venerdì 4 aprile 2014

Referendum sulla Lombardia a statuto speciale

La proposta della Lega e di tutto il centrodestra




La bandiera con il leone di San Marco, in solidarietà ai Serenissimi. Seduti dietro, al tavolo della conferenza stampa convocata al Pirellone, ci sono il capogruppo della Lega e quello della Lista Maroni. Meno scontata la presenza del forzista Claudio Pedrazzini e, soprattutto, di Riccardo De Corato, una vita nel Msi a difendere Tricolore e Patria. Non si parla di secessione, però. La proposta è quella anticipata da Roberto Maroni, sulla quale l’ideologo del nuovo corso leghista, Stefano Bruno Galli, sta lavorando da mesi. Trasformare la Lombardia in una Regione a statuto speciale. Semplice a dirsi, complicatissimo a farsi. 


Il referendum
Il primo passaggio è quello di un referendum consultivo, un referendum «vero», non la consultazione online tentata in Veneto. Con un quesito secco: volete che la vostra diventi la sesta Regione «speciale», dopo Val D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia? La ragione e la storia stanno dalla nostra parte, dice Galli. La Lombardia è terra di confine e «vanta una dimensione economica, produttiva e sociale che costituisce un oggettivo elemento di diversità, come lo furono a suo tempo valori come la lingua , la cultura e le tradizioni per quello Regioni alle quali fu concessa la specialità dall’Assemblea Costituente. I benefici sarebbero altrettanti evidenti: poteri e facoltà speciali anche su materie altrimenti in capo allo Stato centrale e, soprattutto, il tema della tasse. Le Regioni a statuto speciale gestiscono in proprio una percentuale variabile di fiscalità che oscilla tra il 75 e il 100 per cento. 

Il sogno del tandem con le Europee
Il referendum consultivo costerebbe venti milioni di euro. A meno che non venga «allegato» a un’altra consultazione elettorale. E il sogno leghista sarebbe proprio quello di abbinare il quesito autonomista alle elezioni europee. Praticamente impossibile. Anche perché la proposta di referendum andrà approvata con il voto dei due terzi del Consiglio: vuol dire che la maggioranza di centrodestra dovrà trovare in aula qualche sponda anche nell’opposizione. Il Ncd, che è in polemica più o meno aperta con Maroni e con la Lega, giura di essere d’accordo nel merito, ma la firma in calce al documento ancora non c’è. «Proprio perché questa è una battaglia importante in cui crediamo  - spiega Mauro Parolini -, non possiamo prestarci a strumentalizzazioni alimentate da posizioni equivoche. Non comprendiamo, infatti, il motivo per cui davanti al tavolo della conferenza stampa sia stata esposta una bandiera che richiama la Serenissima, non la bandiera di Regione Lombardia, e il messaggio che viene lanciato rischia di sminuire e confondere un tema di così grande importanza come è il ruolo delle autonomie locali». 
Dagli autonomisti ai secessionisti. L’assessore leghista (alla Sicurezza) Simona Bordonali e il vicecapogruppo dei lumbard in Regione Fabio Rolfi, domani mattina entreranno nel carcere di Canton Mombello per incontrare gli indipendentisti bresciani arrestati mercoledì.

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