sabato 20 ottobre 2012

BITONCI: “IL VENETO COME LA SCOZIA: ABBIAMO RAGIONI STORICHE, CULTURALI ED ECONOMICHE PER L’AUTODETERMINAZIONE


“David Cameron, premier britannico, ha firmato un protocollo d’intesa con Alex Salmond, leader dello Scottish National Party, per l’indizione di un referendum sull’indipendenza. Nel 2014, quindi, il popolo scozzese potrà pronunciarsi liberamente sul proprio destino. Mi auguro che quanto accaduto ad Edimburgo possa diventare realtà anche in Veneto. 1100 anni di storia, una lingua e una cultura specifiche, e per contro, l’atteggiamento predatorio di uno Stato centralista, che nell’ottobre del 1866 ha cercato di legittimarsi attraverso un referendum “burletta”, come lo definì Indro Montanelli, salvo poi imporsi con mano pesante per 146 anni: tanto basta perché, anche all’ombra del campanile di San Marco, si cominci a discutere serenamente dell’opportunità di indire una consultazione democratica. Una consultazione che consenta ai veneti di decidere se affrancarsi o meno da Roma”.


Così Massimo Bitonci, parlamentare padovano, capogruppo della Lega Nord in Commissione Bilancio alla Camera: “Poco più di un mese fa sono stato in Scozia [vedi foto in allegato] per appoggiare la marcia per l’indipendenza di Salmond e ora, con grande entusiasmo, accolgo la notizia che sì, il libero e democratico Regno Unito riconosce le istanze che provengono dal basso e concede ai sudditi della Corona di poter decidere del proprio futuro. Mi chiedo quando questo sarà possibile in Italia, una Repubblica parlamentare dove il Parlamento non conta nulla. Dove un Governo illegittimo, che si è insediato senza il voto popolare, sta da un lato costringendo il Paese alla fame, dall’altro espropriando le Regioni dei pochi poteri che si erano guadagnate negli anni”.


“Fiandre, Catalogna, Scozia… in Europa il vento della libertà soffia in favore dei popoli. Da mesi alcuni movimenti di cittadini richiedono a gran voce l’indizione di referendum sull’autonomia e sull’indipendenza della nostra terra – insiste Bitonci – Lo stesso Governatore Zaia ha ammonito le autorità centrali, sottolineando che il diritto di autodeterminarsi della nostra gente è sacrosanto e deve essere riconosciuto. Questa battaglia è la nostra battaglia – conclude Bitonci – Una battaglia che, dentro e fuori il palazzo, voglio condurre fino a Bruxelles, se Roma non ci darà ascolto. L’Italia riconosce l’istituto del divorzio, consensuale o meno, fra coppie di individui. Non capisco perché la stessa cosa non possa valere anche per i popoli”.

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