mercoledì 30 settembre 2015

Ma il SINDACO non era AMBIENTALISTA ??? - Cassano, la tradizione non si tocca. In piazza torna la pesca alla trota viva

Il Giorno
Cassano d'Adda (Milano), 30 settembre 2015 - «La tradizione non si tocca», l’ostracismo dura un anno esatto, ed ecco rediviva, in piazza Garibaldi, alla festa del paese, la pesca alla trota viva. Non nella fontana, appena ristrutturata e «tecnicamente indisponibile», ma, nientemeno, in una piscina circolare del diametro di quasi sei metri, che i pescatori del Circolo Il Capitone hanno avuto licenza di collocare sempre in piazza Garibaldi, dietro la magnolia, nei giorni di sagra. Un ritornoche farà (e almeno in Comune, probabilmente ha già fatto) discutere, ma così è deciso. Manifestazione storica, «e amata dai cittadini - tengono a precisare i pescatori - che a centinaia ci hanno appoggiati su Facebook. Non saranno tutti deficienti». Si pesca, dunque, sabato, domenica e lunedì, secondo la formula collaudata. Pesca alla trota viva in acqua («organizzata soprattutto per i bambini: ma si divertono dei più i genitori»), e immediato trasferimento in tendone chiuso per le operazioni di slamatura e insacchettamento della bestiola. «Nessuna esecuzione in piazza, nessuna mattanza in bella vista», ironizza il presidente del Circolo Il Capitone Paolo Levati. Con chiaro riferimento al 2013 in cui le bordate accusatorie arrivarono dal Wwf nazionale ed ebbero come obiettivo in particolare il rito, si disse diseducativo, della «morte per divertimento».
Lo scorso anno il permesso non fu accordato. L’Amministrazione, come è noto divisa in tema trote, ebbe buon gioco nel mettere sul piatto come impedimento le condizioni della vetusta fontana, impossibilitata a ospitare trote o altro. I pescatori insorsero. Quest’anno si sono mossi per tempo: una campagna su Fb e l’arrembaggio al Comune alla ricerca di una proposta di mediazione. «La piscina è una mediazione - è laconico il sindaco ambientalista Roberto Maviglia -; sullo svolgimento della manifestazione ha scelto la maggioranza». Timore per incursioni? «Non ne abbiamo - così Levati - e comunque non è giusto subire questi ricatti. Io ho sempre avuto animali. Ma la pesca fa parte della nostra tradizione fluviale. Le battaglie animaliste sono importanti, ma non si può obbigare il mondo a fare o non fare qualche cosa. La nostra pagina “Per la tutela di una tradizione popolare” ha riscosso 400 consensi in poche settimane, non credo siano tutti cretini».
di Monica Autunno

Commenti: Come al solito due pesi e due misure. Il Sindaco fa il "verde" quando gli fa comodo per prendere i voti degli ambientalisti ma poi....

lunedì 28 settembre 2015

Catalogna, Mas: «Via all’indipendenza»

«Abbiamo vinto», «Adios Spagna, senza rancore»

Artur Mas, presidente regionale uscente e destinato alla riconferma dopo la vittoria del suo Junts Pel Sí ha rivendicato la vittoria solo dopo tre quarti dello scrutino: «Abbiamo vinto!», ha esclamato in quattro lingue - catalano, spagnolo, francese e inglese - a fronte di circa duemila sostenitori radunatisi man mano, ma festosi fin dai primi exit poll. «Ha vinto il sì (all'indipendenza, ndr) e ha vinto la democrazia», ha proseguito Mas: «Ora chiediamo che gli altri accettino la vittoria della Catalogna e la vittoria del sì. Tutti quelli che negavano il carattere plebiscitario di queste elezioni, cosa diranno con più del 76% di partecipazione». L’esultanza è stata accolta scandendo gli slogan «In-de-pen-den-cia» e «Un solo popolo» e dallo sventolio di bandiere rosse, gialle e blu. Più secco Antonio Banos, leader dei secessionisti radicali del Cup, che ha twittato: «Dedicato allo Stato spagnolo. Senza rancore, adios!». Il Cup, rispetto a tre anni fa, ha più che raddoppiato i suoi voti e triplicato i suoi seggi: era al 3,48% e aveva 3 deputati.



Salvini: «Alla faccia di Bruxelles!»

Tra i primi commenti sulla situazione catalana, quello del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che su Facebook ha scritto a caldo: « Forza Catalunya! Alla faccia di Bruxelles e degli Stati centralisti, che vogliono cancellare popoli, lingue, culture, identità e lavoro, c'è chi resiste e partecipa, nel nome della Libertà. Grazie!»


Commenti: Presto anche la Lombardia il Veneto e tutto il Nord!! 

