venerdì 13 novembre 2015

Prezzo del latte, Salvini attacca Serracchiani: «Non capisce una fava»



«La Serracchiani non capisce una fava. Qui con le quote latte non c’entra nulla ma si parla del prezzo del latte:avvisatela così evita di fare figure di m...». Così il segretario della Lega Matteo Salvini , durante un presidio degli allevatori Copagri a Milano. Il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani aveva detto: «La Lega più che marciare su Roma dovrebbe marciare a Via Bellerio, gli allevatori ancora oggi pagano le loro bugie sulle quote latte»



Matteo Salvini apre una confezione di latte e la beve pubblicamente, a favore di telecamere e passanti, per dire che lui consuma «solo latte italiano» mentre «le altre schifezze se le bevano gli altri». In piazza Cordusio, a Milano, il segretario della Lega è arrivato venerdì alle 13 per sostenere ancora una volta gli allevatori nella loro battaglia per un «prezzo del latte onesto». «Il governo dorme - ha attaccato Salvini -, i produttori agricoli chiudono perché lavorano sotto costo, sono schiavi delle multinazionali e dei supermercati. Qui ci vuole un po’ di orgoglio nazionale: bisogna andare a Bruxelles, da chi impone prezzi folli, a dire che è impossibile dare 35 centesimi al litro a chi munge la vacca e poi vendere a 1,5 euro latte nei supermercati che nella maggior parte dei casi arriva dall’estero».

«Comprate solo latte italiano»
Tra gli allevatori, Salvini ha lanciato un appello anche ai consumatori «perché controllino e verifichino, comprino e consumino solo made in Italy per aiutare la nostra gente che altrimenti chiude e licenzia». Dalla piazza dunque il leader del Caroccio è tornato a puntare il dito contro Palazzo Chigi, reo di «far finta di nulla. Dico a Renzi: se ci sei batti un colpo - ha detto Salvini - perché se l’Italia chiude Expo per nutrire il pianeta e poi chiude le sue stalle, il pianeta non penso che lo nutri con le alghe con gli insetti o con gli scarafaggi come vuole l’Europa. Noi siamo qua per dare una mano - ha concluso - siamo disposti a tutto anche ad andare a Roma a piedi o sul trattore per difendere non solo il latte, ma l’olio, la carne, le arance, il meglio del made in Italy».

Un solo nome per il centrodestra
Interpellato poi sulle prossime comunali, Salvini ha lasciato intendere che il centrodestra è vicino a identificare il proprio candidato sindaco di Milano. «Non ci sarà il toto-nome». «A breve uscirà il nome - ha detto - ci sono due o tre nomi validi, ne uscirà uno presto». Quanto alla composizione della rosa, Salvini ha chiarito che è aperta a extra-politici: «Non bisogna essere necessariamente politici o parlamentari».

L’ebreo accoltellato
Non potevano mancare le domande sul caso dell’ebreo accoltellato. «Bisogna verificare qualsiasi organizzazione islamica, riconosciuta o no, perché c’è tanta gente perbene ma anche chi perbene non è», ha detto Salvini, convinto che oggi gli «obiettivi sensibili sono 1,2 milioni di cittadini milanesi». Salvini ha collegato l’aggressione all’ immigrazione e al fondamentalismo islamico. «Quando dicevamo che con gli sbarchi rischiavamo di avere terroristi in casa - ha detto il segretario del Carroccio - ci prendevano per matti. Non vorrei che l’intifada dei coltelli fosse oggi a Lorenteggio. Bisogna controllare partenze e arrivi». Secondo Salvini non basta rafforzare la sicurezza solo per gli obiettivi sensibili della città, poiché «a questo punto i punti sensibili sono 1,2 milioni di cittadini milanesi». Di diverso parere il copresidente della Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24. «Noi speriamo che sia un episodio isolato, certamente fatto contro un ebreo della nostra comunità, ma non è riconducibile a quello che sta succedendo, all’Intifada dei coltelli. Non abbiamo nessun elemento che lo possa confermare. Non si è sentito niente, non è stato rivendicato, la persona non ha detto niente in arabo come viene fatto di solito. Non c’è alcun tipo di segnale che possa essere collegato».


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