domenica 7 ottobre 2012

Vi racconto la nuova Lega targata Maroni - intervista a Stefano Bruno Galli a formiche.it

Vi racconto la nuova Lega targata Maroni - intervista a Stefano Bruno Galli a formiche.it

Lo scorso week-end l'appuntamento salottiero con gli imprenditori al Lingotto di Torino. Domenica 7 ottobre il ritorno sulla riva degli Schiavoni a Venezia per la tradizionale anche se rivisitata, promettono, festa dei popoli padani. Sta tutta qui, tra ciò che questi due appuntamenti simboleggiano, tra innovazione e tradizione, tra testa e pancia, tra il punto da cui ripartire e quello da cui si è partiti, la nuova Lega nord targata Roberto Maroni.

La racconta a Formiche.net Stefano Bruno Galli, docente di Storia delle dottrine politiche all'Università di Milano ed esperto di federalismo e questione settentrionale: "Non c'è contraddizione tra i due elementi. La strada tracciata da Maroni è l'evoluzione rispetto al progetto politico originario. Negli anni ruggenti in cui nacque la Lega - ripercorre il politologo - il problema del Nord era circoscritto da Biella e Treviso e riguardava soprattutto i piccoli impreditori e gli artigiani. Il progetto leghista si basava soprattutto sulle tradizioni, sui modelli culturali che avevano una storia di oltre otto secoli. Oggi invece i confini si sono allargati, il baricentro va ora da Torino a Trieste e la questione settentrionale coinvolge anche la media impresa e il terziario avanzato. Per questo, la grande eredità storica rimarrà sempre un punto di riferimento importante per il Carroccio ma ora il nuovo corso di Maroni deve adattarsi al mutamento e aprirsi a questa nuova realtà". Non c'è un problema di leadership tra il presidente del partito Umberto Bossi e l'attuale segretario, chiarisce l'esperto: "Il primo parla al cuore pulsante della Lega, il secondo al Nord che lavora, produce e paga le tasse".

Quella di Maroni, secondo il professore, "è la via giusta, è una strategia per posizionare il partito in un'ottica di medio-lungo periodo rivolgendosi a quei ceti produttivi, strozzati da alcuni rigurgiti di centralismo come la tesoreria unica e dalla crisi economica. C'è soprattutto un problema di fiscalità e uno economico-produttivo perché tre sole regioni italiane, Lombardia, Veneto, Piemonte producono il 60% del Pil nazionale e trasferiscono ogni anno 60 miliardi di euro allo Stato. Maroni oggi parla a loro, vuole rappresentare i loro interessi. Il suo obiettivo è quello di creare un partito territoriale, un grande sindacato del territorio e per farlo deve dialogare con tutti gli interlocutori, anche con il ministro Passera la cui presenza agli Stati generali del Nord a Torino ha suscitato tanti malumori. Ua volta che la Lega diventerà il primo partito di maggioranza relativa, allora potrà fare dei distinguo, potrà scegliere con chi allearsi e con chi no per diventare maggioranza assoluta".

Le elezioni del 2013 potrebbero essere una grande opportunità per la Lega, secondo Bruno Galli, e poco incideranno i recenti scandali: "Non peseranno per due ragioni. La prima per i tempi sorprendenti del ricambio, davvero poco italiani per quanto sono stati rapidi. La seconda perché con un Nord che rappresenta il 60% del Pil ed è continuamente vessato, 60 miliardi appunto dati a Roma ogni anno, c'è una forte esigenza di rappresentanza e uno spazio politico enorme. Che vuole riempire Maroni".

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