giovedì 28 febbraio 2013

Il miracolo dell'alchimista tra promesse e mediazioni

Ha fatto digerire Berlusconi ai suoi, ora Maroni è alla prova tasse

Maroni e Berlusconi si abbracciano alla fine della campagna elettoraleMaroni e Berlusconi si abbracciano alla fine della campagna elettorale
Roberto Maroni ha vinto la sua scommessa, personale e politica. Superando nettamente l'avversario Umberto Ambrosoli alle Regionali lombarde ha di fatto salvato la Lega Nord, uscita solo 24 ore prima fortemente ridimensionata dal voto politico in Piemonte e dilaniata dalla lotta intestina tra Flavio Tosi e Luca Zaia in Veneto. Maroni è riuscito anche in un'operazione di assemblaggio politico che fino a qualche settimana fa sembrava impossibile: ha tenuto insieme Silvio Berlusconi e la base del suo partito che pareva odiarlo, Roberto Formigoni e i leghisti che lo avevano combattuto. Bisognerà vedere se il collante terrà davanti alla prova concreta dell'amministrazione e alla suddivisione degli assessorati (a partire dalla sanità sulla quale Maroni in tv ad «Omnibus» ha detto che eserciterà una forma di controllo diretto) ma intanto il miracolo è riuscito.
Al di là delle pur decisive alchimie politiche però l'ingrediente base della vittoria di Maroni può essere tranquillamente individuato nella ritrovata sintonia del centrodestra con le categorie produttive della Lombardia, una regione composita che ospita la capitale italiana dell'innovazione, il maggior insediamento di multinazionali ma anche tanti distretti produttivi, un artigianato diffuso e di ampie proporzioni e il 16% dell'agroalimentare italiano (zootecnia e caseario). Tutti mondi, questi ultimi, che stanno vivendo con grande disagio gli effetti combinati della recessione e della pressione fiscale, della chiusura delle imprese e della perdita di posti di lavoro. Un malessere profondo che ha avuto la sua rappresentazione più efficace con i diecimila caschetti da lavoro che hanno riempito una settimana fa piazza Affari a Milano per segnalare la «morte» di quella che rimane la filiera più importante per le Pmi che lavorano sul mercato interno, l'edilizia.
È chiaro che nel dare ascolto e offrire risposte a queste comunità produttive Bobo Maroni partiva in netto vantaggio sul suo concorrente: il leader leghista è figlio di un territorio come il Varesotto dove c'è la maggiore densità europea di imprese e partite Iva in rapporto al totale della famiglie residenti. Ambrosoli sociologicamente è espressione della borghesia milanese delle professioni e per quanto si sia speso senza riserve in campagna elettorale per girare la Lombardia doveva recuperare un gap di competenze ed empatia troppo ampio. È vero che solo un anno fa lo schieramento arancione di Giuliano Pisapia aveva vinto a Milano strappando al centrodestra e a Letizia Moratti il primato dei consensi anche nel lavoro autonomo qualificato, ma non tutte le partite Iva si somigliano, l'identità politico-culturale del consulente del terziario avanzato meneghino è assai differente da quella dell'artigiano meccanico di Bergamo o del liutaio di Cremona. E di conseguenza Ambrosoli ha finito per pagare i limiti di autoreferenzialità di una certa società civile milanese e la distanza che continua a separare in Lombardia città e contado, anche dopo esserci messi alla spalle il Novecento. Non bisogna dimenticare che, se a Milano ci sono decine di consumatori che fanno la spesa anche di notte nei supermercati aperti h24, a soli dieci chilometri dal Duomo ogni estate si tengono regolarmente sagre e feste in cui la fa da padrone il ballo liscio. Modernità e tradizione convivono.


