venerdì 6 febbraio 2015

L’Alfano tanto amato !! ??

Il partito di Alfano è al 4% in Italia, ma nel paese del centro rifugiati di Mineo ha ottenuto il record del 40%. La domanda è lecita: c’è una connessione tra i risultati elettorali e i posti di lavoro dispensati (che paghiamo noi ogni anno con 30milioni di euro)?

Alle ultime europee il Nuovo Centrodestra si è attestato intorno al 4% nazionale, ma ha conquistato il record del 40% a Mineo. La cittadina in provincia di Catania è recentemente già comparsa nelle cronache nazionali perché ospita un centro rifugiati finito nell’occhio del ciclone dell’inchiesta Mondo di Mezzo, di cui ci siamo occupati recentemente. Un’industria della solidarietà in cui lavorano 400 persone e che costa ai contribuenti 30 milioni di euro ogni anno.

Qual è il segreto di questo successo elettorale? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, a partire dal sindaco di Mineo, Anna Aloisi, che ha lasciato il Pd per seguire Angelino Alfano e oggi è presidente del Cda del consorzio di comuni che gestisce il centro di accoglienza. Il sindaco sottolinea il “dovere morale” del suo impegno per assicurare posti di lavoro ai concittadini.

Il Centro rifugiati di Mineo oggi è al centro dell’inchiesta Mondo di Mezzo per la presenza nella commissione di valutazione della gara di Luca Odevaine, ritenuto uomo chiave del sistema “Mafia capitale”, già vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, intercettato mentre sosteneva di essere in grado di orientare i flussi dei migranti. Odevaine è stato intercettato anche mentre parla di una presunta cena che sarebbe avvenuta durante la fase di aggiudicazione dell’appalto per la gestione del centro rifugiati, alla presenza di Giuseppe Castiglione, attuale sottosegretario alfaniano del governo Renzi. Castiglione ha precisato che tutti gli atti sono stati inviati all’Autorità Anticorruzione per valutare ogni passaggio.

La pista siciliana di Mafia Capitale

L’inchiesta Mondo di Mezzo della Procura di Roma contiene anche una pista siciliana che porta al Centro rifugiati di Mineo, in provincia di Catania, territorio che alle ultime europee ha regalato il 39% dei consensi al Nuovo centrodestra. Al momento non ci sono indagati ufficialmente ed è scesa in campo la Procura di Caltagirone, competente territorialmente.

Anna Aloisi, sindaco di Mineo, alfaniana di ferro, è presidente del consorzio di comuni che gestisce il Cara, ente che ha avuto tra i propri consulenti Luca Odevaine, ritenuto uomo chiave del sistema “Mafia capitale”, già vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, intercettato mentre sosteneva di essere in grado di “orientare” i flussi dei migranti. Odevaine è stato designato da Giuseppe Castiglione, attuale sottosegretario all’Agricoltura del governo Renzi in quota Ncd. Castiglione nel 2012, da soggetto attuatore dell’emergenza migranti, ha affidato l’appalto da 30milioni di euro annui, dopo l’esclusione in sede di gara del secondo concorrente, al raggruppamento guidato dalla Sisifo, consorzio che a Catania ha sede in un appartamento dell’onorevole Giovanni La Via, eletto al parlamento europeo nel 2014 con il Nuovo centrodestra. La Via, intervistato, spiega che a condurre la trattativa per la locazione “è stata un’agenzia immobiliare”.


Nel 2014 si è svolta una nuova gara, alla quale Sisifo ha partecipato con le stesse imprese con cui aveva vinto in precedenza. I criteri di selezione, in due gare diverse, non sono stati modificati -come conferma a Reportime il direttore generale del Cara Giovanni Ferrera- e hanno vinto sempre gli stessi soggetti, con un ribasso dell’1%. È stata esclusa invece la Cot Ristorazione il cui rappresentante ha fatto ricorso all’Autorità di vigilanza degli appalti sostenendo che il capitolato avrebbe previsto “troppi paletti” e per questo sarebbe stato impossibile vincere “senza conoscenze”.

La magistratura procede con gli accertamenti di rito, sullo sfondo resta però un fiume di soldi che è gradito alla politica. Ma in cambio di cosa? Lo vedremo nella prossima puntata.

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