Il Sindaco inizia la sua campagna elettorale!!! il Giorno "Cassano, più sicurezza con il debutto del controllo di vicinato"

Cassano d'Adda (Milano), 18 settembre 2015 - «Non chiamatele Ronde». Con queste parole il sindaco di Cassano Roberto Maviglia presenterà al pubblico l’ultimo servizio nato sotto l’egida del Comune su base volontaria: il controllo di vicinato debutterà ufficialmente il 19 ottobre, subito dopo la sagra. Sette gruppi al via, quartieri controllati a vista per un totale di 80 famiglie e decine di esercizi commerciali un po’ più protetti. «È un progettoinnovativo nato dall’esperienza felice di altri “colleghi” - precisa il primo cittadino -. Si tratta innanzitutto di puntare alla rivitalizzazione di interi rioni e alla ricostruzione di relazioni che debelleranno da sole la piccola delinquenza». Un biglietto da visita come questo dovrebbe servire a fare dormire sonni più tranquilli a tante famiglie.
«In stretta collaborazione con le forze dell’ordine - ancora Maviglia - titolari, naturalmente, del controllo del territorio». Niente sceriffi fai da te dunque, ma solo un aiuto fattivo a chi è deputato a garantire sicurezza. Precisazioni necessarie. Il controllo di vicinato punta soprattutto a debellare la piaga dei furti. L’attenzione dei gruppi cassanesi coordinati da Augusto Brambilla si concentrerà sulla caccia ai topi d’appartamento, protagonisti di reati fra i più odiosi. «La violazione della propria casa ferisce le persone», riassume il sindaco. L’Amministrazione sottolinea soprattutto la possibilità di riannodare una trama di contatti sfilacciata dai mille impegni di ciascuno.
«I volontari segnaleranno movimenti strani, si presterà più attenzione alla porta accanto. Molto più di quanto non sia avvenuto sino a oggi». La serata di presentazione servirà ad arruolare altri cittadini, a spiegare nel dettaglio cosa c’è da fare per mettere insieme un esercito solidale con orecchie e occhi aperti. Altri l’hanno già fatto. Cassina, innanzitutto, che ha inaugurato in zona la pratica, seguita da Cambiago e Pozzo d’Adda. La nascita dei team di controllo ha spinto il Palazzo a costituire una commissione consiliare per seguirne l’attività passo dopo passo. I gruppi saranno particolarmente attivi in centro per ora. Molti esercenti di via Mazzini hanno aderito all’iniziativa.
Commento: Il Sindaco di cassano dopo anni di immobilismo sul campo della Sicurezze inizia la sua campagna elettorale!!!
Peccato sia troppo tardi per tutti i cittadini che in questi anni sono stati vessati da furti, vandalismi e reati di ogni genere.
Ma come tutti sanno, ad un anno dalle elezioni, l’operazione “fumo negli occhi” per cercare di nascondere l’incapacità e ed il non interesse dimostrato fino ad ore in tema di Sicurezza dei cittadini

giovedì 24 settembre 2015

La Lega a Cassano NON accetta Diktat da nessuno!!



Commenti: sul futuro di Cassano saremo protagonisti e non pecore come ci vorrebbero altri

A Cassano cambia l’appalto mensa: arrivano i rincari e le prime polemiche sono già in tavola - NUOVI AUMENTI

Cassano d’Adda (Milano), 24 settembre 2015 -Mensa scolastica, si cambia: via la Sodexo arriva la Gemeaz, che si aggiudica l’appalto promettendoqualità, biologico e chilometro zero nel piatto. Ma arriva anche la stangatina, e il pasto aumenta del 10%. Quasi duecento genitori all’incontro nel corso del quale, l’altra sera, l’assessore alla Pubblica istruzione Simona Merisi e la giunta hanno confermato il cambio della guarda in cucina e comunicato le novità per l’anno appena iniziato. La Gemeaz (Sodexo, protagonista di una gestione costellata di polemiche, non ha partecipato alla gara estiva) si è aggiudicata l’appalto pluriennale dando garanzie su alcuni punti precisi.
Primo, biologico e chilometro zero, che dovranno essere presenti nei piatti dei 1.500 piccoli utenti per almeno il 60%. Secondo, il centro cottura, tutto da rinnovare: l’azienda ha accettato di farsi carico di ogni intervento. Terzo, gli insoluti, quasi 30mila euro di servizio mensa non pagato che sarà cura dell’azienda, e non dell’ente pubblico, recuperare. "Gli accordi con il precedente appaltatore prevedevano che fosse il Comune a pagare, per rivalersi poi sui morosi - dice Simona Merisi - ma era ingestibile. Il nuovo gestore andrà al recupero crediti. Ma abbiamo voluto una garanzia nero su bianco, quella che in nessun caso,mai, un bambino venga lasciato senza pasto".
Ultima novità l’estensione delle modalità di pagamento, che potrebbero (assolutamente condizionale) ridurre la morosità, quantomeno quella “per distrazione”. La nota dolente sono i costi. La tariffa cassanese è storicamente frazionata per fasce Isee, la più alta delle quali (più di 18 mila euro annui) pagherà da quest’anno 5,08 euro a pasto.
La tariffa precedente era 4,90 euro, abbassata per un periodo a 4,60. Un aumento, comunque, di circa il 10% su tutte le fasce. "Ritocco inevitabile, considerato tutto ciò che va fatto per riavviare al meglio un servizio che non pochi problemi ci ha dato in passato - conclude la Merisi -. Ma la nuova tariffa resta, in assoluto, una delle più basse della zona e della gran parte dei Comuni delle nostre dimensioni, dove si paga, a parità di fascia Isee, sino a 6 euro a pasto".

