezza il generale Nazzareno Giovannelli, all'Agricoltura Giuseppe Elias e, infine, allo Sport e Giovani il giornalista Filippo Grassia.

Scendono invece da quattro a due i posti di sottosegretario: Paolo Alli e' sottosegretario alla presidenza, mentre l'ex magistrato Giuseppe Grechi assume le deleghe sulla trasparenza.

''Molto soddisfatto'' si e' definito Roberto Formigoni che ha precisato di aver ''trovato moltissime disponibilita''' per la formazione della sua nuova giunta.

Sprechi d'Italia, l'orrido catalogo

Il bagno di una prefettura costato 100 mila euro. Sessanta vigili del fuoco che custodiscono un aeroporto chiuso. Un archivio che paga 200 mila euro d'affitto ma potrebbe avere una sede gratis. Lo rivela la Ragioneria di Stato(15 ottobre 2012) Articolo originale: clicca

A Genova, per la ristrutturazione del bagno della Prefettura (marmi pregiati, idromassaggio e sauna), lo Stato ha sborsato 100 mila euro. A Ragusa l'aeroporto di Comiso non apre, ma una squadra di 60 Vigili del fuoco viene distaccata in mezzo alle piste deserte. Pullula di pompieri anche il Trentino Alto Adige, dove le caserme sono 239, addirittura più numerose dei 217 piccoli e piccolissimi Comuni della regione.

Prefetture, caserme, carceri, capitanerie di porto, biblioteche pubbliche: contarne gli sprechi in tutta Italia è pressoché impossibile. Parliamo delle cosiddette "strutture periferiche dello Stato", il cui mantenimento, a oggi, assorbe circa il 93 per cento delle spese totali per il funzionamento dell'intero apparato statale.

lunedì 22 ottobre 2012

Magagna della Settimana



Un paio di esempi della attenzione alle manutenzioni che la sinistra aveva messo come un fiore all'occhiello nel suo programma, davvero dei  bei FIORI!

RACKET ACCATTONAGGIO


RACKET ACCATTONAGGIO
Problema rimane: stop al buonismo e leggi più severe
“L’operazione condotta contro il racket delle elemosine – afferma il consigliere regionale della Lega Nord, Davide Boni – ha dimostrato ancora una volta il grado di ferocia di questi aguzzini. Alle forze dell’ordine deve andare tutto il nostro plauso per un’azione encomiabile che ha liberato 32 portatori di handicap ridotti in schiavitù e costretti all’accattonaggio. Ma il problema purtroppo rimane. Nonostante le periodiche inchieste condotte in questi anni contro i racket, il fenomeno non accenna a diminuire. Occorrono leggi più severe, bisogna prendere esempio dalla vicina Svizzera dove l’accattonaggio è proibito per legge. Per stroncare questo genere di criminalità dobbiamo una volte per tutte fare a meno del buonismo che imperversa quando si parla di immigrazione. Dietro gli schiavi dell’elemosina, che vediamo ai semafori o in metropolitana, ci sono individui senza scrupoli che possono compiere le loro tratte di esseri umani in tutta libertà. Senza contare che l’ingresso della Romania nell’area Schengen ha reso la situazione ancora più devastante. La Lega Nord dice queste cose da anni, ricevendone in cambio dalle altre forze politiche poca attenzione e, in alcuni casi, le solite e trite accuse di razzismo

domenica 21 ottobre 2012

Anche a Cassano


FORMIGONI ESTERNA, NOI AL LAVORO


"La Lombardia e' una realta' troppo importante perche' continui ad essere accostata a polemiche che spesso appaiono decisamente sterili e sicuramente poco utlii.
Formigoni 'esterna' 90 volte al giorno, io ho poco interesse a seguirlo in questo gioco. Noi preferiamo lavorare e lo stiamo facendo anche oggi". Lo afferma il segretario nazionale della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini che cita alcuni esempi cui il Carroccio sta lavorando.

"Insieme ai nostri consiglieri e ai nostri funzionari - fa sapere - ci stiamo impegnando per rendere i servizi sociali della Regione ancora migliori. Vogliamo una Lombardia capitale dei diritti dei disabili e dei genitori separati. Come? Ad esempio - spiega Salvini - garantendo il trasporto a scuola e l'assistenza in aula per gli studenti disabili delle scuole superiori che recentemente ha subito tagli inaccettabili e facendo politiche attive per supportare i genitori separati. Partendo dall'istituzione di un fondo ad hoc per i papa' separati che perdono la casa e per le mamme separate che non hanno un assegno di sostentamento. In questo senso ci sono esperienze interessanti, come quella della Provincia di Trento o della Regione Liguria, alle quali guardiamo con interesse".

