Ci risiamo “come scrive il
giorno qui sotto” la società proprietaria dell’area presenta l’ennesimo progetto,
definito di “recupero” dell’aera EX Linificio, ad essere sinceri ormai abbiamo
perso il conto se si tratta del quarto o del quinto.
Ma quello che importa è che in
ogni progetto la sostanza non cambia e come abbiamo denunciato più volte in
passato per noi anche in questo caso si
tratta di un progetto di cementificazione
selvaggia in modo particolare quando si parla di “nuova residenza per 500 abitanti”,
Ci chiediamo ma l’amministrazione
ha presente quanti vani sfitti ed immobili non venduti ci sono sul territorio
comunale? Si ricordano quello che hanno scritto e fatto quando in passato e’
stato approvato il piano di recupero area Veca , (EX Harry) e loro erano in
minoranza?
Evidentemente NO!
Noi abbiamo sempre detto che per l’area EX Linificio pensiamo
qualche cosa di diverso ossia ad un area destinata a polo tecnologico, alla creazione
di un incubatore tecnologico per promuovere l’imprenditoria giovanile e le
nuove tecnologie, o in alternativa ad un area museale archeologica industriale
sul esempio di Crespi d’Adda. Ribadiamo che in ogni caso non prevediamo nessuna
destinazione urbanistica abitativa e su questo vorremmo che fossero i
cittadini a decidere.
Avevamo anche già detto tre anni
fa’ quando era stato presentato uno dei precedenti progetti e lo avevamo anche scritto
nel nostro programma elettorale, secondo noi è importante che su certi temi
venga utilizzato lo strumento del Referendum Comunale, strumento che questa Amministrazione
non ha mai voluto istituire.
Invece cosa propongono i “paladini”
della trasparenza, l’ennesima assemblea pubblica dopo di cui saranno i soliti quattro
“amici” noti a decidere.
Questa e' la loro democrazia
Capiamo che è iniziata
la campagna elettorale e percio' dopo il Giro d’Italia arriva il Linificio e purtroppo
ci aspettiamo mesi di annunci a raffica in puro stile Renzi il "Bomba”…
Il Giorno Monica Autunno
Cassano (Milano), 12 gennaio 2016 - Ex
linificio, pronto il progetto ufficiale di recupero.
Lo ha protocollato appena prima di Natale la società Alauda, titolare dei 140 mila metri quadrati
di capannoni cadenti, eredità della più illustre attività industriale fluviale: un piano per un recupero
a vocazione mista, con
porzioni museali, nuova residenza per 500 abitanti e insediamenti di terziario
attrattivo, di cui mancano ancora i contorni. Non ci si illuda che i tempi siano
brevi: il progetto dovrà passare vari step prima di diventare
piano urbanistico concreto. Obiettivo, arrivare quantomeno alla fine dell’iter
urbanistico a fine mandato amministrativo. Intanto, però, è in vista un
percorso di condivisione: "Al più presto un’assemblea pubblica: vogliamo
condividere l’ipotesi di rinascita con la cittadinanza. Sappiamo che il futuro
dell’area del Linificio è atteso con grande interesse da molti".
Così l’assessore all’Urbanistica Vittorio Caglio a pochi
giorni dall’inoltro di un progetto «che di fatto recepisce le linee guida che
avevamo inserito nella variante del Pgt: destinazione mista, utilizzo
polivalente, e una parte conservativa. La società si è interfacciata con il
Parco Adda Nord, entro il quale la zona ricade, ma ci vorranno esami
successivi. E’ un progetto di massima, occorre percorrere tutto l’iter
necessario a dargli la connotazione di piano urbanistico finito».
Tempi? "Come amministrazione ci eravamo impegnati ad
arrivare alla soglia dei cantieri di recupero entro il mandato, e non perdiamo la speranza. Inutile
però negare che la trafila burocratica, per un progetto di questa portata, è
fatta di passaggi lunghi e complicati". Il progetto approderà in consiglio
comunale? "Non sarebbe un obbligo normativo, ma dato il calibro della
questione siamo concordi nell’idea che debba esserci la maggiore condivisione
possibile. Dunque consiglio, ma prima ancora un’assemblea pubblica dove
presentare in linea di massima il progetto".
L’area attende da quindici anni, e ogni anno che passa le condizioni del complesso
peggiorano, e aumenta il degrado. La proprietà ha già compiuto negli anni
scorsi la bonifica dall’eternit, il rischio crolli è tuttavia costante,
e la problematica riguarda anche i muri perimetrali, transennati in più punti.
L’inchiesta tangenti ha arenato a lungo le pratiche, in questi anni i contatti
sono ripresi ma a rilento: «Rimane la volontà di chiudere». Fra i possibili
insediamenti futuri si parla di un sito termale e di spazi fruitivi in qualche
modo collegati alla vocazione dell’area, vicina al fiume e ricca di
testimonianze storiche. Un’area il cui fascino e la fama travalicano i confini
cittadini: solo sei mesi fa, una prestigiosa mostra fotografica internazionale,
intitolata «Labbra Del Tempo» a opera della fotografa cilena Alessandra Di
Consoli, ne ha celebrato la storia e il prestigio, ottenendo un palcoscenico di
punta al Mia Fair dello scorso anno.
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