giovedì 15 gennaio 2015

Il nuovo che avanza (Capitolo 2) Azienda di famiglia Renzi, Regione Toscana: “Regolamento su iter finanziamenti violato”

“Quando ho detto che i debiti contratti dall’azienda di famiglia di Renzi erano stati ripianati dal governo Renzi, davo per scontato che almeno l’iter di concessione fosse stato corretto. Invece emerge che non è così”. Giovanni Donzelli, capogruppo FdI nel consiglio regionale della Toscana, parla della ‘Chil’ - l’azienda di famiglia del premierMatteo Renzi – che attualmente ha cambiato nome. Pochi giorni fa, fuori dalla sede di Fidi Toscana, la finanziaria regionale che avrebbe reso possibile un prestito alla Chil di circa 400 mila euro, Donzelli aveva spiegato: “I debiti dell’azienda della famiglia Renzi sono stati pagati dal governo Renzi, con i soldi dei cittadini”. Così il capogruppo FdI nel consiglio regionale della Toscana,Giovanni Donzelli, denuncia i trascorsi economici della “Chil” – l’azienda di famiglia del premier Matteo Renzi che attualmente ha cambiato nome – fuori dalla sede di Fidi Toscana, la finanziaria regionale che avrebbe reso possibile un prestito di circa400mila euro. “Dopo la scissione del ramo aziendale, il finanziamento è stato lasciato alla ‘bad company’ che è andata in fallimento – spiega Donzelli – con questo fallimento i soldi ce li ha rimessi Fidi, ma Fidi aveva una controgaranzia: quindi l’erogatore finale è stato il governo Renzi tramite il Fondo di garanzia nazionale“. Il consigliere, infine, conclude: “Quando è stato chiesto il finanziamento Renzi era presidente della Provincia – che è socia di Fidi – quando il finanziamento è stato erogato era sindaco di Firenze – socio di Fidi – e la controgaranzia viene erogata quando Renzi èpresidente del Consiglio“. Poi chiosa: “Renzi dica qualcosa, dovrebbe renderli questi soldi” Oggi la questione passa dal piano politico a quello del rispetto delle norme. L’assessore regionale alle attività produttive, Gianfranco Simoncini (Pd), rispondendo ad un’interrogazione sulla ‘Chil’, afferma: “Fidi Toscana avrebbe dovuto essere informata della cessione del ramo di azienda, infatti il regolamento prevede che la banca finanziatrice ha l’obbligo di comunicare le informazioni in suo possesso. Tali informazioni non sono state comunicate”. La banca è la Bcc di Pontassieve, attualmente presieduta da Matteo Spanò, amico e sostenitore del premier. Poi l’assessore aggiunge: “Nel caso in cui le verifiche effettuate sulle imprese risultino non rispettate dal regolamento, l’impresa è tenuta a corrispondere un importo pari a due volte l’agevolazione ricevuta”. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi (Pd), interrogato sulla questione, risponde: “Se ci sarà da prendere azioni e provvedimenti lo faremo, senza scadere nella strumentalizzazione politica che mi sembra piuttosto ampia su questa vicenda”  di Max Brod

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