Superato con successo il test elettorale il governatore Maroni dovrà tentare di concretizzare quella che è stata la parola d'ordine chiave della sua propaganda: far rimanere in regione il 75% delle tasse versate dai residenti. Si è discusso in queste settimane a quanto potesse ammontare quest'ipotetico tesoretto e quali potessero essere gli impieghi più congrui, è rimasto in ombra il meccanismo legislativo-decisionale che dovrebbe portare la Lombardia ad adottare la rivoluzionaria proposta avanzata dal leader leghista. Secondo il parere di un esperto come il professor Luca Antonini, che per il governo Berlusconi ha presieduto la commissione tecnica per l'attuazione del federalismo, si tratta di una proposta politicamente irrealizzabile. A norme costituzionali vigenti occorrerebbe, infatti, una legge approvata dal Parlamento nazionale ma è facile pensare che avendo il centrodestra vinto in diverse regioni del Sud assai difficilmente si potrebbe coagulare alle Camere una maggioranza favorevole all'ipotesi Maroni (persino nel solo centrodestra). Perché, se passasse la clausola del 75% ai lombardi, per l'amministrazione centrale di Roma sarebbe impossibile far fronte ai trasferimenti per la sanità di diverse regioni meridionali. Quello che i tre governatori leghisti (Maroni, Roberto Cota e Zaia) possono fare per dar corpo al motivo conduttore della macroregione è adottare singole leggi regionali, consentite dall'articolo 117 della Costituzione, di coordinamento delle loro amministrazioni in materia di sostegno alle attività produttive, governo del territorio e disciplina del commercio. Non possono invece toccare la materia fiscale.

Nella veste di nuovo governatore della Lombardia Maroni dovrà lavorare da subito per rigenerare l'immagine di un'istituzione fortemente compromessadall'altissimo numero di consiglieri inquisiti (62 su 80) per un ventaglio di reati incredibili che parte dalla corruzione, passa addirittura per i rapporti con la 'ndrangheta e arriva agli illeciti commessi nell'utilizzo dei rimborsi ai gruppi consiliari. Se vorrà partire con il piede giusto il leader leghista dovrà convincere l'assemblea lombarda a rivedere le norme che consentono ai consiglieri una discrezionalità così ampia nelle spese che li ha portati a svuotare i bazar con i soldi dei contribuenti. L'onestà viene anche prima del Nord

MACROREGIONE PRIMA TESSERA DI UN MOSAICO EUROPEO "UNA VITTORIA NAZIONALE E NON IN LOMBARDIA CI AVREBBE RESI ININFLUENTI"

"Ho preferito questa vittoria a una di Pirro". Così Roberto Maroni, segretario della Lega ed eletto neogovernatore della Lombardia alla Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5. Spiega la sua strategia, l'alleanza con il Pdl per puntare a governare la Lombardia, strategia che però non ha pagato sul piano nazionale, dove la Lega è diminuita, dimezzando i suoi consensi (alla Camera dall'8,29 del 2008 si scende al 4,08%, al Senato dall'8,06 al 4,33%).


L'alleanza non vi ha fatto bene domanda Belpietro. "Ero ben consapevole di questo - continua Maroni - C'era una vittoria politica da ottenere, la vittoria in Lombardia per aprire una fase nuova. Ho preferito puntare su una vittoria politica più che elettorale magari più facile ottenere andando da soli. Poi però sarebbe stata una vittoria di Pirro: saremmo stati ininfluenti a Roma e avremmo perso la Lombardia".

Maroni precisa la strategia che mette al centro l'alleanza trasversale tra Piemonte, Lombardia e Veneto, ora tutte e tre governate dalla Lega: "L'obiettivo fondamentale era vincere la Lombardia e aprire da qui una nuova fase: prima il Nord e la macroregione. Tutto il resto è funzionale a questo". Un "grande progetto" la macroregione, continua Maroni "che non nasce oggi, è nato dall'intuizione di Gianfranco Miglio (ideologo della Lega; Ndr). È un investimento sul futuro, non è rinchiudersi nei propri confini. È la prima tessera del primo mosaico europeo." Obiettivo prossimo è conquistare anche il Friuli Venezia Giulia, spiega Maroni, che andrà al voto ad aprile

mercoledì 27 febbraio 2013

La Magagna della Settimana

Il nuovo bar della Stazione, giace abbandonato e mai aperto da mesi.
spesi 18.000 euro in piu per a loro dire accelerare i lavori ed ora........
ma chi li paga certi sprechi? 
Certo non il Sindaco ed i suoi compari, ma tutti i cittadini



