di Giacomo Stucchi
Del neo governo Letta (peraltro appoggiato dalla medesima maggioranza politica del governo Monti) non ci sono piaciuti alcuni passi inziali, come la creazione di un Ministero dell'Integrazione, che temiamo foriero di potenziali dannose politiche sociali, né l’ omissione nelle dichiarazione programmatiche del presidente del Consiglio di riferimento chiaro al nostro progetto di costruzione della Macroregione del Nord, ed è anche per questo che non abbiamo votato la fiducia. Tuttavia è la parola “attesa” quella più adatta a spiegare l’astensione della Lega Nord. Attesa non perché imprese e famiglie hanno ancora tempo a disposizione prima che delle misure risolutive vengano prese per venire incontro alle loro difficoltà, né perché il Nord ha tempo da perdere prima che il governo centrale si accorga (una volta per tutte!) che 50 miliardi di euro l’anno sono davvero un po’ troppi da versare a uno Stato che in cambio dà davvero poco o nulla, ma soltanto perché è il momento storico a richiedere tale atteggiamento nei confronti del governo Letta. Il Carroccio oggi guida le tre principali regioni del nord e non può in modo miope sbattere la porta in faccia a un premier che tra i punti del suo programma propone, tra l’altro, l’istituzione di una Convenzione costituente sulle riforme, anche con l’introduzione del Senato federale, o l’adozione di misure incentivanti per le imprese che assumono. Si tratta di provvedimenti ai quali siamo molto interessati, a prescindere dal governo che li dovesse adottare, e per questo all'esecutivo Letta riconosciamo quanto meno il beneficio del dubbio. Un beneficio, si badi bene, che non sarà certo illimitato ma confinato sia da un orizzonte temporale, sia da un programma che, per quanto ci riguarda, rimane quello votato in Lombardia da milioni di cittadini che hanno dato fiducia alla Lega e al suo progetto di trattenere il 75% delle imposte sul territorio, di riformare in chiave federalista e moderna il fisco, di razionalizzare la spesa pubblica adottando da subito i costi standard.
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