Gli «indipendentisti» presentano il passaporto veneto. E per farlo decidono di andare in Svizzera. Sabato prossimo infatti una delegazione del «Parlamento Veneto» e del «Governo Veneto», capeggiati da Daniele Quaglia e da Albert Gardin andranno davanti al posto di frontiera di Chiasso (lato svizzero) per presentare appunto il nuovo documento. «La delegazione intende tenere a battesimo il passaporto alla frontiera di Chiasso, tra Svizzera e Italia, utilizzandolo come unico documento di passaggio», spiegano i promotori dell’iniziativa. Non si sa quale potrà essere la reazione dei poliziotti di frontiera alla consegna del documento.
«Non si tratta di una novità assoluta, il passaporto veniva rilasciato normalmente fino al 1797,anno in cui Venezia ha dovuto subire la prepotenza e il tradimento di alcuni Stati europei che l¹hanno occupata, depredata e ridotta alla paralisi istituzionale – spiega Gardin – Noi abbiamo ricostituito la Repubblica Veneta, seppur ancora embrionalmente, e riteniamo di andare avanti su questa strada fino all’ottenimento e al recupero dei nostri diritti usurpati e calpestati da Francia, Austria e Italia con la complicità di organizzazioni internazionali che hanno sempre fatto finta di non vedere e non capire. La nostra marcia parte dalla Svizzera, una Federazione che ha conosciuto traversie simili alle nostre, ma che ha avuto poi la fortuna di ritrovare il suo status di Paese sovrano. Vogliamo ricordare alla Svizzera i lunghi e positivi rapporti di scambi culturali, commerciali e professionali che sono intercorsi tra Venezia e i Cantoni elvetici».
«Il problema che porremo a Chiasso è serio, delicato e difficile da capire per menti ossidate.Ma se no si incomincia mai a porlo, non si arriverà a nessuna soluzione giusta e riparatrice – prosegue il rappresentante del «Governo Veneto» – Venezia è stata una potenza europea e mondiale che si è guadagnata internazionalmente il titolo di Serenissima per le forme avanzate ed equilibrate del suo buon governo e della sua politica internazionale. La Serenissima continua a restare il nostro modello, un modello antitetico a quello dello Stato italiano, un regime che consideriamo sfruttatore e occupante. Il passaporto è un passo esplicito verso la nostra indipendenza. È un documento di cui vogliamo servirci anche con la burocrazia italiana in sostituzione di quelli che il regime ci impone per negare la nostra identità. Il passaporto veneto è un documento che esprime la nostra volontà e determinazione per l’indipendenza e la sovranità».
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