mercoledì 16 maggio 2012

Tributaristi divisi sulla legittimità della nuova tassa sugli immobili. L'imposta violerebbe due articoli della Costituzione e lo Statuto dei diritti del contribuente: «Non si può disporre con decreto-legge l'istituzione di nuovi tributi». Gli esperti consigliano i metodi per presentare richiesta di rimborso. Rischio caos?

L’Imu, imposta municipale unica, secondo il parere di alcuni tributaristi, non solo viola una delle norme fondamentali dello Statuto dei diritti dei contribuenti, ma sarebbe addirittura incostituzionale. La nuova tassa sugli immobili varata dal Governo Monti costituisce infatti un vero e proprio vulnus dell’ordinamento, e sebbene il tema sia complesso e molto delicato, tra gli esperti c’è chi è pronto a scommettere che esistano buone possibilità che eventuali ricorsi dei cittadini vengano accolti dalle varie Commissioni Tributarie.
IL PUNTO - Com’è noto l’Imu rientrava nelle disposizioni contenute nel decreto legge “Salva Italia” che è stato poi convertito in legge alla fine del mese scorso. Il problema però è che l’articolo 4 delloStatuto dei diritti del contribuente afferma quello che dovrebbe essere un principio cardine del rapporto tra i contribuenti e il fisco, ossia il “No taxation without representation” (No alla tassazione senza rappresentanza): «Non si può disporre con decreto-legge l’istituzione di nuovi tributi né prevedere l’applicazione di tributi esistenti ad altre categorie di soggetti». In parole povere, per l’imposizione di nuovi tributi o balzelli è necessaria una votazione parlamentare e non basta dunque la sola volontà del Governo e del Presidente della Repubblica.
La questione appare limpida, eppure già a questo punto il parere degli esperti è discordante.Francesco Tesauro, avvocato e docente di diritto tributario all’Università Bicocca di Milano, ha spiegato a ilVostro che secondo il suo parere, vista l’attuale situazione economica, non è così grave che il legislatore violi lo statuto dei diritti del contribuente. «Il legislatore – ha spiegato il legale – deve rispettare la Costituzione, non le altre leggi. Si può concepire lo Statuto come una “superlegge”, che il legislatore deve rispettare, perché le leggi che violano lo Statuto sono simili a leggi che violano la Costituzione. Questa però è una tesi minoritaria. Ritengo che in una situazione di emergenza come questa, un tributo possa anche essere istituito con decreto legge. Forse è incostituzionale lo Statuto che pretende di modificare il regime costituzionale delle fonti».
Vincenzo Carbone, invece, presidente della Corte di Cassazione sezione Tributaria, così scrive nella prefazione di un libro che ha come oggetto lo Statuto: «La riserva di legge contenuta nell’articolo 23 della Costituzione è interpretata dallo stesso legislatore nel senso di escludere l’utilizzazione dei decreti legge sia per l’introduzione di nuovi tributi, sia per l’estensione di quelli già esistenti a nuove categorie di soggetti. […] Lo statuto del contribuente può civilizzare il diritto tributario, ma perché ciò avvenga occorre che contribuenti e professionisti se ne facciano paladini invocandone l’applicazione e l’interpretazione da parte dei giudici». Da queste frasi sembra di poter dedurre che l’articolo 4 dello Statuto rimanderebbe addirittura all’articolo 23 della Costituzione che recita: «Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge». E se questa interpretazione fosse corretta, l’Imu sarebbe a tutti gli effetti incostituzionale. Tanto più che la determinazione di elementi essenziali dell’imposta sono stati rinviati a un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri.
RAPPORTO FISCO/CONTRIBUENTI - Quello che può sembrare solo un problema di interpretazione dottrinale sottende in realtà una questione più ampia: la natura del rapporto tra il fisco e i contribuenti. La domanda sorge spontanea: perché esiste uno Statuto dei Diritti del Contribuente se il legislatore può sistematicamente violarlo? In Italia il cittadino è un suddito che si deve inchinare di volta in volta al volere dello Stato oppure si confronta alla pari con esso? Ragion di Stato o libertà individuale? Dalla risposta a queste domande dipende l’interpretazione che ognuno può dare rispetto a quanto detto finora. A questo proposito, è opinione diffusa tra i tributaristi più “liberali” che il Governo dovrebbe rispettare le norme esistenti attraverso le quali sono stati fissati i principi di carattere generale in un atto legislativo non a caso chiamato Statuto. Perché in questo caso la forma è sostanza.
Se a questo si aggiunge che secondo alcune interpretazioni l’Imu violerebbe anche l’articolo 53 della Costituzione che riguarda la capacità contributiva e che stando a quanto afferma l’articolo 119 della Carta costituzionale lo Stato, riguardo ai tributi locali, non dovrebbe legiferare nel dettaglio, ma solo limitarsi a fissare i principi, ecco che la nuova tassa lascia qualche dubbio su più di un fronte.
RICORSI – Per chi volesse presentare ricorso in Commissione Tributaria, ecco il consiglio degli esperti per i lettori de ilVostro: versare l’imposta e presentare richiesta di rimborso solo qualche giorno prima della scadenza prevista per richiedere la restituzione dell’importo. In tal modo, procrastinando il più possibile il momento del contenzioso e, ammesso che si entri in una situazione economica favorevole, si potrebbero anche avere dei risultati positivi. In ogni caso, è opportuno avvertire il contribuente del possibile rischio di una condanna alle spese di giudizi

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