Commento: Nuovi aumenti per tutti, grazie Sindaco & C

martedì 22 settembre 2015

LA MALAGIUSTIZIA ITALIANA !!! Offese a Monti e Napolitano: Bossi condannato

Umberto Bossi è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per vilipendio al capo dello Stato con l’aggravante della discriminazione razziale. Lo ha stabilito il tribunale di Bergamo accogliendo la richiesta del pm Gianluigi Dettori. Un’inchiesta nata da un centinaio di querele, presentate in tutta Italia (da Verona alla Sicilia, fino a Bergamo), dopo il comizio di Bossi alla festa della Lega di Albino (Bergamo) il 29 dicembre del 2011: parole e immagini rilanciate la sera stessa e il giorno dopo da tutti i telegiornali.




Le offese
«Ma Monti lo sa che molti allevatori si sono impiccati? Questi coglionazzi del governo lo sanno?» aveva esclamato il lumbard dal palco, applaudito dal pubblico e dai suoi colonnelli . «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica», aveva rincarato, esibendo il gesto delle corna. E poi ancora: «Napolitano, Napolitano, nomen omen, terun…». E quando il pubblico aveva iniziato a scandire: «Monti, Monti, vaffanculo...» il leader dal palco aveva replicato. «Eh...magari gli piace anche...».

lunedì 21 settembre 2015

Cassano, al Parco dei Pinguini è il caos - A Casa gli incapaci !!!

Cassano d'Adda (Milano), 18 settembre 2015 - Appalto iellato e lavori-farsa, cantiere sempre fermo al “Parco dei Pinguini”. Ci si prepara a stracciare il contratto e a chiedere i danni all’impresa.  Giovedì mattina in municipio l’ultimo incontro fra amministrazione e ditta appaltatrice della riqualificazione del parco più amato dai bambini, il parco di via Carlo d’Adda, avviata in marzo e ancora non conclusa. Lo dice il sindaco Roberto Maviglia, lo conferma l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Gaiardelli: «O conclusione in tempi brevissimi, e dunque immediato ritorno dell’impresa in cantiere, o risoluzione del contratto». E i cittadini, ormai rassegnati, attendono. La vicenda è ormai notissima, non fosse altro perché si è snodata in tutta la sua assurdità sotto gli occhi dei cassanesi. Sette mesi fa l’appalto e la consegna lavori per la riqualificazione del parco, dove si doveva sistemare il complesso, pavimentare e installare nuovi giochi per i tanti, tantissimi piccoli utenti. Tutto doveva essere cosa fatta in primavera, ma il buongiorno, si fa per dire, si è visto dal mattino: ritardi, lavori a rilento, operai presenti a spot, giochi acquisiti ma per mesi non pervenuti (si suppone perchè non liquidati), richiami su richiami.

A mesi dalla posa delle recinzioni di cantiere il parco è finito a metà o giù di lì, ma i ferri fra amministrazione e appaltatori sono ormai cortissimi. «Li convochiamo un’ultima volta, intimando il ritorno in cantiere e la conclusione - così Gaiardelli -. Mi aspetto che, come è già avvenuto, a richiamo possa corrispondere la presenza di un giorno o due, e la posa di un’altalena, seguiti da un nuovo stop. Stavolta non lo accetteremo». La minaccis«Se andiamo a risoluzione del contratto, non solo intimeremo il pagamento delle penali, ma chiederemo i danni». Intanto, i cittadini aspettano. Non passa giorno nel corso del quale una richiesta di chiarimenti e tempi non parta, all’indirizzo degli amministratori, anche dalle pagine web cassanesi. E non mancano gli attacchi degli oppositori: «Appalto sbagliato sul nascere, gravi responsabilità. L’Amministrazione non accampi scuse».
Commenti: A chi daranno la colpa ora ? Forse ancora alla vecchia amministazione, oppure visto che si tratta di lavori partoriti da loro a Sbilulino?? A casa subito gli incapaci !!!

Cassano: La Lega dice la sua e non ha paura di Nessuno


venerdì 18 settembre 2015

"Isis recluta anche a Milano. ​E il terrore corre su internet"

La super poliziotta Cristina Villa che comanda l'Antiterrorismo conferma la grande pericolosità del "fondamentalismo islamico"

