lunedì 29 ottobre 2012

Formigoni cade e se la ride, ma la Lega ha raggiunto il Pdl nei sondaggi


Sorride. Arriva per ben tre volte in sala stampa a stringere la mano ai giornalisti. Dice: «Ve l'avevo detto». Soddisfatto e sorridente, aggiungendo poi che «in politica bisogna saper guardare lontano come nel gioco degli scacchi». Racconta dei suoi tweet e passa tutta la mattinata al telefono. Non si ricordava da mesi un Roberto Formigoni così in forma. Se le indagini della procura di Milano avevano scalfito l'umore del governatore lombardo questa estate, dopo lo scioglimento del consiglio regionale, il Celeste sembra essere tornato più combattivo che mai.

Tanto contento che durante la conferenza stampa un giornalista glielo domanderà pure: «Ma non stride questa sua soddisfazione con la fine della legislatura lombarda?». Proprio qui sta il punto. Formigoni strappa una vittoria contro la Lega Nord di Roberto Maroni, portando alle dimissioni tutti i consiglieri del Popolo della Libertà e «vedendo» il voto a gennaio, cosa che fino a giovedì in molti non pensavano neppure. Eppure oggi «finisce un'epoca», come ricorda il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina. Dopo 17 anni di formigonismo, dal 2013 si dovrà cambiare aria. L'asse tra Comunione e Liberazione e Carroccio si è rotto, almeno al momento. 
Per il Carroccio è un giorno amaro. Anche se Matteo Salvini, europarlamentare arrivato in fretta e furia da Bruxelles per intervenire in consiglio, ha provato a camuffare la debacle. «Grazie alla coerenza della Lega Nord i lombardi voteranno presto, senza listini salva-Minetti e per una Regione Lombardia più stabile e senza infiltrazioni mafiose». Eppure i leghisti chiedevano il voto in aprile, insieme con le politiche, mentre adesso, con lo scioglimento anticipato del consiglio c'è la possibilità che si vada a votare tra dicembre e gennaio.

In pochi sembrano crederci, anche perché se si votasse il 16 dicembre bisognerebbe presentare già le liste il 15 novembre. Ma Formigoni ha assicurato di aver parlato con il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, che gli avrebbe detto che in Lombardia si andrà presto al voto: a decidere sarà lei e non è detto che alla fine, tramite qualche decreto, non si arrivi all'election day insieme con le politiche.
 
In generale, l'ultima giornata del consiglio regionale al Pirelli, segna una sconfitta per tutta la coalizione di centrodestra, già frantumata in vista delle prossime elezioni e in cerca di un candidato. È stato l'ultimo giorno dell'igienista dentale Nicole Minetti, ignorata per tutta la seduta dai giornalisti, che questa volta si sono concentrati di più sulle questioni politiche. Finisce pure la carriera dell'ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, che, travolto dalle indagini su Sesto San Giovanni, tornerà a fare il professore al liceo.

Adesso la giunta continuerà il suo iter in amministrazione ordinaria, con un occhio alle prossime elezioni. E in questo senso la Lega, pur battuta sulle dimissioni dei consiglieri, strappa un sondaggio favorevole. Secondo Swg nelle regioni del Nord sarebbe alla pari del Pdl, con il 13,2 %. È una magra consolazione, ma che comunque potrà valere in vista della campagna elettorale. Le indagini sugli esponenti del Pdl iniziano a pesare. E il Carroccio sembra voler impostare la sua campagna elettorale proprio contro la mafia e la 'Ndrangheta, che hanno portato in carcere l'ex assessore alla Casa Domenico Zambetti per voto di scambio: l'ultimo arresto tra i tanti, determinante per la fine della legislatura.


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