mercoledì 29 febbraio 2012

Borghezio: "Discriminate le modelle padane" Attacco agli stilisti: "Basta con slave o extracomunitarie"

L'europarlamentare della Lega siscaglia contro il mondo della moda: "Anche riviste come Vogue schifano le donne padane, poi veicolano i loro prodotti con volti non padani. E’ inaccettabile". E annuncia ricorso al Giurì di autodisciplina pubblicitaria contro la modella tunisina Emira

“La moda padana deve usare volti padani. Basta con modelle slave o extracomunitarie che spesso arrivano irregolarmente in Italia. Gli stilisti ma anche riviste come Vogue diretta da Franca Sozzani, che schifano le donne padane, vivono per la maggior parte in Padania poi veicolano i loro prodotti con volti non padani. E’ inaccettabile. Se venissero invece escluse le rumene o le bosniache allora sì che si parlerebbe subito di razzismo?”.
A scagliarsi contro il mondo della moda è Mario Borghezio, europarlamentare della Lega, ospite di KlausCondicio, programma di Klaus Davi su You Tube. Borghezio annuncia ricorso al Giurì di autodisciplina pubblicitaria contro la modella tunisina Emira, in Italia da 10 anni, interprete di uno spot che tratta i temi del lavoro femminile e definisce le sue protagoniste “donne forti per Costituzione”.
“Su temi così delicati - dice - non si deve fare speculazione: per noi che siamo invasi e per quelli che sono strumento di questa migrazione di popoli indotta e in qualche caso non voluta. Sappiamo quali enormi racket veicolano le ragazze portate da noi. Se condizionatori dell’opinione pubblica come le grandi agenzie pubblicitarie, vogliono strumentalizzare la questione dell’immigrazione e dell’integrazione siamo davanti a un pericolo grave. Questo è un argomento su cui non si deve scherzare”. Per Borghezio, infine, gli stilisti sono “esterofili e ingrati”. “E’ grave che diano lavoro a slave, rumene, ungheresi e russe e non a belle ragazze piemontesi, liguri, venete o lombarde”.

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