E chi ha la responsabilità delle strutture ha tutto l'interesse a evitare che certe persone le frequentino, perché si troverebbero nell'occhio del ciclone e, dal punto di vista amministrativo, perderebbero le autorizzazioni. Tanto per intenderci: chi si affilia all'Isis, come quei due ragazzi italiani partiti a gennaio da Vimodrone per la Siria, in moschea, se ci va, lo fa solo per pregare».
Insomma il suo è un via libera alla costruzione di una nuova moschea sotto la Madonnina.
«Senta: è dal 2008, cioè da quando abbiamo arrestato i due nordafricani che frequentavano l'associazione islamica “Pace Onlus” di Macherio che in un'indagine non entrano le moschee. Io credo che i coacervi del fondamentalismo deviato, quello che odia e uccide per intenderci, oggi nascano altrove, magari su internet. Dalle moschee a Milano - dove esistono 15 associazioni islamiche in città e una ventina in provincia - la nostra squadra “Comunità straniera” ha la collaborazione più ampia perché chi le frequenta, e non è costretto - ad esempio - a pregare in uno scantinato, si sente sicuramente più integrato. E non aggiungo altro».
Sorride Cristina Villa, vice questore aggiunto e funzionario capo della sezione antiterrorismo della Digos di Milano. Certo non ammetterà nemmeno sotto tortura che ormai la «collaborazione più ampia» da parte delle associazioni islamiche di cui parla significa una buona rete di collaboratori della polizia. Che si serve di loro, ad esempio, quando c'è da «attenzionare», come si dice in poliziese, qualche soggetto sospetto.
Sarebbe anche pronta ad affermare che l'Isis a Milano non recluta, che non ha appeal?
«No, questo non posso dirlo perché non sarebbe vero. Le nostre ultime indagini hanno dimostrato esattamente il contrario. Maria Giulia Sergio e la sua famiglia; il pakistano e l'algerino pronti a mettere a segno un attentato, l'ormai arcinoto fighter Francesco, cioè il tunisino che aveva lavorato in una pizzeria del centro di Milano ed è stato ucciso a febbraio nel Kurdistan o, come ho già detto, i due ragazzi di Vimodrone partiti per la Siria a gennaio».
Qualcun altro?
«Sì, ma tenga presente che la situazione di Milano è davvero molto controllata».
È anche vero che a Milano, nell'ottobre del 2009, abbiamo avuto il precursore della figura del lone wolf dell'Isis...
«Sì, Mohamed Game, il libico che aveva cercato di farsi saltare in aria all'ingresso della caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti. In questo senso era già avanti: studiava su internet, si era fabbricato una pipe bomb in pochi mesi pur non avendo nessun genere di conoscenza specifica visto che era stato titolare di un'impresa edile. Game studiava sul manuale “Appello alla resistenza islamica”, un volume di un migliaio di pagine scritto da Abu Musab al Suri, uno dei primi teorici del lupo solitario dell'Isis».
In poche parole?
«Se hai un obiettivo da realizzare lo puoi fare ovunque ti trovi, con i mezzi che hai e soprattutto senza appartenere a una struttura organizzata».
Lei parla d'integrazione. Tuttavia Marianna Sergio (sorella di Maria Giulia-Fatima, la foreign fighter che incitava la famiglia, poi arrestata a Inzago, a raggiungerla in Siria, ndr) una volta in questura, disse che nessuno dei suoi interlocutori avrebbe potuto capirla perché non avevano «abbastanza fede».
«Sì, ma il dialogo non ci può essere con chi pretende di portarti dalla sua parte attraverso la violenza, qualunque religione professi. Non stiamo parlando di musulmani moderati che cercano di convertirti al loro credo con un lavoro quotidiano di esempio. Parliamo di persone assolutamente intransigenti che non accettano alcun tipo di confronto».
È per questo secondo lei che la gente anche a Milano ha tanta paura dell'Isis?
«È più che legittimo che ci sia della preoccupazione. Quindici anni fa eravamo tutti aperti al nuovo. Il grande spartiacque, inutile sottolinearlo, lo ha segnato l'11 settembre. E, più recentemente gli attentati di Parigi. Così se prima si poteva pensare a un'integrazione più veloce, ora si fa un passo alla volta. E con grandi difficoltà».

mercoledì 16 settembre 2015

Elezioni a Cassano - Posizione della Lega

Di recente sono apparse sulla stampa locale articoli  in cui veniva citata la posizione della Lega Nord per l’indipendenza della Padania di Cassano relativamente al nome del  candidato sindaco del centro desta per le prossime elezioni amministrative del 2016.
 
Ci preme sottolineare in primo luogo che la Lega è un movimento politico in cui le decisioni vengono prese in modo collegiale dal proprio direttivo e dai propri militanti, al contrario probabilmente di quanto avviene in alcune liste civiche prettamente personalistiche.
 
Sottolineiamo  inoltre che nessun membro del direttivo della Lega  ha alimento “rumors” di sorta, in quando alla data odierna nessuna decisone è stata presa dallo stesso direttivo, rispetto al programma ai nomi, alle alleanze e quant’altro dir si voglia.
 
La cosa che in questo momento ci sentiamo di dire ai Cassanesi è che ogni eventuale alleanza per noi si farà solo quando saranno resi noti i programmi delle diverse forze politiche, cosa che ad oggi non ci risulta essere stata fatta.
 
Inoltre rappresentando la forza politica di centro-destra maggioritaria ritemiamo di dovere avere la voce principale in capitolo per quanto riguarda la scelta di un candidato Sindaco e di non dovere dipendere da altri.
 
Noi abbiamo già il nostro candidato anzi ne abbiamo più di uno … dobbiamo solo rendere nota una sua eventuale candidatura.
 
In ogni caso se per astratto decidessimo di sostenere  un candidato Sindaco “non targato Lega” questi dovrà avere il via libera del nostro direttivo e dei nostri militanti.
 
Ci dispiace che coloro che vogliono il nostro appoggio speculino su nostre presunte affermazioni, noi lo abbiamo detto anche in passato e ribadiamo: "meglio soli che male accompagnati”, perciò se qualcuno pensa di forzare la mano alla Lega sappia che rischia solo di fare una magra figura in termini elettorali e di riconsegnare Cassano alla Sinistra.