Grazie Lombardia




Maroni: «Missione compiuta»



All'ex ministro il 42,8%: «Abbiamo salvato la Lega». Ambrosoli al 38,2%

MILANO - «Missione compiuta». Questo il commento del leghista Roberto Maroni, nuovo presidente della Regione Lombardia. Al termine dello scrutinio delle 9.233 sezioni, l'ex ministro dell'Interno ha ottenuto 2.456.921 voti, pari al 42,8%. Il secondo classificato Umberto Ambrosoli, candidato del centrosinistra, si è fermato al 38,2%, con 2.194.169 voti. Silvana Carcano (M5S) ha ottenuto il 13,6%, il montiano Gabriele Albertini il 4,1% mentre Carlo Maria Pinardi (Fare per fermare il Declino) è all'1.19%. Maroni (segretario federale del Carroccio) ha anche aggiunto: «Abbiamo salvato la Lega». Lombardia, Lazio e Molise: all'indomani dei risultati delle elezioni politiche, sono protagoniste le regionali.
Maroni e AmbrosoliMaroni e Ambrosoli

LOMBARDIA In Lombardia,Roberto Maroni ha sconfittoUmberto Ambrosoli. «Abbiamo molte ragioni per essere contenti», ha detto il candidato del centrosinistra salutando sostenitori e giornalisti al teatro Litta. «Comunque sia è solo l'inizio».

Maroni: ora la macroregione del Nord
ARRIVA ANCHE BOSSI - Dopo l'inizio della conferenza stampa, presso la sede della Lega a Milano in via Bellerio, Maroni è stato raggiunto dall'ex leader del Carroccio Umberto Bossi. « Sapevamo che fare questo accordo con Pdl e altri alleati ci avrebbe in parte penalizzato sul piano elettorale», ha detto l'ex ministro dell'Interno che ha dedicato al vittoria al capo della polizia Antonio Manganelli, «un caro amico», ricoverato in ospedale per un malore.

COMMENTI - «Maroni ha vinto, avrà la responsabilità di governare, buona fortuna al nuovo governatore, vediamo quanto di quello che ha promesso riuscirà a rispettare e se così sarà, ammetterò di essermi sbagliato», ha dichiarato il candidato della Lista civica di Monti e dell'Udc Gabriele Albertini, confermando la propria stima per Ambrosoli, per il quale aveva previsto una vittoria. «Tutti dovranno rassegnarsi di fronte esito urne: in Lombardia vince buon governo di centrodestra, 18 anni che sono piaciuti ai cittadini», ha scritto su Twitter il governatore uscente Roberto Formigoni.