"Certo - conclude Salvini - se potessimo mantenere sul nostro territorio il 75% delle tasse pagate dai lombardi sarebbe tutto piu' semplice e per questo e' ancora piu' importante firmare le proposte di legge avanzate dalla Lega in uno dei circa 20

REGIONI: COTA, FEDERALISMO SOTTOPOSTO AD ATTACCO ASSURDO

"Le Regioni intendono agire rapidamente e in modo incisivo sui costi della politica": a sostenerlo è il governatore del Piemonte, Roberto Cota, in una pausa dei lavori, ancora in corso, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. "Questo argomento - osserva Cota - va messo tuttavia al riparo rispetto al federalismo, che è una grande opportunità e che oggi è sottoposto ad un attacco assurdo. In Italia, infatti, c'è bisogno di un vero federalismo fiscale. Siamo pronti, in ogni sede, a rappresentare questa esigenza oggettiva dei territori". Cota si sofferma anche sui tagli alla sanità. "Tagliare significa non poter assicurare i servizi", conclude.


REGIONI: COTA, SE SI TORNA A CENTRALISMO ANDREMO NEL BURRONE 'SI DICA CHIARAMENTE CHE LO STATO NON VUOLE RICONOSCERE IL SSN'

"L'unica via d'uscita è il federalismo, se si torna al centralismo andiamo nel burrone": così si è espresso il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, arrivando alla Conferenza delle Regioni, a proposito della riforma del Titolo V della Costituzione. La strada, secondo Cota, è quella di "trasferire le competenze a livello locale e mantenere le risorse sul territorio". Riguardo poi ai nuovi tagli in arrivo alla sanità, Cota ha sottolineato che la gestione "é sempre più difficile. I tagli si ripercuotono sui cittadini. Bisogna allora avere il coraggio di dire che lo Stato non vuole riconoscere il servizio sanitario e vuole cambiarlo".

Maroni: ''Monti contro le regioni, come il Fascismo''

Il governo Monti come il Fascismo. Per il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni, la politica di ostilità verso le regioni dell'esecutivo tecnico è assimilabile a quella della dittatura di Mussolini. "Non vorrei - ha aggiunto il leader leghista - che al posto dei prefetti ci mandassero i podestà

sabato 20 ottobre 2012

BITONCI: “IL VENETO COME LA SCOZIA: ABBIAMO RAGIONI STORICHE, CULTURALI ED ECONOMICHE PER L’AUTODETERMINAZIONE


“David Cameron, premier britannico, ha firmato un protocollo d’intesa con Alex Salmond, leader dello Scottish National Party, per l’indizione di un referendum sull’indipendenza. Nel 2014, quindi, il popolo scozzese potrà pronunciarsi liberamente sul proprio destino. Mi auguro che quanto accaduto ad Edimburgo possa diventare realtà anche in Veneto. 1100 anni di storia, una lingua e una cultura specifiche, e per contro, l’atteggiamento predatorio di uno Stato centralista, che nell’ottobre del 1866 ha cercato di legittimarsi attraverso un referendum “burletta”, come lo definì Indro Montanelli, salvo poi imporsi con mano pesante per 146 anni: tanto basta perché, anche all’ombra del campanile di San Marco, si cominci a discutere serenamente dell’opportunità di indire una consultazione democratica. Una consultazione che consenta ai veneti di decidere se affrancarsi o meno da Roma”.


Così Massimo Bitonci, parlamentare padovano, capogruppo della Lega Nord in Commissione Bilancio alla Camera: “Poco più di un mese fa sono stato in Scozia [vedi foto in allegato] per appoggiare la marcia per l’indipendenza di Salmond e ora, con grande entusiasmo, accolgo la notizia che sì, il libero e democratico Regno Unito riconosce le istanze che provengono dal basso e concede ai sudditi della Corona di poter decidere del proprio futuro. Mi chiedo quando questo sarà possibile in Italia, una Repubblica parlamentare dove il Parlamento non conta nulla. Dove un Governo illegittimo, che si è insediato senza il voto popolare, sta da un lato costringendo il Paese alla fame, dall’altro espropriando le Regioni dei pochi poteri che si erano guadagnate negli anni”.


