Una boccata d'ossigeno per Comuni e Province strangolati dal patto di stabilità. La Giunta regionale ha approvato durante la sua prima seduta la delibera del patto di stabilità territoriale: un «plafond» di 250 milioni di euro destinato a dare fiato a Comuni e Province lombarde, allentando i vincoli del patto di stabilità vero e proprio.
Un «patto» del Nord, licenziato contestualmente da tre regioni: Lombardia, Piemonte e Veneto. Un provvedimento che sblocca in Lombardia qualcosa come 134 milioni di euro, libera quote di potenzialità di spesa del patto di stabilità, mettendo gli enti locali in condizione di usare le risorse che hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul territorio.
Il che non significa che questi fondi verranno versati nelle casse degli enti locali, ma che sarà consentito alle amministrazioni virtuose di spendere i soldi che hanno in cassa e che, a causa dei sempre più pesanti vincoli imposti dal governo centrale per rispettare i parametri di Maastricht, non possono utilizzare a beneficio delle comunità.
Quanto arriverà a Bergamo, o meglio quanto verrà sbloccato a Palazzo Frizzoni, è presto per dirlo. «L'anno scorso ci avevano liberato risorse per 4,6 milioni – rileva l'assessore al Bilancio Enrico Facoetti –. Li avevamo utilizzati per allentare l'obiettivo del patto di stabilità e liberare risorse soprattutto per i pagamenti in conto capitale, per gli investimenti, ma anche pagare i fornitori».
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