sabato 2 marzo 2013

Maroni, un pool di esperti per ridisegnare la sanità: «Settore eccellente, ma cambieremo»


Il nuovo governatore promette interventi sui ticket. «Non esiste spoil system, chi è capace, resta»

(Imagoeconomica)(Imagoeconomica)
MILANO - Di certo non si faranno trovare impreparati. Di certo daranno un segnale di discontinuità con il passato. Sono decisi a tagliare i costi e rivedere gli organici. Roberto Maroni aveva ben chiaro, anche mentre preparava il programma elettorale, che la sanità sarebbe stata per lui il tema più delicato: non solo perché è su questo che è andato in crisi il consiglio regionale. Ma soprattutto perché, nel caso di elezione, si sarebbe trovato a fare i conti con una struttura molto rodata che negli anni il presidente Roberto Formigoni ha costruito e consolidato in tutta la Lombardia, fra primari, dirigenti di Asl e vertici regionali.
ESPERTI - Per questo, Maroni aveva da tempo organizzato una squadra di esperti che ha lavorato per preparare il programma e che gli ha fatto un quadro della situazione esistente, delle cose che funzionano e di quelle cui mettere mano: sono il «Gruppo sanità Varese» e il «Gruppo sanità Milano», gli uomini più vicini, per consonanza politica o rapporti personali, a Roberto Maroni come Giovanni Daverio, della Asl di Varese, Maria Cristina Cantù della Asl di Monza, Walter Locatelli della Asl Milano 1, Gege Rossi, direttore dell'azienda ospedaliera di Lodi, il senatore uscente Fabio Rizzi, altro medico varesino.
TICKET - Il programma di Maroni presidente parte dal presupposto che «in Lombardia è stato creato un sistema sanitario capace di competere con i più elevati standard internazionali di qualità ed efficienza». Detto questo, ci sono una serie di obiettivi annunciati che si vogliono perseguire: dalla riduzione del ticket alla riorganizzazione di aziende sanitarie e aziende ospedaliere, fino al progetto «Chilometro zero» che prevede di rilanciare la medicina territoriale per liberare le reti ospedaliere (in linea di massima: negli ospedali restano le specializzazioni, mentre le patologie croniche, che in Lombardia rappresentano il 35-40 per cento di quelle curate, e che assorbono circa il 60 per cento delle risorse, passano al territorio) e alla valorizzazione della figura del medico di base, rivedendo anche la contrattazione regionale in modo da dare incentivi basati sul merito e sulla professionalità e potenziando i presidi del territorio alternativi al pronto soccorso. Per fare questo, bisogna procedere a un taglio delle spese razionalizzando i costi: le strade che si vogliono perseguire sono l'aumento del controllo delle uscite, anche delle singole Asl e, come si diceva, la riorganizzazione delle strutture esistenti.
INCARICHI - Quanto ai posti di comando, Maroni ha ripetuto ai suoi di voler adottare lo stesso sistema usato ogni volta che ha avuto incarichi da ministro: non esiste spoil system, esiste il merito. Insomma: chi è capace resta. Gli altri vanno a casa, siano di destra o di sinistra. E se è possibile (non già deciso) che il nome dell'assessore venga indicato dal Pdl, Maroni si terrà le mani libere per decidere della struttura in Regione, dove sicuramente verrà nominato un nuovo direttore generale. Le questioni aperte? Maroni le affronterà una per una e su alcune cercherà di proseguire sulla strada già tracciata. Come sulla Città della Salute che, se si farà, avrà sede a Sesto San Giovanni. Ma ogni cosa a suo tempo.

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