mercoledì 12 dicembre 2012

La farsa delle “parlamentarie” e gli staffisti e trombati alle regionali che diventano candidati

di Riccardo Ghezzi link originale 
Non ci piace vincere facile, ma a volte non possiamo fare a meno di rivelarci facili profeti. Le controverse “parlamentarie” del Movimento 5 Stelle hanno dato ragione a noi di Qelsi. In un articolo pubblicato quasi sette mesi fa, lo scorso 18 maggio, che approfondiva l’anomalia dell’utilizzo di fondi pubblici da parte del Movimento 5 Stelle per retribuire uno staff di impiegati in regione composto quasi interamente da candidati del Movimento stesso non eletti, abbiamo espresso una profezia/perplessità finale, che qui riportiamo interamente:

Senza dimenticare che gli “staffisti”, in Piemonte come in Emilia Romagna, saranno quasi sicuramente candidati dal Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche. E in virtù dei contributi pubblici, potranno finanziare la loro campagna elettorale grazie al denaro del contribuente, in barba alle promesse ribadite anche dal consigliere regionale in Emilia Romagna Giovanni Favia su facebook: “Non abbiamo mai usato e non useremo soldi pubblici per le campagne elettorali”.
Chi lo racconterà ad esempio ai piemontesi quando Ivan Della Valle, Giorgio Bertola, Marco Scibona, Marco Nunnari, Marco Rodella e Laura Castelli saranno candidati alle prossime elezioni?

Il tempo è galantuomo e ci ha dato ragione. In Piemonte, ad aggiudicarsi le parlamentarie per quanto riguarda la circoscrizione di Torino è stata proprio una “staffista” della Regione, Laura Castelli, che quindi potrà disporre di un budget di soldi pubblici per la sua campagna elettorale, a costo ovviamente zero per il Movimento ma non per la collettività.
Laura Castelli, giovane 26enne, lavora alle dirette dipendenze del capogruppo (ora unico consigliere regionale a 5 stelle dopo la cacciata di Biolé) Davide Bono: svolge principalmente le mansioni di referente delle Commissioni Bilancio, Economia, Commercio, Industria e Cultura, nonché quella di tenere la contabilità del gruppo consiliare. Ma, oltre ad essere retribuita con soldi pubblici, rappresenta un’altra anomalia rispetto a quella che è la filosofia dei grillini: ha già fatto politica in altri partiti. E’ stata staffista e candidata per la lista civica “Verdi con Bresso” di Mariano Turigliatto, formazione politica peraltro favorevole alla Tav contrariamente al Movimento 5 Stelle.
Si cambia, in politica.
Le strane parlamentarie, aperte soltanto agli iscritti al Movimento 5 Stelle entro il 30 settembre 2012 (oltre al “non statuto”, verosimilmente ci sono anche le “non tessere”, altrimenti non si potrebbe risultare iscritti), si sono rivelate una farsa quasi conclamata: non si sa chi realmente abbia partecipato, si sa solo che si è votato on line tra il 3 e il 6 dicembre. I candidati erano 1.400, i voti disponibili 95.000. Considerando che ogni votante poteva esprimere tre preferenze, verosimilmente gli “elettori” delle parlamentarie sono stati circa 31.000. Praticamente, un circolo. Non tanto a causa dello scarso interesse degli italiani all’evento, quanto perché le votazioni erano davvero chiuse.
I 31 vincitori (27 circoscrizioni italiane e 4 estere) hanno quindi ottenuti un pugno di voti, in media una sessantina, ma c’è anche chi ce l’ha fatta con 18-20 preferenze.
Al di là di Laura Castelli nella circoscrizione di Torino, alcuni sono davvero giovani sconosciuti di belle speranze: otto under 30, ben 27 su 31 under 40. Tra gli over 40 c’è un dipendente dell’assessorato al turismo della regione Val d’Aosta, Stefano Ferrero.
In Emilia Romagna invece ha vinto il titolo di “capolista” una Piero Ricca in gonnella: è Giulia Sarti, ex calciatrice per hobby e apprendista giornalista di 26 anni, candidata non eletta alle regionali 2010. Come il blogger che ultimamente fa comparsate da Gad Lerner, Giulia Sarti si è dilettata a rincorrere con una telecamera politici e “uomini della casta” cercando il più possibile di farli imbufalire. Un bel modo di piacere alla gente, già sperimentato con successo da Piero Ricca stesso: qualche insulto a Sgarbi e a Fede, una spruzzatina di demagogia e odio anti-casta, arroganza e indisponenza a quintali ed ecco che l’italiano stufo della politica è conquistato. Piero Ricca, figlio di magistrati, difende la magistratura a spada tratta, anche per la probabile impunità a lui garantita, Giulia Sarti prova a seguirne le tracce: oltre che essere attivista di “Qui Bologna libera” (la versione bolognese di “Qui Milano libera” di Ricca) fa parte del “Movimento Agende Rosse”, quello di Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo. Che Paolo, in vita, non stimava particolarmente.
Ecco gli anti-casta che tentano di entrare in parlamento. Si rincorreranno da soli con una telecamera, una volta conquistata la poltrona?

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