Salvini medita il passo indietro: "Non corro da premier". Maroni o Zaia i candidati

Il leader del Carroccio non si considera adatto al ruolo: troppo estraneo al Palazzo.
SCENDERE dalla ruspa, appendere la maglietta nell’armadio dei ricordi di gioventù, indossare la giacca e persino la cravatta: vasto programma per uno che all’immagine della ruspa rottamatrice e allo stile ‘volgare’ deve il proprio successo. Ma il successo non ha accecato Matteo Salvini. Caso più unico che raro per un leader politico, il segretario della Lega è infatti giudice obiettivo di se stesso, perciò si rende conto che qualcosa gli manca per ambire seriamente alla premiership. Quando, mesi fa, Silvio Berlusconi gli ha garbatamente manifestato le proprie riserve sulla sua candidabilità alla guida del governo, Salvini ha annuito. Quando, il 23 luglio, sul palco della festa leghista di Cervia gli abbiamo chiesto se davvero pensa, così com’è, di aver i numeri per essere eletto premier ha mostrato di avere dubbi pari almeno ai nostri.
Ad oggi, se si dovesse votare nel 2016 Matteo Salvini non sarebbe il candidato premier della Lega. Per tenere unita la coalizione di centrodestra e avere più chance di successo cederebbe il passo a Roberto Maroni. Si dovesse invece votare alla scadenza naturale della legislatura, ovvero nel 2018, tra i possibili candidati premier figurerebbe anche Luca Zaia. È lo stesso Salvini a volerlo. E quando, nei giorni scorsi, si è trovato davanti il gotha dell’imprenditoria nazionale riunito a Cernobbio ha avuto conferma dei propri limiti. Essendo banditi gli slogan, gli argomenti non l’hanno soccorso.

INTENDIAMOCI , si può essere al tempo stesso distruttivi e costruttivi, arrembanti in piazza e riflessivi nel Palazzo. Ma il lato costruttivo e riflessivo di Salvini, se c’è, tarda a manifestarsi. «Candidando Maroni avrei il sicuro appoggio di Berlusconi, il centrodestra avrebbe probabilmente più chance di vittoria e io mi manterrei le mani libere rimanendo a capo della Lega», così, con inedita capacità autocritica, ragiona Matteo Salvini. Il quale si fida assai di alcuni giovani consiglieri (Alessandro Morelli e Luca Morisi) che lo esortano a rimanere in sella alla ruspa, ma da un po’ di tempo a questa parte ascolta con interesse anche chi (Giancarlo Giorgetti, Gianni Fava e Gianluca Pini) lo esorta a scendere.
LA MANIFESTAZIONE organizzata lo scorso febbraio ne ha conclamato il successo, ma l’ha chiuso in un ghetto politico al fianco di Giorgia Meloni e dei camerati di Casapound. Da allora, pur senza rinunciare alle dichiarate simpatie per Putin, per accreditarsi Salvini ha trovato un canale di dialogo con l’ambasciata americana, ma non per questo ha cambiato stile. Non l’ha cambiato perché non è affatto sicuro di essere in grado di farlo. Ad oggi, dunque, Matteo Salvini si è tirato fuori dalla premiership. Ma non è del tutto escluso che possa cambiare idea. Lo sapremo tra meno di due mesi. Il 6 e 7 novembre la Lega darà infatti vita a una serie di appuntamenti in tutt’Italia che culmineranno con una manifestazione, che si vuole oceanica, l’8 in piazza Maggiore a Bologna. Obiettivo: esibire un programma di governo. O qualcosa che ci assomigli. Niente bandiere di partito, ad essere sventolata dovrà essere la sintonia con il maggior numero possibile di associazioni imprenditoriali. Se la manifestazione riuscirà e se il collegamento con la società civile e i suoi interessi organizzati sarà reale ed evidente, Matteo Salvini verrà incoraggiato dai suoi consiglieri più ‘costruttivi’ a cambiare passo e stile. In caso contrario, verrà confermato l’orientamento attuale: il leader della Lega, colui che ha rimesso al mondo un partito dato per morto portandolo ad un inedito 16% nei sondaggi, non sarà il candidato della Lega.

martedì 15 settembre 2015

Renzi perde tempo sugli esodati. E la Lega occupa il ministero dell'Economia

Dal presidio sotto al Tesoro, Matteo Salvini lancia l'occupazione leghista del ministero dell'Economia prima e la Camera subito dopo. "Non è accettabile che Renzi dica che cambierà la riforma Fornero nel 2018 - tuona il leader del Carroccio - abbiamo perso la pazienza".


Pier Carlo Padoan e Giualino Poletti si spremono le meningi. Stanno cercando un modo per uscire dal pasticcio degli esodati. Anche ieri si sono confrontati per dare una via d'uscita a tutti quei lavoratori che nel 2011 sono rimasti senza occupazione, con scarse possibilità di ricollocamento sul mercato del lavoro e prossimi alla pensione senza però averne maturato i requisiti. Dopo le modifiche al sistema previdenziale introdotte dalla legge Fornero alla fine del 2011, i governi e il Parlamento sono intervenuti con sei distinti provvedimenti di salvaguardia a tutela dei lavoratori che avevano sottoscritto collettivamente accordi di incentivo all’esodo. Il governo sta attualmente valutando una soluzione. "Il ministro Padoan e il ministro Poletti - assicurano a Palazzo Chigi - stanno seguendo i lavori con l’obiettivo di dare una risposta alle situazioni di disagio". Finora, però, di un risultato neanche l'ombra.
Di aspettare gli esodati non hanno più molta voglia. Lo dimostra il presidio davanti al ministero dell'Economia che raccoglie esodati, sindacati e leghisti. "O il governo dà risposte a tutti gli esodati con le buone o abbiamo perso la pazienza", tuona Salvini alla testa della delegazione del Carroccio che, dopo aver avuto un faccia a faccia con il sottosegretario Pierpaolo Baretta, ha deciso di occupare il ministero di via XX Settembre e, poi, i banchi del governo a Montecitorio. Da Baretta Salvini ha, infatti, ricevuto "belle parole" ma nessuna soluzione concreta per quelle persone che, rovinate dall'ex ministro Elsa Fornero, continuano a essere senza lavoro e senza pensione.

