giovedì 24 maggio 2012

Zaia: «Non bisogna denigrare i grillini, la Lega reciti il mea culpa e faccia pulizia»


«I risultati vanno rispettati, perchè espressione della volontà del popolo ed è sempre il popolo a vincere. Certo l'indicazione che emerge da queste elezioni è chiara: se le istituzioni deputate a fare le riforme non sono in grado di fare una vera rivoluzione, la rivoluzione la fa il popolo»: è il commento del governatore veneto Luca Zaia ai risultati ottenuti dai Grillini ai ballottaggi per le amministrative. «Non bisogna perdere tempo - dice Zaia - a denigrare i Grillini, anche perchè con le battute non si fa strada e i cittadini sono molto più avanti di noi». «Il Movimento - ha spiegato - sarà chiamato adesso a governare e si misurerà sulle partite di governo. L'inesperienza relativa? Lo chiedete a uno che, quando fu eletto la prima volta chiese l'indirizzo del posto dove andare. Ci saranno bravi amministratori e fiaschi: sarà il Movimento stesso a decidere quanti fiaschi tenersi». Anche la giovane età degli eletti, come il neo sindaco grillino di Mira (Venezia), non spaventa Zaia. «Che siano giovani - ha detto - è un grande vantaggio. Basta solo che, una volta insediati, non diventino anche loro dei burocrati».
Per il governatore del Veneto, alla luce degli esiti dei ballottaggi per la Lega, quella di lunedì «non è stata una giornata assolutamente felice per il mio partito e paghiamo il conto delle polemiche degli ultimi due mesi: era irreale pensare che non accadesse questo a una Lega sotto tiro». Zaia ha detto che il Carroccio deve «spargersi la cenere sul capo e recitare il mea culpa. Ci sono delle situazioni che siamo chiamati a chiarire. Non credo al complotto e mi auguro che la magistratura, che sta facendo il suo dovere, faccia veloce: se emergono profili penali, chi ha sbagliato pagherà». «I margini di recupero ci sono: l'importante - ha aggiunto - è non lasciare la faccenda in mano alla politica. Il consenso si recupera solo mettendosi pancia a terra e lavorando, risolvendo problemi e dimostrando che siamo ancora i difensori del nord». Zaia ha ricordato che la Lega ha portato a casa «un sacco di amministratori al primo turno: a Verona, ma non solo». «Qui al primo turno - ha proseguito - si è votato il partito e al secondo turno ci si è ricordato di cosa ha combinato il partito». «Io spero - ha concluso Zaia - che la Lega venga fuori più motivata. Per rinascere, bisogna morire: va fatta pulizia, nel rispetto dei cittadini, non tradendo un consenso molto ampio, e poi dei militanti. Perchè l'obbligo, nell'amministrazione, è quello di trattare tutti allo stesso modo»
Riguardo a un suo possibile ruolo ai vertici della segreteria della Lega Nord, ringrazia per le attestazioni di stima, ma il governatore veneto Luca Zaia ricorda «che il mio no resta un no: non è nei miei programmi l'accettazione di nessuna carica». «Io - spiega - faccio una cosa alla volta: i veneti hanno votato un presidente a tempo pieno e si meritano più di un governatore part-time. Di superman ce ne sono tanti: io non credo che si possa far bene tutto, ma se c'è qualcuno in grado di farlo, che lo faccia tranquillamente, ne prendo atto e non intendo offendere nessuno». «Anche in Veneto - aggiunge Zaia - il partito ha bisogno di persone a tempo pieno, perchè non basta più la semplice azione politica, ma la condivisione dell'azione all'interno del partito. Rispetto a cinque anni fa, il mondo è cambiato». Per il presidente veneto, la coalizione in regione Lega-Pdl resta valida: «È questione di responsabilità, di coerenza o incoerenza: il 64% dei Veneti, appena due anni fa, ha detto che deve essere questa coalizione a occuparsi dei problemi del Veneto. Il mio impegno è quindi quello di tenere fuori i partiti dall'azione amministrativa: ritengo questa divisione dei ruoli la vera sfida fondamentale per i prossimi anni».
La partita del vice segretario, per Zaia, non è risolutiva «per la rappresentanza dei Veneti all'interno della Lega Nord»; la vera questione è che ci vuole «un segretario forte, e auspico che si tratti di Maroni, e una segreteria politica forte, sintesi del bagaglio e delle proposte portate dai territori». «Mi sembra - ha aggiunto - che Bossi abbia fatto i giusti passi indietro, non essendo più il segretario», evidenziando la difficoltà di arrivare a una candidatura unitaria. «Sono il primo a condividerla, ma mi sembra che la spaccatura tra le due anime del partito sia troppo profonda per presentarsi uniti al congresso». «Io comunque - ha proseguito - mi preoccuperei soprattutto di quel che fanno gli amministratori della Lega: con tutti problemi che ci sono, mi sembra di essere arrivato alle figurine Panini, di cui anch'io sono stato da bambino appassionato collezionista, ma che in questo contesto sono fuori luogo». «Non dobbiamo - ha concluso Zaia - mettere il futuro italiano in mano alle cordate per le segreterie politiche, altrimenti Grillo continuerà a fare en-plein. Almeno finchè anche lui non avrà problemi di segreterie politiche

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