martedì 17 aprile 2012

Questa e' la LEGA!!!

MILANO - Modesto Verderio non è un militante qualunque della Lega Nord, è uno che con le sue denuncie alla magistratura è riuscito a infierire durissimi colpi alla ‘ndrangheta in Lombardia. Decine di arresti e sequestri di beni al potente clan di Vincenzo Rispoli di Cirò Marina, nel Crotonese, che da una vita faceva il buono e il cattivo tempo non soltanto a Lonate Pozzolo, ma a Varese, Busto e Malpensa. 

Ora che gli scandali che scuotono le fondamenta della Lega Nord si fanno sentire, ci riceve a Sant’Antonino, frazione di Lonate Pozzolo, dove è presidente del consorzio del depuratore. In silenzio e senza lamentarsi lotta con un tumore, che non gli impedisce di continuare un lavoro politico iniziato molti anni addietro. Quello che lo sconvolge di più non è la malattia ma gli scandali economici che colpiscono la sua Lega: «Non riesco a darmi una spiegazione di come Belsito sia riuscito a diventare tesoriere della Lega e nessuno si sia accorto dei guai che combinava». Maneggiando la pipa scuote leggermente la testa e ripete a voce bassa quasi a parlare con se stesso «un tesoriere legato alla ‘ndrangheta, che vergogna!».


Alla fine degli anni ottanta entra in Lega, e li che conosce Umberto Bossi e i due diventano immediatamente amici. «Facevamo miglia di chilometri al giorno, andavamo di comizio in comizio per diffondere le nostre idee. A quei tempi non avevamo una lira e parlare di rimborsi spesa era una chimera». Il partito più volte gli offre un posto a Roma, da deputato nazionale. Lui rifiuta, e allora come oggi, continua a credere che la vera politica si svolga nelle amministrazioni locali. Dove la gente può concretamente valutare il comportamento politico. 

Ora si mostra sconvolto dal fatto che molte sedi locali della Lega siano chiuse o stiano per chiudere per mancanza di soldi. «Noi non abbiamo i soldi per pagare la luce, il gas, l’affitto delle sedi e veniamo a sapere dai giornali che i nostri soldi sono finiti in Tanzania o in Cipro». Parlare con Modesto Verderio, ti fa capire quale sia l’aria che tira nella base, tra i leghisti che ancora pensano che il loro sia un partito diverso. Sul amico Bossi, Verderio si mostra scettico: «Secondo me la malattia che ha avuto lo ha isolato dal suo popolo e lo ha messo nelle mani di quei pochi che ora vengono definiti come “il cerchio magico”». È uno che ancora è convinto che Umberto non sapesse nulla di quello che accadeva, anche se nei confronti del Trota - quel figlio del leader leghista che oltre al mega stipendio da consigliere regionale prendeva dalle casse del partito pure i 50 euro dei soldi della benzina della macchina della scorta - ha molti dubbi e un giudizio che non lascia scampo a dubbi. «Ma ti rendi conto – sbotta mentre viaggia in macchina in questa terra di ‘ndragheta al Nord – che noi, per riuscire andare avanti, ci siamo auto tassati e proprio il figlio del segretario….che vergogna..che vergogna!». Quello che accadrà nessuno lo sa. Modesto Verderio è preoccupato come molti altri leghisti della base. Alla domanda se un domani si scoprisse che Bossi sapeva sia dei traffici del tesorere Belsito, sia dei presunti rapporti tra la Lega e il procacciatore d'affari della 'ndrangheta Romolo Girardelli, sia dei soldi in Tanzania lui risponde con gli occhi umidi: «Sarebbe la fine di un sogno, sarebbe davvero la fine»

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