giovedì 31 gennaio 2013

Calabria, invalido «d'oro» gioca a basket E corre per le politiche: è capolista


L'avvocato Alberto Sarra aveva ottenuto un super vitalizio da 7 mila euro. E la nomina a sottosegretario in Regione

Alberto Sarra (nel cerchio) accanto a ScoppellitiAlberto Sarra (nel cerchio) accanto a Scoppelliti
«'a Lazzaro, facce ride! Così si sentirebbe urlare ogni furbetto riconosciuto disabile al 100%, se fosse fotografato a giocare a basket. Subito dopo arriverebbe la revoca: basta vitalizio. Il sottosegretario calabrese Alberto Sarra, però, fa spallucce. E dopo aver avuto in dono una pensione dieci volte più alta di quella dei disabili non autosufficienti non solo fa il cestista ma corre per entrare in Parlamento.
Riassumiamo? Nei primi giorni del 2010 quando ormai sta per scadere la legislatura e si avvicinano le nuove elezioni che saranno vinte dal suo amico (e antico camerata giovanile) Giuseppe Scopelliti, il deputato regionale Alberto Sarra viene colpito da uno choc emorragico.
Una cosa seria. Per qualche ora l'uomo, che di mestiere fa il legale e si è tirato addosso le critiche di chi gli rinfaccia di difendere personaggi in odore di 'ndrangheta, lotta tra la vita e la morte. Alla quale viene strappato da un delicato intervento chirurgico. Segue una guarigione così rapida che non si vedeva da quando a Cafarnao Gesù disse al paralitico: «alzati, prendi la tua barella e va' a casa». Due settimane e già partecipa alla nascita del «Partito del sud», tre settimane e già detta comunicati, dodici settimane e diventa sottosegretario alla presidenza, poltrona concepita dalla giunta precedente di centrosinistra, conservata da Scopelliti e solo più tardi abolita dalla prossima legislatura.

Alberto Sarra Alberto Sarra
Quanto sia stata positiva la guarigione lo dice l'archivio dell'Ansa: da momento della nomina ad oggi 189 dispacci d'agenzia. A testimonianza di un'attività frenetica di incontri, convegni, inaugurazioni, trattative che farebbero ansimare di fatica un sano, figurarsi un invalido. Buon per lui: evviva. Quello che non quadra è che parallelamente a questa dimostrazione quotidiana di dinamismo infaticabile, Alberto Sarra avviava l'iter burocratico per farsi riconoscere dalla Regione totalmente invalido al lavoro. Invalidità riconosciuta il 13 giugno scorso da una commissione di cui faceva parte il suo cardiologo di fiducia Enzo Amodeo con una dichiarazione definitiva: «considerata la patologia - aneurismi dei grossi vasi arteriosi del collo e del tronco complicati da dissezioni della aorta torico-addominale - si ritiene l'avvocato Alberto Sarra permanentemente inabile a proficuo lavoro».
Pochi giorni e, con un'efficienza che sarebbe sensazionale anche a Tokyo o Zurigo, l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale gli riconosceva l'«inabilità totale e permanente dal lavoro». Il mese dopo, coprendo il suo nome con la scritta «omissis» per nascondere sotto il velo della privacy un provvedimento che avrebbe indignato i cittadini, il Bollettino Ufficiale comunicava la concessione a Sarra di un assegno mensile di 7.490,33 euro «al lordo delle ritenute di legge, a titolo di vitalizio, con decorrenza dal 7 gennaio 2010». Vale a dire un vitalizio dieci volte maggiore di quello concesso ai disabili più gravi (quelli che non possono neppure cibarsi da soli o sono immobilizzati in un polmone d'acciaio) più gli arretrati per un totale di circa 225 mila euro. 
Sconcertante: come poteva una persona ricevere una pensione di invalidità totale e «permanente» e insieme una indennità di altre migliaia di euro per ricoprire l'incarico di sottosegretario sommerso, stando alle agenzie, da mille impegni? Alla domanda del «Corriere della Calabria», Sarra rispose chiedendo alla Regione Calabria che il vitalizio da handicappato al 100% gli fosse temporaneamente sospeso. E la stessa cosa sostenne quando anche noi raccontammo la storia. Come se l'aver chiesto la sospensione di quel vitalizio (non la revoca: solo la momentanea sospensione che in qualunque momento potrebbe annullare chiedendo di tornare allo status di pensionato) cancellasse lo sconcerto sul privilegio.
E non era finita.
Dopo avere scritto a noi («sono schiavo di una protesi che non mi consente neanche di dormire...») lamentandosi di come era stata raccontata la vicenda, il sottosegretario «totalmente e permanentemente disabile» per ogni lavoro, ha deciso di sobbarcarsi di un ulteriore carico di impegni. In questi giorni, infatti, è tutto preso dalla campagna elettorale (e si sa quanto siano faticose le campagne elettorali) come capolista del «Grande Sud». 
Il tocco finale però, come dicevamo, l'hanno dato le foto pubblicate sul sito «soveratiamo.com». Dove Alberto Sarra gioca a basket con Scopelliti e altri amici. Sia chiaro: sarebbe indecente se ogni italiano non si sentisse sollevato nel vedere in quelle immagini la prova che, grazie a Dio, i postumi di quell'accidente fisico sembrano superati. Di più: facciamo tutti il tifo per lui. 
Ma resta la domanda che ponevamo non solo noi ma anche il presidente della federazione italiana delle associazioni di sostegno all'handicap Pietro Barbieri, sconcertato per l'abissale differenza di trattamento: quanti altri disabili totali, al mondo, sono liberi di entrare e uscire a loro piacimento dalla condizione di disabilità totale a seconda delle opportunità di carriera politica? 
Corriere della Sera - Gian Antonio  Stella

DISABILI, SALVINI: "MERITANO RISPETTO, NON SQUALLIDA DERISIONE"



Ad Albertini forse sfugge che pure un grande della storia contemporanea come Sir Wiston Churchill era, in quanto poliomielitico, un “disabile”. E non mi pare abbia fatto un brutto lavoro”. 

