lunedì 2 marzo 2015

Roma, Lega in piazza «Vaffa» di Salvini a Renzi e Fornero «Il premier servo sciocco di Bruxelles».


È stato il giorno della Lega a Roma. Il movimento fondato da Umberto Bossi e oggi guidato da Matteo Salvini, abbandonate le parole d’ordine dell’indipendenza della Padania oggi punta a caratterizzarsi sempre di più come partito nazionale e a incoronare lo stesso Salvini come leader del centrodestra. Alla manifestazione in piazza del Popolo erano presenti anche Casapound, che ha confermato la scelta di Salvini come leader su cui puntare, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meoni. Salvini dal palco ha pronunciato un discorso ricco dei temi cari ai leghisti, come il no ai campi rom, con qualche tratto caro ai grillini, tipo gli insulti lanciati a più riprese verso i politici chiamati anche “infami”.


Non si sono registrati incidenti: i leghisti non sono venuti a contatto con l’ala antagonista che ha organizzato una contromanifestazione in contemporanea e l’imponente schieramento di forze dell’ordine ha funzionato.


«Renzi servo sciocco di Bruxelles»

Salvini ha esordito parlando di Renzi come del «servo sciocco di Bruxelles». Subito dalla piazza si è levato un «vaffa...» diretto al premier di cui sono state chieste le dimissioni. «Cancelleremo la legge Fornero e vaffa... alla Fornero e a chi l’ha portata al governo», ha continuato Salvini parlando alla folla. In serata è giunta poi la reazione dell’ex ministro, Elsa Fornero, che ha detto: «Il merito della riforma sulle pensioni parla da solo. Penso e spero che gli italiani siano in grado di capire il basso livello della politica alla Salvini».

Le citazioni e i punti di riferimento

Salvini nel suo intervento non ha lesinato citazioni: le foibe, il genocidio degli Armeni, il disastro del Vajont, l’Oriana Fallaci di «Un uomo», don Milani ma anche don Sturzo, elencando una serie di libri da considerare esemplari e che a suo parere dovrebbero essere adottati nelle scuole, «dove si sa tutto dei fenici ma non della nostra storia recente».

«Non c’è spazio per i campi rom»

«Nella nostra Italia non c’è spazio per i campi rom», ha proseguito il leader della Lega affermando: «Vai a fare il rom da qualche altra parte. I rom vengono dopo i nostri disoccupati , molto dopo...». Salvini ha proseguito toccando vari temi e chiamando in causa due personaggi che la Lega considera «eroi»: il benzinaio Graziano Stacchio, che nelle settimane scorse ha ucciso un uomo nel tentativo di sventare una rapina nel Vicentino; e l’imprenditore bergamasco Antonio Monella, condannato a 6 anni per avere sparato al ladro che cercava di rubargli l’auto nel cortile di casa. «Non esiste eccesso di legittima difesa - ha detto - : se vieni a casa mia in piedi è possibile che ne esci steso». Salvini ha concluso ringraziando Umberto Bossi, Gianfranco Miglio e Roberto Maroni e chiamando “ladro” lo Stato. Sulle alleanze non si è pronunciato: «Decideremo cosa fare più avanti, ma non metto insieme gente a casaccio». La piazza durante il comizio ha intonato: «Chi non salta è comunista».

L’arrivo del segretario in piazza

«Vogliamo andare a governare. L’Italia merita di più». Arrivato in piazza del Popolo poco prima delle 15 il segretario della Lega ha detto: «Ambisco a parlare a tutti, anche ai delusi di Renzi e agli ex grillini». Matteo Salvini si è presentato in camicia bianca su cui poi ha indossato la maglietta aIo sto con Stacchio. Con chi difende il territorio». «Non temo disordini - ha aggiunto - . Roma è una città civile, una città stupenda, colorata, arrabbiata ma pacifica». E infatti incidenti non ce ne sono stati. Ha poi subito parlato di Renzi, a cui l’iniziativa è stata in qualche modo dedicata (#Renziacasa, l’hashtag): «Sta svendendo all’Europa gli ultimi pezzi di aziende sane italiane. Le svende all’Europa e alle multinazionali. Noi stiamo con le piccole e medie imprese».

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