giovedì 13 settembre 2012

L’euro non conviene più. Polonia, Lituania, Lettonia, Bulgaria rinunciano all’adesione

I Paesi dell’Est voltano le spalle all’euro. Polonia, Lituania, Lettonia, e ora anche la Bulgaria frenano gli iniziali entusiasmi e vogliono rinviare sine die l’adesione alla moneta unica. La Commissione europea “non commenta” le recenti dichiarazioni del presidente bulgaro, Bojko Borisov, e del ministro delle Finanze, Simeon Djankov, che hanno rivelato la volontà di Sofia di rinviare a tempo indeterminato l’adesione all’euro: lo ha affermato a Bruxelles Simon O’Connor, portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. In un’intervista al “Wall Street Journal”, Borisov e Djankov hanno spiegato che tale decisione una risposta al deterioramento delle condizioni economiche e all’aumento dell’incertezza sulle prospettive del blocco comunitario, oltre che a un deciso cambio nell’opinione pubblica in Bulgaria sull’argomento.

Dello stesso tenore le dichiarazioni del ministro degli esteri polacco Radoslav Sikorski in quale annuncia l’adesione all’euro solo quando la stessa crisi sarà finita. Un annuncio simile arriva dalla Lituania: solo “quando l’Europa sarà pronta”, dice il premier Andrius Kubilius, si accetterà la moneta comune. La Romania ha comunque da pensare altro, con i terremoti istituzionali al suo interno. La Lettonia, già impegnatasi ad adottare l’euro per il 2014, ora avverte che dovrà riflettere bene, nel corso del 2013.

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