Usa l’ironiaMario Ponticello, presidente dell’associazione paraplegici di Lombardia per rispondere a Gabriele Albertini che oggi ha augurato a Roberto Maroni di “superare molto velocemente l’influenza perché vogliamo competizioni reali e non con disabili”.

Risponde per le rime anche Matelda Mazzocca, medico, esperta di fonometria, candidata in Regione Lombardia per la lista civica Maroni Presidente: “Quelle dell’ex sindaco di Milano – afferma – sono parole che non stanno né in cielo né in terra. Qualsiasi disabile, anche il più grave, – fa notare – è sempre in grado di comunicare e colloquiare con il prossimo”.

Parole confermate da Diego Borella, ipovedente, rappresentante del Corecom e membro dell’Unione italiana ciechi: “Questa volta – sottolinea – con gli insulti, Albertini è andato davvero troppo oltre”.

Risponde al candidato governatore di Udc e lista Monti anche il segretario della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini, ricordando che la priorità di Maroni e della Lega sarà garantire trasporto e assistenza scolastica agli oltre 5000 ragazzi disabili che frequentano le scuole superiori della Lombardia. 

Sono persone – sottolinea l’esponente leghista – che meritano rispetto e non squallida derisione”.

Lombardia: Quelli che facevano la morale. Tra i rimborsi del Pd la Nutella, un ombrello, un big mac, quadri d’autore…



Lo scandalo sui rimborsi per i consiglieri regionali in Lombardia bussa alle porte dell'opposizione. I capigruppo di Pd, Sel, Idv, Udc e Pensionati al Pirellone sono indagati per peculato nell’inchiesta sulle presunte spese pazze fatte coi rimborsi regionali. Sono Luca Gaffuri (Pd), Chiara Cremonesi (Sel), Stefano Zamponi (Idv), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Gianmarco Quadrini (Udc). In totale sono 29 gli inviti a comparire che i finanzieri stanno notificando in queste ore ad altrettanti consigliere dell’opposizione in Regione Lombardia.
Un barattolo di Nutella da 2 euro e 70 centesimi  acquistato da Gaffuri capugruppo PD. L’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia nel 2008 pagata 101 euro, è uno tra gli acquisti piu’ curiosi effettuati da Carlo Spreafico, uno dei consiglieri uscenti del Pd indagati per peculato nell’inchiesta sulle presunte spese pazze coi rimborsi regionali al Pirellone.
Tra le altre spese sospette anche 160 euro ‘investiti’ da Rinaldi Gomme nel giugno del 2008, acquisti per 126 e 66 euro alla ‘Cartolibreria dello studente’ nell’ottobre 2008.
E ancora risultano acquistati un mini ombrello automatico a 9 euro e 40 centesimi, birre, una cotoletta, coni gelato piccolo e medio, big mac e coca, un corso d’inglese in dvd ‘speak now’, materiale fotografico per 953 euro e due quadri d’autore. Complessivamente Spreafico ha speso 47.720,34 euro nel 2008, 2009 e 2010.
Un master dal titolo 'vincere le elezioni' a 59 euro: sono alcune delle spese contestate a Chiara Cremonesi "in qualita' di Presidente del Gruppo Sel e consigliere presso la Regione Lombardia", convocata in Procura dai pm il 5 febbraio per difendersi dall'accusa di peculato. Nel 'carrello' della Cremonesi e del suo gruppo, che ha speso 11.4827,70 euro tra il 2010 e il 2012, finiscono anche abbonamenti settimanali ai mezzi pubblici e parcheggi, una piantina floreale da 5 kg a 30 euro, 6534 euro sborsati il 20 marzo 2012 per l'ottimizzazione dei contenuti all'interno del sito, progetto a favore di www.giuliocavalli.net, manifesti 'Lega Ladrona' e 'Formigoni go home'.

mercoledì 30 gennaio 2013

Non riesce a leggere il giuramento Il sindaco leghista nega la cittadinanza


Operaio marocchino, in Italia da 21 anni, non è stato in grado di pronunciare la formula di rito: «Non sono mai andato a scuola». Cerimonia rinviata di sei mesi


VENEZIA - Vive in Italia da 21 anni ma non sarebbe ancora in grado di leggere in italiano e il sindaco gli rimanda di sei mesi il giuramento per la cittadinanza. È successo ad un operaio marocchino di 47 anni che si era presentato davanti al primo cittadino di Vigonovo (Venezia) per la cerimonia di ottenimento della cittadinanza italiana. L'uomo però quando si è trovato tra le mani il foglio con le poche righe predisposte dall'ufficiale d'anagrafe non avrebbe saputo leggerle provocando la decisone del sindaco leghista Damiano Zecchinato di sospendere l'atto.
Il primo cittadino, come indica il Gazzettino, dopo essersi consultato con il responsabile prefettizio per l'immigrazione ha concesso sei mesi di tempo al marocchino per imparare a leggere l'italiano rinviandolo ad una nuova cerimonia in estate. L'operaio, che da 13 anni risiede a Vigonovo con moglie e due figli di 9 e 6 anni, si sarebbe giustificato ammettendo di non essere mai andato a scuola e di non aver potuto imparare la lingua.



Maroni: "Che vinca o perda lascerò la segreteria della Lega"

Alcune settimane fa Roberto Maroni aveva detto che, in caso di vittoria alle prossime elezioni regionali in Lombardia (alla cui presidenza è candidato), si sarebbe dimesso dalla segreteria della Lega.
Ora, in un'intervista al sito L'indipendenza, fa sapere che farà la stessa scelta anche in caso di sconfitta. "Che io diventi presidente della Lombardia o che perda, mi dimetterò dalla segreteria della Lega, per cui, nell’autunno prossimo o al massimo nella primavera del 2014, prima delle elezioni europee, si terrà il congresso federale per scegliere la nuova guida del movimento", spiega a Gianluca Marchi.
"Se vincerò - spiega Maroni - sarò il garante istituzionale del percorso verso lamacroregione del Nord, mentre il nuovo segretario dovrà realizzare il progetto politico del nuovo partito del Nord. Se invece perderò, mi farò da parte perché ritengo che un leader che si candida non può riciclarsi se viene sconfitto".