“Fiandre, Catalogna, Scozia… in Europa il vento della libertà soffia in favore dei popoli. Da mesi alcuni movimenti di cittadini richiedono a gran voce l’indizione di referendum sull’autonomia e sull’indipendenza della nostra terra – insiste Bitonci – Lo stesso Governatore Zaia ha ammonito le autorità centrali, sottolineando che il diritto di autodeterminarsi della nostra gente è sacrosanto e deve essere riconosciuto. Questa battaglia è la nostra battaglia – conclude Bitonci – Una battaglia che, dentro e fuori il palazzo, voglio condurre fino a Bruxelles, se Roma non ci darà ascolto. L’Italia riconosce l’istituto del divorzio, consensuale o meno, fra coppie di individui. Non capisco perché la stessa cosa non possa valere anche per i popoli”.

SALVINI, IN LOMBARDIA IMPORTIAMO IL MODELLO VENETO 'CI CANDIDIAMO A GUIDARE REGIONE DOPO 12 ANNI AMMINISTRAZIONE'


'Ci candidiamo a guidare in prima persona la Regione Lombardia, dopo averla amministrata per 12 anni. Importiamo il modello veneto'. Lo ha affermato il segretario della Lega lombarda Matteo Salvini durante la conferenza stampa per la presentazione della 'gazebata' del 20 e 21 ottobre, l'iniziativa con cui il Carroccio chiedera' ai lombardi il nome di chi vorrebbero alla guida della Regione.
'Mentre Pd e Pdl litigano per le loro primarie regionali, noi le facciamo questo week end e per noi il nome che uscira' da questa consultazione sara' il nome della Lega', ha spiegato Salvini. Per il segretario regionale leghista, quello che attende il partito nel prossimo fine settimana sara' 'un impegno massiccio, con un entusiasmo che non vedevamo da 15 anni', dal referendum sull'autodeterminazione del 1996. Uno sforzo che mobilitera' 10 mila volontari, per allestire 1.700 banchetti in tutta la Lombardia, oltre alle 300 sezioni del partito. 'L'obiettivo e' di raccogliere almeno 100 mila firme' per i tre referendum (su Euro, Imu e per mantenere sul territorio il 75% delle tasse) e altrettante indicazioni per le primarie.
'Ci aspettiamo tanti leghisti, ma anche tanti non leghisti a votare alle nostre primarie', ha proseguito Salvini che ha promesso di inviare un sms al sindaco di Milano Giuliano Pisapia per invitarlo a esprimersi in uno dei 61 gazebo in citta'. 'Io voto Maroni', ha quindi concluso, definendo il possibile plebiscito a favore del leader del Carroccio 'piu' che un rischio, una possibilita' per i cittadini lombardi'.

EFFETTO MONTI: Sempre più nuove aziende italiane in Ticino

WINTERTHUR - Record in Ticino per la costituzione di nuove aziende. Secondo i dati raccolti dal portale specializzato in costituzioni online Startups.ch, le costituzioni nel Canton Ticino nei primi tre trimestri del 2012 sono state 2024, il 23,2% in più rispetto allo scorso anno.
Dato ancora più interessante se paragonato a quello svizzero, che ha fatto invece registrare un calo dell'1,5%. Come si spiega questo boom? Non con motivi di vantaggi fiscali intercantonali, ma piuttosto con la nuova e severa politica economica e fiscale italiana, che, sotto le direttive del presidente del consiglio Mario Monti, ha portato molte aziende italiane a trasferirsi in Ticino.

Nella Svizzera romanda invece le cifre non segnalano (ancora) un effetto simile a quello ticinese, rileva Startups.ch. La politica del regime di François Hollande non spinge al momento i nuovi imprenditori francesi ad emigrare nella Confederazione. Su tutti il dato di Ginevra, che fa registrare, con 2'288 nuove aziende, una diminuzione dell’8,4% nei confronti dello scorso anno.