La festa leghista per Maroni

martedì 26 febbraio 2013

La Lombardia basta a Maroni, non alla Lega Crollo in Veneto e Piemonte


Il segretario della Lega Nord Roberto Maroni (Fotogramma)Il segretario della Lega Nord Roberto Maroni (Fotogramma)
MILANO - La vittoria, come si dice, «è politica». È sta tutta nella quasi certa conquista della Lombardia da parte di Roberto Maroni. Il leader nordista ieri sera, nel suo quartier generale rideva sotto i baffi: «Sono molto fiducioso». Eppure, se in via Bellerio si ride, sul mitico territorio c'è assai meno da stare allegri: senza il neo governatore in pectore, quella di ieri sarebbe una sconfitta vistosa. Clamorosa in Veneto, fin qui roccaforte indiscussa del movimento.
Che sulle Regionali 2010 perde (sia pure proiettando sulla regione il dato della Camera) più di due elettori su tre: con la quasi totalità delle sezioni scrutinate, dal 35,1% i nordisti sono passati a un ben poco entusiasmante 10,9%. E anche in Piemonte c'è ben poco di cui gioire: dal 16,7 del 2010 si passa nella circoscrizione 1 al 3,3%, nella 2 al 6,5%. Persino nella «madrepatria», in Lombardia, il Carroccio passa dal 21,6% del 2008 all'attuale 14,1%. Difficile dire che cosa sarà alle Regionali, vista la variabile della lista Maroni presidente.
Per quanto riguarda il risultato complessivo per il Parlamento, a scrutinio quasi completato i nordistiottengono il 4,15% a Montecitorio e il 4,32% a palazzo Madama. Anche qui, non propriamente un boom. Maroni, tuttavia, non ne fa un dramma: «Stiamo risalendo rispetto a qualche ora fa - osserva nel tardo pomeriggio -, finiremo sopra il quattro per cento sia alla Camera che al Senato». Peccato soltanto che nel 2008 il Carroccio superasse l'otto per cento: «Ma lì venivamo dall'esperienza fallimentare del governo Prodi. Il 4% è la nostra soglia tipica. Abbiamo preso quell'ordine di grandezza di voti sia nel 2001 che nel 2006, quando peraltro eravamo alleati con Lombardo e l'Mpa». Inoltre, aggiunge il segretario, «basta guardarsi in giro: l'Udc è tra l'uno e il due per cento, Ingroia è stato un flop e così Sel. Noi non potevamo essere competitivi al di fuori della coalizione».
E dunque, appunto, la mossa vincente è stata quella, assai contestata sul territorio, di tornare ad allearsi con Silvio Berlusconi. È il «disgelo dei voti pdl grazie a Silvio» su cui Maroni aveva scommesso tutte le sue fiches. Gianni Fava da Mantova la vede dall'opposto punto di vista. Non è tanto che la Lega debba ringraziare Berlusconi. È che «nelle regioni dove siamo più radicati siamo fondamentali per determinare la vittoria e la sconfitta». Il deputato vede il bicchiere mezzo pieno persino in Piemonte: «Certo. Perché il risultato ci dice che una regione che era data per scontata al centrosinistra è diventata assolutamente contendibile, anzi con i dati reali il centrodestra è in vantaggio, e in quel vantaggio c'è dentro il 5,5% in più che è determinato dalla Lega».
Resta il fatto che il Veneto è un buco nero. Per colpa di chi? Ancora lui, Silvio Berlusconi: «Dal punto di vista delle Politiche, l'alleanza con Berlusconi l'abbiamo pagata». Non che si potesse fare diversamente: «È chiaro - ha aggiunto - che se questa alleanza ci consentirà di governare in Lombardia con Maroni sarà valsa la pena, alla luce di questo risultato strategico».
Strategico sì, ma che rischia di dare molto lavoro e molti grattacapi sia a Tosi che al governatore Luca Zaia. Giancarlo Galan, l'ex governatore che dovette rinunciare a ricandidarsi per la ragion politica della presidenza alla Lega nel 2010, brucia le tappe. Prima, osserva che «c'è stato un crollo senza precedenti nella storia ed è quello della Lega Nord». Poi, senza perder tempo, pone il tema del rimpasto: «Io mi aspetto che domani i miei del Pdl veneto vadano da Zaia e gli dicano che non esiste che, in un rapporto che ci vede due a uno rispetto alla Lega, il presidente della giunta e l'assessore alla sanità siano di chi ha uno». E cioè, sempre il Carroccio.
Inoltre, non è da sottovalutare il fronte interno. Un altro che non perde tempo è Massimo Bitonci, già sindaco di Cittadella. Oggi capolista al Senato, l'anno scorso era stato lo sfidante di Tosi al congresso veneto. E ieri sera, a spoglio ancora da completare, osservava: «Il dato per la Lega è molto negativo, è inutile fare giri di parole. Ora si apre una riflessione e, se i militanti lo vorranno, sono favorevole ad un nuovo congresso». Lo stesso governatore, Luca Zaia, è vagamente minaccioso: «Alla fine, quando avremo un risultato finale che ci permetterà di fare una lettura della Lega in Veneto rispetto anche alle altre regioni, tireremo le conclusioni analizzando fino in fondo i motivi del risultato e le eventuali responsabilità». Insomma, il prezzo della (probabile) vittoria in Lombardia è ancora tutto da capire.