venerdì 11 settembre 2015

«Via Liuvre a la Republica Catalana» (Via Libera alla Repubblica Catalana)





Barcellona, si è aperta ufficialmente oggi la campagna per le cruciali elezioni regionali catalane del 27 settembre, che gli indipendentisti guidati dal presidente uscente della Catalogna Artur Mas intendono trasformare in un plebiscito per l’indipendenza. L’apertura della campagna coincide con la Diada, la festa nazionale catalana, durante la quale questo pomeriggio centinaia di migliaia di indipendentisti sono attesi sulla Meridiana di Barcellona per il «Via Liuvre a la Republica Catalana» (Via Libera alla Repubblica Catalana). Gli ultimi sondaggi indicano
che gli indipendentisti potrebbero conquistare di misura la maggioranza assoluta in seggi nel nuovo parlamento di Barcellona restando però sotto la maggioranza assoluta in voti. Mas ha annunciato che se vinceranno inizierà la «disconnessione» dalla Spagna, con l’obiettivo di dichiarare la secessione nel giro di 18 mesi. Il governo di Madrid del premier Mariano Rajoy ritiene che la secessione di una regione sia vietata dalla costituzione spagnola adottata dopo la fine del franchismo ed ha annunciato che si opporrà all’indipendenza della Catalogna 

Salvini sulla scoperta dell'uomo primitivo: "È Angelino Alfano..."

Scoperti in Sudafrica i resti di una nuova specie umana. Il leader della Lega Nord su Fb: "È Angelino..."
Piccolo di statura e minuto, il cervello simile a quello di uno scimpanzè, mani dalle dita ricurve specializzate per arrampicarsi e lunghe gambe per camminare eretto, forse anche per correre: è l’identikit dell’Homo naledi, il nuovo antenato dell’uomo scoperto in Sudafrica, in una grotta a 30 metri di profondità.


Il ritrovamento è stato annunciato dall’università sudafricana del Witwatersrand, dalla National Geographic Society e dalla National Research Foundation del Sudafrica.

La notizia, importantissima per la comunità scientifica mondiale, ha colpito anche Matteo Salvini. Che su Facebook ha così commentato: "Scoperta in Sud Africa una specie umana finora sconosciuta, 'con tratti moderni con caratteristiche più primitive': Angelino Alfano". Il post è stato subito conviso da centinaia di leghisti che si sono anche sbizzarriti ne

giovedì 10 settembre 2015

Terrorismo, i genitori di Fatima restano in carcere: "Consapevoli obiettivi Isis"

Secondo il gip Maria Vicidomini i genitori di Maria Giulia Sergio, foreign fighter in Siria, erano consapevoli delle finalità dell'Isis, perciò devono restare in carcere
MilanoSergio Sergio e lamoglie Assunta, i genitori di Maria Giulia "Fatima", devono restare in carcere. Lo ha deciso il gip di Milano Maria Vicidomini che ha respinto l'istanza della difesa dei due coniugi, arrestati lo scorso primo luglio a Inzago (Milano) e accusati di essere in procinto anche loro di partire per la Siriaper mettersi al servizio dell'Isis come la figlia.










Sergio Sergio e la moglie sono detenuti da oltre due mesi nel carcere milanese di San Vittore nell'ambito dell'inchiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Paola Pirotta che ha portato anche all'arresto della sorella di Fatima, Marianna, e di altre due persone, gli zii di Aldo Kobuzi, marito albanese della 'foreign fighter' italiana. Fatima, il marito e altre tre persone sono, invece, tuttora latitanti. Gli stessi pm avevano dato parere negativo all'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato Erika Galati e il gip Vicidomini, in sostituzione del giudice Ambrogio Moccia che aveva emesso la misura cautelare, ha bocciato la richiesta ritenendo ancora sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. Ai coniugi Sergio viene contestato il reato di organizzazione di un viaggio per finalità di terrorismo, mentre Marianna, così come Fatima, è accusata anche di associazione con finalità di terrorismo internazionale.
Come si legge negli atti dell'inchiesta, «nessun dubbio può sussistere sulla consapevolezza» dei due genitori di Fatima «di organizzare un viaggio per raggiungere l'organizzazione terroristica Stato Islamico, con pacifica conoscenza delle attività e degli obiettivi dell'organizzazione stessa». Secondo il gip Moccia, infatti, i coniugi Sergio, assieme a Marianna, erano «in partenza per la Siria» e stavano «adottando efficaci strategie per cercare di impedire l'azione di contrasto delle forze dell' ordine». La difesa della coppia, però, da quanto si è saputo, sta già lavorando per presentare una nuova istanza di scarcerazione sulla base di nuovi elementi acquisiti nelle indagini difensive