Punzecchiatura a Bossi

"Sarà differente dal passato - prosegue il leader della Lega - quando davanti a una sconfitta elettorale della Lega si cercava il capro espiatorio: ad esempio nel 1999, con il flop delle elezioni europee al 4,5%, il capro espiatorio fu Domenico Comino, buttato fuori al congresso straordinario di Varese". "Oggi - prosegue il segretario del Carroccio - siccome la decisione di fare certe alleanze è stata solo mia - conclude - mi assumerò per intero la responsabilità di una eventuale sconfitta. Rimarrò nella Lega, ma farò il passaggio di consegne. A quel punto il movimento dovrà fare reset, inventarsi qualcosa di nuovo e cercarsi un segretario più giovane".

Mps, Garavaglia: “Responsabilità del Pd chiarissime”

Il senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia accusa il Partito Democratico di responsabilità nello scandalo derivati dell’ Mps. “Non era facile mettere in queste condizioni una banca che esiste dal millequattrocento”, attacca, e chiede l’immediata istituzione di una commissione d’inchiesta, “per capire bene cosa è successo”. E aggiunge: “Di fatto la banca è nazionalizzata. In questa fase è la scelta più opportuna, che poi va subito rivista”  di Manolo Lanaro

LOMBARDIA:STUCCHI,MARONI PRESIDENTE E STOP STALLO ECONOMICO


'Maroni Presidente della Lombardia, con le sue scelte di governo dirette a ridurre la pressione fiscale per sostenere al contempo l'economia e l'occupazione locale, innescherebbe un effetto domino positivo su tutti i comparti economici regionali'. Cosi' in una nota il vice segretario federale e deputato della Lega Nord, Giacomo Stucchi.
'Un simile sviluppo - continua il parlamentare - con la creazione di nuovi posti di lavoro e la produzione di reddito da parte delle imprese, farebbe uscire la Lombardia dall'attuale situazione di stallo economico ma anche dalla morsa nella quale e' stretta da una politica asfissiante e vessatoria dello Stato centrale, che deprime e sfrutta le potenzialita' locali per fomentare spesso una spesa pubblica inefficiente'

martedì 29 gennaio 2013

Mps/ Maroni: Se vere le tangenti, meglio non dare soldi pubblici "Andrebbe presa, nazionalizzata, risanata e poi rivenduta"


 "Se nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena ci sono state delle tangenti, allora è meglio non dare soldi pubblici". E' quanto ha affermato Roberto Maroni, leader della Lega e candidato presidente alla Regione Lombardia ospite della trasmissione "In Onda" su La7, sottolineando che la banca "andrebbe presa, nazionalizzata, risanata e poi rivenduta", citando come esempio quanto fatto nel Regno Unito con Bank of Scotland.


Il leader del Carroccio ha anche ricordato che uno dei punti del programma del suo partito è la "valorizzazione del sistema bancario territoriale", sottolineando di non riferirsi a un colosso come Mps ma "al modello del credito cooperativo, piccole realtà a vocazione territoriale che prestano attenzione al luogo dove sta la banca".

Lombardia, Maroni:legge su 75% tasse al Nord in primi 75 giorni governo




MILANO (Reuters) - Trattenere il 75% delle tasse in Lombardia è possibile senza modificare la Costituzione, ma semplicemente cambiando una legge ordinaria dello Stato, che Lega e Pdl sono pronti a varare nei primi 75 giorni di governo, in caso di vittoria alle urne della loro coalizione.
Lo ha detto oggi il segretario della Lega Nord Roberto Maroni.
"Lo fa il Parlamento, se vince la coalizione di cui facciamo parte è nel programma e (verrà fatto) nei primi 75 giorni del governo", ha spiegato Maroni in una conferenza stampa per illustrare il programma delle prossime Regionali, che lo vedono candidato alla guida del Pirellone per Lega e Pdl.
In caso di vittoria di altri, la Lega per raggiungere l'obiettivo assicura 'un braccio di ferro' con chi guiderà l'esecutivo.
Quanto al programma per le Regionali, Maroni annuncia in caso di vittoria l'azzeramento dell'Irap, una moratoria di tre anni per le imprese per adempimenti amministrativi e burocratici, una fiscalità di vantaggio per contrastare la delocalizzazione delle imprese lombarde e l'impegno a investire almeno il 3% del Pil regionale in ricerca e innovazione.
Il tutto sarà finanziato con il progetto di trattenere il 75% delle tasse in Lombardia, che potrebbe concretizzarsi in una cifra dai 10 ai 16 miliardi di euro in un anno.
Maroni ha posto anche un obiettivo ambizioso come 115.000 nuovi posti di lavoro all'anno nei primi tre anni anche per i giovani under 35.
Per quanto riguarda Expo, in caso di vittoria Maroni ha promesso un'Esposizione universale 'de-mafizzata', con il lancio di una task force regionale per evitare infiltrazioni mafiose, che collaborerà con la Prefettura.
Nel programma c'è anche un punto dedicato alle start up per i giovani talenti che prevede una no tax area per le imprese under 35 per i primi tre anni.
Quanto alla scuola, Maroni punta al rafforzamento e l'autonomia delle scuole nella scelta degli insegnanti e nell'offerta formativa.

lunedì 28 gennaio 2013

Monti Professore dell'Inciucio

Mario Monti "e' il professor inciucio, prima col Pd poi col Pdl ma gli dico una cosa: lasci stare la Lega, con la Lega non c'e' proprio possibilita' alcuna". Cosi' Roberto Maroni ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare le 'aperture' del Presidente del Consiglio a una possibile collaborazione, in futuro, col partito di Silvio Berlusconi, nel caso in cui il Cavaliere facesse un passo indietro. Mario Monti "si e' messo col peggio del peggio, Casini e Fini, e fa queste proposte oscene ai cittadini italiani, ma si dice prima del voto con chi si sta".

sabato 26 gennaio 2013

Fini: Accordo con Vendola per la cittadinanza agli immigrati

L'ex missino Gianfranco vuole l'inciucio con il rosso Nichi in nome degli stranieri. Poi ammette: "Sono pronto a una disfatta elettorale"