Si può tracciare poi l'identikit di chi si mette in gioco nel mercato del lavoro, e decide di costituire un'azienda? Sulla base delle 1'100 aziende costituite nel primo semestre 2012, startups.ch ha osservato che l’imprenditore tipo ha un’età media di 37 anni ed è di sesso maschile. La percentuale di aziende aperte da donne è del 24%, in linea con la tendenza degli ultimi anni (attestata al 25%).

Il 64% delle aziende (nei primi tre trimestri) è stato costituito da cittadini Svizzeri, l’11,4% da Tedeschi e il 3,4% da cittadini italiani. Secondo l’ufficio federale di statistica, nel 2011 il 77,2% della popolazione era di nazionalità Svizzera, il 3,5% di nazionalità tedesca mentre gli italiani ammontavano al 3,6%. Gran parte delle nuove aziende vengono costituite come ditte individuali (32,4%) o Sagl (34,4%), mantenendo la tendenza degli scorsi anni.

venerdì 19 ottobre 2012

Lombardia: Tosi, candidatura resta quella di Maroni

''Per noi la candidatura resta quella di Maroni. Non penso che la Lega accetterebbe mai di sostenere un candidato che non sia della Lega per la Lombardia per rispetto dei patti. Il patto era alleanza a Roma e le tre regioni piu' importanti del Nord, cioe' Lombardia, Piemonte e Veneto, a guida leghista. Se il Pdl propone un candidato non della Lega, vuol dire che il Pdl non vuole l'alleanza con la Lega''. Lo ha detto Flavio Tosi (Ln), sindaco di Verona, intervenendo ad Agora', su Rai Tre.

''La candidatura deve essere autorevole, che goda di consenso anche al di la' dell'elettorato leghista - continua Tosi - Per questo penso che la candidatura di Roberto Maroni, che e' una persona rispettabilissima e stimata, sarebbe la piu' giusta. Se non ci fosse stato il caso Lombardia - aggiunge - non si porrebbe la questione delle alleanze per la Lega. Se si vota ad aprile, sia per le elezioni politiche che per la regione Lombardia, e' piu' semplice parlare di alleanze. Votare in maniera disgiunta vuol dire 40-50 milioni di euro spesi per niente''.

Zaia, governo mette a rischio mille posti letto

- A rischio mille posti letto per la sanita' veneta. Lo conferma il governatore della regione, Luca Zaia, attribuendo la responsabilita' al governo.

''Questa e' la partita della spending review: cioe' di quanto prevede il governo rispetto ai tagli. A furia di leggere interviste realizziamo che c'e' anche qualche posto letto che se ne va.'' Ha dichiarato Zaia, a margine dell'inaugurazione del casello autostradale di Meolo. ''Per noi il sacrificio sara' importante ma non compromettera' la qualita' del servizio. Fin quando saro' Presidente della Regione Veneto, garantisco io per la sanita' che deve essere sempre ad alti livelli perche' per noi e' una sfida: siamo i numeri uno per la sanita' in Italia e deve continuare cosi''', ha aggiunto Zaia , auspicando che: ''i cittadini si fidino del loro Presidente e non ascoltino tutte le cassandre che abbiamo in giro''.

''Non possiamo liquidare la partita degli ospedali con domande del tipo: si chiude o non si chiude'? Si faranno riorganizzazioni e ristrutturazioni e questo significa che i cittadini dovranno essere curati meglio e non tribolare per arrivare negli ospedali'' - ha concluso il Presidente della Regione Veneto.

Fisco: Ennesima truffa del governo ai cittadini

''Non possiamo non rilevare il furto messo in atto dal governo Monti nella legge di stabilita' con le deduzioni e le detrazioni che entreranno in vigore a partire da quest'anno. Un inganno congegnato per finanziare il taglio Irpef che alla fine provochera' un ulteriore passivo nelle tasche dei cittadini''. Lo ha detto intervenendo in Aula il vicecapogruppo della Lega Nord alla Camera, Maurizio Fugatti.

''La Lega Nord vota contro la delega fiscale perche' si tratta di un semplice provvedimento di manutenzione, che probabilmente non vedra' mai la luce, e che non prevede nessun intervento significativo. Ancora una volta il governo ha stravolto il testo uscito dalle commissioni, prendendosi gioco del lavoro parlamentare. In materia fiscale questo governo continua a colpire famiglie e piccole e medie imprese danneggiando gravemente il sistema produttivo di questo Paese'', ha concluso Fugatti.