giovedì 13 settembre 2012

Maroni: "Sei italiani su dieci con noi" E su Grillo: "Dipende da Parma"



Tappa in città per il tour elettorale del neosegretario leghista. Rapido incontro con i militanti ai quali il "barbaro sognante" dice: "Stiamo bene, alle elezioni meglio andare da soli, lo sbarramento non ci fa paura". E rivela: "Secondo un sondaggio Swg tantissimi italiani al nord condividono le nostre idee"

Dice Roberto Maroni che la Lega sta bene, anche se "abbiamo passato un brutto quarto d’ora". I sondaggi paiono confermare: "Ne abbiamo commissionato uno a Swg, sei italiani su 10 al Nord condividono le nostre idee". Peccato, aggiunge subito, che non tutti e 6 votino il Carroccio: "Ma abbiamo le potenzialità per conquistarli". Foto, abbracci robusti. 

Maroni torna a Parma, dov’era di casa ai tempi del ministero dell’Interno, di Vignali sindaco, della Carta di Parma. Stavolta viene da neosegretario della Lega, barbaro sognante che prova a raddrizzare il Carroccio dopo le lacrime di Bossi e le inchieste sulle spese "per la famiglia". Incontra i militanti nella sede provinciale della Lega, davanti al casello dell’autostrada. Incontro svelto, con ritmo. "Dobbiamo tornare ad essere la ‘potentissima', il movimento del popolo, prima di tutto viene il Nord".

E’ lo slogan del tour elettorale di Maroni, già partito, che si chiuderà a Pontida il 7 aprile. "Prima il Nord". Nella sede parmense stipata ci sono il segretario provinciale Roberto Corradi, quello cittadino Andrea Zorandi, i deputati Fabio Rainieri e Massimo Polledri. Poi parecchi giovani e donne. "Prima il Nord vuol dire che il Nord deve tornare a far sentire la sua voce, penalizzato com’è rispetto al sud con i suoi sprechi". 

Elezioni allora, ma lo sbarramento della nuova (eventuale) legge elettorale? E le alleanze? Lo chiedono i militanti. Maroni abbronzato gioca di carisma: "Lo sbarramento elettorale a noi non fa paura, il 5% eventuale lo guardiamo così" (e fa il segno di chi scruta dall’alto di un burrone). "Quanto alle alleanze, dico solo che la Lega quando va da sola prende più voti". L’avesse saputo Bossi, negli ultimi anni di Berlusconi. "Di sicuro non ci alleeremo con i partiti che adesso sostengono Monti".

E a proposito del governo dei professori. "L’Imu lo contrastammo fin dall’inizio – sottolinea Maroni - la prima casa è sacra come diceva anche Gianfranco Miglio di cui ora ritireremo fuori le parole giuda". I leghisti di parma fanno domande, anche sullo scampato provvedimento (pare) delle bevande frizzanti da tassare: "Una pura idiozia – se la ride il segretario – siamo tornati allo Stato etico che dice cosa devi mangiare e cosa devi bere. E allora le sigarette? Mussolini al confronto era un dilettante".

Un militante dice di leggere la Gazzetta di Parma e di essere preoccupato per la criminalità crescente. Il "barbaro sognante" se la cava con un battuta, risponde che purtroppo non è più ministro dell’Interno e che per la microcriminalità "Serve la presenza della gente sul territorio, da cui l’dea delle ronde".

Quindi, siccome siamo a "Parma laboratorio politico" del M5S, il neosegretario fornisce la sua versione sulle presunte parentele – nell’estetica e nei metodi – fra il grillismo e la Lega dei primordi. "Ci unisce il fax" spiega Maroni. Nel senso: "Condivido parzialmente questa lettura. Il MoVimento 5 Stelle – illustra in conclusione - è esploso grazie al web, non va in televisione e non gode di appoggi da parte della stampa. Ricordo che anche noi, agli esordi, ordinammo che tutte le sezioni avessero il fax in sede, ed erano gli anni Ottanta. Ma a parte questo non credo ci siamo somiglianze. Dico che giudicheremo l’operato del 5 Stelle a Parma nei prossimi mesi, per ora il bilancio dell’Amministrazione comunale non mi pare lusinghiero. Se Parma farà male, non basteranno più le sparate di Grillo".

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