Il compagno Gianfranco continua nella sistematica opera: rinnegare se stesso. Ora, Fini, lo dice chiaro e tondo: è pronto al patto col "demonio", che per un ex missino è il rosso Nichi Vendola. "Con lui - ha spiegato il leader futurista a Omnibus su La7 - sono pronto a un accordo per fare una legge sulla cittadinanza degli immigrati. La politica è fatta di contenuti. Il tema della cittadinanza è un tema attuale che riguarda il confronto parlamentare". La giornalista Maria Teresa Meli gli fa così notare la stranezza di un'alleanza tra post-fascisti e post-comunisti. E Gianfranco: "Questo è un modo di ragionare vecchio. Spero che nei prossimi venti giorni, invece di continuare a ragionare di alleanze, si parli di contenuti". Non solo l'inciucio tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, ma anche quello tra Fini e Vendola, pronti a stringersi la mano in nome della cittadinanza agli immigrati.
Disfatta elettorale - Fini parla poi del suo futuro politico, e lascia intendere di essere conscio di andare incontro a una disfatta elettorale: "Può accadere ed è già accaduto che chi si prende delle responsabilità poi non venga premiato. Ho messo in conto la possibilità che alle elezioni Fli possa non essere premiato dai voti". Il partito del presidente della Camera, negli ultimi giorni, ha registrato numerose defezioni, mentre le liti interne continuano a dilaniare il movimento. Ma Gianfry nega: "Nessuna ribellione dentro Fli tra i non candidati. Le liste - ha aggiunto - determinano ovunque dei problemi. Sottolineo che chi si è presa la responsabilità di mantenere inalterata la legge elettorale dovrebbe prima o poi prendersi le proprie responsabilità".
Le liste e Cosentino - Per quel che riguarda le liste, Fini cerca anche di intestarsi il merito della cacciata di Nick Cosentino da quelle del Pdl: "Sollevai il problema con Berlusconi. Chiesi se fosse opportuno, davanti alle inchieste che lo riguardavano, tenere Nicola Cosentino all'interno del Pdl". Poi Gianfry guarda in casa sua, e a chi gli chiedeva se fosse davvero stato Pier Ferdinando Casini a imporre i candidati nella lista unica per Monti al Senato ha risposto: "Se vogliamo continuare a raccontarci delle barzellette". Infine una battuta sulloscandalo Mps e sul gettito Imu che corrisponde alla cifra girata da Monti al banco sense: "Non mi permetto di dare consigli al premier - ha premesso Fini -, ma da presidente della Camera credo che farebbe bene il governo Monti a riferire immediatamente in Parlamento, anche se è sciolto, e in Commissione, circa quello che è a conoscenza su questa vicenda".

venerdì 25 gennaio 2013

Salvini a Genova: “I giovani e il futuro”



matteo salvini







Matteo Salvini in arrivo a Genova. Sabato 26 Gennaio, la Lega Nord – Liguria e il Movimento Giovani Padani della Liguria saranno protagonisti al Teatro della Gioventù di Via Cesarea n. 16 a Genova, per un doppio evento.
Alle ore 16.00, si terrà il dibattito “I Giovani e il Futuro”, cui parteciperanno responsabili regionali dei movimenti giovanili, rappresentanti di scuola, università e mondo del lavoro. Una importante occasione di confronto sui temi legati ai giovani del territorio, le problematiche, le proposte, le prospettive, cui seguirà, alle ore 17.30, l’incontro pubblico “Prima il Nord! Le ricette della Lega per il Cambiamento”, alla presenza del Capogruppo Lega Nord Regione Liguria Edoardo Rixi, del Segretario Nazionale Lega Nord Liguria Sonia Viale e, come ospite speciale, l’europarlamentare Matteo Salvini.Genova. Matteo Salvini in arrivo a Genova. Sabato 26 Gennaio, la Lega Nord – Liguria e il Movimento Giovani Padani della Liguria saranno protagonisti al Teatro della Gioventù di Via Cesarea n. 16 a Genova, per un doppio evento.
“I giovani sono per noi una priorità”, spiega Sonia Viale, capolista Lega Nord in Liguria per la Camera dei Deputati, “e questo incontro ne è la conferma. ‘Più futuro per i giovani’ è uno dei punti cardine del programma elettorale della Lega Nord, uno dei 12 progetti promossi da Roberto Maroni per far ripartire il Nord. Anche in Liguria vogliamo dimostrare quanto crediamo nelle nuove generazioni e, con Matteo Salvini come ospite d’eccezione, presenteremo al pubblico tutte le nostre proposte”.

MPS: LEGA, BUCO 3,9 MLD QUANTO AMMONTA IMU PRIMA CASA


 ''Si parla tanto di abolizione dell' Imu sulla prima casa, ricordiamo che ammonta a 3,9 mld di euro esattamente quanto il governo Monti ha regalato a Mps''. E' il commento della Lega Nord, con Massimo Garavaglia, sulle dimissioni di Mussari dall' Abi dopo il buco di 3,9 miliardi di Mps dovuto all' operazione Antonveneta. Ricorda il parlamentare della Lega che ''l'intervento statale in Mps e' di quasi 4 miliardi, senza che tuttavia lo Stato possa poi dire la sua. Infatti in cambio lo Stato, e quindi i contribuenti, ricevono carta straccia. L'unica consolazione e' che grazie alla Lega, con nostro emendamento - ricorda infine il sen. Garavaglia - P

giovedì 24 gennaio 2013

Tosi molla Berlusconi “Dopo il voto ognuno va per la sua strada

Il numero due della Lega fa autocritica sull'alleanza : “In dieci anni con il Pdl non abbiamo concluso niente”
MICHELE BRAMBILLA INVIATO A VERONA

