mercoledì 19 giugno 2013

Corriere La Lega e quel vuoto intorno a Bossi

Tensione sempre più alta tra Maroni e il Senatùr. Cresce la fronda che chiede l'espulsione. Reguzzoni: rispetto al fondatore


Il vuoto attorno a Umberto Bossi: il gran capo e fondatore della Lega Nord anche oggi ha trascorso la sua giornata nella sede di via Bellerio, solo nel suo ufficio. È l’immagine del paradossale e repentino tramonto di una figura politica che, solo un anno fa, dettava legge all’interno del Carroccio e dalla quale tutti i dirigenti del partito sembrano ora tenersi alla larga.
DIVISIONI - Domenica si è arrivati addirittura al «parricidio» politico, quando Fabio Ranieri, segretario della Lega Nord dell’Emilia ha ipotizzato che Bossi vada espulso dal movimento. «Quando lui era segretario – ha detto Ranieri – chiunque si fosse comportato così sarebbe stato allontanato». Il responsabile emiliano allude in maniera particolare all’intervista in cui il Senatùr ha accusato il suo successore Maroni di tradimento. All’assemblea convocata ieri di tutti gli eletti del movimento (a porte chiuse) più di un dirigente si sarebbe lasciato andare a giudizi critici nei confronti del fondatore, ritenendo ad esempio che le sue dichiarazioni abbiano contribuito all’insuccesso del Carroccio alle ultime elezioni. Solo Ranieri si è spinto a parlare di espulsione di Bossi, ma anche altri dirigenti di primo piano, ad esempio Flavio Tosi lo considerano ormai al capolinea.
Umberto Bossi (Photoviews)
DIFESA - Pochissimi gli esponenti di primo piano del movimento (tutti ormai privi di incarichi effettivi) che si siano esposti in difesa del Senatùr. Ieri lo ha fatto Marco Reguzzoni, ex capogruppo a Montecitorio, che di fronte a un paventato «cartellino rosso» contro Bossi ha commentato: «Non entro nel merito politico, ma almeno il rispetto per la persona e per quello che ha fatto avrebbe salvaguardato». Oltre a Reguzzoni in difesa di Bossi ha parlato anche l’ex parlamentare veneta Paola Goisis, secondo la quale un eventuale allontanamento dell’ex segretario dal movimento farebbe scoppiare la rivoluzione nella base del Carroccio.

RICHIESTA DI ESPULSIONE - Misurare i rapporti di forza in questo momento è quasi impossibile ma un’idea della tensione che sta accumulandosi tra maroniani e bossiani la fornisce il seguente episodio: il 4 luglio prossimo davanti al tribunale civile di Milano verrà discusso il ricorso di alcuni fedelissimi del senatur che chiedono niente meno l’espulsione di Maroni dalla Lega. Iscrivendosi in Regione al gruppo consiliare che porta il suo nome, anziché a quello del Carroccio, avrebbe violato una norma dello statuto. La causa è patrocinata da Matteo Brigandì, fedelissimo di Bossi nonché ex componente laico del Csm in quota carroccio. Possibile che la causa si risolva in un nulla di fatto ma il solo fatto che sia stata avanzata fa da termometro delle fratture che attraversano attualmente il movimento.

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