giovedì 17 maggio 2012

Saviano chiede 4,7 milioni al Corriere di danni per le critiche su Croce


Corriere della Sera

Soldi che lo scrittore pretende dall'editore del nostro giornale e per una storia che riguarda la famiglia del filosofo, smentita dalla nipote Marta Herling


di MARCO DEMARCO
L'aspetto curioso della vicenda è che alla fine saranno i giudici a dire se è vera o falsa la notizia della «mazzetta» o, se si vuole, della mancia di centomila lire offerta da Benedetto Croce a chi lo tirò fuori dalle macerie di Casamicciola. Si parla del terremoto del 1883, del terremoto dei ricchi, come si scrisse a quel tempo, essendo già allora Ischia meta estiva di famiglie possidenti. L'aspetto inquietante è invece il seguente: per accertare la verità, Roberto Saviano, che la storia l'ha raccontata come vera, ha citato per danni il Corriere del Mezzogiorno, che invece ha ospitato una lettera critica di Marta Herling, segretario generale dell'Istituto italiano per gli studi storici, nonché nipote del filosofo.

I dubbi di quest'ultima sull'attendibilità dell'episodio, la loro pubblicazione e quindi i successivi articoli apparsi su questo giornale e su altre testate avrebbero dato vita, secondo Saviano, ad una vera e propria campagna diffamatoria con conseguente «pregiudizio» per la reputazione dell'«istante». Conclusione: quattro milioni di risarcimento per danni non patrimoniali e 700 mila per danni patrimoniali. Somme che vengono chieste complessivamente ai vari responsabili della campagna. Tra questi, non compare il sottoscritto, direttore del Corriere del Mezzogiorno, che quella lettera ha pubblicato e commentato, ma il rappresentante legale dell'Editoriale del Mezzogiorno, l'azienda che pubblica il nostro quotidiano.

Vale a dire l’unico, in sostanza, che di tutta questa vicenda, posso ben dirlo io, non si è mai occupato. La tesi di Saviano, che la storia di Casamicciola l’ha raccontata prima in diretta tv da Fazio due anni fa, e poi in un libro, è che Croce non smentì mai la voce dell’offerta ai soccorritori. La tesi di Marta Herling, la cui lettera è stata pubblicata l’8 marzo del 2011, è invece che quell’episodio non fu mai raccontato dall’unico testimone oculare, che fu, appunto, lo stesso Benedetto Croce. Il quale descrisse più volte, in libri e interviste, gli attimi terribili in cui perse i genitori e la sorella, ma mai accennando al particolare della «mazzetta». E tanto per capire quanto valessero allora centomila lire, si tenga conto che per le vittime del terremoto di Casamicciola, Papa Leone XIII, il papa della Rerum Novarum e della dottrina sociale della Chiesa, stanziò molto, ma molto meno: ventimila lire. La nostra tesi, mia e di Giancristiano Desiderio, infine, è che tutte le fonti finora citate da Saviano (prima Ugo Pirro su Oggi del 13 aprile del 1950 e poi Carlo Del Balzo, autore di un libro pubblicato poco dopo i fatti) portano, a loro volta, ad una fonte anonima, probabilmente influenzata dalle polemiche che già al tempo divamparono sul terremoto dei ricchi. E quella di Croce era appunto considerata una famiglia ricca.
Nessuno può escludere che Croce possa essersi autocensurato per ragioni morali, ma perché credere più a fonti anonime che all’unico testimone? È stato questo il quesito da me posto a Saviano. La risposta l’avrò ora con l’aiuto dei giudici napoletani. Nel frattempo mi limito a condividere ciò che Saviano ha scritto più volte sulla libertà di stampa. In modo particolare le parole da lui usate su Repubblicail 29 agosto 2009, a proposito delle domande a Berlusconi: «Nessun cittadino, sia esso conservatore, liberale, progressista, può considerare ingiuste delle domande. (…) Spero che tutti abbiano il desiderio e la voglia di pretendere che nessuna domanda possa essere inevasa o peggio tacitata con un’azione giudiziaria. È proprio attraverso le domande che si può arrivare a costruire una società in grado di dare risposte». Parole sagge, allora come oggi. Proprio per questo mi colpisce che, mentre si torna in tv a celebrare il valore della parola, la si sospetti, per quanto ci riguarda, di intenti diffamatori.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento