venerdì 27 febbraio 2015

Salvini, scontro con Forza Italia: «Ma le Regioni restano un cantiere aperto. Dipende dai programmi»

Il segretario leghista sull’alleanza elettorale col partito di Berlusconi: «Linee diverse a livello nazionale, però non ho rotto»


MILANO «Chi ha detto che io ho rotto con Forza Italia?». Matteo Salvini è in Toscana, alle prese con l’ennesima giornata con poche pause per respirare. Nel pomeriggio, a tenere banco è l’ipotesi di una rottura definitiva con Forza Italia. E allora, il segretario leghista parte con il chiarire i termini della questione. 



Non ha detto che con Forza Italia non è possibile un accordo? Molti, nel partito di Silvio Berlusconi, sembrano pensarlo. 
«No. Qualcuno mi ha chiesto della possibilità ad oggi di un accordo politico generale con Forza Italia. La domanda era: con chi si alleerebbe la Lega se si andasse a elezioni domani o la prossima settimana? E io ho risposto». 

Che cosa? 
«Che la settimana prossima, a elezioni politiche, la Lega andrebbe da sola. È un fatto: a livello nazionale abbiamo progetti che oggi sembrano non compatibili». 

Per quale motivo? 
«Beh, per esempio sui temi europei. Ad oggi, Forza Italia in Europa sta con Angela Merkel. La Lega sta con Marine Le Pen. È una visione molto diversa. Un punto di vista globale diverso. Sul nazionale, osservo solo che l’opposizione deve essere chiarissima: per esempio, mi dicono che parecchi senatori di Forza Italia erano assenti nella discussione sull’Imu agricola. Peccato». 

E sulle regionali? Si può invece ragionare? 
«Alle amministrative e alle regionali tutto dipende dai candidati e dai programmi. Dai volti che Forza Italia vorrà presentare. Per dire: oggi sono in Toscana. Ma qui, Forza Italia non ha mai fatto opposizione. L’opposizione, però, è una cosa seria, che dà credibilità. Da queste parti, per anni ha deciso tutto quanto la premiata ditta Renzi-Verdini. Dunque, noi abbiamo proposto il nostro candidato presidente, Claudio Borghi. Così come in Liguria abbiamo presentato una persona che la conosce palmo a palmo come Edoardo Rixi». 
Insomma, per la Toscana la partita è chiusa? 
«Chi vuole sostenere Borghi è il benvenuto. Inclusa quella parte di Forza Italia che non ha mai inciuciato. L’importante è che tutto avvenga nella chiarezza delle posizioni. Le Regioni sono un cantiere aperto a tutti coloro che dimostrano di avere omogeneità con noi». 
Resta il no al Ncd. 
«È chiaro, anzi chiarissimo, che se Forza Italia mi vincola ad allearmi con Alfano, il discorso cambia. Il Veneto dal governo Renzi-Alfano si è visto tagliare 300 milioni di euro e in cambio si è visto arrivare 2.000 immigrati. Bell’affare...». 
Il Veneto, appunto. Lì il problema è anche dentro la Lega. Che cosa succederà al vostro Consiglio federale di lunedì? 
«Succederà che Luca Zaia sarà indicato come il candidato presidente della Lega». 
E poi? 
«Beh, credo che a quel punto lui dira qualche cosa». 
Segretario, non può chiarirci meglio? 
«Guardi, fino a domani sera, io mi occupo soltanto della manifestazione in piazza del Popolo a Roma. Vogliamo far vedere a tutta l’Italia e a tutta l’Europa che l’Italia non è soltanto Renzi». 
A proposito. Non c’è il rischio che il segretario veneto Flavio Tosi venga contestato? 
«Non penso proprio». 
La preoccupa la contromanifestazione dell’area antagonista? 
«Io spero che, a differenza di quanto è accaduto con i tifosi olandesi, il sindaco, il questore e il prefetto garantiscano la tranquillità di tutti. Oltretutto, in piazza ci saranno mamme e papà con i passeggini... ». 

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