lunedì 25 febbraio 2013

Lettera di Roberto Maroni


Care cittadine e cari cittadini della Lombardia,
il mio impegno politico per il territorio è cominciato proprio da qui, nel 1990, quando sono stato eletto nel Consiglio comunale di Varese. Due anni più tardi, nel 1992, sono stato nominato assessore al Territorio nella Giunta comunale di Varese. Dal '92 a oggi ho avuto la possibilità di proseguire quell'impegno da deputato al Parlamento nazionale. In vent'anni ho anche ricoperto importanti responsabilità di governo: Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, per due volte Ministro dell'Interno. Esperienze intense e impegnative, in cui mi sono misurato con problemi di carattere generale di non facile soluzione: il mercato del lavoro, le pensioni, gli ammortizzatori sociali, la sicurezza, l'immigrazione, la lotta alla mafia. In tutti questi campi ho cercato di non lasciare le cose come le avevo trovate. Mi sono sempre assunto la responsabilità di fare riforme e, soprattutto, di attuarle. I risultati di cui sono più orgoglioso sono quelli conseguiti nella lotta alla mafia, nella mia ultima esperienza da Ministro dell'Interno. Dal Viminale ho messo la lotta alla mafia in testa alle mie preoccupazioni e ai miei doveri: una priorità assoluta della mia azione di governo.

domenica 24 febbraio 2013

10 milioni per genitori separati


 Roberto Maroni ha promesso, in caso di elezione alla presidenza della Regione Lombardia, di aiutare mille genitori separati con cinque milioni di euro l'anno, pari a 400 euro al mese per 18 mesi. "L'obiettivo - ha detto al termine di un incontro con i rappresentanti dell'associazione mamme e papà separati d'Italia, alcuni dei quali candidati nella lista civica Maroni presidente - è eliminare certe disparità di trattamento nel sistema del Welfare per garantire ai figli l'equilibrio necessario a crescere bene".

Su un bilancio regionale di 23 miliardi di euro, ha osservato il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini, i cinque milioni necessari si possono trovare. Tra le promesse della Lega c'è anche quella di garantire ai genitori separati dieci punti per entrare nelle graduatorie di assegnazione delle case popolari e quella di aprire uffici di mediazioni in tutti i Tribunali lombardo.

sabato 23 febbraio 2013

Scandalo tortellini al cavallo, Bitonci: «I veneti mangino veneto»



PADOVA. Massimo Bitonci, capolista della Lega Nord al Senato, interviene sulla vicenda dei tortellini e dei ravioli prodotti dalla azienda tedesca H.J. Schypke e ritirati dalla Nestlé: «Quanto accaduto ci insegna tre cose. Primo: occorre un sistema di trancciabilità ed etichettatura diverso, a garanzia della salute del consumatore e a tutela del produttore onesto. Secondo: se l’Europa non difende né il made in Italy, né i consumatori italiani, dobbiamo difenderci da soli, eventualmente anche con dazi doganali. Non biasimo paesi come la Germania, sordi a queste richieste: chi non ha alcuna tipicità enogastronomica, eccezion fatta per qualche birra e qualche patata, non può avere né l’interesse economico né la volontà politica di difendere le eccellenze altrui. Terzo: in uno scenario globale, regolato dalle leggi del più forte e del più furbo, i consumatori si orientino verso i prodotti locali, a chilometri zero. Solo così saranno sicuri di quello che comprano. Solo così potranno difendere le tradizioni e il lavoro della nostra comunità: i veneti mangino veneto».