martedì 8 settembre 2015

Cassano - Vice Sindaco indagato per abuso d'ufficio e truffa


Cassano Vice Sindaco indagato - IL Giorno


Il vicesindaco Vittorio Caglio

Cassano d'Adda (Milano), 7 settembre 2015 - "Sarebbe meglio che si dimettesse da solo, noi comunque chiederemo al vicesindaco di fare un passo indietro". Eleonora Casirati, capogruppo Pdl, all’opposizione, traduce in politica l’indagine sul chiosco del Pignone, che coinvolge Vittorio Caglio e due dirigenti del Comune. "La classica goccia che fa traboccare il vaso - dice - ma la misura era già colma. Da sempre sosteniamo che la doppia veste di Caglio, vicesindaco e direttore della coop Punto d’Incontro, sia incompatibile". Nessuno entra nel merito dell’inchiesta della Procura di Lodi, ancora in corso - l’attività investigativa sarebbe concentrata per tutti sull’abuso di ufficio e una truffa in concorso - ma si mormora che avrebbe preso il via da un esposto dell’ex comandante dei vigili Flavio Rossio, nel frattempo trasferito a Melzo, che fece rimuovere il bar "ananasso" perché ritenuto non idoneo, innescando una reazione a catena. Il ricorso dell’ambulante di Inzago che aveva ottenuto la concessione, additato a sua volta da un esercente del centro, che per primo contestò la liceità dell’assegnazione.
La vicenda è nota, un po’ meno le implicazione dell’unico dato giudiziario certo finora: la condanna del Comune in sede civile a risarcire di 900 euro il proprietario del bersò «sfrattato» dalla spiaggia per mancato guadagno. La sentenza, la sola per il momento, entrata nel merito del percorso amministrativo, ora sottoposto a vaglio penale, ne ha di fatto confermato impianto e correttezza. "Altrimenti non saremmo stati costretti a rifondere il titolare del bar", fa notare Caglio, che esclude le dimissioni. «Da buon garantista rimarrò al mio posto». Sulla vicenda la Lega, in minoranza, è cauta: i lumbard hanno appena protocollato una richiesta di audizione in aula per il vicesindaco. "La situazione è complessa, bisogna fare chiarezza - spiega il capogruppo Andrea Moretti -. Le indagini non sono chiuse, cred però che Caglio ci debba una spiegazione. Gli riconosco di aver annunciato il proprio coinvolgimento nella vicenda (è stato lo stesso vicesindaco a diffondere a giugno una nota in cui spiegava di essere indagato) vorremmo che proseguisse in quel solco". Casirati, invece, ha scelto un’altra strada: "Dopo i noti fatti del passato, (la condanna di amministratori del centrodestra e di imprenditori per le mazzette sul Pgt fantasma, ndr) rinfacciati a tutti per anni, il centrosinistra ha creato l’assessorato alla Legalità, ma a quanto pare non è in grado di far la morale a nessuno". A scaldare ulteriormente gli animi c’è una delibera di giunta approvata giovedì che destina 7mila euro al pagamento delle spese legali dei funzionari inquisiti. La richiesta di patrocinio da parte dei dipendenti è garantita dalla legge (ne sono al contrario esclusi i politici). "Siamo assolutamente convinti della loro estraneità ai fatti - dice Caglio - per questa ragione abbiamo accolto l’istanza".

venerdì 4 settembre 2015

Salvini al Cara di Mineo: «Renzi e Alfano dove sono?»

Il leader della Lega, in visita al centro dove viveva l’ivoriano accusato di avere ucciso la coppia di Palagonia, attacca il Governo e l’Ue


CATANIA - Matteo Salvini è stato accolto al Cara di Mineo da un gruppetto di sostenitori con bandiere e striscioni con su scritto: «Stop invasione». Il leader della Lega è al Centro per una visita ispettiva assieme al segretario della Commissione nazionale antimafia, Angelo Attaguile. «Sono qui - ha detto - perché chi è al governo è imbecille». «Il segretario del Pd e Alfano sono due incapaci incollati alla poltrona. Dove sono? Renzi e Alfano non li vedo, non li ho visti a Palagonia: fossi in loro mi vergognerei», ha aggiunto. Salvini ha incontrato anche i parenti di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, la coppia uccisa a Palagonia per cui è stato fermato un migrante ospite proprio del Cara di Mineo.



La Germania prende in giro l’Europa
«I leader europei sono ridicoli. Il massimo sforzo che fa la Merkel è dire “prendo i siriani” che è l'unica popolazione che scappa dalla guerra. Per la serie scelgo io quelli che voglio e il resto li tenete voi». «È l'ennesima presa in giro - ha aggiunto - della Germania nei confronti dell'Europa e l'ennesimo silenzio di Renzi e Alfano che rispondono con il nulla e con la resa».


Bloccare gli sbarchi
Sul Cara di Mineo ha detto: «È la quarta volta che vengo qua: non so quali altre inchieste, quali altri interventi e omicidi e disastri debbano ancora accadere per far chiudere questa struttura: qui ci sono cento milioni di euro buttati via». «Oggi - annuncia il segretario della Lega - mi farò dare le nazionalità delle persone ospiti e vedremo quanti sono i migranti che scappano veramente dalla guerra». Secondo Salvini il problema si «risolve velocizzando le procedure di identificazione dei veri profughi ed espellendo tutti quelli che non sono veri richiedenti asilo. Ma occorre anche bloccare gli sbarchi. Occorre poi - ha concluso - fare interventi in Africa. Nelle prossime settimane andrò in Nigeria per capire cosa serve affinché i nigeriani restino nel loro Paese».