Flavio Tosi ci riceve nel suo ufficio da sindaco, che s’affaccia sulla splendida piazza Bra e sull’Arena. L’ultima volta che lo avevamo intervistato, Bossi reagì dicendo che l’avrebbe espulso dalla Lega. Tosi si comportò da signore e, in un mondo in cui si usa smentire tutto - anche le smentite - confermò l’intervista parola per parola. «Alla fine è andata com’è andata», ci dice ricordando l’episodio. Ha vinto lui. Oltre che essere di nuovo sindaco di Verona, è segretario nazionale veneto della Lega. Ma ora ha davanti una campagna elettorale difficile: per la prima volta, il Veneto è in bilico. La vittoria del centrodestra non è scontata. 
 Tosi, la sua è una delle regioni decisive. Il Pd ha sondaggi che lo danno praticamente alla pari con voi.  
«Una volta il divario era abissale, e ora non più: questo è vero. Ma al Pd sanno benissimo quale sarà l’esito: vinceremo noi. Se Berlusconi ha scelto l’alleanza con la Lega, che per lui è molto svantaggiosa, è perché sa che era l’unica strada per vincere in Lombardia e in Veneto». 
 Perché dice che per Berlusconi è un’alleanza svantaggiosa?  
«Veda lei: rinuncia a fare il premier e lascia la presidenza della Lombardia, che era del Pdl, alla Lega. Non dev’essere stato facile, per Berlusconi, far digerire ai suoi il rinnovo dell’alleanza con noi». 
Veramente quelli che l’hanno presa peggio sono stati i militanti leghisti. O sbaglio? 
«Ammetto: non l’hanno presa bene. Specialmente i primi giorni, è stata dura far accettare questo nuovo patto con il Pdl». 
 Soprattutto ai leghisti veneti?  
«Eh sì, perché ai leghisti lombardi si può almeno dire che prenderanno il governatore della regione. Qua è stato più difficile. Ma ora, parlando con la gente, stiamo cominciando a far capire che l’importante era che la Lega ottenesse le tre regioni del Nord. In questi giorni cominceremo le riunioni con i candidati, per spiegare loro qual è il messaggio che devono portare alla base». 
 Cioè qual è il rospo da ingoiare?  
«Credo che il rospo lo debba ingoiare di più Berlusconi. Ripeto: perde candidatura a premier e Lombardia in cambio, forse, di un pareggio al Senato. Forse». 
 Berlusconi ha ceduto subito, sul ruolo di candidato premier?  
«Per niente. Ma Maroni ha tenuto duro. Anche per le nostre pressioni. Noi veneti siamo stati molto utili, a Maroni, in questa trattativa». 
 Parla del Pdl più come di un nemico che come di un alleato.  
«Beh, è chiaro che passate le elezioni ognuno va per la sua strada. È un anno che siamo già fortemente divisi. E non su questioni di forma, ma di sostanza». 
 Cioè: sta dicendo che il giorno dopo il voto l’alleanza non esiste più?  
«Salvo l’ipotesi, francamente improbabile, che si vinca, non vedo perché la Lega debba continuare a camminare con chi, in quasi dieci anni di percorso comune, non ci ha portati da nessuna parte. Se guardiamo alle riforme, chiediamoci che cosa abbiamo portato a casa». 

È vero che i leghisti veneti sono arrabbiati anche perché, dopo il lombardo Bossi, il partito è finito in mano a un altro lombardo?  
«No. La Lombardia vale il doppio del Veneto per abitanti e per forza economica. E poi Maroni era la persona giusta». 

Alcuni sondaggisti dicono che i leghisti delusi potrebbero votare Grillo. Le risulta?  
«È possibile. Di certo i nostri non voterebbero mai né Berlusconi, né Monti, né il Pd. O votano Grillo o non votano. Però guardi: un calo della Lega è da mettere in conto, ma stiamo recuperando». 
 E il 17 e passa per cento attribuito alla lista Monti in Veneto?  
«Non mi pare realistico, se do retta al sentire della gente. C’è crisi, c’è arrabbiatura perché nonostante i sacrifici e le tasse l’economia non riparte». 
 Oggi, commentando le liste, i giornali veneti scrivono: Tosi ha epurato i bossiani.  
«E non è vero. Ho cercato un forte rinnovamento, ma il paletto dei due mandati vale per tutti. Nessuno dei nostri candidati ha già fatto due mandati parlamentari. Le liste del Pdl invece sono piene dei soliti paracadutati». 
Ma quanto ce l’ha con il Pdl?  
«Siamo alleati, ma siamo anche in competizione». 
Berlusconi ha escluso Cosentino, Dell’Utri, Papa e Scajola. Non le basta?  
«Penso che questa scelta gli sia costata molto. Per sua fortuna, l’ha fatta. Non l’avesse fatta, è chiaro che noi l’avremmo fatto notare. Con tutte le riserve che ho sull’alleanza con lui, gli riconosco di aver compiuto finalmente un gesto di discontinuità. Ma resta il fatto che Berlusconi non rappresenta il cambiamento». 

FISCO: ZAIA,CON SPESA PUBBLICA VENETO RISPARMI ITALIA 28 MLD

Se in Italia si applicassero la spesa pubblica e i parametri utilizzati in Veneto, l'Italia sarebbe in grado di risparmiare ogni anno 28 miliardi di euro: lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia nel corso di un forum dell'ANSA, aggiungendo che 'questi 28 miliardi sarebbero in sostanza un terzo dell'abbattimento del debito pubblico'.

Secondo il governatore sarebbe opportuno che nel nostro Paese 'venissero applicati gli elementi virtuosi delle Regioni piu' virtuose. E invece l'Italia e' su un binario morto perche' il debito pubblico cresce - ha sottolineato Zaia - e gli spreconi continuano a sprecare'. A livello fiscale, ha aggiunto, 'la Lega e' bene attenta ai progetti di sussidiarieta', ma non puo' continuare il fatto che ogni anno 18 miliardi di tasse vadano a Roma. Solo per chiarezza mi piace ricordare che nella mia Regione una siringa costa 6 centesimi, mentre in tante altre regioni italiane - ha concluso - continuano a costare 25'.

MPS è costata più dei tagli della riforma Fornero

"La banca del PD" nel 2012 e' costata 3,9 miliardi agli italiani. Il caso Mussari, che alcuni blog definiscono "il peggior presidente dell’Abi di sempre", rischia di affondare l'intero sistema finanziario italiano e portarsi con se' Bankitalia. L'opinione di RED.

