«La Serracchiani non capisce una fava. Qui con le quote latte non c’entra nulla ma si parla del prezzo del latte:avvisatela così evita di fare figure di m...». Così il segretario della Lega Matteo Salvini , durante un presidio degli allevatori Copagri a Milano. Il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani aveva detto: «La Lega più che marciare su Roma dovrebbe marciare a Via Bellerio, gli allevatori ancora oggi pagano le loro bugie sulle quote latte»
Matteo Salvini apre una confezione di latte e la
beve pubblicamente, a favore di
telecamere e passanti, per dire che lui consuma «solo latte italiano» mentre
«le altre schifezze se le bevano gli altri». In piazza Cordusio, a Milano, il segretario della Lega è
arrivato venerdì alle 13 per sostenere ancora una volta gli allevatori nella
loro battaglia per un «prezzo del latte onesto». «Il governo dorme - ha
attaccato Salvini -, i
produttori agricoli chiudono perché lavorano sotto costo, sono schiavi delle multinazionali e dei supermercati. Qui ci vuole un po’ di orgoglio
nazionale: bisogna andare a Bruxelles, da chi impone prezzi folli, a dire che è
impossibile dare 35 centesimi al litro a chi munge la vacca e poi vendere a 1,5
euro latte nei supermercati che
nella maggior parte dei casi arriva dall’estero».
«Comprate solo
latte italiano»
Tra gli allevatori, Salvini ha lanciato un appello anche ai
consumatori «perché controllino e verifichino, comprino e consumino solo made
in Italy per aiutare la nostra
gente che altrimenti chiude e licenzia». Dalla piazza dunque il leader del Caroccio è tornato a puntare il dito
contro Palazzo Chigi, reo di «far
finta di nulla. Dico a Renzi: se ci
sei batti un colpo - ha detto Salvini -
perché se l’Italia chiude Expo per nutrire il pianeta e poi chiude le sue
stalle, il pianeta non penso che lo nutri con le alghe con gli insetti o con
gli scarafaggi come vuole l’Europa. Noi siamo qua per dare una mano - ha
concluso - siamo disposti a tutto anche ad andare a Roma a piedi o sul trattore
per difendere non solo il latte, ma l’olio, la carne, le arance, il meglio del
made in Italy».
Un solo nome per
il centrodestra
Interpellato poi sulle prossime
comunali, Salvini ha lasciato
intendere che il centrodestra è
vicino a identificare il
proprio candidato sindaco di Milano. «Non ci sarà il toto-nome». «A breve
uscirà il nome - ha detto - ci sono due o tre nomi validi, ne uscirà uno
presto». Quanto alla composizione della
rosa, Salvini ha chiarito che
è aperta a extra-politici: «Non bisogna essere necessariamente politici o parlamentari».
L’ebreo accoltellato
Non potevano mancare le
domande sul caso
dell’ebreo accoltellato. «Bisogna verificare
qualsiasi organizzazione islamica, riconosciuta o no, perché c’è tanta gente
perbene ma anche chi perbene non è», ha detto Salvini, convinto che oggi gli «obiettivi sensibili sono 1,2
milioni di cittadini milanesi». Salvini ha
collegato l’aggressione all’ immigrazione e
al fondamentalismo islamico.
«Quando dicevamo che con gli sbarchi rischiavamo di avere terroristi in casa -
ha detto il segretario del Carroccio - ci prendevano per matti. Non vorrei che
l’intifada dei coltelli fosse oggi a Lorenteggio.
Bisogna controllare partenze e arrivi». Secondo Salvini non basta rafforzare la sicurezza solo per gli
obiettivi sensibili della città, poiché «a questo punto i punti sensibili sono
1,2 milioni di cittadini milanesi». Di diverso parere il copresidente della Comunità ebraica di
Milano, Milo Hasbani, intervenuto a Effetto Giorno, su
Radio 24. «Noi speriamo che sia un episodio isolato, certamente fatto contro un
ebreo della nostra comunità, ma non è riconducibile a
quello che sta succedendo, all’Intifada dei coltelli. Non abbiamo nessun
elemento che lo possa confermare. Non si è sentito niente, non è stato
rivendicato, la persona non ha detto niente in arabo come viene fatto di
solito. Non c’è alcun tipo di segnale che possa essere collegato».
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