CALDEROLI: "IO IN CONDIZIONI DISPERATE? NON SONO MAI STATO COSI' CONTENTO DI POTER SMENTIRE UNA BUFALA GIORNALISTICA!"


“Mentre mi sto dirigendo in Emilia per degli incontri pubblici di campagna elettorale vengo informato che tra i giornalisti gira la voce che le mie condizioni di salute sarebbero allarmanti, addirittura disperate e che per qualcuno sarei già persino tra i trapassati… 


Che dire? Che non sono mai stato così contento in vita mia di smentire una bufala giornalistica!
Per fortuna sto bene e in questo momento sto andando a Parma dove alle 19 terrò una conferenza stampa, poi alle 21 farò un comizio a San Giorgio Piacentino e domani pomeriggio alle 14.30 interverrò in diretta su Radio Padania Libera.

E per chi avesse ancora dei dubbi e volesse sincerarsi di persona sulle mie condizioni di salute e sul fatto che non parlo dall’al di là allora l’invito è per venerdì sera a Bra, in provincia di Cuneo, dove terrò il mio comizio di chiusura della campagna elettorale e dove sarò ben lieto di offrire un caffè o un amaro - vista la situazione meglio non chiamarlo ammazza caffè - a chiunque vorrà constatare di persona che sono ancora qui e ben intenzionato a restarci ancora per un bel pezzo!”

Lo afferma il Responsabile Organizzativo Federale e del Territorio della Lega Nord e capolista in Lombardia al Senato per la Lega Nord, sen. Roberto Calderoli .

venerdì 22 febbraio 2013

Perche' Votare Maroni?


Politici tutti ladri?

Politici tutti uguali?

Io non voto, tanto non cambia niente!

Occhio!

Occhio!

Un “non voto” in Lombardia è un rischio troppo grande.

Ma votare chi allora?

Dovrei votare Maroni?

E perché?

Perché Maroni

-        Da ministro del Lavoro ha “inventato” la Cassa Integrazione in deroga per le piccole aziende, aiutando migliaia di lavoratori lombardi;

-        Da ministro del Welfare ha scritto una riforma del lavoro che era molto più equa della riforma Fornero, che la Lega ha già promesso di cancellare;

-        Da Ministro dell’Interno ha fatto la vera guerra alle mafie, con 8000 mafiosi arrestati e 25 miliardi di beni sequestrati;

-        Da Ministro dell’Interno ha espulso e rimpatriato i clandestini, altro che moratorie!


Tutti promettono che faranno, Roberto Maroni HA FATTO.

A te la scelta, ricordando la grande Oriana Fallaci: ci sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa”


LOMBARDIA: MAGDI CRISTIANO ALLAM SOSTIENE MARONI


Magdi Cristiano Allam, presidente del  movimento politico Io amo l'Italia, annuncia, in una nota, il  proprio sostegno a Roberto Maroni alla Presidenza della Regione  Lombardia. "Conosco Maroni da anni e ho apprezzato la  moralita', la serieta' e l'efficienza con cui si e' distinto  nel servire lo Stato da ministro del Lavoro e dell'Interno - si  legge -. Maroni ha dimostrato di avere a cuore l'interesse  supremo dell'Italia e il bene comune degli italiani, anche al  di la' delle posizioni che connotano il suo schieramento  politico di riferimento". (AGI) 

SULLA GIUNTA DECIDO IO E BASTA


"Sulla formazione della mia Giunta decidero' io e basta". Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intende allontanare ogni dubbio su chi dovra' decidere la formazione che guidera' una volta eletto governatore della Lombardia. Durante un confronto televisivo in su Raitre con gli altri candidati alla presidenza, Maroni ha spiegato che la sua giunta "sara' formata meta' da uomini e meta' da donne" che i ogni caso "scegliero' io perche' io saro' il governatore, a prescindere dai partiti, e mia e' la resposabilita'".