Il segretario del PD Pierluigi Bersani e il presidente dimissionario dell'ABI Giuseppe Mussari.
Il segretario del PD Pierluigi Bersani e il presidente dimissionario dell'ABI Giuseppe Mussari.
ROMA (WSI) - Capita spesso di leggere dei veri e propri esercizi di comprensione su quale sia il potere su cui, in ultima istanza, poggia il Pd. Se ne parla in termini di geografia del sistema politico, un centrosinistra che tende al centro, oppure di geografia economica. Allora si parla del radicamento territoriale del Pd nelle ex-zone rosse. Oppure, facendo esercizio più sociologico, si parla della permanenza della rappresentanza, da parte del Pd, di residui di classe operaia, di pubblico impiego o di una sua forte rappresentanza nei confronti dei pensionati. In tutti i casi si tratta di simulacro ovvero, di fatto, il Pd è solo un simulacro di rappresentanza di regioni che sta portando verso il declino e di ceti sociali ai quali offre solo un progressivo impoverimento.

Ma allora, ci si domanda, quale è la vera base sociale, produttiva del Pd? Sicuramente la si trova nelle evoluzioni del mondo delle coop in tre principali rami: grandi opere, grande distribuzione e immobiliare (sul rapporto tra Ipercoop e mattone ci sarebbe molto da scrivere. Su Senza Soste ora in edicola c'è un'inchiesta in questo senso). Ma si tratta solo di una parte del radicamento del potere reale del Pd.

Se si comincia a osservare Unipol, il cui titolo ultimamente è in salute, si capisce come da (molto) tempo il principale partito del centrosinistra presidi un altro grande potere delle società postindustriali: il ramo finanziario-assicurativo. Eccoci quindi ad uno storico potere italiano, nel ramo bancario, nel quale il radicamento Pd può vantare una lunga storia. Ci riferiamo al Monte dei Paschi che è controllato direttamente dal Pd senese quindi su una base territoriale con rilievo nazionale. Ora non ha importanza descrivere qui la guerra tra bande che si è aperta nel Pd a Siena con la crisi di Mps, una guerra che nessuno in Toscana riesce a spegnere tale è l’autonomia del partito democratico senese dal resto della regione. Bisogna soprattutto brevemente raccontare come l’Mps, grazie alla acquisizione sbagliata di Antonveneta e ad una lunga serie di operazioni speculative andate a male, da almeno un lustro si trova in cattive acque. Tanto che, nell’autunno del 2012, il governo Monti decreta, su un testo approvato da un relatore Pd ed uno Pdl, un aiuto alla banca senese pari a 3,9 miliardi di euro. Aiuto poi messo in discussione dal Bce ma superiore, dal punto di vista finanziario, ai "risparmi" che la riforma Fornero ha prodotto con i tagli alle pensioni.

Questo per dire in che genere di politiche si è gettato il Pd. Per salvare una propria banca da uno sbilancio epocale, di proporzioni gigantesche, è entrato nel governo Monti legittimando le politiche di trasferimento delle risorse dello stato dalla spesa pubblica agli aiuti ai bilanci delle banche. Monti si è occupato, per dare un’idea sommaria dell’operazione, degli aiuti a banche greche, spagnole, portoghesi (che finiranno, in una partita di giro, alle banche tedesche e francesi) e al Pd è toccato il corposo aiuto a Mps. Aiuto che è servito, tra l’altro, ad evitare che la banca fosse commissariata dallo stato, disintegrando il residuo potere piddino senese e nazionale nei corridoi di Mps. Queste storie hanno sempre la caratteristica di fornire nuovi capitoli. Pochissimi giorni fa, con delle prove fornite dal Fatto Quotidiano, esce la prova inoppugnabile che Mussari, allora presidente di Mps e fino a poche ore fa presidente dell’associazione delle banche italiane (praticamente un ministro), aveva fatto una pesante operazione di cosmesi finanziaria con il bilancio 2009 del Monte dei Paschi. In poche parole aveva acquisito come attivo una serie di pericolosi derivati, contratti con una banca giapponese, che altro non erano che letali bombe ad orologeria nei bilanci della banca senese. E bravi Monti e il Pd, con il concorso del Pdl, che hanno decretato aiuti, e di quali proporzioni, ad una banca che è piena di vere e proprie bombe ad orologeria finanziarie. Tutto questo per sottrarre la banca ad un vero controllo pubblico.

Nel frattempo Mussari, che alcuni blog finanziari definiscono "il peggior presidente dell’Abi di sempre" si è dimesso, dichiarandosi innocente, dall’associazione italiana dei bancari. Resta uno sbilancio di dimensioni ciclopiche in Mps, con risorse considerevoli tolte ai beni pubblici per immetterle in una voragine di debiti privati. Tutto questo, naturalmente, senza che Mps abbia minimamente migliorato la propria offerta finanziaria a imprese, famiglie, singoli, coppie in cerca di mutuo. Si è presa una parte notevole di denaro pubblico per farla sparire nel niente di una voragine di bilancio.

A questo punto chiedersi cosa sia veramente il Pd non fa certamente male. Al di là delle operazioni di creazione di simulacro per attirare elettori resta la sostanza materiale di un potere profondamente immobiliare (Ipercoop non è solo grande distribuzione), legato alle grandi opere (le cooperative edilizie) e speculativo-finanziario (Unipol e Mps). Si tratta di tipici poteri del liberismo odierno nazionale, quello legato al circuito mattone-moneta. Un circuito a cui le attuali politiche dell’eurozona di trasferimento, per quanto convulso ed instabile, delle ricchezze dalla spesa sociale ai bilanci delle banche va benissimo. Ma anche un partito molto diverso non solo dalla propaganda che fornisce di sé ma anche dall’immagine che comunemente si fanno anche i suoi avversari. Eppure basta seguire gli interessi materiali per sapere, in politica e non solo, chi si ha davanti.
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Senza Soste - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale nostra.

mercoledì 23 gennaio 2013

Zaia: voto sarà referendum sul Nord


"Occasione giusta per avere voce"

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è convinto che le prossime elezioni politiche saranno di fatto "un referendum pro o contro il Nord". "Questa - ha aggiunto - è l'occasione giusta per dire che il Nord deve avere voce. Chiamiamo perciò i cittadini del Nord a scegliere responsabilmente per il Nord, perchè altrimenti chi è causa del suo mal pianga se stesso".

