lunedì 16 gennaio 2012

Padova, nega l'elemosiva ed è pestato a sangue

Arnaldo Zuliani, 65 anni, buttato a terra e preso a pugni dall'accattone in via Carducci: «Mi ha ridotto in questo stato per un solo euro. Ma anche se avessi consegnato il portafoglio sarebbe finita così». «Ho già cambiato una casa, dove devo andare per vivere sereno?»

di Enrico Ferro
PADOVA. La sua unica colpa è quella di essersi rifiutato di concedere l’elemosina a un accattone. Per questo Arnaldo Zuliani, 65 anni, rappresentante in pensione, è stato buttato a terra e pestato in strada da un giovane nordafricano. «Per un euro mi ha ridotto in questo modo. Non mi resta che fare una considerazione: il cittadino di Noventa Padovana che la settimana scorsa ha sparato all’albanese che lo tormentava, ha fatto bene a reagire in quel modo», dice sconsolato sistemandosi la benda.
L’aggressione. Erano le 21.30 e il sessantacinquenne, originario di Udine, padovano d’adozione, residente in via Marghera 22, aveva appena parcheggiato l’auto nella vicina via Carducci, davanti al civico 46. Si stava incamminando verso casa quando uno straniero di circa 25 anni l’ha fermato e gli ha chiesto un euro. «Io gli ho detto “no” e ho continuato per la mia strada», racconta Arnaldo. «A un certo punto ho sentito una mano sulla spalla, motivo per cui mi sono divincolato nervosamente invitandolo ad andarsene. A quel punto è scattata la violenza. Il ragazzo mi si è parato davanti ed è partito con un pugno in faccia. Io sono finito a terra e lui mi è salito sopra. C’è stata una colluttazione nel corso della quale sono riuscito anche a mordergli un dito. Lui però mi ha colpito più volte in faccia. Io ho cominciato a gridare e a chiedere aiuto, finché alcuni residenti si sono affacciati alle finestre. A quel punto l’aggressore si è rialzato ed è fuggito».
I soccorsi. Sul posto è intervenuto un equipaggio della Squadra Volante della Questura. Gli agenti hanno raccolto il racconto di Arnaldo Zuliani, prima del suo ricovero al Pronto soccorso: l’uomo è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di sette giorni. Alcuni residenti hanno visto le fasi finali dell’aggressione: «Stavamo guardando la televisione quando abbiamo sentito rumori in strada. Ci siamo affacciati e abbiamo visto il nostro vicino di casa con tutto il volto insanguinato e un giovane nordafricano, a petto nudo, che fuggiva a gambe levate».
Amarezza. Arnaldo Zuliani ieri è rimasto in casa tutto il giorno. Era stato invitato a presentare denuncia in Questura, ma ha preferito prendersi un altro giorno di pausa. «Sono scosso - evidenzia - e sa cosa le dico? Che spero di avergli staccato la falange con quel morso. Perché non è possibile essere aggrediti sotto casa in questo modo. Tra l’altro durante la colluttazione cercava di continuo il portafoglio in tasca. Non l’ha trovato solo perché soldi e documenti li conservo in una seconda tasca, non facilmente raggiungibile».
«Mi sono interrogato a lungo - continua Zuliani - e sono giunto alla conclusione che, forse, se avessi estratto il portafoglio per dargli l’euro sarebbe finita comunque con una aggressione a scopo di rapina. Ed è per questo motivo che in questo momento mi sento particolarmente vicino a Paolo Meneghetti di Noventa Padovana: ha fatto bene a sparare allo straniero che lo tormentava. Io non ho alcun preconcetto nei confronti degli immigrati, ma non sopporto chi vive la vita infrangendo di continuo le regole del vivere civile. Abitavo in via delle Palme e sono dovuto scappare dal degrado. Mi sono trasferito in via Marghera e scopro che siamo giunti a questa situazione. Dove devo andare per vivere sereno?».
Indagini. Dopo il primo intervento degli uomini della Squadra Volante (coordinata dal commissario capo Valeria Pace), la questione ora passa nelle mani degli investigatori della Squadra Mobile di Marco Calì. Grazie alla descrizione fornita, sono state diramate le ricerche: il dubbio è che sia uno degli stranieri che solitamente stazionano a ridosso di Prato della Valle e dell’ex foro Boario.

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