mercoledì 1 luglio 2015

Dieci gli arrestati e tra loro anche il padre, la madre e la sorella di Fatima, al secolo Maria Giulia Sergio, la giovane di Inzago (Milano) che è in Siria tra le fila dell'Isis.

MIlano, 1 luglio 2015 -  Foreign Fighters pronti a partire per la Siria e combattere sotto le nere bandiere del Califfato. Dieci gli arrestati e tra loro anche il padre, la madre e la sorella di Fatima, al secolo Maria Giulia Sergio, la giovane di Inzago (Milano)  che è in Siria tra le fila dell'Isis.  L
a Digos di Milano ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare in carcere e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una cittadina dell'Albania. Nel mirino degli inquirenti dieci persone appartenenti a due gruppi famigliari  (4 italiani, 5 albanesi e un canadese). Per la polizia erano pronte a partire per combattere in Siria con i miliziani dell'Isis. Secondo quanto riferito dalla questura meneghina, le indagini condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Milano hanno permesso di accertare che gli indagati fanno parte di due nuclei familiari, di cui uno formato da cittadini italiani convertiti da qualche anno all`Islam e determinati a partire per la Siria, l`altro composto da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana. Il collante tra le due famiglie è rappresentato da una giovane coppia che si unisce in matrimonio lo scorso settembre, per poi partire alla volta della Siria. L'operazione è stata denominata "Martese" e arresti e perquisizioni sono stati compiuti nelle provincie di Milano, Bergamo, Grosseto e in una cittadina dell`Albania. 
Miliziani dell'Isis
LA FAMIGLIA DI FATIMA  - Nel blitz antiterrorismo condotto dalla Digos e coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, e dal pm Paola Pirotta, sono stati arrestati il padre, la madre e la sorella di Maria Giulia Sergio, la giovane italiana partita tempo fa per andare a combattere in Siria e di cui si era già parlato nei mesi scorsi. La famiglia della ragazza vive ad Inzago, nel Milanese. Tra gli arrestati c'è anche lo zio e il marito albanese della giovane. Al padre e alla madre di Maria Giulia Sergio è stato contestato l'articolo 270 quater del codice penale che punisce chi organizza la partenza di combattenti con finalità terroristiche, come previsto dal decreto legge antiterrorismo approvato in via definitiva lo scorso aprile. 
Operazione Martese
Tra le accuse contestate agli altri arrestati c'è l'articolo 270/bis, ossia il reato di terrorismo internazionale introdotto dopo l'11 settembre 2001. Sergio, il marito e la madre di quest'ultimo sono tutti e tre in Siria a combattere per la Jihad. Le attività tecniche degli investigatori, spiega una nota della Polizia, hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia per il raggiungimento della Siria. In particolare attraverso l'intercettazione dell'utenza, in uso ad un coordinatore dell'organizzazione dei foreign fighters dello Stato Islamico, è stato possibile ricostruire l'attività di smistamento degli stranieri che da varie parti del mondo partono per raggiungere il Califfato.
IN MANETTE - Gli ordini di arresto riguardano anche albanesi residenti in provincia di Grosseto, in particolare parenti di Maria Giulia Sergio: Arta Kacabuni, 41 anni, zia del marito della convertita all'Islam, la suocera dell'italiana e lo zio dell'uomo, Baki Coku, 37, in questi giorni in Albania ma abitante ad Arcille di Campagnatico (Grosseto). Arta Kacabuni è stata arrestata a Scansano, la suocera di Sergio si troverebbe invece in Siria.
IL PM - "Negli atti si parla di coordinatore dei Foreign Fighters dello Stato Islamico, siamo riusciti a ricostruire nel modo preciso come il cosiddetto stato islamico è attrezzato per ricevere i combattenti stranieri". Lo ha spiegato il Pm di Milano Maurizio Romanelli. "Il marito di lei - ha aggiunto - è a tutti gli effetti diventato un mujahedin. I genitori di lei erano pronti a partire, per loro si è applicata per la prima volta la norma su organizzazione viaggi con finalità di terrorismo".  