Lombardia: Maroni, sostegno da Formigoni? Sua esperienza deve continuar


Lombardia: Maroni, sostegno da Formigoni? Sua esperienza deve continuare
''Abbiamo bisogno di tutti i voti dei lombardi che credono che l'esperienza fatta in questi 17 anni debba continuare, cosa che io non ho mai negato, e ho bisogno dei voti per dare una prospettiva nuova e diversa per creare la grande Macroregione del Nord in grado di condizionare le scelte a Roma e a Bruxelles a favore del territorio''.

Risponde cosi' il segretario della Lega Nord e candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervistato a UnoMattina a chi gli chiede come mai dopo aver sfiduciato Roberto Formigoni adesso sia suo alleato.

''Io ho detto - spiega Maroni - mai con un partito che sostiene Monti e Berlusconi ha fatto cadere il governo Monti, cosi' abbiamo ripreso la trattativa. L'accordo si basa su un programma e i contenuti sono i nostri, soprattutto per quanto riguarda il 75% delle tasse che deve restare al Nord. Questo mi ha convinto a rifare un accordo con il Pdl e l'accordo con il Pdl mi serve a vincere. La Lega in Lombardia rispetto a prima dell'accordo sta crescendo. Siamo avanti di 3-4 punti rispetto ad Ambrosoli''.

martedì 22 gennaio 2013

Cassano, la Sinistra, opportunista ed incapace !

Finalmente tutti i nodi vengono al pettine, questa amministrazione che solo sfruttando le disgrazie altrui è riuscita a farsi eleggere, e che dobbiamo sempre ricordare al primo turno non ha avuto la maggioranza dei cittadini, che da subito si e' capito che era solo una grande armata Brancaleone, che aveva imbarcato ex di ogni colore pur di “rubacchiare” qualche voto”, ha dimostrato quanto vale.

E' infatti davanti agli occhi di tutti la incapacità di gestire ogni cosa, anche la più elementare, ed il continuo scarica barile fatto nei confronti chi li ha preceduti che serve solo a cercare di mascherare questa incompetenza.

Solo per citare le situazioni più macroscopiche

La Tangenziale i cui lavori sono fermi da mesi e per la quale di volta in volta si e’ cercato di dare la colpa, alla provincia, alle ditte, alle ferrovie, la prossima volta ci aspettiamo che si scomoderanno il mago Zurli', o  Sbirulino.

Legato alla tangenziale il Bar della Stazione, per il quale hanno speso 18.000 euro in più per rifare il progetto, a loro dire per abbreviare i tempi, e che è bloccato al palo, finito da settimane, ma non ancora operativo.

Il Polo della sicurezza, ricordiamo ancora una volta opera totalmente finanziata, che giace abbandonate ed in stato di degrado, nell’attesa che le diverse anime delle sinistra decidano cosa farne, ma nel frattempo hanno dovuto spostare la posta che era prevista in quei locali, con enormi disagi costi per tutti.

La casa di riposo altra bella trovata, ci dicono che non ci sono i soldi per coprire il mutuo e che i nuovi posti letto non verranno accreditati dalla Regione, e come mai chi c’era prima aveva, sia i soldi che la certezza che invece lo sarebbero stati, forse perché avevano delle doti di chiaroveggenti oppure forse una capacita gestionale superiore e anche qualche contatto che questi signori non hanno?

E gli esempi potrebbero essere infiniti, ma per chiudere vogliamo solo citare quello che scrive un cittadino, non certo dalla nostra parte a proposito della ciclabile sul naviglio: 

"Questa storia della ciclabile è diventata una tragica barzelletta e purtroppo dimostra una certa incapacità di questa amministrazione... certo mi immagino che le colpe siano sempre degli altri: dell'impresa, del meteo, dello zodiaco, dei pianeti, del sindaco di Roma, della Provincia e della Regione ma sempre di qualcun altro.... La differenza tra gli amministratori mediocri e i bravi amministratori (e chi lavora sul serio nell'industria lo sa bene...) sta nel riuscire a fare le cose difficili, quelle in cui gli eventi non ti sono favorevoli, ma evidentemente , e mi dispiace moto doverlo constatare, gli attuali sono mediocri come i precedenti e come lo saranno i futuri.... Avevo sperato molto in Roberto Maviglia e Andrea Gaiardelli e gli altri della compagine che avevo sostenuto, ma la tragicommedia della ciclabile alla Volta sta dimostrando una sconcertante mediocrità. In tre mesi si è riusciti solo a chiudere la strada, sfasciarla e, udite udite, ultimamente costruire un muro di Berlino in cemento armato per impedire a pedoni, podisti e ciclisti di passare obbligandoli a deviazioni lunghissime. Ma quando mai si mette mano ad un ' opera simile in novembre??? Sono rimasti sorpresi dal fatto che aperto il cantiere sia piovuto e i lavori si siano dovuti fermare...?? ridicoli!!! Probabilmente se si fosse iniziato in maggio sarebbe andato diversamente. Entrambi gli amici citati sono come me ingegneri, ma una volta al mitico Politecnico di Milano prima di insegnare tante cose si inculcava nel giovane aspirante ingegnere che l'ingenere è colui che deve andare in giro a risolvere i problemi, indipendentemente dalla specifica disciplina tecnica... i due amici di problemi finora vedo che ne hanno risolti pochissimi anzi a mio avviso nessuno (vedasi anche la Tangenziale, ma anche qui "ovviamente" sarà tutta colpa degli altri)..."

Che lor signori ne traggano tutte le conseguenze.

A noi pare che oltre ad aumentare le tasse come mai era stato fatto prima a d’ora (per inciso alla precedente amministrazione si possono imputare molte cose, ma non quella di avere messo le mani in modo indiscriminato nelle tasche dei cittadini) e a favorire cooperative e amici vari, questi signori siano solo interessati a portare a casa il PGT.

Perché ? 
Ma i loro elettori si domandano come mai e come mai non hanno accolto la nostra proposta di stralciare i terreni oggetti di indagine ?

Ci hanno ribattuto che è demagogica, ma se avessero avuto davvero a cuore il bene dei cittadini sarebbero stati loro stessi a proporlo, ed invece No, perche?

