giovedì 19 febbraio 2015

Contro l’Isis mandiamo Boldrini, Vendola e Kyenge di Emanuele Ricucci

ISIS in Libia? Italia a portata di Scud? Immigrazione incontrollata? Niente paura. Ci sono gli uomini dell’ A-CHIC

Qualche anno fa gli uomini di un commando specializzato operante in Italia, vennero condannati ingiustamente a dire la loro. Evasi da una fumeria d’oppio di massima sicurezza si rifugiarono a Roma, vivendo in piena istituzionalità. Sono tuttora in libertà, ma se avete un problema che tutti vogliono risolvere, un Isis di troppo o flussi immigratori incontrollati e più che mai pericolosi, potete ingaggiare il famoso A-CHIC.

Fanti addestrati all’assalto col nulla, efficace strumento di disarmo culturale. L’A-CHIC, opera in condizione di istituzionalità in teatri di conflitto tra logica e buon senso. Nucleo sceltissimo, come le fettine al Supermarket di fiducia, del 1 Reggimento Pacifinti intitolato alla Colonnella Laura Boldrini, nome in codice “Presidenta”, che per prima ispirò il folleggiante vuoto retorico dal mix di sapori vagamente francescano e dal gusto di pizza con brie e smarties, la cui contro saggezza appare all’ingresso della rossa caserma in cui è di stanza l’A-CHIC, come motto del corpo sciolto: “Non si può offrire servizi di lusso ai turisti e trattare male i migranti”.



Oggi, l’A-CHIC, assieme agli uomini del Reggimento Pacifinti, saranno impiegati per il non contrasto all’immigrazione selvaggia. Questa la volontà di Matteo Renzi, il quale, nell’attesa di scegliere se essere interventista o menefreghista e appresa la notizia che i miliziani jihadisti dell’Isis, conquistata Sirte sulla costa Libica, ad appena 500 chilometri dalle coste italiane a portata dei loro missili SCUD (Siluri Colorati Unici e Divertenti), abbiano la vaga intenzione di infiltrare tra le nuove migliaia di immigrati in rotta verso l’Italia dei martiri pronti al sacrificio, pare… pare abbia iniziato a sentire l’urgenza di proiettare nel cielo notturno di Roma, un fascio di luce con il simbolo di Twitter, segnale inconfondibile di una richiesta di aiuto.

Stando alle prime fonti, l’A-CHIC, percepito il messaggio inequivocabile, avrebbe risposto, iniziando a prepararsi per la guerra totale. In una nota, vengono dichiarate le prime contromosse del nucleo combattente:

non difendere i confini del Sud, giammai in assetto armato, non intervenire militarmente in Libia, bandire le letture di Oriana Fallaci, chiedere (in ogni caso) le dimissioni di Silvio Berlusconi da Presidente del Consiglio, cambiare le parole della Canzone del Piave in “Il Piave mormorò, passa lo straniero” – per non disturbare le trattative e non turbare la sensibilità dei migranti con rigurgiti d’odio fascista, a cento anni dall’interventismo italiano nel primo conflitto mondiale, ma soprattutto,non bloccare assolutamente, né irreggimentare, neanche lievemente e in nessun modo possibile, l’immigrazione eccessiva, dagli effetti, ora più che mai, pericolosi e incontrollabili, che proviene proprio dalla Libia.

Soddisfazione dal mondo istituzionale. I servizi segreti italiani, nel frattempo, rendono noto che “Mai il nostro paese è stato così esposto (al pericolo diretto)”. Parole che pesano come macigni, astratte da un dossier (non più) segreto, reso pubblico dal Corriere della Sera: “Le ultime stime: parlano di 600mila stranieri presenti in Libia, 200mila già sistemati in cinque campi di raccolta e pronti a imbarcarsi, ma parlano soprattutto di circa 7mila combattenti di Ansar Al Sharia che hanno aderito all’appello del Califfo e stanno marciando per conquistare il Paese“.

“Siamo a Sud di Roma”, questa la spaventosa contro dichiarazione degli incappucciati jihadisti. Nell’attesa che superino indenni il traffico del Raccordo Anulare, il Governo, ha reso nota la necessità di organizzare una controffensiva verso i macellai del califfato, convinti a maltrattare il Papa come i lanzichenecchi nel Cinquecento, distruggendo, estirpando, uccidendo, freddando la coscienza civile e culturale millenaria del Vecchio Continente cattolico.

La residua dignità italica, quindi, è in mano al nucleo istituzionale A-CHIC, forte di uomini e donne in tutto il Paese. Armati di tutto punto con AK-Quarantaniente, fiori nei cannoni – scelti accuratamente tra piante a cinque punte tipiche delle zone caraibiche -, retorica da eccessi di progresso multiculturale ed equo-solidale, valore del valore, sembra che il gruppo sia pronto alla controffensiva.

Gli Sniper, cecchini scelti, addestrati in anni di retorica senza fondo, Vendola e Kyenge, nome in codice “Zeppola e cime di rapa” e “Leghista del Sud”, stanno effettuando tiri per calibrare fiori e fucili: “Contro Isis mettere in campo strategia vera, si ragioni con serietà. sull'Onu e diplomazia internazionale si muovano rapidamente” ed ancora: “Libia in guerra, Europa pronta a difendersi in mezzo il mare e le vittime! O cadi nelle mani degli safisti o finisci in fondo al mare o  a Saviano”. Già da tempo nel nucleo di non intervento, fanti addestrati come Gino Stradache, fulgido esempio, si vergogna di essere italiano: “Io mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di far parte di questa Europa indifferente alle sofferenze e complice di stragi” eRomano Prodi, nome in codice “Mortadella”: “Un’azione militare rischiosa e non sostenibile”.

Il team “sinistro” è pronto con il suo niente istituzionale, culturale, con la sua illogica da combattimento a difendere i confini d’Italia ma soprattutto a “spezzare la reni alla Libia”, parola, di Mussoliniana memoria, dello stratega del gruppo combattente, l’improvvisato e sempre fuori luogo, Beppe Grillo, esperto di disarmo col nulla, micidiale armamento in dotazione alla feroce falange “Pentastellata”, da lui stesso governata.

Un bombardamento a tappeto, con mezzi leggeri e superficiali, quello degli uomini dell’A-CHIC che ha mietuto già le prime vittime italiane.

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