venerdì 9 novembre 2012

Gazzettadell'Adda Guerra alle slot: primo «flop» Documento ritirato, il Comune non può andar contro regolamenti dello Stato

Ha tenuto banco nel corso del Consiglio comunale dello scorso martedì la mozione della Lega Nord che chiedeva limitazioni ai permessi per le sale giochi. L'obiettivo, del tutto condivisibile, è stato sposato anche dagli avversari politici del Carroccio: evitare che le macchinette mangiasoldi portino ancor più scompiglio e danni nella società moderna. Sembra un problema secondario ma non lo è: ci sono persone che buttano centinaia di euro con il miraggio di poter vincere, speranza regolarmente delusa. D'altronde, non vi sono abilità in questi giochi. A differenza ad esempio dialtre specialità , come il biliardo o il poker che prevedono una dose di bravura oltre al minimo di fortuna, inserire euro in una macchinetta per veder girare i simboli è solo un'azione ripetitiva che punta esclusivamente al caso. Poi diventa compulsione: ovvero, quando si comincia non si riesce più a fermarsi. Ecco perché la Lega si è fatta interprete di questo problema proponendo regole più severe quando non repressive nei confronti dei bar con macchinette mangiasoldi. Perlopiù d'accordo anche la maggioranza (hanno parlato Roberto Cantù e Lorenzo Colombo ) che però, rammaricandosi, hanno anche annunciato il loro voto contrario alla mozione. Il motivo è presto detto: il Consiglio comunale non può vietare i permessi agli esercizi commerciali che rispettano le leggi varate dallo Stato. Ci sono precedenti di Comuni che hanno perso ricorsi al Tar, quindi non è il caso di rischiare figuracce. La mozione, su suggerimento della presidenza del Consiglio, è stata ritirata per scrivere un testo condiviso da tutte le forze politiche.

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