I titoli dei telegiornali hanno già annunciato l’elezione dei nuovi rappresentanti di Camera e Senato quando, un quarto d’ora dopo le 20 di sabato 16 marzo, il senatore Roberto Calderoli richiama.
Devo riconoscerlo: è un uomo di parola. Alle miei insistenti telefonate non ha risposto "Perchè ero in aula" ammette, ma è bastato un sms in dialetto per rammentargli la mia richiesta. E ha richiamato.
Lo avevo intervistato qualche mese prima delle elezioni sulla possibilità che il “porcellum”, la “sua” legge elettorale, fosse cambiato. Disse che non se ne sarebbe fatto nulla, che sia Bersani che Berlusconi sarebbero andati al voto con quella porcata. Andò così. Non che Calderoli sia un indovino, ma bisogna riconoscerlo: è un abile politico, conosce perfettamente i meccanismi del Parlamento, gli equilibri e le trattative di palazzo.
Da dove partiamo senatore? La botta è ancora calda. Il centrosinistra ha conquistato sia la presidenza della Camera che quella del Senato. Che scenario si prospetta ora?
“Il Pd ha dimostrato quale sia la sua intenzione: rinunciare all’atteggiamento costruttivo. Il fatto di volere accaparrarsi tutte le cariche di Camera e Senato chiude qualsiasi possibilità di un dialogo per le riforme. Onestamente non capisco dove vogliono andare. Hanno pure preso qualche voto dai grillini, ma l’elezione alle maggiori cariche dello Stato deve avere una maggioranza più ampia che, in questo caso, non si è cercata. Anzi si è cercato lo scontro, la prova di forza”.
Nell’aula del Senato ha ricordato che la legislatura è nata alle idi di marzo, che si votava con le schede viola. Insomma, ci sono tutti i segni premonitori: questo parlamento durerà poco?
“Sicuramente. E presto torneremo alle urne. Stiamo andando a schiantarci contro un muro. E la mia legge elettorale, tanto criticata, ha dimostrato che il Paese è diviso in tre. Come è emerso in Parlamento. Tutte e tre le maggiori forze politiche non vogliono rinunciare al loro ruolo e intanto ogni giorno diventiamo più poveri. L’Italia e soprattutto il Nord, stanno andando a fondo, ma in Parlamento non si è capita la gravità della situazione, della fatica delle famiglie e delle imprese. In aula è emerso il peggiore aspetto della politica”.
Boldrini e Grasso non le piacciono?
“Come si fa a proporre Boldrini alla presidenza della Camera? Una di estrema sinistra che per tre anni ha attaccato il ministro dell’Interno Maroni. Ha fatto un discorso di insediamento che sembrava un comizio elettorale del 1968. E Grasso? No, oggi è mancata la strategia politica”.
Teme per il Quirinale?
“Il centrosinistra ha adottato la tecnica del carciofo, ma devono fare i conti con Monti che aspira al Quirinale. Per la carica del Capo dello Stato serve una maggioranza ampia, condivisa. Servono voti e appoggi determinanti che oggi sono stati bruciati”.
Avete sempre avuto un atteggiamento durissimo su Monti: lo facevate perché conoscevate bene le sue mire o è stato un caso fortuito?
“Noi abbiamo contrastato Monti e il suo governo perché non erano stati eletti democraticamente dal popolo, ma avevano un mandato tecnico. Mentre tutti lo elogiavano, ha fatto disastri: non c’è un parametro economico che sia migliorato e la valutazione dei cittadini alle urne lo ha dimostrato. Onestamente non conoscevamo né le sue mire, né le sue ambizioni. Ma davanti alle richiede odierne di Monti posso affermare che certi squali della Prima Repubblica in confronto a lui sembrano dei pesciolini rossi. Si è messo a capo di un partito, voleva fare il presidente del Consiglio, poi voleva la presidenza del Senato e ora punta al Quirinale. Me lo lasci dire: è proprio salito in politica. Orco cane che voracità”.
Siamo in vena di giudizi. Quando ha visto Silvio Berlusconi a Palazzo Madama con gli occhiali scuri che cosa gli ha detto?
“Gli detto scherzando: “Mi hai deluso. Dovevi presentarti almeno con il bastone e accompagnato da un pastore tedesco, allora sì che saresti stato credibile”.
A parte il sorriso per Berlusconi è stata una giornata nera.
“Sì, io non mi aspettavo questo atteggiamento. Pensavo proprio che di fronte a questa frammentazione fortissima del Parlamento si arrivasse a cercare un equilibrio, venisse proposta alle minoranze almeno una camera. Ed invece hanno tirato dritto per la loro strada. Sarà difficile venire in Parlamento con un governo di minoranza a chiedere la fiducia. E, soprattutto, in vista delle elezioni che mi sembrano prossime, mi chiedo con che coraggio i grillini si possano ripresentare ai loro elettori dopo il sostegno di oggi al candidato di centro sinistra. Sia ben chiaro, il mio non è un attacco ai grillini: è una considerazione. La situazione è molto critica, mi creda”.
Napolitano riuscirà a gestirla?
“Questa volta sarà dura”.
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