Pronto il decreto per abrogare le norme del governo Berlusconi di sette anni fa. La dura reazione del presidente della
«Renzi cancella per decreto il reato di immigrazione clandestina: prepariamoci all’invasione». Lo scrive su Twitter e con tanto di hashtag #cosedamatti, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a proposito del provvedimento che il governo starebbe mettendo a punto. Ma è tutta la Lega che è pronta a dare battaglia.
Lega sulle barricate
Il leader del Carroccio Matteo Salvini non usa mezzi termini per spiegare su Facebook la sua contrarietà al decreto legislativo che il governo Renzi è in procinto di varare: «Il governo Renzalfano si prepara a cancellare definitivamente, per decreto, il reato di immigrazione clandestina, come votato in Parlamento con la complicità di Pd e 5stelle. Ma si accorgono di cosa sta succedendo nel mondo? Questi sono matti! La Lega farà le barricate, in Parlamento e poi nelle piazze con un referendum, contro questa vergogna».
Come funziona la depenalizzazione e chi non la vuole oltre alla Lega
Motivo del contendere è infatti la cancellazione dal codice penale del reato di immigrazione clandestina. Sono infatti già pronti due schemi di decreti legislativi per la depenalizzazione e per l’introduzione di una serie di sanzioni pecuniarie di tipo civile. Il reato di immigrazione clandestina che non prevede il carcere ma solo un’ammenda dai 5 ai 10 mila euro viene dunque abolito. Mentre rimane in piedi il reato con reclusione fino a 5 anni per chi favorisce e trasporta e organizza l’immigrazione clandestina. Inoltre la depenalizzazione riguarderà solo il primo ingresso: restano reati penali i successivi ingressi. Voluta fortemente dal guardasigilli Andrea Orlando, è stata appoggiata quasi all’unanimità (alfaniani esclusi) dalla commissione Giustizia della Camera, e dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, così come dai procuratori di frontiera alle prese con i trafficanti di esseri umani. Il giorno buono della cancellazione avrebbe potuto essere già oggi. Ma l’esame finale in Consiglio dei Ministri è stato ancora rinviato, pare alla prossima settimana, al consiglio dei ministri del 15 gennaio. Ufficialmente solo un problema tecnico, ufficiosamente il problema è Ncd, il partito del ministro degli Interni, che non accetta di cancellare il reato introdotto durante il quarto governo Berlusconi, esecutivo nel quale Alfano era Guardasigilli.
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