"Non mi interessa se gli altri non sono d'accordo -ha sottolineato- perche' la responsabilita' della composizione della giunta sara' solo mia. Valutero' in base alle competenze e alle capacita' -ha spiegato- e se uno e' capace ed e' del Pdl, della Lega o di altri partiti che fanno parte della coalizione bene, altrimenti prendero' anche degli esterni".

Criticato per l'abbraccio a Silvio Berlusconi sul palco lunedi' scorso a Milano, Maroni ha poi risposto: "ancora con questa storia?
Silvio Berlusconi e' il presidente del partito alleato e io mi sono presentato al suo fianco come candidato governatore. Ripeto, e' mio alleato -ha concluso- cosa dovevo fare? mettergli due dita negli occhi?".

mercoledì 20 febbraio 2013

IMMIGRATI: NON CAMBIARE PRINCIPIO IUS SANGUINIS


Il segretario della Lega, Roberto Maroni, non vuole cambiare il principio dello 'ius sanguinis' per quanto riguarda gli immigrati in Italia. "L'immigrato in regola in Italia - dice Maroni a Raidue - ha tutti i diritti degli altri cittadini eccetto il diritto del voto. Dopo 10 anni l'immigrato puo' chiedere la cittadinanza. L'esame burocratico della domanda, grazie al mio lavoro da ministro, dura solo un anno. Non vedo il motivo per cambiare la norma"
.
Maroni ammonisce: "Se cambiassimo la norma cosa succederebbe? Il figlio dell'immigrato irregolare diventa italiano. L'obiettivo vero e' quello di ampliare il bacino di voto per la sinistra".

"Bersani - prosegue Maroni - vuole cambiare le norme sulla cittadinanza nel primo Cdm. Noi, nel primo Cdm, vogliamo cancellare l'Imu".

MARONI "SE DIVENTERO' GOVERNATORE PASSERO' LA MANO"


"Se diventero' Governatore della Lombardia passero' la mano. Convochero' un congresso". Lo ha detto Roberto Maroni, segretario della Lega Nord e candidato alla presidenza della Regione Lombardia, ospite su Rai 2 in "Conferenza stampa".

"Voglio che la Lega - ha aggiunto - venga guidata da giovani. Ne abbiamo tanti. Non abbiamo problema nuova leadership. Voglio investire sui giovani".

martedì 19 febbraio 2013

Maroni, lettera aperta agli elettori: «Iniziative forti per ridare credibilità alla politica»

Il candidato del centrodestra: «Episodi di malcostume, daremo il buon esempio»
(LaPresse)(LaPresse)
MILANO - Lettera aperta agli elettori lombardi del leader della Lega Maroni, candidato alle Regionali per il centrodestra. Maroni ripercorre la sua storia «personale e politica» dal 1990, quando fu eletto nel consiglio comunale di Varese, fino alle esperienze di ministro del Lavoro e dell'Interno. Un impegno - sostiene nella lettera agli elettori pubblicata da alcuni quotidiani- strettamente legato al «territorio», da qui- scrive il leader della Lega «l'ambizione di amministrare la Regione più popolosa e ricca d'Italia, tra le più dinamiche d'Europa». Maroni rivendica il sostegno dei partiti del centrodestra, ma sottolinea come la sua candidatura sia appoggiata anche da una lista civica «energie fresche, professionalità esterne alla politica che ho fortemente voluto». Nella lettera si affrontano anche le inchieste che hanno coinvolto nelle scorse settimane esponenti del Consiglio regionale lombardo: «Intollerabili episodi di malcostume e malaffare- scrive il candidato di centrodestra - che hanno riguardato esponenti di partiti di maggioranza e opposizione, episodi- aggiunge Maroni - che hanno oscurato le tante pagine di buon governo». Il candidato governatore conclude promettendo «iniziative forti e radicali per recuperare credibilità agli occhi dei cittadini».

