giovedì 4 febbraio 2016

Cassano, la chiesa si spacca: "Profughi? Non abbiamo spazi idonei"

Cassano d'Adda (Milano), 4 febbraio 2016 
Il messaggio di Papa Francesco sull’accoglienza aimigranti divide la chiesa cassanese. Il Consiglio pastorale ha riunito le quattro parrocchie della città per parlare di accoglienza e ospitalità dei migranti. Considerata l’importanza del tema all’ordine del giorno, l’incontro è stato eccezionalmente aperto a tutti i cittadini. La serata è stata introdotta da monsignor Giansante Fusar Imperatore, parrocodell’Immacolata e San Zeno. Con lui, al tavolo dei relatori, erano presenti Cristiano Beltrami, vicepresidente della Caritas cremonese e relatore della serata, Danilo Andreani, componente del Consiglio pastorale e delegato per la carità, e Fausta Villa, segretaria del Consiglio pastorale. "Cassano è la prima realtà che si interroga sull’accoglienza dei migranti e ci interpella per ragionare insieme e capire meglio la questione prima di mettersi all’opera - ha spiegato Cristiano Beltrani -. È una emergenza che dalla Primavera araba in poi non ha ancora registrato flessioni, in un susseguirsi di nuovi problemi".
L'emergenza impone un intervento immediato.  "Ogni giorno dalla Prefettura arrivano messaggi nei quali si comunica l’arrivo di nuovi profughi da ricollocare sul territorio - ha continuato Beltrami -. Se si cerca di essere a posto con tutto non si parte mai con l’operazione accoglienza". Ideali condivisi, ma netta è la contrarietà sulle modalità operative da parte di don Paolo Ardemagni, parroco della comunità cassanese dell’Annunciazione. "Non è così semplice come potrebbe sembrare - ha chiarito il parroco -. Ritengo sia sbagliato accogliere queste persone senza avere un posto idoneo dove ospitarli e un gruppo di cittadini che si prendano cura di loro. Ad oggi non abbiamo ancora trovato un luogo per accogliere i migranti, tutti dicono che questo è l’ultimo dei problemi, io invece ritengo sia il primo ostacolo importante da superare".
Don Paolo snocciola i possibili problemi a cui si potrebbe andare incontro. "In giro per le diocesi spesso accadono cose spiacevoli, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, è sufficiente che fra di loro si inserisca qualche malfattore per trascinare il gruppo ad azioni scorrette ed ecco che gestire la situazione potrebbe diventare difficile. Ritengo quindi che dobbiamo prima di tutto trovare uno spazio adeguato ed attivare un gruppo di persone che si impegna per un certo periodo a dare la massima attenzione alle persone che dovremmo accogliere".
di STEFANO DATI

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