lunedì 21 novembre 2011

Davide Boni - Una stangata che colpirà il NORD


Sacrifici, tagli e l’introduzione di nuovi provvedimenti per risanare le casse di questo Paese. Non fa una piega la ricetta del nuovo Governo tecnico, come se nascondersi dietro a maggioranze trasversali possa rendere meno dolorosa la scelta di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Ci sono molti motivi per essere scontenti di questo esecutivo: da un lato affermano la volontà e l’impegno di salvare questo Stato, evitando drammatici default, dall’altro soffocano le deleghe vitali legate all’attuazione del federalismo, ritrovandoci tra le mani un Ministero che sa di prima Repubblica, quello relativo alla coesione territoriale, e non trovando più traccia di quello per le Riforme. Va bene che siamo nell’anno dei 150 anni di unità nazionale, ma non è proponendo un nuovo accorpamento delle competenze che si può pensare di salvare quello che ancora è rimasto. L’avere messo nel cassetto il dicastero del federalismo già chiarisce la tipologia di Governo con cui abbiamo a che fare. Poco importa se qualcuno si lamenta degli appellativi che in questi giorni sono circolati sulla carta stampata: questo è l’esecutivo dei poteri forti, dei banchieri, di quella finanza che tiene in scacco il mondo politico, sostituendosi ad un potere realmente eletto dai cittadini. A partire infatti dai rapporti con il colosso bancario della Goldman Sachs, il disegno che sta prendendo forma in Europa appare ormai limpido e sia Papademos in Grecia che Monti in Italia sono stati insediati come premier non eletti dal popolo. L’On. Umberto Bossi ha più volte sottolineato che lo Stato è basato sulla sovranità popolare, sull’asse “popolo-Parlamento”: qui si sta verificando il caso opposto, con il Governo dell’alta finanza che ha di fatto commissariato il Parlamento italiano e con esso il sistema politico. Suonano quindi profetiche le parole pronunciate dal nostro Segretario federale sulla pericolosità della nascita di un “super Stato” europeo, di una rischiosa globalizzazione che, come sta già avvenendo, rischia di svuotare la sovranità dei singoli Stati che fanno parte dell’Unione Europea. La Lega Nord, che invece ha a cuore i diritti dei popoli, così come un’idea di Stato federalista, non può che essere fortemente preoccupata per le sorti del Paese. Il punto è che oggi un asse “finanza-politica” ha trovato posto anche in Italia. Non ci rincuorano le dichiarazioni di Monti, perché questo Governo tecnico andrà a rivedere l’Ici e le pensioni, introducendo nuove forme di tassazione. Una stangata che sicuramente colpirà il Nord, la parte più produttiva del Paese, quella che ha sempre tirato la cinghia e ora dovrà abbassare la testa per salvare quello che è rimasto di questo Stato. Non ci bastano quindi le rassicurazioni verbali sul fatto che in essere non c’è alcun complotto internazionale: vedremo presto se a comandare in casa nostra arriveranno le direttive europee e dell’alta finanza, con il beneplacito della Francia e della Germania. A noi interessano riforme che non penalizzino i nostri concittadini e su questo la Lega Nord si metterà di traverso, perché le nostre Regioni non devono pagare per colpa di interessi che nulla hanno a che vedere con quelli del Nord e del popolo padano.
 
Davide Boni
Presidente del Consiglio della Regione Lombardia

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