Operazione Martese
INTERCETTAZIONI - L'inchiesta sull'Isis si è sviluppata anche grazie all'individuazione "del coordinatore dei foreign fighters" per conto dello Stato Islamico. "Abbiamo individuato - ha spiegato il Pm Maurizio Romanelli - un'utenza turca. E si è aperto uno scenario enorme che ha fornito uno spaccato sulle regole per arrivare li': accorgimenti materiali, come ad esempio l'indicazione di non usare telefoni di ultima generazione ma solo telefoni di vecchio tipo; il procurarsi schede locali e buttare la scheda vecchia; avere una valigia senza eccessivo bagaglio". Nelle intercettazioni il presunto coordinatore viene indicato come "colui che vi farà entrare in Siria". "Questa persona - ha sostenuto ancora Romanelli - è una persona importante nello stato islamico e rivendica il ruolo di interlocutore con vari paesi Europei. Gestisce il profilo organizzativo e la persona che ha questo telefono, e quelli vicino a lui, sono in grado di smistare tutti e dirigerli verso lo Stato islamico, a ciascuno viene data una collocazione. Queste persone erano in grado di dare risposte a tutti. Il reclutator eè una persona di un certo livello e in alcuni casi parla con persone del suo livello".
NO ATTENTATI IN ITALIA - "Non sono emersi elementi che possano far pensare a progetti di attentati in Italia - ha spiegato Maurizio Romanelli -È la prima volta che in Italia, e probabilmente in Europa, si arriva a un risultato del genere nei confronti dello Stato Islamico - ha continuato Romanelli - È una risposta giudiziaria importante"
LA GENTE DI INZAGO -  "Sono una famiglia perbene, li conoscevamo da una vita, secondo me sono stati plagiati". È quanto affermano alcuni concittadini amici del papà e della mamma di Maria Giulia Sergio. A raccontare con discrezione di loro sono alcuni conoscenti in un bar del paese in cui vive la famiglia di lei, a Inzago, una ventina di chilometri fuori Milano, tra le campagne. "Si sono fatti trascinare - dice una signora che conosce bene il padre di Maria Giulia - tanto che anche lui si era avvicinato alla religione islamica e si era fatto crescere una folta barba. Mi ricordo quando gli urlavo 'Sergio, cosa fai con quella barba lì?' e lui sorrideva da uomo tranquillo quale era". 
LA CONVERSIONE DI FATIMA -  Maria Giulia Sergio, la giovane di 27 anni convertita all'Islam con il nome di Fatima Az Zahra su Facebook, qualche anno fa, si augurava in nome di  "Allah" la "vittoria sui miscredenti". Sul suo profilo personale del social network, infatti, la giovane, originaria di Torre del Greco (Napoli) e che ha vissuto a Inzago e poi in Toscana prima di partire per la Siria per combattere a fianco dell'Isis, aveva inserito tutta una serie di fotografie ritraenti donne che indossano il niqab, il velo integrale. Uno degli ultimi post della 27enne, che si è convertita all'Islam assieme a tutta la sua famiglia  risale al novembre 2013. Nel dicembre del 2010, invece, scriveva: "Allahumma rinsalda le nostre gambe e dacci la vittoria sui miscredenti". Fatima, dopo aver sposato prima un marocchino e poi un albanese e dopo aver frequentato anche la moschea di Treviglio (Bergamo), sarebbe partita da Roma con un aereo diretto ad Istanbul. Dalla capitale turca, poi, dopo aver attraversato il confine, avrebbe raggiunto la Siria per unirsi ai fondamentalisti del sedicente Stato Islamico. In un altro post la giovane aveva scritto: "In verità Allah ha detto 'Vincero' Io e i miei servi credentì». Fatima sul suo profilo, inoltre, aveva messo anche una foto che ritrae una donna interamente coperta dal velo con la scritta "l'obbligo di coprirsi la faccia e le mani". E, infine, il 5 agosto del 2011, in vista del matrimonio, scriveva: "Care sorelle c'è qualcuna di voi che ha delle foto di spose con niqab? Devo prendere spunto su come fare il mio niqab da sposa".

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento