martedì 20 novembre 2012

Maroni:"Bene l'election day ma si facciano sentire presto"


Il leader del Carroccio coglie subito l’apertura e punta ad arrivare a un accordo lampo per essere in campo. Nella sede di via Bellerio già pronti 80 nomi per la lista Lumbard





«Se qualcuno è interessato, si faccia sentire: noi non stiamo ad aspettare Godot». Da Brescia, arriva la risposta di Bobo Maroni al Cavaliere, che nella visita a Milanello per incontrare la squadra rossonera aveva tagliato corto: in Lombardia bisogna continuare l’alleanza con la Lega. Come dice Albertini, due più due fa quattro, quindi se il Pdl ci tiene così tanto a ripresentarsi con il Carroccio dovrà convergere sul nome di Maroni. 

Il leader della Lega non può che condividere, così mette all’incasso l’uscita di Berlusconi (che sembra scaricare in modo definitivo l’ex sindaco) e invita il Pdl a rompere gli indugi. Anche con parole di apertura: «Io sono un uomo del dialogo, mi piace ascoltare e comprendere la ragione degli altri. Con il Popolo delle Libertà questo dialogo non è mai venuto meno. Ma - ha puntualizzato - il dialogo non vuol dire cedimento». A riprova di ciò, sempre Maroni spiega di essersi sentito con Berlusconi: «L’ho chiamato e mi ha detto che dovevamo vederci per parlare di elezioni. E io gli ho risposto 'no, parliamo di Milan'».

Comunque sia la sostanza è che Godot non lo aspettano, in via Bellerio, dove lunedì il plenipotenziario lombardo Matteo Salvini sottoporrà al segretario federale gli ottanta nomi della lista 'Maroni presidente', composta da non leghisti. Sulla scia di quel modello Verona evocato un giorno sì e l’altro pure per annunciare che, con o senza il Pdl, la Lega in Lombardia si presenterà comunque in coalizione con una o più liste (ci saranno anche delusi del Pdl, e perfino qualcuno vicino al centrosinistra).
Pdl si dia una mossa. Ancora Maroni: «Se qualcuno vuole stare con noi bene, ma deve condividere il nostro progetto di 'Prima il Nord'». 

Nel frattempo le notizie che sono arrivate da Roma sull’election day lo hanno galvanizzato: «Nessuno credeva che si sarebbe fatto e si sbagliava, dovete dar retta alla nostra saggezza, anche quando dico che il candidato in Lombardia sarà della Lega». Il leader del Carroccio ha spiegato ai suoi che con il voto accorpato si aprono nuove prospettive per tutto il centrodestra. Perché Pdl e Lega si ritrovano servite sul piatto d’argento l’occasione per tornare a marciare uniti, ovviamente previo accordo con l’ex presidente del Consiglio. Un patto che prevede una Lega pronta a sostenere il candidato premier pidiellino, e in cambio il Pdl che sostiene Maroni in Lombardia.

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