Replica al vescovo di Caltagirone
Il segretario della Lega ha replicato al vescovo di Caltagirone Calogero Peri, che alla vigilia della sua visita a Mineo aveva detto: «Che viene a fare qui? Parli con Maroni che questa struttura l’ha voluta, noi non la volevamo». «Si candidi con Rifondazione comunista - ha detto Salvini - prenda i voti e poi ne riparliamo». «Il Cara di Mineo fu aperto in maniera provvisoria quando c'era la guerra in Libia - ha spiegato - Poi doveva essere chiuso». «Che il Cara debba essere chiuso - ha aggiunto - lo chiedono anche il quotidiano dei vescovi, Cinque Stelle e Forza Italia, mancano soltanto Gesù bambino e i marziani che chiedano di chiudere questa vergogna a cielo aperto, la cui gestione ha coinvolto perfino le cooperative di mafia capitale».



«Isis? Sterminare con le bombe quelle bestie»
Il leader della Lega Nord è intervenuto duramente sulla questione Isis. «Aprire corridoi umanitari in Siria? Sì li c'è la guerra, lì c'è il 40% del territorio occupato dal califfato islamico, quindi lì veramente bisognerebbe intervenire con le bombe per sterminare quelle bestie».

martedì 1 settembre 2015

Selfie, ruspa e t-shirt Ecco i «bocia» di Salvini

Non saltano un appuntamento, a volte addirittura presentandosi con ore di anticipo quasi fosse un concerto della popstar del momento. E anche ieri, alla serata di chiusura della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo, non si sono tirati indietro, ingannando l’attesa con una pizza e - per chi può già permetterselo, carta d’identità alla mano - una birra. Sono i giovani, giovanissimi fan di Matteo Salvini, tutti a caccia di un selfie o di una stretta di mano con il leader lumbard, anche ieri sera subissato di richieste da parte di cacciatori di autografi o di semplici sostenitori della Lega. Così, a fianco delle immancabili sciure dal vestito buono (altrettanto eccitate all’idea di incontrare il leader) ci sono loro, i teenagers salviniani. Il Matteo della Lega, a loro dire, capisce i problemi. Altro che Renzi.



E per questo all’appuntamento si presentano anche in gruppo, sostituendo la serata in birreria con il comizio politico. Come ad esempio Giordano Marconi, Andrea Santangelo e Marcello Toppetti, tre diciottenni di Alzano Lombardo arrivati già un paio di ore prima delle 21.30 canoniche per ascoltare le parole del segretario federale leghista. «Io l’ho già sentito una volta, e mi ha convinto», dice uno di loro. Per gli altri due, invece, si tratta della prima volta, ma entrambi dimostrano di avere già le idee chiare: «Salvini non ha paura di fare ciò che dice. Soprattutto sul tema dei clandestini: anche se usa parole forti, le condividiamo in pieno». Il trio di giovani studenti - ancora in attesa di prendere parte alla loro prima tornata elettorale - non risparmia però qualche critica: «Comunque non ci troviamo d’accordo su tutto. Come la proposta di uscire dall’Euro: anche se l’Europa sui profughi non ci sta aiutando, restare nella moneta unica ci dà sicurezza per il futuro».

Un consiglio per il loro leader? «Potrebbe piacere di più, si vende male con una parte di elettorato. L’apparenza comunque conta. Un selfie? Se riusciamo, perché no?». Ma c’è anche chi arriva ad Alzano Lombardo con le idee meno definite: è il caso di Stefano Zanchi, anche lui 18enne, faccia pulita. «C’è chi critica Salvini e c’è chi lo loda: sono venuto direttamente alla fonte per sentire le sue parole, senza filtri - spiega il ragazzo -. Su alcuni argomenti mi sento d’accordo con lui, anche se il suo modo di porsi a volte mi pare eccessivo, come nel caso della ruspa. Di questi tempi serve costruire, più che distruggere».

Non hanno dubbi, invece, i giovani militanti che per dodici giorni hanno partecipato alla festa da volontari. Come il 25enne Matteo Villa, il coordinatore provinciale del Movimento Giovani Padani: «Rispetto ad altri politici, Salvini ha carisma e carattere - dice, indossando la maglietta Keep calm e dovra la pachèra -. La Lega attira i giovani perché il nostro leader, a differenza di Renzi che invita ad andare all’estero, vuole rilanciare l’economia italiana». Anche la 22enne Valentina Nozza Bielli è una militante: «Salvini piace perché parla alla pancia. Tre amici su quattro che conosco hanno bisogno di lavorare: grazie alla Lega il rilancio è possibile, ne sono convinta». «Gli altri politici pensano ai clandestini, Matteo pensa a noi e al nostro territorio», aggiunge la 24enne Giada Musci, maglietta mimetica con la scritta «Di rosso solo il vino», che lo scorso anno si è anche candidata alle amministrative di Torre Boldone. Che poi aggiunge: «Il suo servizio fotografico sexy? Salvini è anche un bel ragazzo. E poi nella vita serve essere anche spiritosi» .