sabato 14 aprile 2012

Giuliano Ferrara ~ «la Lega è una cosa seria»

Direttore, qual è il ragionamento politico che sta dietro al suo intervento così partecipato in difesa della Carroccio?
«Il fatto che ritengo i recenti, continui, attacchi alla Lega del tutto ingiusti».
Intende quelli politici e giudiziari?
«Guardi, mettiamoci anche quelli mediatici che fanno finire sotto processo la politica nel suo insieme».
C’è una regia ben precisa, dunque…
«A dire il vero più che una macchinazione, credo si nasconda un indebolimento oggettivo del “soggetto” Lega».
I sondaggi dicono esattamente il contrario, il movimento è in piena salute…
«Intendo dire che oggi la Lega è all’opposizione, diventa un bersaglio facile su cui sparare».
Sul fronte giudiziario, però, il Carroccio ha rigettato con sdegno ogni accusa, facendo quadrato attorno ai propri uomini…
«E ha fatto bene. Io tendo a considerare le inchieste sulla corruzione come un fattore collaterale».
Per eccesso di garantismo?
«No, perché ritengo che gli episodi individuali siano, evidentemente, censurabili e, come tali, vadano perseguiti dalla magistratura, ma quando la questione si lega ai partiti, penso si tratti di un problema politico che va risolto con l’intervento della politica stessa».
A cosa si riferisce?
«Al finanziamento pubblico dei partiti. La raccolta di risorse i partiti devono farla rivolgendosi ai propri sostenitori, servendosi di comitati elettorali, non più ricevendo direttamente denaro pubblico. È un istituto che va progressivamente cancellato. Dobbiamo fare come negli Stati Uniti: i partiti raccolgono quel poco dai tesserati, dai sostenitori, sono poi i singoli candidati che vanno a battere cassa dagli sponsor. Con assoluta trasparenza».
Torniamo alla Lega?
«Va bene. Allora le dico che ritengo la Lega un patrimonio nazionale».
Nazionale è una parola grossa…
«Tutt’altro. A Qui Radio Londra ho sostenuto che la Lega è stata importante per la crescita civile del Paese, che è una cosa seria, un movimento politico che ha dato inizio allo smantellamento della Prima Repubblica molto prima che arrivassero i magistrati a farlo».
Per questo l’ho chiamata…
«Perché? Detto da me che sono di estrazione borghese, di fede romanocentrica, che ritengo non consentanea alle necessità dell’Italia una divisione del Paese le sembra così strano?».
Solo un po’…
«Sono considerazioni oggettive. La Lega ha dimostrato negli anni una grande capacità di governo territoriale, ha fatto una battaglia intelligente sul federalismo, ha espresso amministratori competenti come Roberto Maroniche, nel suo periodo da ministro dell’Interno, ha cacciato in galera più mafiosi che in tutta la storia della Repubblica…».
Sono questi, dunque, i motivi che l’hanno spinta a difendere il Carroccio in televisione?
«Certo. E dico anche che considerare il percorso leghista un’avventura plebea è una gran cretinata. Come il fatto di continuare ad attaccarla».
Proprio nessuna critica? Possibile?
«Andiamoci piano. Secondo me dovrebbe fare meglio opposizione, in maniera più persuasiva, più convincente, meno gridata, puntare sui contenuti, meno sulla propaganda».
Beh, magari non è così semplice se di fronte ci si trova improvvisamente un Governo che non rappresenta il popolo, sostenuto da una maggioranza diversa rispetto a quella indicata alle ultime elezioni…
«Vede, nonostante tutto, io credo la politica abbia fatto talmente tanta bisboccia negli ultimi anni da far sì che, tutto sommato, l’opinione pubblica abbia assorbito “il colpo” Monti, diciamo, con un certo consenso».
Detta così sembra convinto il professore possa arrivare fino al 2013…
«E pure mettendo un’ipoteca sul futuro…».
È un Esecutivo più tecnico o più politico?
«È un Governo che indossa il vestito da tecnico ma che, nella sostanza, è un prodotto di sole scelte politiche».
Che mi dice del Pdl?
«Che deve sciogliersi».
Interessante, sparendo del tutto?
«No, deve entrare in un aggregato moderato, liberale e riformatore».
Traduco: in un nuovo partito con il compito di recuperare qualche pezzo perso lungo il percorso?
«Perché no? Io gliel’avevo detto a Berlusconi di non cacciare Casini, di non cacciare Fini…».
E, invece?
«E, invece, è andata esattamente nel modo opposto».
Un’ultima cosa. Del senatore Lusi che vaticina l’esplosione del centrosinistra per via delle note inchieste giudiziarie che lo riguardano?
«State certi che non succederà. Per Lusi è solo un modo per mettersi al riparo».

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