Maroni: Napolitano critichi Monti, non noi


maroni
”Dovrebbe essere Monti ad essere criticato, perche’ un presidente del Consiglio in carica che si abbassa ad insultare dando dei cialtroni ad altri, per questo ci vorrebbero le bacchettate di Napolitano”: lo ha detto Roberto Maroni, commentando l’intervento del presidente della Repubblica su chi ha criticato il governo Monti dopo averlo sostenuto

lunedì 18 febbraio 2013

ELEZIONI: ZAIA,MONTI NON HA APPLICATO COSTI STANDARD SANITA' GRECIA STA A EUROPA COME SICILIA E CALABRIA STANNO A VENETO


'La colpa maggiore di Monti e' di non aver applicato al resto d'Italia i costi standard del Veneto in sanita''. A dirlo il presidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia, intervenendo all'inaugurazione di una nuova sede a Padova della Lega Nord.

'La Grecia sta all'Europa come il sud, la Calabria e la Sicilia  in particolare, stanno al Veneto - ha aggiunto Zaia -: se una siringa attraverso il meccanismo dei costi standard, che in Veneto costa 6 centesimi, costasse altrettanto negli ospedali del sud, dove invece arriva a costare anche 28 centesimi, se avessimo un costo unitario nazionale per un pasto ospedaliero, che invece in Veneto costa i media 6 euro e in alcune regioni del sud fino a 60 euro, avremmo un risparmio di 28 miliardi di euro ogni anno'.

LOMBARDIA: MARONI, NELLA MIA LOMBARDIA PIU' RISORSE E MENO BUROCRAZIA PER LO SPORT


 ''Non voglio una regione che dica a società e associazioni sportive cosa fare, ma che aiuti, dia finanziamenti e svolga un ruolo di 'regia' con il territorio, le istituzioni e il Governo" A dichiararlo è il candidato governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni che ha incontrato questa mattina a Milano nella prestigiosa cornice dell'ippodromo del galoppo di San Siro il mondo dello sport.

'Lo sport incontra Maroni', questo il titolo dell'evento sul modello di quanto già fatto durante gli Stati Generali di Torino, Brescia, Varese e Cernobbio, si è svolto attraverso tavoli tematici dove sono stati affrontate tutti gli aspetti del settore analizzando criticità e avanzando proposte per il mondo degli sportivi. 

Roberto Maroni, ha costruito il suo programma ascoltando tutte le categorie, dagli imprenditori ai professionisti, dagli enti locali agli addetti della sanità fino appunto allo sport.

''Lo sport è al tempo stesso un volano di sviluppo economico per la Lombardia e un fondamentale sistema educativo per le nuove generazioni che deve camminare di pari passo con la Scuola, un valore troppo importante per essere lasciato nelle mani dei burocrati. Loro devono attuare e non decidere. 

La regione, può e deve - prosegue Maroni - giocare un ruolo importante. In particolare: mettere a disposizione risorse finanziarie e svolgere una funzione di coordinamento fra tutti i soggetti interessati. Per questo, intendo recepire sin da subito le istanze avanzatemi oggi, istituendo un tavolo permanente sullo sport. In un primo momento finalizzato ad arricchire l'opport unità di Expo 2015 e successivamente in forma stabile per garantire un punto di incontro fra tutti i soggetti coinvolti per favorire dialogo e confronto, ma soprattutto per garantire risposte''.
Roberto Maroni al termine della riunione plenaria ha illustrando alcuni punti del suo programma in materia di sport. In particolare la moratoria di tre anni per tutti gli adempimenti burocratici con Regione ed enti locali per chi sceglie di investire in questo settore, e a riguardo ha detto: ''E' una specie di 'silenzio assenso' come avviene già in Svizzera. Si inverte il processo -ha spiegato - la Regione fissa le regole, smettendo di 'uccidere' con la burocrazia i soggetti interessati ma verificando il rispetto di ogni adempimento''.

Inoltre, Maroni ha garantito la revisione del patto di stabilità per liberare risorse da destinare a investimenti per le strutture sportive.