Ora anche l;approvazione del PGT ha subito un rallentamento, ci domandiamo, non sarà che qualcuno all’interno della maggioranza che fino ad ora ha finto di essere unita, ma che ha tantissime contraddizioni interne, ha capito che il tutto non sta in piedi? 

Staremo a vedere se pure di tenere la cadrega ingoieranno tutti i rospi o se invece si ribelleranno!!

Lo ripetiamo sono stati molto bravi a parole, ma ora stanno razzolando davvero molto ma molto male!!!

ELEZIONI: GARAVAGLIA, SU LISTE CIVETTA SE NON GOLPE POCO CI MANCA

Sgarbi annuncia sua candidatura con la lista civetta 'Prima il nord'. Ore 14.34, la Cassazione boccia simbolo civetta Samuele Monti. Ore 14.35 la Cassazione ammette simbolo civetta 'Prima il Nord'. Sempre alle 14.35 la Cassazione boccia simbolo civetta 'Grande Sud'". E' il film della giornata che, visto dal senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia, "se non e' un colpo di Stato ci manca poco".

"Neanche Scelba avrebbe osato tanto, ne' tantomeno - prosegue - gli ermellini della legge truffa di 60 anni fa. Come faceva Sgarbi a candidarsi prima della sentenza della Cassazione ? Viva il Nord, il vero nord".

LOMBARDIA: MARONI, BERSANI? VUOLE NOSTRI SOLDI PER IL SUD

Trattenere il 75% tasse, 'e' possibile farlo' e 'Bersani abbia il coraggio di dire che non lo vuole e che vuole che i nostri soldi continuino a essere spesi per il sud'. Cosi' Roberto Maroni, segretario della Lega e candidato presidente della Regione Lombardia, ha replicato al segretario del Pd arrivando a Lodi per una serie di appuntamenti pubblici.

Organizzavano viaggi ‘all inclusive’ per clandestini



squadra mobile operazione traffico esseri umaniConfezionavano pacchetti “all inclusive” per clandestini che volevano trasferirsi dall’Africa, e in particolare dalla Somalia, verso l’Italia e i Paesi del nord Europa, in particolare Olanda, Inghilterra, Norvegia e Grecia. Una sorta di ‘agenzia viaggi’ che sfruttava la disperazione di centinaia di stranieri creando un giro d’affari stimato in 25 milioni di euro, che dalla Somalia aveva costruito un’organizzazione con ramificazioni in tutta la Penisola. Uno dei personaggi più attivi dell’organizzazione criminale dedita al traffico di esseri umani si trovava a Ferrara ed è stato catturato l’altro ieri nella sua abitazione di via Magenta (zona Barco). Si tratta di Hassan Mohamad detto “Barosto”, 37enne di origini somale, rintracciato dopo alcuni giorni di attesa al suo rientro a casa.
L’indagine, partita nel 2009 dalla squadra mobile di Ragusa e coordinata dalla Dda di Catania (denominata “Boarding Pass”), si è subito estesa a numerose questura italiane fino ad arrivare, al termine dell’inchiesta, all’arresto di 55 somali (fra cui lo stesso “Barosto” che fino a ieri si era reso irreperibile) e alla denuncia di altre 150 persone. L’ipotesi di reato è quella di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con tutte le aggravanti previste dall’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione. Il sodalizio criminale si occupava infatti del trasporto delle persone, dell’organizzazione dei viaggi verso i Paesi prescelti, della contraffazione dei documenti (passaporti, permessi di soggiorno, visti di espatrio, etc.), dell’acquisto dei biglietti aerei e persino del supporto logistico temporaneo in Italia, presso alloggi vicini ad aeroporti, dove i ‘clienti’ venivano tenuti nascosti (per evitarne l’identificazione e la fotosegnalazione così da permettere loro di ottenere lo status di rifugiato nei Paesi di destinazione)  in attesa che il programma di viaggio fosse pronto.
“Barosto” era appena rientrato dall’Olanda quando la squadra mobile di Ferrara, che lo stava attendendo da alcuni giorni, è entrata in azione procedendo alla sua cattura. Lo straniero, che risulta regolare in Italia, come altri componenti dell’organizzazione distribuiti in varie regioni italiane (dal Lazio alla Toscana, ma soprattutto nel nord Italia), oltre ad acquistare i biglietti aerei dei viaggi con compagnie ‘low cost’, fungeva spesso da “passeur”, cioè forniva personalmente passaggi in auto ai ‘clienti’ verso le méte prescelte. Lo stesso 37enne somalo si occupava anche del reperimento di documenti originali che venivano poi contraffatti sostituendo le foto, e avrebbe anche ospitato alcuni ‘viaggiatori’.
Hassan Mohamad detto 'Barosto'
Hassan Mohamad detto ‘Barosto’
Il sodalizio criminale, come detto, organizzava tale servizio individuando i clienti anche tra i somali già arrivati in Italia o tra stranieri irregolari provenienti dalla Grecia giunti con documenti falsi, oppure reclutati tra i somali presenti inKenya o in Libia. L’organizzazione era in grado, dietro pagamento di ingenti somme, di portare i propri clienti in Italia anche per motivi di ricongiungimento, reperendo da cittadini somali già presenti nel nostro Paese i visti, oppure per motivi di salute, attraverso false certificazioni mediche di malattie non curabili nei Paesi di provenienza.
Una volta giunti a destinazione i “turisti” di questa singolare “agenzia viaggi”, i documenti (falsi o contraffatti) venivano distrutti oppure riciclati sostituendo le foto con quelle di nuovi ‘clienti’. Il costo di un viaggio  dal Kenya all’Italia per ricongiungimento poteva costare tra i 10 e i 15mila euro, un volo dall’Italia in una nazione del nord Europa con documenti falsi altri 1.500-2.000 euro. Per il pagamento venivano utilizzate agenzie di ‘money transfer’ attraverso le quali possono essere utilizzati nomi di comodo.
Nell’ambito dell’operazione sono finiti in manette, fra gli altri, anche un mediatore culturale dell’Ambasciata italiana di Nairobi e un collaboratore del World Food Program, la più grande organizzazione umanitaria del mondo.