Cecchetti: poche risorse, intervento necessario. «Nei nidi tetto del 5% di stranieri».
Asili e case popolari. E poi bonus bebè, voucher e buoni scuola. Beni «limitati» da destinare agli italiani o al massimo agli stranieri residenti in Lombardia da quindici anni o più. E gli altri? Per gli altri extracomunitari rimarrebbero le briciole. Il cinque per cento del totale delle risorse, di tutti i servizi erogati dalla Regione. Il welfare lumbard scatena polemiche solo ad annunciarlo. Fabrizio Cecchetti della Lega Nord, vicepresidente del Consiglio regionale (nella passata legislatura è stato anche il numero uno dell'aula), ha scritto e depositato la proposta. Al Pirellone se ne discuterà nelle prossime settimane: «Considerato il periodo di forte crisi economica la necessità di migliorare la gestione delle risorse finanziarie disponibili, riteniamo doveroso intervenire in questo senso».
I progetti di legge sono tre. I primi due introducono il termine temporale di quindici anni di residenza («continuativa») sul territorio regionale per «i benefici in materia di diritto allo studio e dei servizi in ambito sociale e sociosanitario». Per ottenere, appunto, la precedenza nelle graduatorie degli asili nido. La terza proposta riguarda invece l'accesso all'edilizia residenziale pubblica: oltre ad alzare gli anni di residenza necessari da 5 a 15, la legge riserverebbe una quota massima del 5% per assegnazione degli alloggi Aler agli extracomunitari. «In questo modo si andrà a riequilibrare una situazione assurda che fino ad oggi ha visto premiare gli ultimi arrivati a scapito di chi risiede da sempre in Lombardia e si trova paradossalmente scavalcato in graduatoria» E Roberto Maroni? Il neogovernatore è informato dei progetti firmati dal suo gruppo? «Lui ne aveva già parlato in campagna elettorale come di una possibilità. Si tratta di una proposta, beninteso. E come tale rivedibile e modificabile», dice il firmatario.
In queste ore il presidente lombardo è a Montecitorio per l'elezione del presidente della Repubblica. L'assessore alla Casa Paola Bulbarelli (Pdl) non si vuole sbilanciare: «Valuteremo passo passo. Ora è prematuro parlarne, perché la priorità per noi è cambiare il volto delle Aler lombarde. Dobbiamo commissariare i cda delle 13 aziende provinciali e poi arrivare alla riforma che prevede la riduzione del numero delle sedi e la cancellazione di tanti posti nei cda. Poi ragioneremo anche sui nuovi criteri di assegnazione degli alloggi. A 360 gradi».
Case Aler (Fotogramma)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo commento