giovedì 15 novembre 2012

Il Giorno Politica e tangenti, chiuse le indagini Sala verso il processo


Trentuno indagati fra politici e costruttori


di Monica Autunno Barbara Calderola
Cassano d'Adda, 15 novembre 2012 - Per i magistrati la «cricca» cassanese era un «sistema rodato» fatto di 22 soggetti (tanti sono gli indagati nel complesso per concussione, corruzione, frode fiscale) e 9 società a diverso titolo ad essi riconducibili, per un giro di mazzette , fra consegnate e promesse, di 7 milioni. Nell’inchiesta significativamente battezzata «Quattro orsi sul miele», avviata due anni fa dal pm di Milano Alfredo Robledo e oggi chiusa tornano nomi noti, ne compaiono alcuni inediti e clamorosi, si perfezionano ruoli e compiti: fra i protagonisti emerge a pieno titolo Sergio Bestetti, ex sindaco leghista, ricandidato alla stessa carica dal centrodestra nel 2011, promosso«uomo-trait d’union» della rete corruttiva; fra le new entry illustri Giovan Battista Begnini, ex presidente del Monza Calcio e costruttore: secondo l’accusa con la sua B.F.C. srl avrebbe pagato 50mila euro in contanti al collettore di stecche (tale lo ritengono i pm) Michele Ugliola per ottenere dall’amministrazione le autorizzazioni necessarie a realizzare attività commerciali sui terreni di fianco al suo Park Hotel. Le tangenti, tra il 2007 e il 2009, servivano proprio ad accelerare i piani urbanistici o a rendere redditizi i fondi grazie alle trasformazioni d’uso pilotate.



L'intreccio politica-costruttori si basava su quattro menti e da qui il nome dell’inchiesta: l’ex primo cittadino Pdl Edoardo Sala, arrestato nel maggio 2011 per corruzione e concussione, il suo vice Ambrogio Conforti, della civica Cascine-Groppello, e il consigliere della Lega (poi dimissionario dal Carroccio), allora assessore al Bilancio, Marco Paoletti. Il quarto era come detto Bestetti. A lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, titolare di uno studio tecnico a Cassano, gran conoscitore sia del mestiere imprenditoriale che della macchina comunale, spettava il prezioso compito d’intermediazione fra imprenditori e amministrazione. I quattro avevano stretto un «patto» con Ugliola, l’architetto con grattacapi anche nella prima tangentopoli del ’92 e con suo cognato Gilberto Leuci, che riscuoteva le stecche per i politici. 

Fra gli indagati c’è anche Fausto Crippa, patron dell’Alauda srl, titolare del recupero dell’ex Linificio. Le accuse sono corruzione e frode fiscale. Gli altri politici coinvolti sono Alessandro e Paolo Casati, padre e figlio, rispettivamente ex assessore ai Lavori pubblici ed ex consigliere, mentre sul fronte imprenditori ci sono Vito Catoio (titolare della Gadeca srl dell’ex Veca), Antonio Repici, Renato Bosisio, Bruno Cella, Germano Crotti, Francesco Monastero (coinvolto anche nell’altro filone partito da Cassano che ha portato ai piani alti del Pirellone e a Davide Boni), Antonio Rapisarda, Mario Micheloni, Paolo Rimoldi, Fabio Cogliati e Davide Colnaghi. Nei guai anche Pierluigi Amati, il commercialista di Vaprio cugino di Sala, che mise in contatto Crippa con l’amministrazione cassanese. Le società citate: Hydra srl, Sile Costruzioni srl, Ciemmebi srl, Mariposa srl, El.Pa sas, Treviglio Auto srl, B.F.C. srl, Gadeca srl, Stella srl.

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