giovedì 29 gennaio 2015

www.lapadania.net. La democrazia è il potere di un popolo informato




«Non credo siano molti gli uomini politici che, come Umberto Bossi, hanno dovuto subire, da parte della stampa e della televisione, i danni di un sistematico processo di disinformazione».

Si apriva così, nel 1992, la prefazione di Gianfranco Miglio alla prima autobiografia di Umberto Bossi Vento dal Nord. E l'analisi dell'ideologo del Carroccio, credo abbia profondamente influenzato il progetto che diede avvio alla nostra avventura editoriale con l'approdo in edicola del nostro quotidiano nel gennaio del 1997. La contro informazione divenne autentico contro potere, e la Lega d'opposizione al primo governo Prodi, trovò nel suo giornale lo strumento, sia nei contenuti che nella forma, di lotta politica. Dopo gli anni d'assalto del secessionismo, la Padania ha saputo raccontare gli anni della Lega di governo, per poi, dal 2011 ad oggi, ritornare al fianco di una Lega capace di incarnare l'unica opposizione ai commissari prefettizi dell'Unione europea: Monti, Letta e Renzi.

Nell'ultimo anno, accanto al quotidiano cartaceo vi abbiamo anche proposto il nostro sito multimediale: www.lapadania.net. Un portale che ha riscosso grande consenso sulla rete in una fase politica segnata dall'ascesa del fronte anti-euro e anti-immigrazione guidato da Matteo Salvini e dalla rovinosa caduta di Grillo, ormai tribuno sfiatato che con l'inganno dell'antipolitica si è fatto complice dell'illusionista fiorentino al governo.

Un sito che solo dopo un anno, nonostante la crescita costante, conclude oggi la sua corsa. Proprio come la nostra Padania.

Dopo quasi 18 anni di onorata carriera, anche il nostro giornale, ultimo quotidiano di partito a resistere in edicola, termina oggi le sue pubblicazioni.

Colpe e colpevoli si sommano. Sul banco degli imputati c'è certamente il taglio al Fondo per l'Editoria. Le risorse destinate ai giornali per garantire il pluralismo dell'informazione sono ormai un lusso insostenibile per un Paese in crisi economica e occupazionale. Accanto alla deriva oligarchica dell'informazione però ci sono anche vecchi e innegabili errori di mala gestio, cassaintegrazioni e ristrutturazioni inefficaci.

E comunque, quando chiude un giornale, nessuno può autoassolversi.

Forse nell'era della comunicazione liquida e destrutturata, del dominio narcisistico dei social network, della disintermediazione politica, e della rapsodica informazione digitale, gli house organ di partito appaiono obsoleti e anacronistici. Quel che è certo, però, è che se il nostro quotidiano, come tutti i quotidiani di partito, può sembrare antistorico, è entrato a far parte della storia politica nazionale e della storia della Lega Nord. Una Lega, che oggi, con Matteo Salvini, saprà rigenerarsi in una rinnovata comunità politica che darà inizio alla sua nuova storia.
Senza vittimismi e senza retorica ringrazio la mia redazione che ha fatto con onore il suo dovere e il suo mestiere fino all'ultimo. 

Con profonda riconoscenza saluto i nostri lettori. Grazie.

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