giovedì 3 maggio 2012

Pensioni d'oro, governo battuto al Senato

Alla lega il merito dell'iniziativa Che avrebbe impedito, stando a quanto affermano i promotori dell'emendamento, gravi spese a carico delle casse dello Stato. «Grazie alla Lega è stato affossato un decreto salva-vergogna», spiega il vicepresidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Mura. «Con il decreto salva-Italia - afferma a proposito il senatore del Carroccio Sandro Mazzatorta che nel mese di aprile ha presentato l'emendamento al decreto banche per il tetto agli stipendi, pari a quello, anche per i dipendenti degli 'organi costituzionali tra cui Senato, Camera e Presidenza della Repubblica - chi chiudeva la carriera nella Pubblica Amministrazione in un paio d'anni senza cambiare l'attuale incarico, perdeva sì la differenza tra il vecchio stipendio e quello nuovo ma i contributi versati anche dopo la norma del taglia-stipendi, potevano, con questa norma scritta da una mano molto scaltra e piazzata in tempo giusto, essere tarati sui vecchi stipendi e non sul nuovo, cioè su quello ridotto».

IL TESTO - L'Assemblea ha approvato quattro testi gemelli presentati da senatori dell'Idv, della Lega e del Pdl, su cui c'era stato il parere contrario del rappresentante dell'esecutivo e del relatore. A votare sì sono stati in 124, contrari 94 e 12 astenuti. Il testo dell'emendamento sopprime il comma 2 dell'articolo 1 che cancella le norme sul trattamento previdenziale dei manager pubblici in presenza del tetto sugli stipendi. La nuova legge equiparava le pensioni dei più alti funzionari dello Stato a quella del primo presidente della corte di Cassazione. Nonostante la riduzione già disposta per gli stipendi.

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